Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

di Renato Serra 27 mi durasse sempre. Non era la **, ma era qualche cosa di lei i.in me : e c'è ancora. Cosi poca cosa per il mio amore ! Se tu sapessi il tormento di cercare i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo viso e di non poterlo tr·ovare: io che conservo quasi ·tutto nella fantasia, quasi di tutti ; tutto U1Il mondo di facce e di !Persone e. di voci che mi faccio sfilare obbedienti a ogmi vog].ia; e di te, nrnnte di certo. Sospiro verso di te con un desiderio da morire; e .,&vo aspettare il caso, la fortuna, che ti faccia risorgere inaspet– tata attraver,so la memoria deserta. Anche questa, unà fra tante altre cose strane che non so più bene se mi strmgano o i-e mi òì– vidano da te. No, no[l parliamo di divisione, amore. Sta,mmi vi– cino; che io ti senta, ch'io ti respiri .... Che gioia ieri sera, qua,ndo rinfresca,ndomi la faccia, ho ,sentito lllell'a,cqua un soffio del tuo profUlillo: dunque era, dentro di me, era nella mia carne. Ah come ti trovo tutta adesso, con che brivido di felicità : sei appoggia,ta al muro, nell'ombra, con gli occhi chiusi; il tuo viso è a,bbandonato fra le mie mani che lo circonda1110: com'è piccino, com'è puro; con che piccola bocca tremante, che fa fatica a star chiusa; che co,sa tenera e lieve, tutta fra le mie mani ** smorta~ H cara, piccolo amore dolelllte. Proprio, .pro!{)rionoo posso tenerlo questo sospiro di rimor-;o ,e d'a,more; tutti i baci che non ti ho dato, tutte le carezze ~be lllOnt'ho fatto. Ci sono dei momenti in cui tu mi sembri una pic– cola bimba triste, che abbia talllto bisogno di essere consolata cul– lata carezzata da un amore più gra:nde di te. Ecco, ieri io lllOn sapevo pensare a lasciarti : mi pareva di ve– derti portata via da un destino amaro, per UJnastrada così sterile così nuda così squallida: dov'è la felicità per te, che cosa farni domani, con che ragio111e per che scopo finirai di consumare la tua grazia e la tua vita? Sentivo una voglia immensa di stringerti, di tenerti fra le mie braccia, di IIl.On lasciarti andare. Quando penso questo, mi sco:vdo tutto il resto, che mi dispia,ce e mi allontana tante volte; vorrei fare qualunque cosa perchè tu fossi un poco più contenta, vorrei stendermi sotto i tuoi piedi ,perchè la .stra,da ti fosse più molle . Che cosa as.su: vda questo vivere. Non possiamo far 111iente l'uno per l'altro ; soffrire e far soffrire for.se. , 'Ma di.mmi che non è vero c h'io ti f a,ccia soffrire. Non posso ammetterlo. Forse U111 poco dell'ostinazione ch'io metto nel negare il tuo amore, la tua serietà, la tua sincerità d'animo e di sangue, naJSCe !Proprio dal desiderio istintivo che è illl me di sapere una ** felice, leggera, insensibile. Come sei stata tante volte, come dovre– sti essere ancora, anche con me. Come avevi cominciato a essere : ti ricordi la u COIIl quella faccia brillante e corrucciata, quando blloteca Gino Bianco

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