Pattuglia - anno II - n. 5-6 - mar.-apr. 1943

D A circa tre nnn1 è viva in Italia una polemica suscitata da un in• teressante libro d1 Giuseppe Giàcomn, ocLineamenti e principi di un Ordine. Economico Nuo,·<:•1, attorno alla nuova teoria da esso bandita e particolar• mente poi seguita e sostenuta dalla. moderna scuola tedesca, che vorrebbe sostituire alla moneta-oro Ja monetalavoro, in via definitiva. Questione questa, non del tutto nuova, ma assolutamente originale per il piano ·pratico sul quale egli la concepisce e la presenta.. PERUNORDIENCEONOMICO NUOVO Che Poro non adempia più, 4 aimeno completamente, alla sua funzione come moneta, è ormai pacifico, ma è anche pacifico che esso non è più indispensabile, se non necessario, alla garanzia della r.iC'Chezza di un popolo. Ciò è chiaramente dimosil'ato dall'economia di quest'ultimo decennio degh Stati centro-meridionali dell'Europa, come la Gcr• mania, l'ltaltn, l'Ungheria e la Roma· nia, dove il lavoro è stato trasferito dall'ultimo al prim<t posto neJ trinomio <:apitale-terra•Jovo.ro, ritenuto assiomatico dalla Yecchlo scuola classica. In attesa della imm1ncnte seconde. edizione dei libro sopradetto, riveduta cd aggiornata 1n quanto, ne! fratte_mpo, sono intervenuti la guerra e l'mrunonimcnto del Duce, che inaugurando 1n Co.mpidogho la 4ta giornata della « Socieh\ Italiana per lo sviluppo delle Scienze "' ha chiamato a raccolta le forze pensanti ed operanti della Nazione per i1 conseguimento della vittoria, che· sarà anche economica, per J'Jtalia, ci siamo proposti, coJ cortese constnso deU'autore, di dare per :.unto Ja primizia deU'opera che porta nel crunpo della scienza l'esper1mentata azione del realizzatore. E· forse la prima volta che un imprenditore risale dalla prassi vissuta e applicata coraggiosamente in tutti i clim-i e sotto tutte le latitudini, a1 canoni informativi dell~ M·ienzi, metafisica. Ci rlst:rvinmo, dunque, d1 esporre in seguito nelle linee maestre i ~noni Giacomiani, fondamentalmente faSC1Sti, mn ideati come può farlo chi è pene· tralo in capillarità ne! fenomeno important-issimo dellrt produzione. il nuovo ordine economico pensato da Giuseppe Giàcoma, è essenzialment.e fondato Slll lavoro. Ha proclamato Mussolini: «Andare veno ù popolo >; « E· lo spirito che doma e piega la materia »; « Tutti lavoriamo e vogliamo appuntf che tra spirito e materia, trn cervello e braccio si realizzi la comunione, !a solicl,ar1età della stirpe ». E ha Iondat:ç· su questo 1a « (,urta déJ La,,oro ». A questi altissuni moniti Giuseppe Giùcoma viene incontro con proposte concrete e prabche. Egli si pon'e anzitut.to degli interrogativi: « Quali sono gli elementi che debbono intervenire spiritualmente per domare la materia? - Qauli sono le cause che sinora non hnnno permesso allo spirito di domare la materia? > E. risponde: L'elemento capila.le che può con Jo spirito domare la materja è l'uomo. L'uomo contiene net suo corpo-materia lo spi,rito chei la vivifica i non gli resta, pertanto 111 che domare se stesso. avendo sicura (tducja nella propria personalità e dignità. L'uomo per domare la mater1a. u proprio vantaggio deve escogitare una. misura di paragone, al fine di determinare il proprio reddito in base a quan· to vale. Per stabiJ1r1.