Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

Vita e poesia di Giulio Salvadori 105 Nel 1884 Giulio Salvadori si allontanò ,dalla Cronaca Bizantina perché .Sommaruga, che s'era impegnato a pubblicare l:1 sua commemo– ,razione ,di Gtovoo.ni Prati, pubblicò invece il discorso dli Oal'duccd. Pe.r sentimento di solidarietà, ed in ,seguito ad altri. sc:rem, anche d'Annunzio e Soarr-foglio si staccarono dalla il'ivista che poi, per i guai sopravvenuti a SomII1UJruga,cessò le pubblic~oilli. Ma riappar.ve qua.si subito sotto la direzione, di d'Annunzio, annunciando la canzone Per una fiera ita– liana del Salvadori, clle allOiI'a era già ad Ascoli Piceno. D'Annunzio, in':'ec.e della canzon,e, ,pubblicò un trittico di sonetti d'amore il secondo dei quali, Occhi lucenti, riapparve poi isolato nel rJanzoniere civile ed è ,quello che ho riportato in ,principio. Strana .poesia d'amore Ml suo el'IIletismo, spoglia di ogni sensualità e piena invece d'un tormento che annuncia già la crisi della comersione. La lotta tra spirito e materia era quasi superata, ma doveva essere costata. .p.on poco dolore al giovane poeta. L'anno prima il Salvadori aveva cantato Selvaggia e Beatrice: Oh nel fulgore dei tuoi neri umidi occhi a una vita nuova risorgere! _ Ahi! me la lotta doma : i <tentacoli d'un'ldra immani me tutto avvinghiano: Il strappo io lento, ad uno ad uno : il ,petto sanguina lacerato. Per oomfessione dello stesso Salvadori, la lettura del Daniele Cortis non .swebbe stata estranea a questa v.ittoria -dello spirito. In una lette.ra del maggio 1885~citata dal Gallarati ,Scotti, egli scrive a Foga,zzail'o che il Cristianesimo vuole l'uomo intero nel .pensiero e nell'opera, e per far corrispondere le opere alle parole « è necessaria a volte una forza non contro gli altri, ma contro sé stessi, che non solleva senza strappare, qualehe volta anclle ,a costo del ,sangue. Daniele Oortis può intendere queste parole. » Ma Daniele Cortis era un libro sensuale non meno del Piacere. La delicatezza di Salvadori scrittore preferì esaurire in sé quella lotta, e non ve ne è quasi altra traccia nella sua opera, neppure in quella, degli aJllli dell'enrore. Nel 1889 Giulio Salvadori pubblicò il suo Canzoniere civile nel qua1e era 1rai00olta,anche quell'ode Pe1· la morte di Vietar Hugo che quattif,o allll.Ì prima aveva segnato la sua conversione, o il suo ritorno, ana. dottrina di Oristo. L'Ode ::weva avuto una certa risonanza; quaBi n.essuna ne ebbe il Canzoniere. Il Sa,lva,dori per il fat~o d'essersi silenzio– samoote e feTIIllMilen.te ,sottratto alle idee e ai gusti del suo ~mpo, d'es– sersi ,rivoJto a verità e a f,ommeeterne che allora pareva,uo la negazione del pensie1ro e della poesia, d'essersi interamente appartato dal tumulto letterario, era già u,n dimeruticato. Fu scambiato per un manzoniano in ritail'do; alle menti distra,tte dal frastuono dannunmano la sua a,pparve opera di trascrurabile e inutile T1ea.zione. Il giudizio non è stato poi più oorretto, altro che nelle frettolose apologie apparse sui giornali, specie cattolici, dopo la morte del poeta. E .alcuna di queste, condotta con la grossolanità di chi vuol tirare tutta l'acqua al proprfo mulino, non credo che giovi ad una giusta valuta-

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