...:_ E:\IBHA che orma.i parlare del ~ problemn dei giovani sia più irrisorio che inopportuno; <iualcuno ha persino affermato. che il problema dei giovani e stato risolto. E talvolta non si capisce bene se questa affermazione si~ do\ula a insipienza o a superJicialità. Noi siamo convinti che il problema dei giovani sia pratico.mcnt.e inso1ubi1e: n meno di non poter orri- ,·arc un giorno alla realizzazione di un uomo perfetto ed altruista al punto da trarsi ragionevolmente da J?.Brte al momento giusto. Il problema dei gio-· vani in genere significa molto pre~isamente, per gli anziani, spirito di. conservazione, e lotta per l'anteposizione deJla esperienza alla novità i per i giovani, ansia di affermarsi presto e sentimento di crjtica. C'è della umanità e dell'equità da una parte e dall'altra; comunque non è ancora assodato con esattezza se al reggimento p<>litico meglio si confaccia. la giovanile audacfo o la senile esperienza. , Tale dualismo si supera, in teoria, a1fcrm8.ndo, e da molti è stato nmpiamente ed insistentemente ribadito,. un concetto di giovinezza dello spirito per cui Ja gio\inezza appare non più come un dato biologico, ma come una posi:tione morale. Ma ci sembra che non poca astrazione esista in tutto c1uesto; perchè se alcune eccezioni, poche tuttavia, ci manifestano come questa soluzione possa felicemente trovare il suo concreto riscontro in una umana personalità, noi vediamo che nella maggior P:arte dei casi la vita dell'uomo seglle quella determinata parabola che le è segnata dal destino, e attraversa vfa via tutti quei mut11menti dello spirito che stTettamente sono connessi al dato biologico, ol momento fisico. Altra soluzione, non dissimile a '-luesta, si è intr,,visto; ed è slàta ratta consistere nclJu IormuJa della rivoluzione continua. E la concezione rorse più nobile, più alta e pifi originale. della dottrina rascista. Ma è ancora una concezione. La guerra o non sappiamo che altro ho posto il Fascismo in una posizione di conservazione. che, se pur forse non dei tutto coerente, non per questo sembra, in ultima analisi, meno necessaria. Certo, se 1a rivoluzione continua fosse divenuto un dato di tatto, ora non si perderebbe certo tanto tempo a parlare del problema dei giovani. Abbiamo detto perdere del tempo; pcrchè per noi parlare del J>roblema dei giovani costituisce · un'oceupazion~ un po' astratta. Per noi, ripetiamo, è legge di natura che- PuccavaUamcntQ tra Je generazioni a,,venga in forma sempre un po' burrascosa; tuttavia c'è un fattore, ed è quello dovuto all'educazione, che può certamente temperare la violenza di queste inevitabili burrasche. Sicchè è in ogni caso in <JUCsta seconda sua accezione di problema educativo, che noi intendiamo - e possfamo considerare il problema <lct gio,·ani. Che a questo punto diverrà ricerca di •.rn metodo di formazione individuale e collettiva tale, che possa permettere aJ singolo e all'intera generazione di affrontare con serenità tutte le prove a cui possano essere sottoposti, al I:ine di dimostrare il proprio valore e il proprio diritto a signiJicare qualcosa nella storia. E' in questo senso, e solamente iii questo, che vediamo giustilicate le ripetutl' neccssitti dei giovanj: in quanto agli anziani, ai <1uali spettano lu re-· sponsabiliti1 e<I il compito della direzione di tale processo educutivo 1 è fatto * dovere morale, pena il sorgere di un attrito tra se stessi e i giovuni, dj riconoscere, giustificare e saggiamentq