_,)lp unii per §appaio Un modulo. unu clnssificazionc non può · acconlent.nre l'avventura di una poesia. ~cl cicJo intatto delle parole di Joppolo non sapremo che sceglierne qualcuna, proporla a misura di una considerazione del tutto approssimata, per un discorso, una riga che abbia il vigore di una testimonianza. Di fede se non altro. , Appunto, il tentativo di inteli igcnzu pcrcht: uno stato lirico assolutamente incorrotto come quello di Joppolo non si definisce se non con un estremo :tzzardo. ,Joppolo dissoJvc un mondo. Oisintcgrn uomini e cose oltre lt• forme quotidiane e precise della rcnltò. per scoccarle da una logico. da una geometria nel mondo degli impossibili. I.o svincolo da ogni certezza scomolgc s,:ntimcnti, contorni, Jincc; crea «vuoti,. paurosi allt' nostre ragioni. In tull' mondo non esistono più i 1·.up1>ort.itra umano e inumuno. tra animato e innnimnto, tra l'essere e il non essere. L'os- :-.<'ssionc può divenire una logica inrlessibile, l'uomo saprà essere cosa, J>ietru muro sabbia albero, la cosa tro, cr:'1 una sua coscicn- /.U nel lesscre una trama umana e portarla ad inevitabili catnslrofi, i murli avranno un quotidi,'".no ,,,aggio tra i vfri, un:\ t·onsuetudinc comprcnsh-a cd c- :-.prcssa, Senza limitazioni nello :,pazio e ncll'oru sarà dunque il muvim1.•nlo cl<'i personaggi, mobili cd immobili, diHnuti entità cosmid11.•.utomi di uno stesso infinito. Cl11.c•i sorregga in ogni rifles- ~ione <1ue:,to senso ~dell'infinito, i1ucsta quantitù del tempo è la prima n1.·ces:,it,ì per accettare un Tcutro di Joppolo. Senso dt.'11'infinito, quuntitù del tcm1>0 non giocatu in un atteggiamento, in un pretesto lormale, mn i,orl'ertn e goduto tallllt'ntc, da ,1ssumerc il valore di umi conrcssionc. Tuth1 Popc-rn di Joppolo è unu confessione. Dalle prose di « C'è sempre un piffero ossesso :a alle inedite «Epoche :a. Unn confessione di assolut..1 cvc1 cn?.U di sentimento e di stile poichè si com1Jic jn un mondo « vissuto • 1>rima <l'essere e.reato. Da questn adcremm, da questa inl imu pnrtc---c.ipazione alle proprie purolc nasce in ,Joppolo una istinti"a sinccritù che accogli<> e con<lcnsu sensi ed esperienze decadute e lontane, riportandole a nu0\ 1i valori-germi per un nuovo mito. Vorremmo dire che questa sincerità è la J>remessa più sicura per dire che Joppolo conclude tutto un passato, che pone se stesso a punto di un'epoca o segna unn certezza per il futuro. . .. J colori. Joppolo e j colori. Alle sue parole Joppolo connette una rappresentazione visi"a, esasperatu cd allucinunte. Colori di una violcnzu indete.rminabilc, senza sfumature od ombre. Colori primordiali, assoluti, in (unzione di atmosfera, non diluita ed aerea mu solich1, a blocchi, a nrnsse, nella quale si muove un mondo mitologico, un mondo preistorico di cose esseri animali. sione di colore, nella fissit.'1 dei bianchi intensissimi e dej gialli immobiJi, l'anima mediterranea di Joppolo, tutta per\'asa da un $coso orfico, da un [iato tragico, da un incombere greco del tatale, dcli' inevitabile. t in tale luce, crudele e senza scampo, che toccano il mito e si isolano enormi, inumani gli Eclipi e le Antigoni. Uu fiume disseccato, largo, lungo, bianco, ha nel suo seno polvere !!.·tritola.ta e duri pani pietrificllti ,li c<ilce sotto un sole a lunghe vipere Ji raggi. Tutti i bin"ri del momlo si fraCllS!!.'