Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

106 A. Frateili zione dello scrittore. Vi si sente un'aria di spe@lazione clericale che non potrebbe essere più fuori di luogo con l'uomo profondamente sin– ceto con l'artista aristocratico e onesto che fu il Salvadori. Vivo, egli ' per primo ne avrebbe sofferto. . . Il Canzoniere civile è la sua opera maggiore, la sola che gh dia v,emamente diritto a una c.onsideirazione ben ,diiverrsada ,quella che ha avuto nella storia drella, nostra letteratura della, fine dell'Ottocento. A pante il suo valore ['elrigioso e morale graindi~sirrno per la serenità e pro- - fondità de1la convinzione, ,a pairte il valore poetioo che nel oomplesso del- 1',opeira, e ,speoiahnente in alcuni componimenti pa;rtioolari, non trova ri– scontro nelJa poesia, di qualche oontemporooeo rdi più larga fama, come il Marradi, il Panzacchi, e lo stesso Fogazzaro poeta, è la posizione sin– gola.re d,ell'auto;re ,del Canzoniere che lo fa degmo di attenzione anche dove l',estro n0rl1soccorre l'ispirazione, dil'etta verso altezze per toc.ca: re 1e quali rsarebbe forse stato necessari-O 11ll iingiegno più lJibero da certi schemi imposti .dalla cultura, e una più ricca fantasia. Le costiruzioni rsempre girancliose ed ardue diel1e ca.nzoni, che vo– gliono ressere sinteSli. e 0001rClusionirpootiche delle vaste C-OrllSideI'azioni religiose, •storiche, ,sociali, filosofk,he, contenute nei proomii in prnsa, Qppure afllermra,z,ionidi pmcipdi sulla ba,se d'una dottrina di integrale cattolicismo, di pace sociale, di cristiana conciliazione (Per la festa della Trasfigurazione, Per una fiera italiana, Ad Augu,sto CQnti, Per la - morte di Vietar Hugo) appaiono talvolta i.mmiserite in schemi faticosi, quasi schiacciate dalla lucidezza e intensità degli stessi proemii. Occorre anche superare il fastidio di certe cadenze manzoniane o carducciane per gustare la sincerità dell'ispirazione. Ma che nobiltà di concetti, che audacia di stacchi, quanta grazia di commozione in certi componimenti attinti direttamente alla sua fede, come la Trasfigurazione e le Rogazioni! Intelligenza acuta re speculativa, esperta, di tutte le dottirine filo– sofioo-religfo,se, ,di là ,da quelli che più potevano ;influire su di lui, di là da Augusto Conti, da Gioberti, da Rosmimi, Giulio Salvadori pireferì risalire al1e pure fonti del Vangelo. Oriedente iin tempo di razionalismo e di ,scetticismo, la ,Sli.noera fiammar della sua fede non è meno luminosa, forse lo è di più, oggi ohe le oonversfoni poetiche ,sono di moda. In UID'epooodi esasperato indiviclualrismo, egli tentò una poesia di valore univ,ersal,e in cui la vooe del poeta fosse la voce del ,popolo di Diio. Non interpretò J ddio attraverso sé stesso, come vuole codesto indi– vidualismo, ma annullò sé stesso nella grandezza della Divinità. Al– l'estetica f.Oll'IIllale della vita recle1l'amte,oppose 11mii1mentela sua vita re– golata da una l,e,g;ge aJta e severa ricercata lllel proprio cuore, un eleva– tissimo oonootto dell'arte ooone assnnzione d'una materia inferiore alla partecipazione ,d'unia luce di oocline superiore. Tale nobti,ltà e singolarità della sua posiz.ione spirituale il ,Salvadori oonsei1'VÒ a~he nei canti più stanchi ,dei Ricordi 'dell'umile Italia, un vol11IDepuhblioato nel 1917, nel quale fu raccolta la ma,ggior parte del Canzoniere e altre liriche disperse in rivistine cattoliche pressoché clan– destine, spesso vendute a scopo di beneficenza. Nel testamento egli ha espresso il ,desiderio che la sua ,opera giovanile contraria alla fede non sia ripubblicata, e che ad ogni modo chi volesse farlo saipp,ia, che egli BibliotecaGino Bianco

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