Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
90 U. Qjetti bero or.mai avere una riconoscibile unità di proporzioni e di forma. In architettura quest'unità una ,volta si chiamava ordine: e la, paJ:,ola Le è cara 00011eormai è cara a ogni buon Italiano. Invece chi ha veduto sui gi~r,nali e sulle riviste ~ll ~stra.te le oper~ d?l R~gi":1e nell'anno de: corso s'è imbattuto in eùific 1 e mo numenti d ogm stile e carattere. piat~ repliche di vecchi modelli:; copie :d~ fabbriche vi~~esi e ~d?– sche quali appaiono sui manuali scolastici; oome audacissime- novita, q11alcuna di quelle lisce e quadrate , scatole per uomini delle quali, tardi imitando gli stranieri, alcuni nostri giova.ni a:rchitetti c ercano di dif– fondere l'uso e le serie in Italia. N on nego c he ,si sie.no quest'autunn6 vedute, una almeno a Roma e una a Milano, anche buone fa,bbriche; ma 1iell'insieme, una babele. Perché l'Eccellenza Vostra non costituirebbe vicino a sé un piccolo consesso d'architetti ili sua Jiducia cui tutti i progetti pei ,pubblici ed;ifici del Regime fossero sottoposti ? Ohe i privati edifichino a lor modo e cap:riiccio, già questo è ,discutibile; e basta vedere che ,è divenuta con questa libertà la nostra Riviera da Bordighera ai Spe– zia.. Ma che almeno le fabbriche sulle quali il Regime mura il fascio littorio, debbano essere il'iconoscibili a,nche tra un secolo., qruesto non dovl'ebbe nemmeno m,sere discusso . .Nella scultura il c6mpito del Governo è già più difficile, nella pit– tura difficiliss1mo. Un fatto è innegab1le: se Ellai desidera far fissare su · una tela o in un affresco uno dei memorabili ,spettacoli del suo Governo, la recente adunata, per esempio, dei rurali a, Roma, o l'inizio dei lavori, Lei pr,esente, per abbassall'e le acque del la.go di Nemi, Oil"IJlai non v'è che da chiamaire un fotografo. I nuovi pittori , rapiti chi dalla rivo– luzione e chi dalla reazione, chi dalla deformazione e chi dalla rico– struzione, non saprebbero darle naromeno quello ,schizzo d'insieme che le avr,ebbe dato, mettiamo, Domenico Induno. In Francia, in Inghilterra, in Ger<mania, in Russiia, i pittori capaci di questo laivoro, anche se non tutti di rprima fila, esistono. Da noi, pei danni converge111tidella moda e de1la scuola, non esistono quasi più. Còmpit.i inferiori (dicono i «giovani») e meccanici. Veraimente, da Giotto a Raffaello, da Ambro– gio Lor,e,nzetti a, Paolo Veronese, dal Ghirlandaio al 'l'iepolo, dal Cal'fPac– cio al Fattori, tutti 1 ,nostri migliori hanno saputo presentare in dure– ivole forma d'arte anche queste cronache illustrative; e adopero l'a,gget– tivo con timore, tanto l'hanno deriso e svalutato filosofi ed esteti per filar le lOJ'o teorie, e i pittori per al'II'ivare senza rimorsi a giustificare la loro fuga ,della, vita. In ogni modo ,iJ Gov,erno di V, E., quando vorrà occuparsi anche di questo, potrà anc6ra giovare a scultori e a pittori, sia commetten,lo loro su temi determinati statne e quadri. sia, liberandoli dai tirannelli che og,gi qua, e là li atlliggono e soffocano e, anche dopo il Suo discorso, a chi dice Arte rispondono •ressera. Semp:re queste arti sono fiorite al– l'ombll'a dei pri,nciJpi e dei condottieri, delle oligarchie e delle corti, ché nobiltà e borghesia seguivano nelle mode l'esempio del Oap-o. Ma, da un Iato, la democrazia ool suo logico odio 1per l'arte la quale anche affamata e stremata rappresenta sempre un'incrollabile gerarchia; dal– l'altro lato, il romanticismo ool pregiudizio della libera ispiraaione e -del ,progresso fatale da Donatello, come '8i vede, su su fino ad Arcipenco, BibliotecaGino Bianco
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