D IECI anni [a circa ci fu una mostra di un piccolo gruppo di siciliani al « Milione », dove si vide per la prima volta qualcosa di lui. Assieme a Barbera, un giovane scultore pieno di vita, che poi purtroppo è venuto a mancare, Guttuso esponeva alil.ora i pezzi più notevoli della mostra .. Da noi le cose pano in quegU anni a questo punto: da quanto era stato fatto dal post-impressionismo ol nubismo e dop0 la « metafisica » (i discorsi di Corrà snl '400, il « gusto dei primitivi», ecc.) iJ «novecento» ave .. va avuto in mente di tirare in qualche modo le sue somme. Questo ave\·a avuto in mente, e con una certa sommarietà si era posta la questione. (Carrà, Morandi, u~ Pisis e qualche altro t!rano a parte). Sommarietà nella convinzione nel proprio assunto di una pittura t=senzn fratture, nell'assunto insomma di «concludere» e di aiutarsi a concludere, di fare scuola: restando cioè nel compromesso e in pieno compromesso. Negli anni che \'Cnnero, a Milano si parlò dopo una parentesi di eclettici e di «idillici» (Del l\on, Lilloni, ecc.), di. post-novecentisti e di candidi anche altra parentesi - 1 ma il solo Iat..to che contava era il lo.varo di tre o quattro giovani fra cui Dirolli soprattutto e Sassu, che, contro la provincia dei novecentisti rinno,·a,,ano un post-impressionismo, un dato di civiltà, insomma, un piano cli cultura, un gusto. Fu tra questi che la mostra degli artisti siciliani ebbe interesse e offri discorso, opponendo la vitalità. di quel suo meridionale espressionismo alln grigia accademia dei novecentisti e dei post-novecentisti. Ma torniamo a Guttuso. Questa è la1 .su:i prima traccia. Da allora Cuttuso fu anche lui per qualche tempo nella cronaca della pittura di Milano, vicino a Birolli, vicino a Sassu e agli altri. In quel tempo camminò ancora lungo 1a propria strada di « espressionismo •, d.iciamo, ma coi milanesi arricch.ì e illuminò il suo colore. dei primi anni a Roma. Si rilece anche lui, a suo modo, a quel certo « museo » che, sentito ed espresso con oscura e accesa Forza da Scipione, guardato e di\-ulgato con elegante e corrotta intelligenza da Cagli, ha lasciato tuttora opachi segni in alcuni che vivono ed espongono a Roma. Ma infine a tult'altro si ridusse per lui quell'esperienza: a certe premesse piuttosto da cui era pa:-tito negli unni di Sicilia, riportate ad un nuo,•o rigore; ad un certo sprezzo della « bella mate• ria • che avevo acquisito un po' in superficie negli anni di ,Mi.lano, ad un'espressione ferma e non inasprita, ad una ceria concretezza. Una Sedia, un Vitello squartato, esposti più n, anti, sono, .accanto · al Ritratto di Montale, i primi punti [e1·• fermi di un suo duro « nntural.ismo •, di una sua volontà di « [isica » concretezza, appunto. Nel [rattempo escono una dozzina di suoi. disegni sul « Selvaggio •· In questi disegni il , tratto incontra un attrito ,·ero nello sca,,nt·e le figure, nel coglierne dtalmente il carattere. con sempre maggior chiarezza, di cuQuesti disegni aprono una strada. La bismo sopra.ttutto, cercando obbiettiva « l•uga dall'Etna » è il primo quadro concretezza entro il suo linguaggio. lungo questa strada. In esso tutto ciò Terrà ferma insomma 1a sua stessa è tentato a fondo, é sostenuto su di. continua tentazione all'espressività e pe.q un disegno di composizione assai com- questo appunto le darà realtà \'eraplessa, dentro un interesse presente mente, la renderà davvero utile, persempre all'uomo. «La Fuga dall'Etna» è suasiva, comunicativa agli altri: e rafsenza dubbio in molte parti un quadro df una ,,olontaria violenza. ~ t sotto qualche aspetto, un « brutto » quadro, se vogliamo. Pure ci è venuto [atto di dire - finalmente - pensando alla tanta pit..tura manierata (o idillica) che ha popolato per anni le nostre gallerie. t. che in questa « pittura.•, in questa « '"olgarità » c'è una rnra volontù di concretezza, di linguaggio, c'è generosità di interessi, ci sono possibilità apertissime. A questo punto finisce la cronaca e incomincia In storia- di Guttuso. Da questo punto Gutluso ,,orrà sempre meglio possedere nella loro forma e nel carattere queste sue [igure. Vorrà po· ter c.ontnre sopra i propri mezzi e contarvi come su dei dati di fatto, in una parola. La Fuga dall'Etua parlava n suo modo, nella sun un po' caotica forza d'impianto, dì cubismo. Dopo la, Fuga dall'Etna Guttuso parlerà, nei quadri, del cubismo e di Picasso e poi, rorzando qnc!'-to suo rigore continuerà a dipingere ritratti o nature morte o paesaggi che saranno « ritratti », an• cora. Il resto è noto; i: negli art-icoH di questi ultimi due anni, nei cataloghi delle sue recenti mostre e nel libro di suoi disegni che ha stampato « Corrente• l'anno scorso. Ripeterò sem• plicemente che per me il risultato più intero di Guttuso è ancora nei disegni, (ino ad oggi: o dirò, meglio, che i disegni sono la realtà più sua: e che nelle tele c'è una sempre più' chiara e recisa idea di costruzione, che c'è una bella strada insomma aperta lungo la direzione segnata dai disegni stessi, ,·erso una quanto mai sua realtà in pittura. Realtà che, nel suo caso non vuol dire diario soltanto~ nè pretesto per ln critica o oggetto per l' « amatore d'arte » ma realt:i di cose e di idee da oUrire agli uomini, reallà per cui oggi lottano gli uomini. DUILIO MOROSINI In un ordine di piuttosto esterne in· fiuenze lu, piU avanti il suo cammino Re.nato Outtuso: " Un bombardamento in città ,1 (disce-no) sç>ndazione Ruffilli .- Forlì
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