potenziare le- esigenze di questi urtimi Per gli anziani è pcrjcolosa una generazione di figli che si. sviluppi con una educazione esclusivamente autonoma; ma il giovane è portato :.1 <1uesta auto[ormazione appunto quando non sente come sua, come conb.cente al suo temperamento e aHa sua sensibiUtò, l'educazione che gli viene <lai di fuori. f; questo il punto cruciale, il delicatissimo momento chiuve di tutto il processo; è di qui che ,·iene l'urto, quando le necessarie premesse dei giovnni non siano rispettate; e l'urto, ricordiamoci bene, è sempre un male per gli uni e per gli altri. Rammentiamo - e questo ricordo ci: viene più frequente e 1>iù preciso ogni qualvolta l'occasione ci porta alht metropoli - alcune parole scritte d.( Gianfranco Cobor su un numero di « 11 nuovo Occidente ~ del JO ottobre scorso: « Mn do,1c sono <1uesti veri giovani, e quanti sono? No, iJ gio- \'&ne non è certamente quell'imbecille che sa bere con disinvoltura i più forti lic1uori, che insegue delle ragazze, che marcisce al banco di un bar, che domani arriverà certamente perchè appunto, arrfoista. No, in verità, il vero gfo,·ane è quel ragazzo pensoso, ansioso ed in~ieme puziente che in una camera medita di rHormnrc il mondo e poi non riforma nulla, accorgendosi che bisogno riformare prima d~ tutto se stesso e C'h(' ciò gU occuperà tutta la vita. 1 vcrì giovani sòno quellj che oggi sotto il fuoco stanno_. riformandosi interiormente cd esteriormente, sono quelli che dinanzi al'la morte maturano una profonda e rachcale rh-olu1,ione. nei loro spiriti e cho torneranno avendo negli occhi ancor pieni di orrore la visione del migliore av,cnire ». lo queste righe noi avvcì-tiumo un senso cli disagio, e il dubbio ciel Cobor - « •.. rua dove sono questi veri giovani, e quimti sono? ... • - <livieno anrhe il nostro. f: tempo ormat di cot'rcre ui ripal'i -- e i tentativi nobili cd inlelligcnti di qunlchc uomo non bastano, se non conJluiscono sul piano di una mentalitù generale - perchè la ~ioventù ha bisogno di essere e<lucota; è tempo ormai che si lascino du parte 4utti i metodi improntati alfa retorica e all'esteriorità. Dobbiamo sostit1.1ire moltu fantasi~ 1 c. molt.o istintivo entusiasmo con la matura ponderazione di un sano razionalismo, che all'uomo moderno i: di-, venuto l'elemento primo per lo S\'iJuppo successivo di una tede. Noi vogJjamo che il nostro umoro per la Patria e la nostra appussio., nata partecipazione ut Fascismo sia· no il frutto di una meditata espcricnu1, e non <li una aprioristica determinazione, che ha più il carattere del luo- .!;;O comune che della verri fede. , Abbiwno un dovere molto gru ...e e una rcsponsòbilità molto impegnatint: pcrchè c1u0si 'tutto il complesso degli cll'menti che possono farci superare <.1uesta crisi di educ:nzione sono appoggiati sulle nostre sole forze. Questo è tempo dt studio e di prepara- ~ione: e;hc prima sarà individuale poi dhcrrà collettiva; certo sur{1 motivo d1 onore e di ambizione per noi il puter dire un Kiorno che la nostra vita ce la siwno creati Ua soli. GIUSEPPE ZOBOll '------------------------------------ ~ .El. numero del 1° novembre scorso di «Critica Foscista» tivevamo trovalo fra l'ah-ro, in c1uel notevole editoriale che testimonia della vitnlitù d; c1uesta rivista, ht frase seguente: • I.o strumento corporativo, opportunamente usuto, potrà cost.ituirf' un ineguagliabilè ~trmn(•nto d'aitivaziooe sociale: dai diTigenti aziendali, dai capi di secondo