Pattuglia - anno II - n. 7-8 - mag.-giu. 1943

I L tcnlatJ"o di un Wscorso su Sironi, oggi, ment.re l'artiSta si voJge a modi di un più disteso lirismo, n-0n è nec~~snr10 solo per un oostro bisogno di chiarezza che prelude a unopiù Sincera morale, ma anche per la posizione preminente de1 suo problema pittorico nell'arte contemporanea. Definire questa sua p08izione nella nostt.'a pittura è crune parlare dclJai posizione di lacopone nella poesia del Duecento, non tanto per una mera con- ' djzione dj torma, sulla quale si potrebbero creare parallehsmi ciel resto molto tac-ili, quanto per quell'intjmo spigedia. I-la sentito che ad un certo momento tulto il suo soromoversj intimo avrebbe potuto placarsi solo in Wl mondo che fosse di tragedia e obbedendo ad uno d1 c1uegli impulsi che sono forse il sogno più alto deUa civiltà spirituaJe dell'uomo si è creato il suo ambiente di vita spirituale, lo ha fatto }>er lui, per la su.a anima, che si placasse dalle hunultuant1 passioni. Questo mon .. do è tutto suo. La sua pittura è tutta pc-r lui. La giustificazione della sua· durezza e deJla sua disumanità la -trova in se stessa. come pittura, come ritmo dello spir.ito espresso per lorme e per colori. M. Sironi: "Pittura,, 1941 . rito fortemente mistico che, dopo averlo accettato, supera l'uomo per bisogno di Dio. Sironi che si affaccia alle realtà Ja guarda e la accetta cosi com'è,· cap,1soe che tutto è di terra, capisce che l'uomo è pceeoto percìò è trageclia, n:ui questa tragedia che è la sua, non è disperata, è sic-ura di un riscatto. E' ]acopone che brucia cli Dio e arriva a lui per quel suo fortissimo travaglio .<::he è tremenda volontà eh realizzazione. Sironi è pittore per questa sua traTentare i suoi testi, vedere di arri-- vare per mezzo della indagine del euo segno, del suo chiaroscuro, alla sua umanitù e at suo paesaggio, è ricoprire il suo bisogno di sintesi. Sironi è necessità. E' necessità il suo segno eh~ incide e definjsce, che è obbed.ienz8: etico. E' necessità il ouo chiaroscuro che non trova il suo valore in una oon .. t.rapposizione di luce e di ombra, ma, neJ.' disporsi di colori profondi, assume una più propria !unzione di ritmo che ci dà la misura della plasticità dell'oggetto: ritmo che, per Ja sua &te~ assoluta alla srncerità scoperta di tutte violenza, non si definisce sempre nelle sue forme. Segno che def1nisce e la purezza, che può sembrare alcune che costruisce che è presente anchQ volte aifaticato, in alcuni momenti alluquttndo non è visibile. t un imperativo cinato, ma è sempre costruito però 6u una altissima tensione poetica. Que• sto segnare e questo chiaroscurare Si roni lo ba intuito nei primitivi ed è 6t.a· to un modo dl avviare la 6Ua tragediv verso quelle forme semplici ed essenziali che la de[iniscono. Da questo segno e da questo cluaroscuro nascono e .s~ costruiscono le sue ligure e Je .sue case~ si modellano le sue forme che vivono la loro vita primordiale prive cli qwusiasi rieJaborazione della intelligenza. Queste forme che sembrano nulla concedere all'umano sono la umanità di Sironi. Forme che cosi spoglie nel )oro ossoJuto bisogno di necessità, così definite dal segno e dal chiaroscuro . chè. sono la Joro vita pittorica, assumono un valore plastico: sono una misura plastica. Plasticità che arriya a significazioni magiche come quando l'Uomo si costruiece sul Paesaggio. Allora il paesaggio si misura sull'uomo e si giustifica anche nella ~a composizione mentre la d1aposizione spaziale delle masse che vivono neJ segno avvia ritmi astratti che sembrano placare in Sironi la sua passione per lasciare il posto a una poeticità più distesa, anche se sempre dura e prUJUgenia. M. Sironi: '' La pesca., (collezione Cardazzo - Venezia) Il pt'08pettare « nuovi problemi di fpndazione Ruffilli :-Forlì spazialità, di forma, di espressione, dJ contenuto lirico, epico, drammatico• è swto il compito che ha atteso Sironi negli affreschi. E l'affresco lo possiamo chiamare la sua grande prova sopratutto per quelJa volontà di rinnovare i ritmi e gli equilibri che sono la base dt queste sue alte prove pittoriche ch 1 e insieme al loro puro \'alore fonnaJe1 di pittura, di ritmo, hanno un contenuto etioo che non li ra solo semplici esercizi grafici ma impegru morali. E' negli alfreschi dove sentiamo il bisogno di 11na più completa rispondenza nella tenace volontà delle masse, della dura arte d• SironL I tre periodi (daJ Futurismo ad oggi) che per pura divisione empirica definiscono il complesso della 16Ua operi\ hanno un substTato che li lega in modo indissolubHe. E' la tragica malinconia di tutte le sue cose. La tragica malinco .. nia che lega i suoi uomùii al loro paesaggio, i laghi alle montagne da cui sono scaturiti, i suoi nudi allo loro carne spoglia di ogni sensualità, deformata da un altissimo tormento spirituale. La tragica malinconia delle sue rare nature morte che vlVono in un oonstrasto quasi bicolore. E' una mali.JlC()nia che se non arriva mai al divino ha una disperata volontà di sublimazione. Cerca Dio nella sua partecipazione attiva e diretta. alla tragedia umana. Pensiamo allora che ad un certo momento le sue pa8810ni si plachino e questa malinconia diventi il punto in cui si può definire il Cristianesimo di SiNlni. CARLO BASSI

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