Pattuglia - anno II - n. 7-8 - mag.-giu. 1943

• f: cl'J() R.A°1'1 • L ~ (·ondizioni che delenninarono o To• cino l'orientarsi della pittura degna di questo nome intorno alla personalità di Casorati non sono diverse da quelle che in tutta l'Italia fecero un giorno sent.ire come cattivo cosci.enu dcll'a• quietarsi ad un'csperienie illusorio, nd un provincialismo di cattiva lega, lo. passiva accettazione dei Tito, dei Sartorio, dei DalJ'Oca Bianca, dei Grosso, dei 'fornellini, degli lrolH come di outentici pittori. Condizioni in cui la cri• t.ica si pose di per se et.essa come polemico: e in cui la polemico fu l'onestà. stessa dello critica. La guerra del '14-18 era terminata. Lo stile « libe• 1\ • in architettura, il neo•pre-rarfncllismo tipo « In arte libertns » do cui pure avevano mosso i primi passi pit• tori validi come \fodiglioni e Spndini o.,,e,·a e~rita ogni pretesa alla formazione dj una coscienza figurativa neUa bnnnlità di un'acquiesccnzn in cui i feamenti di possibilitù che 1>iù lardi d scoprirà l'accorto sen.so del « pe.rver- &O • del surrcaljsmo risult.ovano annul1oti nel conrormjsmo più comodo od ognj evasione dol fatto pittorico. E quanto per queste esperienze avveniva in ordine o le possibilitli delle linea cur- , n e di questo o qucJ complesso rrcu~ diono av,·cniva, in modo onchc più ,olgare e fatuo, mancati Sant'ELla e 80<:cioni tutt'allro che immuni essi stessi di ~se inutili, del futurismo per q\18.nto riguorda gli angoli e lo spezzata. A Torino poi: Thovez .seguitava a credere \Vagner u.o musicista pi\\ grande di Mozart o di Beetho,•en, e. confondere l'eleganza lineare di Modigliani con l'imperizia del bambino (e se mai si sarebbe dovuto rimproverargli un'eleganza sin troppo vieina a preoccupazioni estetistiche e contenutistiche simili a quelle che limitavano il critico) inaugurando quella tradizione di conte.nutismo ad oltranza e di cauto e garbato, mo fondamentalmente deciso, « fin de non recevoir ,. nei riguardi di unu vicenda pittoricamente valida a cui si. ottiene oon un'ostinazione che ha per lo meno il merito della consequenzialità quel poco di cui valgo In p~na di for menzione de11o critica d'arte dei quo• tidiRni oggi ancora a Torino. Un panorama, come si \•ede, sostan- -zi.nlmente simile a quello del resto ,d'Italia, in cui tuttavia, io quegli anni dell'immediato dopoguen-a, Torino fini col definirsi cuJturalmente in maniera particolore e in certo senso, rispetto ol resto d'ltnlio, polemica, su di un doppio 'Piano, intellettuale e figu~ rath-o. lotelleuualmen~ questa polemica può essere esemplificata dalle posizioni reciproche de « La Ronda • e di « Rivoluzione Liberale •· Ciascuno ,ede quanto dh·er3i gli orientamenti umani e culturali. Ma è tipico che pro~ prio fra Cordorelli e Gobetti u.n'occosione polemico, sul Leopordi, portò o uno discussione do, e si on.davo ben oltre i tcnnini della corte-,ia. Siamo nel (E I TORINESI) '20: sei anni dopo l'altra polemico fra Cecchi e L. Venturi, a pro1>0sito del « Gusto dei Primitivi • di quest'ultimo, opporrà nuovamente a quanto ave~a di più aperto olle nuove csperienzo pittoriche la cultura torinese gH uomini della « Ronda •; di nuovo ai crocian.i gli assertori di una cultura affatto diversa. Su di un piano ancor più speciFico In discussione Oppo•Vent'uri o proposito del valore -positivo o negativo delle influenze parigine sull'arte ito.linnn non ebbe sipni.ficato dh·crso. Oro P. Gobctti e L. Venturi furono oppunt:o fra i primi ad esaltare l'opera di Cosorati. A djspetto dunque delle a,,_ versioni del borghese e delle ammirazioni de1l'aggiornnto, che csolto insieme Corrà o Morandi e Casoroti, l'esperienzn figurativa di quest 1 ultimo a- \Tebbe un signiJicoto diverso, e in certo senso opposto, o quello in cui si è svolto la comune esperienza della più vivo pittura itolionn? In J)nrte si deve rispondere aUermntkamenle o questa domondn. Se lasciamo il piono intellettuole per quello figurativo troviamo che sino et 1926 lo pittura di Cnsorati anche nelle punte di estrema avanguardia, come in certi quadri distrutti. di• pinti, a quanto si dice. sotto l'influenza del i;uslo di Kondiski, cerca i pToprii riferimenti non in un mondo mediterraneo ma in uno norrlico (quasi a fedeltà per quella elezione che fo vitale il Piemonte figurativo cli Martino Spanzotti e di Defendente Ferra.ri che guarda \·erso il Rodano per le sue esperienze, assai più che quello, volto verso il Po, di Gaudenzio), non in un'umanità assertrice di pl'Oporz.ionato stotu.ra sul fondo del proprio orizzonte, ma nel tormento di sentirsi oppressa da quell'illimitatezza e nello con1essione perciò di dramma per la proprio persona, in quanto finjta. D sottile linguaggio formale, la ricerca d'equilibrfo compositivo, l'astratto rigore delta sintesi pote,11.no si suggerire, insieme o certe caden7.,e illustrative (i libri aperti, i cartigl.i) o agli accorgimenti •tecni<,;, come 1'uso della tempera vern.iclata, riferimenti al quattrocento. nostro, mo non potevo sru~ire ad ·uno lettura più accorta l'a8SOluta continuità spirituale che legava il ·mondo d'allusioni crepuscolari e le eleganze estetizzanti delle « Vecchie » o delle « Signorine» attra,·erso i paradossi pseudoformali delle « Scodelle. • e delle « Uo,,a » nella doppio redazione, a tappeto ed a volume. a questo nuovo mondo di non meno quintessenziate cletinl:tloni umane o spaziali, anche se ne.I silenzio di quelle quinte prospettiche ora quei profili proponessero le loro cadenze non più per la via onnlitica dei compiacimenti particolaristici, mo per quella delle sintesi ellittiche. Ep1>ure una eosl diversa elfe.rmazione in ordine o scoperte pittoriche, una tanto dialettica de<:isione nel definire il proprio mondo indipeoòenteFondazione Ruffilli_- Forlì f. Casorati: "Ragazza,. (1937) f. Casorati: " Bambina,. (1932) 15

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