Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
di Renato Serra 33 Maggio. Tutto bene! Quanto ridere con quel bigliettino! La ** spavaJda con U[l mu– sino fiero e un gran lampo di occhi scintillanti, come ~n bimbo che l'ha fatta grossa; e framca ! Un po' di corruccio contro i miei ti– mori : « per fortu[la che ho a,ccomo.dato tutto io-:-Vedrai !... )). Ma come ha fatto quel follettiino? (Fidiamoci di lei); sarà me– glio ; ,senza prendersi tanto affanno. Io esagero sempre un pochino : anche questo, contro la mia 1Uatura che è di solito cosi indiffe– rente. Ma colla ** esa.gero sempre, iJn tutti i sensi; metto così nel– l'a,more come nei dubbi e nei dissidi una serietà che è assoluta– mente inopportuna. Eppure la so, e me la ridico semipre la vec– chia camzone, che tutto passa coll'ora! Questa ** che mi passa vicino, un [)O' folletto, un po' inquietu– di,ne, un po' delizia, ora tutta dentro come un fiato dell'aria odo– rosa che mi gonfia il petto, ora tutta strana e lontana, come un <;apriccio di vento fuggito, questo visino della ** che non riesco ma-i a ra,ppresentarmi, perchè niente lo può fi.ssare, questa ** in– somma cosi strama e così cara, bisogna prenderla per quello che è, ,senza tanti arzigogoli: lasciare che faccia .... la sua**! E .fidar3i molto di Lei, e non mettersi tanti affanni e tanti scrupoli; tanto non son io che la guido : è lei che fa quel che vuole, quel che la sua testina ha deciso. Bene o male, è sempre bene. Io devo volerle bene, quando lei è disposta a laisciarsene volere un ipoco; conten– tarla in quel che posso; e non pensarci molto. Se c'è un po' di enigma i[l lei, pen'serò a spiegarlo quando non l'avrò più vicina. Adesso, limpida o scura, sei tu; e ti voglio bene. E adesso lascia · <;he pensi che tornerai e che sentirò ancora il tuo viso contro il mio e ti coprirò gli occhi con tanti bad ; i cari occhi, in cui non leggo bene, ma che son tanto dolci, chiusi e tremuli sotto le mie labbra! Maggio. O che ,doke notte, ** ! Ho aperto le imposte e mi sono affacciato a guardare verso la parte dove tu riiposi. È buio alto e fresco; il vento muove le fronde di alberi che io non vedo e porta, odore di tigli fioriti; ho cercato quel falcetto di luna che c'era stasera, cosi lucido e agghiacciato sopra un cielo sciintillante; adesso è tutto nero ; poche_ stelle, piccine e fisse, dissemiinate nello spazio in· certo ; qualche rumore perduto ; e un gran folto di cose ancora fre– sche e verdi e :fiorenti che s'indovinano intorno nella notte. Perchè non sei con me, cara ? ti direi tante cose, che il rumore del giorno mi fa scor,dare. Non mi sco:vdo già di questa; che ti voglio troppo
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