o terzo grado, agli operai, ai contadini incfuadrati nei sindacati, è t1.1tla una im~ mensa forza politica in potenza· che nttendc di essere trasformata in forza a'ttiva, operante unanime, al duplice ed unico fine della vittoria su.I nemico e della giustizia sociale». Questa frase: oome ognuno comprenderà, ci ha fatto meditare, dando nuovo impulso a pen• sieri e diremo anzi preoccupazioni che onnai dal principio della guerra ci occupano la mente e il t,'\IOrc. Dun<-&ue, ci siamo detti,. ancora unt: volta ci sentiamo arrermarc, e non da irresponsabili, che il corporativismo quàndo sarà attualo potrà (ar funzionare benissimo la Nazione, il che vuol dire che il Corporativismo, ottimo sistema (e di questo non abbiamo ma~ dubitato) non C sta tu applicato ancor& in ]talia. E che si aspetta? ci siamo chiesti allora. Che si aspetta? ci andiamo chìedendo oramai da un r>c1.zo tutti noi che amiamo l'ltaHu più di noi stessi. Per ora a questa domanda abbiamo sempre trovato, anche se espressa in modi diversi, questa risposta: ..,f.in'or~ non si poteva attuare, perchè sono cose che va11no realizzate lentamente, coi piedi di piombo, e ora poi c'è '8 guerro e quindi tutto è .: teso alla vittoria •; dopo si. realizzerà ancht il corporath•ismo ». Questo discorso li per lì ci persuadeva, e rammentiamo di nverlo ripetuto noi stessi ad operai e contadini che ~iustumente esigevano una spiegazione, Vi è però un punto di c111csta • giustiIicazion'e » di cui non abbiamo tardato a scoprire la debolezza. • Tutto deve essere teS-O nlJa vittorfo •, ci si dice, ma Ja realizzazione de1 Ffllf f VOllllllll' corpo1·at-ivismo, chiedinmo. non è essa stessa uno strumento di vittoria? Son è forse uno dei principali e più efiicad. strumenti di Vhtoria? Cosa è meglio presentare a questo nostro popolo che lotta generosamente l. ~ti popoli curopc: che guarduno a noi, u Homa. con speranza e anche con fi<lucia1 cosa è meglio presentare, dico. unu bella dottrina teorica, cui però noi stessi non abbiamo ancora saput.o dar vita, o una praticn rcnlizznzione politica, che con la suo. vita esprima inconfut.abiJmente là veritii e la giustizia di questa dottrina? Ma "i è un altro punto della frase. surriportata che ci conferma con chiarezza l'im0 portanza che una tale attuazione assumerebbe, e non solo per Ja vittoria, ma per la ,·ita slessa de1 pae~ se: • .... f.: tutta una immensa for.ta politica in potenza, cbe attende di essere trasformata in for.7At nttiva, operante ..... ». '.'Jon ci vogliamo nascondere la gravità di queste parole • ... Un'immensa !orza in potenza - che attende .... ». Cl,me si rivela dal contesto si tratta della IorZa. del popolo intero, della Nazione intera che clltemle, che attende di partecipare a1tivomenle -olJa vita dello Stato. Che attende pcrchè ancora non vi partecipa i che attende perchè non sente (e sarà tutta coJ.pa sua?) quelJa intima fusione fra popolo e dirigent: che è pure necessaria, ripeto, non sofo alla vittoria ma allll vilo stess:.t deUa Xnzione. E c1uesta necessaria fusione, questa identità dj natura anzi, che fa dello Stat.o e della Xazìonc- unu cosa sola, non è forse il pl'incipio fondamentale del Corporath-ismo (che non è scmpJict"- sisterna ee;onoryiico) e deJ fascismo. stesso? .. Xci fascismo tulto il popolo - troviumu in <.