~ questa misura di pa• ragone egll fissa l'unità monetario sui ,•alore rapportato ad un periodo di tempo invariabile, per una produzione m.1r nima del muno\'alc, cioè fondandola su un elemento futt1vo, indispensabile alla realizzazione dei beni che sono oggetto LETTURADI DELBO P EH Del Uo, che "iene allo politica dalla letteratura, e non sa. dimenticarla, non si uddice solo un esame delle sue tesi. Se ad un'cspe- . ricnza letterur1a egli si preparava coi suoi saggi politici (1), non è cM non apprezzi t:ome pur questi soggetti gli abbiano offerto tema per provarsi ancora coscienziosamente in unu prosa no~volmcnte satura, se pur non incisivo; ricca di fervore dogmatico, ma' non convincente; e che, pertanto, allo stringere delle fila - che oggi è es• senziale anche nel più segreto e pudico ripiegarsi degli animi - può suggerire ma non persuadere, riuscire ma non convincere. E ne risultano cosi saggi totalmente compiuti, ché esigono di esser lasciati a sè, senza volontà di chiarire o di esser ripresi, ma forse so1o in attesa d1 un utile commento. Efiettivumentc crediamo che molta ansia personale d1 chiarire a sè lei proprie posizioni politiche sia corsa nelle intenzioni di O. B. (ove, ·termi taluni punti essenziali, ci è stato anch~ J>Ossibilc cogliere un certo sviluppo) pcrchè, diversament.c, non ci Si spiega la ragione di raccogliere con tale abbondanza qualificativa ed insieme DC· gligenza di determinazione, idee e concetti non nuovi, ove, mentre vi è spenta ogni velleità polemica (e non per sazietà, giacchè ve ne è appena l'ombra) la loro proposizione non giova neanche al fine di una più chiara espo• sitiva, essendo esauriti in partenza, per altro, <1uclli di uno personale affer-- mnzione o di una unjtaria sistcmaticitù. Ed allora non ci resta che riconoscervi un valore clocumentado, offer• toci da un'interngcnza sensibile, mR in sè a,·\•iluppata, Fino a non poterne escire - il lettore non è mai presentenelle pagine d1 Dei Bo, perchè è scm-1 prc dietro te sue spalle - come attestazioni di « ;una pro"a che nosce dalle stesse spietate esigenze di una \'ita soppòrtuta e cosciente e che dunque dovrebbe da ognuno venire esa• minata e proposta » o, meglio forse, di un dovere, che, al servizio di Die, 4 egli sente cli compiere per rassegnare. la sua coscienza e fare appello, con accenti umani e religiosi, a qucllu de• gli altrj. 1 Questo sul « Percl1{• » dei sugg1 di Del Bo, che 001, tra l'altro, avremmo riuniti in minor sp11zio, poichè ci paiono spesso pleonastici e talora Fin lenti e dimentichi. 1 Ma prima d1 ripercuotere ancora la nostro. voce sulln sua, sarù bene esporre le sue tesi principali. tar~:::~::zi~::m~:~sif:nzr 8 ea~ v~e}: Poggj e dei domani, a totale spiegazione di sè stesso e per Ja rott;un:\ di una crisi umana ( « Un dovere dei moderni » ), l'autore propugna 1a scicn• tiUcità deUa politica come possibile u11iver~alizzazionc delJa ,,jto di rela. zione e come aderenza morale delJ'uomq al sistema in cui si comprende ( « Po"" litica come scienza»): ha fondato non su dati fideistici o astratti, ma sui concetti morah e spiritualistici, virtù e conoscenza ( « Politica senza mito » ~- Dove pure è la personalità umana chb crea, nei suoi pratici atteggiamenti, ogni possibilità cli conllitto fra il libero volere del.l'individuo, che è volontà etica, ed il pieno volere delJo Stato, che è volizione di libertà ( « La liberti\ ») cd insieme termine medio di un passaggio dall'individuo alla società; questa, limitato per la sua impossiburta: di 1'icomprendere anche j fini trascendentali dello spirilo ~ cli concepire fruttuosamente in sè gli slanci di perfezionamento dell'uomo ( « Limiti della società ») poggia su• taluni valori, coor• dinati e gerarchizzati, per il raggiungimento di una maggiore libertà («Va-- lori sociali » ), mentre attende Ja at L'unzione di un futuro, più sincero e più pieno universalismo ( « Le nuove esigenze»), alla quale missione viene richiamato anche lo Stato, voluto dall'uomo come espressione necessaria del. le sue fac,-oltà e termine di clevnziono trascendentale ( 11: li senso dello St.ato ») e perfezione dcli' intell.igenza ( <'( Dello Stato total~tario ») che cu)mjna infine ( • Loda all'ongeJc il mondo ») Fondazione Ruffilli - Forlì d1 scambio, come può esserlo un'ora di lavoro eftettuata da ch.1 inizia a lavorare all'età dt venti anru, cioè susseguente