NELL'OPERA · di MaJai ormai la « pittura » ha assunto un'importan7..a totale, dopo essere stata inseguita in tutte le sue possibilità di elaborazione materiali e culturali estremamente conseguite. Posseduta patrimonialmente, sedotta e organizzata ad assecondere il pittore dà oggi una fioritura eecezionale. Troviamo rvrafai e la pittura, intenti ad agitarsi àd evolversi all'u.nisono. E' proprio da essa che egli. trae l'esplicazione di ogni sua intima esigenza. morale. La pittura attua con tempestivo ritmo con lucidità e precisione (solo in apparenza può sembrare allucinata per quelln deformazione lirica che è sempre stata un po' il « tutt'uno • di Mafai) ogni suo stato di coscienza, di animo, ogn.i sua conquista di conoscenz.a. Sicchè riportarsi a Ensor, a Nol<l, o meglio a Roualt può essere ammesso solo come suggeriment.o comparntiYo a stati di esaltazione enfatica di una volontà di pittura « ad ogni coSto ». Seppure vi sia una spiccata somiglianza materiale fTa l'c Entrigue • di Ensor per esempio e la « Fantasia 4 », chi oserebbe considerare il tutto af di là <li una esteriorit..'l epidermica? (ispirazione, concezione, risultato emotivo sono agli antipodi). Occorre dunque andare oltre questi punti raggiunti per v'irtù quasi eelusivamente reazionaria e polemica: occorre andare verso la pittura vera e propria, quella che, nascendo dall'esigenza che l'occasione trac da un personale gusto coloristico dove, sebbene lo spunto e Pimpeto sensuale vi siano come necessità incombenti di origine, l'arte è in MaCai conquista guadagnata nell'autobonitica del suo prop'rio spirito, della sua propria vita. Ci pare che, oggi « i rapporti di derivazione e di reazione » a sistemi e modi, seppure fondo.mentali ad un esa• me cronologico, non possono attt-arre la nostra attenzione se non come mezzi o esperienze « esistite i- non importando i,iù essenzialmente, per lo meno non importando, quanto quest'ultima intelligenza del mondo raggi'.ll1ta attraverso la sensibilità intuitiva di uno spirito in fervore. E' questa la conclusione olla quale si addjvicne pensando, poniamo, a certe asprezze t.onali, intellettuali• stiche delle « demoli:ioni • nei confronti della pittura delle « Fantasie » della « Donna nuda con le cal:e nere », dell'ultimo, « Nudo steso » della « Spiaggia 1943 ». Non sappiamo se abbia giovato all'arte di MaCai l'ambiente « /i• sico » di Sturla, Corse gli è rimasto indiICerentc per tutto, se non per la esclusione di mezzi termini coloristici, che la crudezza della luce genovese oega di ratto ma certo Mafai ba beneficato dell'isolamento e deU'impossibilit~ di sperdersi in più meridjonali mollezze. Vero è che pur rimanendo ben c.lùuso nella logica costruttiva, che sottosotto ha sempre organizzato ogni sua intrapresa, il discorso pittorico di Mafai oggi si alza di tono perchè la voce àel suo colore è più generosamente nutrita. In una composizione alla quale sta ancora lavorando (Sold.iti cht! si vestono) vi è una speciale penetrazione, una' nuova ricerca del.la verità pittorica, vi è seguita una nuova via verso il tono, per somma di vibrazioni cromatiche. MaFai ha liberato il suo mondo poetico dalla formn convenzionale pu.,· conservando all'immagine tutta la forzo evocatrice di stati d'animo oltre che fantastici, spirituali. t\1a non avrebbe potuto liberarsene se non l'avesse avuta già in dominio, dirt:i proprio nel een• so « classico :. che il vero impone. La spiccata plasticità di certi suoi ultimi di.segni di nudo, il valore stilistico che emerge anche da un frammento di essi, ci persuadono che gran parte dell'opera sua ultima sis sostenuta da questa intima e solido morfologia. Se poniamo a raffronto questi ultimi con gli anticlll disegni, !atti ad una scuola .. del nudo a Parigi, questa considerazione Disegno di Mario Mafai (1942) SULLA PITTURA Comprendere meglio il oero non nel :10/tro, mo se liberi da presan:ioni