Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
La Stella del Nord 85 richiudeva adagio l'uscio dietro le proprie spalle, fermaudosi di fronte a suo marito con le mruni l'una nell'altra. Egli la guardò e le sorrise. - Lo vedi, - rispose poi con la più grande naturalezza: - Ho disteso qui ad asciugare le mie povere pietre. La ,sigmora Celeste subito non si mosse, ma volse uno sguardo ostile su tutte quelle pietre sparse intorno. - Povere pietre ! - mormorò, inarcando le ciglia e d01ndolando leggermente il capo. Poi si avvicinò lenta di qua-lche passo e, cer– cata invano una sedia che noo fosse ingombra, andò a sedersi sulla sponda del letto, sul quale era1110gettati alla rinfusa alcuni ve– stiti. P.er quanto i suoi gesti fossero calmi e misurati, l'espre,ssione tesa del ,suo viso e un certo fuoco febbrile che le brillava nelle pu - pille, non fecero rpresagire nulla di buooo al maggiore Iupiter. Egli seguì con una tenerezza inquieta i movimenti di quel corpo vestito di una tunica azzurra, aimmiranclo la perfetta armonia delle sue membra, ancora giovani, ancora fiorenti, nonostante la sua appa– rente stanchezza e i suoi trentanove anni, che erano in realtà 11IIl po' più di quara,nta. E, considerando l'onda dei capelli castani che le caideva irn mille riccioli sulle spalle e nella quale si perdevano del tutto anche quei pochi capelli bianchi di cui, quando erano petti– nati e racco1ti sul caipo, s'intravedeva qua e là il sottilissimo corso, sentiva non sooza apprensione avvicinarsi ll!l1 momento sgradevole che, potendo, a,vrebbe voluto evitare. - Quali sono dU111que l tue intenzioni? - domandò infatti la si– gnora Celeste, alzando il capo e :fissando lui vivamente 111egli occhi. Il maggiore Iupiter prima di rispondere, come fece, con estrema do1cezz.a, fu costretto a liher:=irsi con due o tre colpettini di tosse d'una fastidiosa raucedine che gli irritava la gola. - Le mie intenzioni? - disse: - Di che cosa vuoi parlare, amor mio? Frenaindo un piccolo gesto d'impazienza che per poco non la co– strinse ad alzarsi dal letto sul quale si era appena seduta, la si– gnora Celeste rimase un attimo in silenzio, come colpita da stupore. - E me lo domandi ? - esclamò poi, forzando un poco la voce : - Ti sembra che questo viaggio, incominciato tainto bene, debba lasciarmi tranquilla ? _ - Ah, sì, infatti, - balbettò il maggiore lUJpiter, - proprio non si può dire che l'inizio sia stato felice .... - Si rabbuiò in viso e, incrociate le mani dietro la schiena, si mise a camminare avainti e indietro per quel poco spazio. - E il seguito, credi che pm,sa essere migliore ? - chiese con. sarcasmo la signora Celeste. BibliotecaGino Bianco
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