all'apprendistato. La moneta che ne risulta è Ja monetà oro-la"oro «; Lavora ». Vedremo, nel prossimo articolo quale conseguenza avrà questa inno,·azione che dà come conirovaJore un elemento fondamentale della nostra economia, in luogo dell'oro, che non possediamo; anzi d1 cu1 fummo spossessati dalla potenza egemonica del capilaJismo straniero monopolizzatore delle mater1e prime. L'unità monetaria, basata sulla pa~ ga media mini.ma dell'operaio, avrà il grande vantaggio d1 regolare il tenore di vita dei popoJj in base alla ]oro c&pacità produttiva. Sarà una moneta refrattaria alla speculazione sull'oro, d1venut-0 ormat potenza estranea agh Stati e nemica ed essi; insidia delle banche capit:alistiche avverse specialmente ai popoh pro!etor1 giovani, animost e intenzionati d1 redimersi dalla schiavitù aurea. Gfoseppe Giàcoma è stato definito i1 pro<luttore idealista. Forse fondamentalmente lo è. Ma nell'applicazione è e-1 satto, pratico, realistico e realizzat.ore. Egli non si lunita ad esporre un teorema, scendendo nei part1c0Jari. Rite• niamo di non essere 1ontbn1 dal vero aggmngendo che la nobile e possente idea corpol'abva trovu neU'organtsmo K H. J:;. (l::nte Regolatore EconomlCo), da lui proposto 1a più genuina e più pratica applicazione, in modo da climi~ nare ogni eventuale stasament.o. Lu s1.rn rirorma è coraggiosa, ma logica. E· una ritorma visto da un tecnico 1 che conosce per esperienza il valore applicativo delle idee. IJ suo sistema solleva con un cordiale richiamo delle coscienze individuali ad un senso esistenziulc pià profondo; un legamento più preciso ira cultura e politica a una speNnza cristiana. ln un successivo articolo ( « La politica come virtù » ), pubblicato sull'ultimo fascicolo di «; Architrave »), in ideale polemica con una sperimenta.le empiridtù della politica, finisce con l'intenderla come attributo deJla giustizie, cosi come ertt. stata generata universalisticamente dalln morale, ed, esercizio di virtù. SuJ campo crit1co non c'è Jusinga letteraria che ci tenga nè compiacimento estel.ico che ci attragga, soprattutto Jà dove, ma è raro a esser sinceri, non soddisfa un risentimento umano e morale di echi spirituali. D'accordo per it richiamo all'ordine e al senso morale 1 ancor più se trattasi di una morale umana, frutto di una coscienza sensibile e raccolta, e vera, che auspichi ed aspiri ad una libertà spirituale, ma ciò che turba. la visione serena e concreta di una realtà tanto umana è un preesistente e costante spirito di superiore trascendenza, cli immanente religiositò, che snatUJ"a i tpotivi più belli e schiarisce gli accenti più profondi. Anche noi tendiamo a<l uno Stato etico, ad una giustizia morale e sociale (qucst'ultimn in Del Bo ha carattere non progr.:,mmatico ma escatologico), ma ne respingiamo Je conclusioni teleologiche, che c1 richiamano insoddisfotti residui metafisici (slanci misteriosi di una periettibiJità morale), come pure c1 opponiamo alla visione di una prossima apertura di ere nuove e diverse (che un neo-iUuninistico progresso farebbe favorevolmente aspetta.re) dove sarebbe detinitivnmcntc kttuato un più prolon<lo universalismo, " La storia la lacciamo noi stessi, tenendo <'Onto ... delJe condizioni obicttj,·c nelle quali ci troviamo, ... coi nostri ideali, coi nostri sforzj, con le nostre so!Jcrcnzc senza che ci sia oon~ sentito scaricare qucst.o Fur<lelJo sulle spalle di Dio e dcli' lclc~, • - c1ues'to \'Orremmo dire con Croce ( « Primi saggi "') n Del Do, e chicd«.'rgJi in fondo come concilia 1n sua messianico aspettazione d• un miglioramento politico, che venga .