si sNJso che gli si dtl abitualmente, ma riesce a commuoversi: allora si entra nel suo carattere di assoluto e di e- in quel mondo miracoloso ed essenterno che i in ogni cosa creata: que- :i.aie che non si inventa ma che i ne. sto mi sembra necessario dopo tanto cessario trovare. divagare fra valori relatioi e provvi- Il momento ~ buono e penso che c'è sori. Davanti al vero sl pror.,a timore moltu da rcali::are. e qualche volta esso cl. porta a risul- Un l.avoro serio e responsabile mi semtati banali, ma non bisogna scanto- bra il compito piU adatto per oggi, Un nare per questo o cercare risaltati più lavoro che sia pilì il risultato di un facili e di maggiore effetto. fatto maturato che di un fenomeno d'im1..'oggetto ha una suo vitalitd, una pla- provvisa:ione, un lavoro if)iù umano che slica caratteristica e agisce per conto estetico, p;ù vivo che accademico. s:io contro di noi. Ad avvic;narglisi MARIO MA.FAI con presupposti stilistici sl fallisce sen• <;!~;~::·; 0Q.:::;,:.:.~.:; i:; 0 ::_ ~~~j ~:;ondazioneRuffilli - Forlì acquista per noi vivacemente di evidenza - Mafai è lontanissimo da quel formalismo un poco teso, avvolto in u.n'atmosCera di astrazione di « la tra• viata • e « Fiori secchi» 1932. Piuttosto come impeto può aver ritrovate su di un altro piano le generosità di noni precedent; (paesaggi del '29). MaCai oggi dovrebbe essere l' «Orfico » per ecceH.enzn stando olla defi• nizione che Apollinaire dette dell'« in• q,otro h-a qualità estetiche pure costruzione plastico e tonale, e significat.d poetico » perché riesce a rafforzare l'i• dea svincolandola da quel legame sul quale la forma non sciolta da un usato significato contenutistico rimane prigioniera e privata di stimoli vitali e poetici. Ciò che è stato detto di lui « uo .. mo ingenuamente e fanaticamente pos• seduto dalPinterioritil della propria yj .. ta fantastica ,. si può ripetere escludendo « ingenuamente • perchè è chiaro che n quE>sln esteriorità fantastica di vita per ciò che riguarda In pittura oggi egli s'abbandona coscentemen~. Rivela cioè apertamente Pidea che lo ogita. Placa in una, il proprio desiderio di reazione e le proprie esigenze estetiche. Si potrebbe dire che reaUzza in economia, un Oi1nncio di grandi profitti. Onnni, seppure vi sono mai stati, non sussistono in lui preconcetti d'arte, ma dal suo vasto patrimonio di conoscenza pare sorto un desiderio di concedersi larghezze espansive, infatti le sue pitture più distese e p1acate - Natura morta col ventaglio - « La spiaggia » e i già menzionati « Soldatiche si vestono• sono tutte opere nutritissime di colore e ricche di finezze cromatiche e di delicati passaggi di semitoni. Nel « Nudo disteso » 1948 Mrebbe forse- diffici.1e non vedervi una spiccata eco di · dialettica Fauvistica così nel « Nudo accovacciato con le calze nere » e le grandi occhiaie bistrate, senonché codeste risorse di genio ( CO· me questa audace macchia nera) chie- ~te ad un forte spunto tonale, che danno sicurissimi risultati. a chi è all'altezzai di seperveli trnrre, le troviamo già in Paolo Uccello, e anche, meglio, addirittura nel ritratto di « Carlo V » di Oresda. Quest.a l'ultimissima parte dell'opera di MaEoi unita alle impetuose « Fantasie • nelle quali la libertà di accostomenti tonali più decisi e violenti (verdi smeraldo, gialli indiani. gialli 7.,olfo) usati in velature a corpo fluide e limpide, veramente belle, con• fermo dell'autonomia pittorica di cui s'è detto. Autonomia libe.cam.ente goduta e penetrata fino in fondo. Del resto se noi riandiamo tutta la produzione di Mafai dobbiamo fare la constatazione che anche con mezzi meno larghi egli abbia anche per il paasato proceduto cosi. Un motivo d'interes.se in tmo spunto pittorjco, attaccato con impeto vitale e creativo e condotto fino ad esaurimento di sviluppo. PALMA VIARDO
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