Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
26 Lettere d'amore m'è venuta una luce una festa un trionfo d'amore di tene1·ezza di bontà del tuo amore, ca,ra, della tua bontà per me, che t'adoro che P ialllo·oche tremo. E dunque tu hai sofferto, sei stata triste e m'hai o . chiamato e m'hai cercato e m'hai detto tante cose, cose vive, cose tue, della piccola ~-\ H mia, argento ,mio, musica mia, mia cenere wmara, mia fresca fontana, fiore agghiacciato, bocca bruciata e dolce collo e caro petto fuggente da me e crescente in me, mia vita tri.ste o mia morte lieta, mia ** ; o H, -i:-* che deliziosa temrpesta, che sinfonia in me di me e di te di tutto il nostro bene e di tutto il nostro male, se:nz.a dissidio, amore, Renato e H, *"' e Renato, e tanti baci, con gli occhi chiusi la bocca molle il cuore caldo l'Mnore infinito. Maggio. Ohe cosa dirò alla mia H '? averti qni con me, colla tua pfocola testa appoggiata contro il mio petto; e farti tante carezze e non parlare ! Son così stanco cli parole ; buone o cattive, sOlllocosì facili a dire, -e così Ìlnutili, infine. Io mi smarrisco fra parole e pensieri; li ho provati tutti e nessuno mi ba contentato. C'è solo una cosa sicura : la u vicino a, me. Allora mi scordo ogni cosa; le differenze e i dubbi e il passato e l'avvenire e il mondo tutto quanto; non mi clomallldopiù quel che sei, quel che hai fatto, quel che mi nascondi, quel che non mi puoi dare. Sento che sei tu e non so più niente. E ti voglio bene. Tanto bene. Tutto il mio bene. Vorrei morire. Vorrei vivere. Con te. È una cosa oscura e sicura. Contro la mia volontà, contro la mia convinzione, collltro tutto : aimore che non 1sodonde venga, che mi sbatte e mi spezza con la furia di un vento fra i rami. Io lllon so che cosa tu prenda di me quallldo ti accosti. So che sei venuta, e poi che te ne vai; e il mio cuore vorr-ebbe venire con te. E resto pieno di te, pieino d'amore, come ,sefosse la cosa più natu– rale del mondo. Ancora oggi, quallldo penso alla** che ha avvicinato il suo visino ai miei oochi, così inquieti, così incerti, co.sìincreduli. ... non so trovar altro ·che un senso di abbandono improvviso e in– fùnito. Un gran buio. E per venire alla regione delle cose chiare e delle parole precise, mi par che debba passare un gran tempo. Quando ci arrivo, non so ricordarmi più llliente. .Scrivo questa lettera a piccoli tratti, con lunghi intervalli : fra una parola e l'altra mi trovo con la testa stanca sostenuta fra le due mallli : fisso in te che non vedo. Avrei tante cose da dirti e non mi riesce. Ieri quallldo te ne andasti, andai in campagna lungamente in bicicletta; un rpo' di– sfatto, un po' perduto, Ulll po'-stordito; e avrei voluto che questo BibliotecaGino Bianco I
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