Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

Lettere d'amore bene. Mi rpiace di ridirmelo in qu est'ora d ella mattina, per buoo cominciamento ,del giorno. Mi sono alza.to presto, a,ssai presto, per te; ho girato in bicicletta curiosam ente, u n po' abbaglia,to da que– sta chiarezza già brilla,nte e calda; e adesso t'aspetto. Come hai fatto a i1I1dovinareche era proprio sulla piazzetta del Duomo che avevo piacere di vederti ? Sulla pia,zzetta, dove ti vidi venir fuori una mattina e brillare nella tua corazza ,d'argento, col visino fresco e col sorriso leggero improvvisamente offerto al mio amore; pa– revi uno zampillo di chiarezza, ::J,rgentina fra tutta la gente grosso– lana, e fioristi vicino alla mia faccia co!Il la tua come u!Ila musica che mi circondasse. Cara. Amore. Io però avr.ei anche voluto ilil– contrarti sulla stradicciola del Monte : ci sei rpu r andata qualche mattina presto per levarti di torno questo fastidio di Renato (dimmi ancora che IIlOIIl ci sei riuscita del tutto, amore mio). Ma - ne riparleremo. Intanto, per finire un altro discorso, sappi, mio bel bimbo bruno e snello, con quel collo fino e duro, nero •nell'ombra e bioodo alla luce come UIIl frutto - è così quando non te lo posso carezzare io - ,sappi dunque che l'altra sera alla stazione io non ho filato proprio niente : ,so!Ilopassato molte volte, soltanto perchè ero in com.pa – gnia e avevo bisogno di questa compagnia per poter pa,ss are e ri– passare senza sospetto lungo il canale di Portafiume: dirai che non m'hai visto adesso, perfidissima, con quegli occhi che mi pren– devano ,su come una pa,gliuzza di sulla terra, apipena comparivo e allungavo il collo dalla svolta per vedere; ed era inutile perchè t'avevo già vista. Come facevi, **, a brillare così, con quel cappe]• lino come un papavero IIlel crepuscolo e quella faccina così sottile e così luminosa: che gioia per i miei occhi quella freschezza di rosso come un petalo di fiore che me li carezzasse ; e il visino della mia ** tutto bianco , imperlato di una luce che faceva più chiaro e rpiù verde il pra.to , più limpida l'acq ua del tramonto. Cara. Ne avevi della g ente i ntorno; ma era.no per me come le macchie in– torno alla tua luce. Non ero mica g eloso io se anche vedevo dei brutti uomini strisciarti addosso il loro sorriso o il loro desiderio volgare. Tanto, tu sei superiore a queste Mse; ci potrai stare in mezzo, ma c'è qualche cosa in te sempre di mondo, che non si sporca,, che noill s'aggrava, che fiorisce a un tratto così in alto zam– pillallldo e canta111do. Io 111On sono geloso, finchè mi vuoi bene; non è mica che abbia piacere di vederti così, di pensarti anche spesso, mescolata a ta1I1tecose brutte o frivole o inutili del mondo in cui io non ti posso seguire; mi dispiace; ma _non mi offende; è U1I1 di– spiacere necessario e quasi contento ,perchè ha tanta !';peranza e fiducia in te, che tu venga a c0111solarlo.D'altroode la vita è così; bisogna volersi bene sempre più forte, per star sempre meno in- Bit)liotecaGino Bianco

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