-.a colfo ,., <:on In negazione di un misticismo, sia pure in sede gnoseoiogica, come prodotto di. il Ju, oro umano dai pesi che l'opprjmo• no e lo restringono. Abolisce i tributi.' Di,·enuto nfiscale, lo stato non socializza l'uomo, ma statizza il prodotto del suo Ja,•orò, neJ giusto rapporto tru la capacità realizzativa e il suo :ren~, <limento. Lo St-oto diviene il sostenitore dei diritto della gente sul principio di umanizzare Ja società, non socializzando l'uomo. Concedendo l'est.razione delle materie prime e alimentari necessarie per il fabbisogno dello Stal.o1 mediante l'appalto, e lasciando il supero di resa ai produttore, incitu ad una produzione sempre maggiore e perfetto. Assegnando le materie prime .ai prezzi. d1 costo oU'iodustria maniJutturierà, Jasciata libera di agire nei modi più oppo.rhmi; a proprio rischio, Pc<:cita alla massimo e miglior produzione, per il mercato nazionale e per, quello estero. llegolaodo il mercato in modo che i prodotti vi gjungano senza inadeguato distanziamento -fra prezzo di costo e prezzo di "endita, migliorn la condizione dell'acquirente. Gli stati nemici nostri hunno stabiUt.o un tipe di economia pianizznta o ecCèssivamente libe.ra o semilibera. L\~- conomia giacomiana è tendenziaimente paternalistica. Lo Stato, con essa, anzichè essere fiscale, agisce da colfol,o~ rutore e da padre premuroso "erso i propri ligli, che gli donano Ja viw:1. Tutto ciò, enunciato sommariamente, ha un'a.ria romantica e utopistica. ~lu realmente non lo è. Vedremo, prossima· mente come la potenza applicativa di chj ha tratto dal proprio lavoro le idee madri per giungere u una rapida e indelettibile rcaljzzazione ne( campo de· gli affari, sa applicare Je si.esse ide~ positive c redclJtizic· anche al campo economico soc1uJe, <love 1 poleri sta ... tali possono utilmente agire con l'intcr- ,·ento attidstico di un Governo realizz:atorc. Ott:SSE nstraziunc e dì anti'"'toric..itù (" Politi,:,n senza mito ,, ), miti di cui egli non ta df 0 'tìf:t;:~rf 3 f~{zi!~e r 1:ìf:"~a~ pcrchè il problema delle « Elitcs -.. ~li sfugge in pieno. Ancura, l:t sua concezione lkllo Stato, come formaziont! intermedia fra l'uomo e Jù societù (che è poi la J>O· sizionc di Jfegel ne « l trutti fondamentali .della !ilosofot <lei diritto») si giustitica solo per un signi(icalo spirituaJe e morale, non logico (cfr. Jellinek « Dottrina generale dcJlo Stato »: # nella serie infinita degli av\·e• rimenti storici tutto è nel tempo stesso causa ed effetto: per cui .. .lo Stato inUuisce sulla vita dello società allo stesso modo che, viceversa, questo. su 11uello », che dù una dimostrazione funzionale dei relativi rapporti, cui noi ci ut.-costiamo). Ed inline, va bene concepire la po· litica come scienza pcr<'h(• possa o; tra- <lursi in un vantaggioso ed equilibroto go"erno ~, ma non bisogna dimenticare che esiste anche una politica come urte, come determinazione del futuro (Wissenschaftlich<' Politih e Staatkunst, giusta la teorica tedesca). Eppoi qu:1le contenuto dare a questa politiw? (E <1uf l'errore metodo1og1co del D. B., comune ud altri passi, che e di non chinrire ontoJogicnmente ogni temn neU'ansìa Jj spiegarlo in una completa indugine gnoseologica, è più palese). Del Bo risponde che la politica deriva dall~ mo.raie le sue leggì, ed e dunque, e sJ rileva pulesemcnlc dai suoi scritti, i1rth•ità morale essa SlCssu: che è C(ID· cctto inaccettabile, pcrchè, come lu ri• levnto, « •la politica non è tutto l'uomo cd essa stessu non ci sarebbe GC non d rosse l'uomo morule ». do,,e11dos1 ritcnE'rc che " Ja politica o prepara In vita morale o l· essa slcssu strumento e forma di ,,ita morale» (C,.oce, " Per una sodeti. di (;ultura politica >, J. Comunque queste mie note, che non sono appunti. ull'opcra di OC'I Bo, TI(lll , nlgano n sminuire l'interesse per la sun prosa cd i1 vulore é l'ncumc di molte sue precis11zioni. /IENATO TOlffOREUA lJ> Dluo Ocl Ho: H, 11t:,E 1,Ul1tl'lt:. t,,li,. "fli•olmliou.:,. Fiu,n~.,. 1912

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