Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
Lettere d'amore ., e pensato lungamente di Lei, così forte da farmi male? Una ragiolllc ci dev'essere, per queste scosse brusch(S e sorde che m'hanno fer– mato, di tratto in tratto, fin dal principio. Ci ho 7Pensato sopra molto seriamente, e ho trovato; qualche cosa di quel che Le ho detto, e altro che non ,dico. È U1I1 destino stramo che io non abbia mai potuto esser sincero con Lei : io che son ,sempre sincero con tutti. Non Le ho potuto mai dire tutta la grazia e la felicità ,di cui ero pieno; Lei non vo– leva ,e io me la tenevo chiusa dentro senza saper booe quale e quanta fo&se: 1I1on Le posso dire ora tutte le ragioni del mio cambiamento, che potrebbe anche parere stu!I)ido o assurdo, perchè non trovo più quella che m'era così cara: la confidenza. Colpa mia, forse; che nolil ne sarò degno. E va bene. (Anche questo detto_per me. Non per Lei). Aggiungerò solo Ulllacosa, non per mia scusa, ma perchè è vera. Se io fossi stato l'amico co,;;l superficiale che Lei ha creduto, crede proprio che Le avrei dato ragione di cessare così presto un'amicizia, che •- da quel punto di vista - non avrebbe potuto essere nè più bella nè più comodf\ per me? Via! per U1I1 dilettante superficiale, l'amicizia della **, che non esigeva 111ulla in cambio, nessun vincolo, nessun sacrificio, sarebbe stata qualche cosa di delizi.oso ! .Ma io, a Lei, non potevo voler bene in questo modo egoistico e superficiale. C'è stato un momento di turbamento dolce buio. Non srupevo e non volevo saJpere. Do!I)o, ho sentito il bisogmo di voler bene; e poichè questo non poteva essere, è avvenuto dentl'O di me il di,ssidio e lo schianto. Di cui Le chiedo perdono, per quel tanto che glie llle ho lasciato sentire, in un modo brusco e strano e sopra tutto incompleto. Sia come Dio vuole. Se questa può essere una soddisfazione d'amor pro!I)rio per Lei, l'a,bbia pure. È vero. Nè mi duole, ora che tutto è finito, di con· fessarLe che sono stato sul punto dì volerLe bene molto. E questa è la forza che m'ha staccato da lei. (Dalla ** del ,passato, dalla ** che ha gioca,to con me perchè Le !>On capitato vicilllo. Di quel che c',era 1I1ella sua amicizia di Ìlmpersolllale, non indirizzato a me altro che per ca,so, Lei sa che ho S€mpre avuto l'impressione : soltanto in principio non mi offoodeva, come poi mi ha offeso. Almeno credo. Ancora una cosa, .e ipoi basta: per tutto questo, io ho guardato più dentro di me, che dentro di Lei. Ma lo sa : io ho U1I1 criterio solo sicuro lllella mia vita; quel che sento. Io giudico gli altri, quasi solo dall'impressione che me ne trovo dentro, lllOnso co.rne. Impressione e sentimento. Tutto il resto nOlllconta per me. Che Lei sia bella, intelligente, rara, preziosa, più di mille altre, lllOnimporta nulla a me : io c01I1osco solo il bene o il male che Lei può fare a me, la forza d'amore o di ritrosia che Lei suscita in me). / BibliotecaGino Bianco
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