Ùtrn parte dcJ medesimo editoriale - scnz.a distinzioni di cbs~i. è chiamato con eguali diritti alle funzioni della vita politica cd economiCH: non a rinunciare n quelle !'unzioni li ta, vorc di una ristretta castn burocrttticn, incontrollata, ed incontroJlahile. <'omo nel .bolscevismo •. U senso che abbiamo sempre utlribuito al Coq>Orativismo è infatti proprfo questo: tutto il popolo che partecipa attivamente~ cioc come soggetto responsabile e non come oggetto, alla vitn dello Stato. Ora tutto questo non può più rimanere ul_la semplice speranza, per quanto fiduciosa e sicura, ma è ormai una attuale necessitò. F. ci coniorta constatare che aJ pOsto dì quella giustifica ... zione temporeggiatrice sopra citata, vada invece tinalmente aricrmandosi, come si riveJa anche da questo editoriale, la convinzione che • tutto questo e non solo possibHe, ma è necessario fare ora, guerrll durante ». E siccome questa attuazione d1pencle dalla capadtà delle classi dirigenti, troviamo anche noi ch6 • inon c'è che un modo, per esse, di dimostrare 18 loro cupecitll, ragiono stessa della legitt1mit:'I deJ loro potere: portare avanti la rivoluzione, attuarla nei suoi principii, incontrovertibilmenlt enunciati ed accettati». Come potrebbe infatti giustiCicare iJ suo potere, <1uc1Je classe che si dimostrasse incapace di realizzare pienamente queì principii che è \'enuta proclamando? Principii che, dunque, per essere corporativi, sono essenziali alla Rivoluzione fascista. E possfamo· così arrivare a c1uesta prima l'ondusionc: c·he non soltanto il oorporativismo è necessario oggi portare a\'anti, ma la stesse rivoluzione fascista; c1ue)h 1·i,,0Juzjone che jniziata FBndazione Ruffilli .. Forlì ,enti anni fa, allendc Oggi. non i1 :-.uo ultimo compimento, chè come dottrina perfetl.ibile non Avrà forse mai, mn la sua pili vera t!' profondo re:1lizzazionc. I principii fascisti sono st..1ti .. incontrovcriibiLnentc enunciati cd 11ècdtati », ogni <liscusf.ionc che tendesse non a chiarirli, ma n metterne in dubbio le b1lsi, è ormai ruori di un costrutti,·o amor di patri11, ma c1mrnti oggi possono dire onestamente di riconoscerli vivenli nelle r('alh\ dello Stato? La cos<:ienz.u oggr generalmente raggiunta eh <1uesta necessità, ci fa o tuU1 sentire l'importanzi: di c1uesto momento della RivoJuzionc. La Hivoluzione è giunta ad un punto che deciderà non solo de.J suo avvenire, ma <lgJ suo stesso passato, del suo vaJore nella storia. Ed i.• pcreiò proprlO in questo momento chè . teniamo ad affennure la nostra Jede nel fascismo e la nostra ,,oJontù. di attuarlo. fede che non è cie-1 ca, poicbè si riferisce ad argomento umano e non (li vino; fede cioè che ~ frutto d1 una conv1nzione ragionatu t· delJa convinz1one che quei principii esscnz1ab deJ fascismo, ai quali abbiamo sopra ace:ennnto, sono giusti, sono ,·eri, ~ sono in quanto veri unìversali. Essi rappresentano per noi l'espressione attuale del genio italiano, il segno cleUa oostra profonda rmascita. Ed abbiamQ qufocU anche ferma fiducia che, come questo popolo ha saputo esprimere, attrn,,erso J\rlussolini, c1uesta dottrina, così saprà realizzarla e !arJa ~1vere. Fiducrn che non è soltanto generata dal riconoscimento delle capacità del nostro popolo, ma è soprattutto radicòt;, nella forma \ olontit che avvertiamo 1n noi e attorno a noi, dj dar \'ila ni. termini <li questa nostra fede. ):on saremmo infatb italiani ve1·i, se hl nostra f'ede in un'idc.a non s.i traducesse neUa volontà <li attuarla, se non impegnassimo tutte le nostre energie per il bene della nostra Patria. ANTONIO JJARZOTTO
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