Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
Sii questa letteratiira 33 trice di vita. Ma chi è capace, oggi, di godersi le meraviglie della campagna? Stamani, quaissù, era una di queUe giornate che se fossero sem– pre così sarebbe peccato morire. Per quanto sia ottobre c'era, di levata, un di que' soli vergini e preziosi che fanno parer belle anche le masse di concio negli zappati. Brillavan controluce, sotto le fascie oblique dello splendor' celeste, le piagge coperte d'ooa peluria nuova di smeraldo e di veronese. A valle, tra i poggioni che si fron– teggiano come cervici d'elefanti, s'impaludavan le nebbie in laghi di vapore fata~o; di faccia, in vetta al monte più alto, una carbo– naia alzava nell'aria un salice di fumo che poi ,s'è steso e spanto verso mezzodì simile alla coda d'una cometa. Perfino il iponte, im– biondato di luce e di gloria, sembrava un arco di trionfo a tre va:ni e vi passavan sotto, chiassando come legioni contente, l'acque del fiume che va a Roma. Tutte le piante delle macchie, 111ere stillanti, pareva volesser risuscitare lo sfoggio della primavera contro l'ap– prossimarsi <J.ell'autun1110. Ogni erba ributtava fuori il suo filo di seta verde e dianzi mi son ritrovato fra i piedi, nel mezz.o d'un sentiero, Ullla di quelle praitolilne coi petali candidi orlati di rosso ze:ffirino compagna alle migliaia che scoppiano per festeggiare il ritorno d'aprile. Queste,. si dirà, son fantasticaggini d'un poetucolo dell'uno e men che nulla di fronte a un raid, a un match, a un record, a una performance, a un round, alla gioia d'uno swing ben assestato, alla voluttà di mettere o veder mettere knock out un « peso mas– simo>>- E s'i111te111de s nza difficoltà la ragione che fa preferire tali gesta alla lettura d'un libro di purai. poesia. Ognuno, anche il tarpano più penurioso di forza intellettiva, capisce subito, e senza fatica, se un pugno ha buttato giù più denti d'un altro e se un cor– ri,dore è arrivato primo al traguardo, sia ipure di mezza ruota o di mezza macchina. Ma per giudicare se un verso è bello e se oo'idea ,è giusta è necessaria una intelligenza scaltrita, un gusto educato e una preparazione che s'acquista solamente con lunghe fatiche. Si aggiunga l'inselvaggimento dovuto alla guerra, l'adorazione della forza e della ma.cchina e si capirà come, ai più, la vita energe– tica ed agitata sembri di gran lunga superiore alla vita di studio e di contemplazione - con quanto vantaggio per la letteratura è inu– tile dire. Nello stesso tempo, sempre per quella nascosta pigrizia s~iritu~l~ ,che fa ipreferire la fatica del corpo a quella della mente, gli uoilllJI11 -son divenuti più «visivi>> e sempre meno immaginanti e cogitanti. Voglion vedere e non riflettere, guardare spettacoli o figure c~e non Tichiedano l'opera dell'ilntelligenza. Se vanno a teatro preferiscono le a.onne che ballano e il lusso dei costumi e degli scenari a tutte .3. - P~gaso. BibliotecaGino Bianco
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