Jero i qua1i ancora credo.no che Ja &alvezza verrò dai messia della IaciJe candidezza) •· Bambini, donne e nature pr.imit.i.ve soggiaciono a criteri di valuta.zione pue"' rii.i e bulli e alle « cose ordinarie » nuJla possono chiedere, fuori cli qualche utilità immediata. Dillatti, quando per una cag~one qualsiasi costoro fermano lo sguardo su cose la loro indiJCereoza diatomica - per tutto ciò che rapporta ol puro gusto - a breve andRre si tramuterebbe in una abbondante dose dJ. noia e di monotonja, ond'è cha noi affermiamo che la « spettrale vi• sione • della realtà vien riservata alle pereone rere e disincantate e le illuafomll [antasmagoriche agli artisti di scarsai potenza e disciplina. Tutta la pjttura contemporanea soggiace onoora a questo malinteso, La forma che più piace è quella che punge c solletica co.n un sa-. pore acre e p1ecante, aspro e ecido;, ma l'arte vera, quella che non pa880. eh moda, è più elevata e, per il contrario. nulla ha di acuto e di mordente. La dillerenza ira le due forme è sostanziale. Le mie polemiche e la mia pittura hanno dunque un'unica origine e u.n un.ioo punto di arrivo: aIIerma.re cont.ro il t.rioniante ba/lerinismo fantastico l'opera di fantasia, contro il reale, il con-. ceuo dell• gravità e della maschilità contro quelle della le88erezza e deJJa rcmminjlità, del pieno contro il vuoto, del Iermo contro l'instabile, de.I poetico contro il sensuale, il materiale, del concreto contro l'astratto. C<>si per SODUD1 capi è definibile la, mfa e\'olu.zfo~ apirit-uale. Se ho sillo• g.i.zzato sull'arte con ogni sorta di ail· logism.i è che pensavo col vecchio mot, to: solo ciò che si conosce si amai insieme credo fermamente di non essere mai caduto ncll'eruditismu che è JH', scienza del fariseismo critico, che è il più vuoto e presuntuoso modo di orgoglio e di vanità. Per dbla in una frase, non bo me.i soUocato in me quella lieta facol~ che per un nonnulla fa delirare di gioia un artista, e alle volt.e mi &eopro persino felice per aver su di una tela in elaborazione abbozzato una linea di quaJche millimetro o rialzato cli quel• che grado un tono. Quanto ecriasi avuti può sembrare a qualcuno ozjoso. Mo cosi non è, poichè mi era pur necessa.rio far intendere a quali idee via via mi sono inlonnato nello mia azione di critico e di agi• t.atore oltre che di pittore. Ammetto pq-• tanto che eS8Cl'Jlll diffuso negli svolgimenti teorici può interessare il Jet,. tore fino ad un certo punto. Per il so· lito chi legge non ama che quel che in gergo letterario si chiama « il colore ». Ma io credo che anche questo sia un "ezzo, per non dire un vizio• che vo combattuto, anche a rl.SChio di essere tacciato per esposit.ore critico e pedante. Se m&1 come oggi le quesLloni di dottrina parvero noiose, sono convinto che mai come ora ci aia stato bisogno di chiarilicazione delle ide~. La confusione, tanto giustamente Lamentata oggidJ in art.e, è confusione di idee pr.ama di essere d'arte. E questo è un segno della ambiguità dei tempi. Ma io non intendo basare soltanto 6U deJ presupposti di coscienza la mia con., fess.ione. Uscire dalla piccola vita or• dinari.a, Iu dunque il mio primo de, siderio. Ho vissuto pensieri eroici ed ho coaLretto sotto 1a ml8 azione molt., a ril.lettere e o pensare, mettersi, CO· me si dice, di fronte alla lo·ro anima. QuaJcuoo, dl quelli che sono oggi io grido nell'arte pittorica, deve a me il risveglio della coscienza. E ciò non Jo dico per vanto, né per mendicare gratitudine. A !orla corta, ch1 si ponesse a consìderare gli orienta.menti attuali dell'arte lombarda .:.. per linùtars.i a que• sta - che sono ira quelli di tutta l'art.e · ~t.aliana i più tipicamente moderni, non potrà far a meno d'iocontror&i con J.a mia duplice azione di critico e di pit. tore. 0881 ho la soddisfazione di vedero che non invano ho speso il mio tempo e Je mie fatiche. Un tempo non erv cosi. Ero il San Giovanni Battista od deserto di Milano, come ebbe a chia• marmi molti anni fa Vincenzo Cardnrelli. Ho portato al mo\•lJnento di revisione e di ricostruzione artistica europea la mia lede e posso affermare che anolUi giudicarono la mia opera non indegna di simpatia. Se ancora molto mi allon• tana dalle fJnalità che con tanto ardore mi sono proposto venendo all'arte la speranz.a di raggiungerla noo è ~re spenta. So d'altra parte che l'arte non ha mai dato a nessuno interamente quel che doscuno ad essa aveva chiest.o. SULLA PITTURA N 01 vogliamo che nella pittura gli eUetti particoiari del diaegno abbiano ad avere la medesuna felicità che gli italfani o1ldìmostrano di solito nel colore. Non realtà plastiche allo stato iniziale, ma l'ùnmagine della forma che ba lumi cosi fieri da arrestare Ja realtà: stessu. Senza cotesto ~rativo categorico, la libertà spirituale non ai tro- \'&, la nostra indipendenza dal mondo fisico non è che una parola va.ne e pretenziosa.. Per il che occorre che il pittore tenga dl continuo la mente rivolta alle essenze del movimento dei quadrati, che è mezzo per giWlgett: alla \'era austerità architetturale. (1919) Sono le cose ordinarie che rivelano quelle , forme di semplicità che ci di, cono uno stato superiore e posteriore dell'essere, il quale costituisce tutto il segret<> dell'artc. Ma i baleni d,elle cose o,-dinori..e se rara.mente si ripetono, quando illuminano l'arte creano quegli essen::.i.a/i che sono i più preziosi per noi artisti mode.ml S1 potrebbe dire che in codesto mo· do noi veniamo dalle pr-ofooclità alle superlici alla maniera dei peaci volanti, E poichè non ci é dato di par• lare che per segni ci rivolgiamo con la mente a cotesto senso del poetico e abbandoniamo alle nature volgari e oon, tadine il Jalao sognare euJ meraviglioso. (1919) Per DOi in soàtanz.a l'arte è ain• tesi armoofoaa di sentimenti fondamen• tali, e lare arte vuol dire realizza.re in tonne coocluse ogni variazione eaaenziale della vita. (1840) Per !'arti.eta nessun enunciato esu-- tico è irremovibile. V1 sono dei pittori che vivono in una immobilità di pensieri calcolati, sempre uguali. E' super!luo domandarsi che cosa d.h-enta per costoro l'arte. V1 sono dei pittori che parJano di stile come se esistesse uno stile buono in sè. Vecchia falsità accade.mica I Lo stile nasce da uno stato d'animo perciò molti sono gli stili e buono è ogn.1, stile che comunichi qualche reale sentimento. La pittura può definirsi un abbroccio amoroso dell'uomo e della natura, una maliocoofa imbevuta deJ sangue di un cuore. (1941) C. CARRA' C. Carril: • Penelope • • 1917 C. Carrà: •Solitudine •. 1917 C. Carrà: • La moglie dell'ingegnere•
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