Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
12 Lettere d' amore buoino e dolce e delizioso e in ogni altra doona commovente, al di fuori e oltre la linea di condotta, imposta al principio, m'ha fatto rabbia: io avevo piegato e sforzato (non mi sono accorto tuttavia di sfQrzo) la mia natura ad accettarla così: dopo, poteva anche es– sere un tentativo crudele di farmi serritire il desiderio e l'incanto di tutto quello a cui avevo rinunziato, solo per farLe piacere. C'è del vero, in queste parole. Ma non tutto; sono troppo aride, astratte. Dovrei parlare anche di me ; della mia vita che portava con sè non la ** sola, in questi gioMi, ma altre cose : tristi. Non è possibile. Un istinto mi ritrae. Lei non ha abbastanza intimità di sentimento; tutto può diventare per Lei materia di discussiollle e di discorso e di diletto. Lei parla anche delle cose di cui non si deve parlare, con una indifferenza piacevole. Non voglio che parli di me. Dia piuttosto tutte le colpe a me. Dica che sono poco sincero, poco spontaneo, superficiale e incerto; tutto quello che vuole. Io mi sento inselvatichire e allontanare da Lei di minuto in minuto. Con una Mnarissima gioia. E così sia. Renato. Le scriverò ancora. Ci son molte piccole cose minute da dire e da chiarire fra noi. Non ho voglia di pensarci ora. Ap1·ile. Signori1na, ricevo il Suo espresso e La ringrazio di essere stata così franca. È inutile ch'io Le dica iperchè non rispondo più particolarmente. Il suo sospetto è di quelli a cui non si può ribattere. Non discuto le ra-gioni che l'hanno CO[ldotta a pensare così di me·. Le rispetto, come tutto quello che mi viene o mi verrà da Lei. E non ho altro da dire. Unisco una specie di lettera che avevo cominciato a scrivere, in– più volte, per LeL Non l'avevo voluta mandare; la conservavo, per servirmooe qua-si di specchio o di punto di paragone, per quanto incerto, prima di scriverLe ancora. Ma adesso Lei mi dice che sa– rebbe inutile. D'altronde, mi sembrerebbe poco bello naiscondere quel che pure ho sentito. La prego di scusare la, forma che oggi certamente non ardirei più di usare così. Ne tenga conto come di uno sfogo mio pe11sonale,cadut ole sott o gli occhi, a caso. Mi scusi e mi creda con ossequio di Lei dev.mo Renato Serra. Bibl.ioteca Gino Bianco
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