Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

S1t questa letteratiwa 31 quei pochi che a1I1coranon hanno perso il vizio di leggere si buttano, semmai, sui libri vecchi o stranieri, su quelli di viaggi e di storia o magari, morti per morti, di :filosofia. Scrittori d'ingegno onesto e gagliardo non mancano, credo, in Italia, ma insomma O!I)eregrandi, sostanziose e nuove da un pezzo 111On si scrivono o per lo meno non si stampano o infine non siamo capaci di riconoscerle. Di chi la colpa? Il general Bonaparte, Primo Console, che ,sapeva tutto, sapeva an~h~ questo: « L'on se plaint que nous n'avons pas de littérature? C'est la faute du ministre de l'intérieur )). Dopo avere scoperto questa sua teoria mi stupisco .meno di prima che il_« Corse aux cheveux !Plats >> sia andato a mire tra i topi e gl'inglesi di Sant'Ele– na. Un governo •saggio può far molto per la letteratura - cioè non occuparsene affatto .. S'è un governo signore può dar pen– sioni o sussidi a quegli scrittori di merito che stalllllo sciupandosi nella miseria: ma che altro può far di più? La letteratura d'ordi– nazione non ha dato mai che frutti finti e le Muse son ragazze scon– trose che non halllllo l'abitudine di seguire le ~< direttive del go– verno>>. Le cause del male - se male c'è - bisogna cercarle da altre parti. II. Ruggero Bonghi, che somigliava a un ragno gravido, fra i tanti libri che ha tirato fuori dal corpo, sia pace all'anima sua, ne scrisse uno, più di settant'a111ni fa, per ricercare Perchè la letteratura ita– liana non sia popolare in Italia. Non rifaremo, grazie a Dio, la sua strada chè il prQblema nostro non è quello soltanto ma doppio : per– chè la gente sia meno appassio111ataper la letteratura e perchè que– sta letteratura sia meno appa,ssionante di prima. E le cause, se– condo me, so111 !Parecchie : alcu111e si riferiscono più direttaimente ai consuan!lrtori e altre ai produttori. Si comincerà dalle prime. Da un pezzo illl qua, e specie dopo la guerra, gl'indigeni delle nazioni civili son diventati, per dirlo oQil parole brutte quanto le cose, più cinetici e più visualisti. Son passati, cioè, dalla vita con– templativa all'attiva e, quando per caso non si muovono, preferi– sco1110 il guardare al pensare. I modernissimi, insomma, sono senza confronti meno sedentari, meno georgici, meno oraziani. Famiglie che prima facevano, sì e no, un viaggio a ogni morte di papa oggi sostano a casa soltanto tra u111a fuga e l'altra : !Peregrinazioni illl automobile, escursioni, ascensioni circumnavio·azioni, esplorazioni oltramontane e oltrema- ' b . .

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