Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
Rit-ratto di Pirrone 47 e di civili costumi. L'età, nella qua.le vive, gli è propria: nessuno l'avrebbe veduto .sorridere al paissaggio di Elena bianca e di Achille urlante. La pietà lo avrebbe vinto : compassionevole inganno. Visto così nell'età •sua, egli è il San Tommaso del tempo classico, un San· Tommaso infelicissimo, che nessuna !Prova, nessuna testimo– nianza, potrall[lo mai convertire alla fede. L'inquietudine della Grecia del suo tempo, quel bisogno di cer– car nuove .strade, nuovi regni, nuove glorie, avventure nuove, quella pazzia del fasto, delle lu..<;surieasiatiche, quel cercar di mescolarsi al mondo barbarico per resuscitare il favoloso, l'eroico, l'antico, al contatto della naturale antichità dei popoli dell'Asia, quella mera- . vigliosa ingenuità di Alessandro, che s'illude di poter rigenerare l'età ,sua, corrotta e ragionante, spregiudicata e irriverente, con l'aiuto di una civiltà piena ancora di follia e di favola, quella spe; ranza, vivissima nei filosofi e nei cortigiani -che accompagnano il Macedone, di ritrovar•e un mondo omerico, innaturale ed eroico proprio ,.ad arricchire la logica loro di elementi fuor dell'umano; tutto ciò, dico, IIlOn nuò far di Pirrone né un lodatore del passato, né un partigiano del ipresente, no111 riesce a dargli né l'amore delle favole, né quello delle cronache. Egli è, così, nemico dell'età sna e dell'allltica: né iai questa crede né in quella; ma ne dubita, e, più che ragionarne, sa come sorriderne. Natura profetica : pericolosa risorsa. Senza dubbio Pirr01ne ebbe natura, profetica. È da credere ch'egli seguisse il Macedone non per aver gloria dalle ,sue mira.bili imprese, ma con la ,segreta speranza di poter raggiungere il limite estremo della terra, e di uscirne: dalla terra e dal tempo; giacchè gli antichì avevano del tempo un concetto quasi direi geografico. Dove la terra finiva, qui era il principio dell'eternità. La favola di Ulisse navi– gante oltre le colonne d'Ercole, è quella dell'uomo che ritrova la stagione eroica dell'immortalità, e si perde fubri del tempo. Tale era la segreta ,speranza di Pirrone: quel suo cercar nuove strade fuor dei limiti estremi della terra altro non era se non una ricerca del futuro. Il timore, il desiderio, la, speranza, gli toglievano la memoria del tempo e del luogo: egli era, come direbbe Montai– gne, a1.tdelà de soi rneme. Ohi si voglia figurare Pirrone qomo vivo, conoscere il segreto d€lla sua inquietudine, della sua tristezza, del "lUO ,sconsolato ,sorriso, della sua taciturna testimonianza in mezzo al fragore delle armf e al tumulto delle orgie, non ha che a ripen– sare a quel suo stato naturalmente profetico, a quella sua noia dell'età, del luogo e del clima, nei quali gli era forza vivere, re– cando, come le Sibille, la 111ostalgia delle cose future. CURZIO MALAPARTE. BibliotecaGino Bianco
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