<mostecca su stecca sbat• lendo con lumhiosi fragori, i /rc•ni precipitano nelle oalanghe dell'unfoerso, piene cli monlllgne di ghiaccio o di fiamme, ed è lui/a mw l"Orsa di ferro (! ,Ii fuoco, in p<1z:eschi involucri di luci nwteriate come spade, verso l'infinito, sen:::o mai tregua e sosta, la corsa interminabile, la continua precipitazione. Nella disperazione dei colori soltanto u tratli si apre il cielo d1 una contempla1.ione lievjssima e commossa n ~egnare la misura e la ricchezza dei motivi interiori di Joppolo. - Stanco mi bulfoi ad un trailo sull'erba e guardai il cielo cl,e mi sollevò sul suo seno e• mi rese dimentico di m<• sl.tts.<,o. Guardai poi al· Joriro: domi<' nere che sol/e11a1•cmo /w110, uomini bruni, facce e ,mdie f<'lnmim•e di /onciulli e h.mbi. tloroti e cinerei su fronli ed occhi hmpùli, angeli in mt':::o ad un porodiso celeste. /::ro mw ,,ecchierella povera 1·1•st,f(1 di nero . .4bitcum in mw barocc,, bt1ssa scuro. La tro <·arnno mrirw· un mattino. Tutti n gruppo sulla porta piccola; /cmciulli, grnmli tlo1me1 tutti visi clic c11riosmm110 e su cui le d,lo lracdal"<m~• croci con piccoli segni. l!oltu sole c'era nella matlitw. Anclw la vecchio giu11lr1 fuori, porlllfo d(lg/i uomini, raccolse il ... ote sul viso bianco " ~ut V(>stito nero. ... pure il mare è grllnde soJto I<, cappa del cielo etl è phmo ,li t>ek e sole e ,li or,de " ctwalli ll::urri. F:vnsioni brevissime dai paesi monti cielo muri sgrcLolati e caldnati nel .sole. dnlla linearitù terribile cieli<· cose senzn ombre. Non riuscii-ii a ,Joppolo di 80ttrttrsi u qucsla incolmt1bilc nrsura, a questo istinto di maledizione. L'isolano, il primiti• vo, il mediterraneo nccoster.i la sua anfZoscin sempre al trionfo. disteso dellu luce; troverù nel Je notti, il senso di uno smarrimento fisiologico, d'un annien• tumento dolcissimo ed insieme di un'ansia, di un terrore di calastrofe. - ... e t" 110/le qullndo le, lernll si scioglie nella luna o nelle ombre, lii/ore, la terra lutla assieme " cos<• e a persone e " piuele ed a eleme11ti è un sol corpo fluido che rotolt, negli spa=i come un "1ppelo incantalo. ~la 1mchc.• - lo penso oltre /erre, coperte di immani grovigli di rocce e di rndici che dalle loru viscere e d"lle loro <.·appe di cielo conturba/e creano per esse stesse rrolli deiormi, dai suoni ù1iuoct1ti ed immobili come C'flS~llll! di /uoc<> impro1,vis<1me11te marmori::ll/e. . •• Esiste in Joppolo una possibilità di dramma che ad esµri• merla ci consegna ancor più p1·ecisamente ul termine di « cosmico » tentato per In de[inizione d'unu suu poesia. Vogliamo cifre il sentimento delle « cose •. [I senso dell'ossesso nelle cose. Il mondo di JoppoJo è sempre un mondo di lucida puzzia, di rugionntn ossessione. I ,e cose non vi sono poste indifferentemente, non sono in una immobile «assenzu» ma purtecipuno agli svoJgimenti umn• ni, sono «termini• cli tale pazzia, di tale ossP.ssione. Sfuggita la certezza dell'umano e den 1 inanimato. tutto si presenta ud un piano di importanza, senza grudazione, senza un preciso caLalogo. UQmini e cose, forme di uno stesso eterno movimento. le lampade a file intermim,bili si intrecciano con le :ieve~u!!fi·~"L: ~~;!!e 0~~Z,:,~~~~I~ rnggiere inquiete che girano. Una inc1uietudine punicu alla <1ualc Joppolo non sn srug- ~ire, che ci trascina alle soglie dei mistero. Tolti i termini certi, le ancore, le pietre sulle quali si pongono i metri dei nostri ragjonamcnti, un mondo precipita. si frantuma in mille atomi. un mondo s'nbban<lona all'assurdo di unn assolutu relalivihi. Una rehttfritiì per la quale le cose possono essere umane, possono porsi in un ngguato, bnlz:are sui vivi con violenza e pietrificarli in simboli, in solidi •geometrici, in -=oggetti>. l,n grammofono, un disco possono annientare l'uomo pallido de « L'ultima stazione». - Il primo a disfarsi è staio il so/fitto 1 poi le mura, le sedie, i mobili, l'aria, la campag,w, il m<1re 1 it Dento, tutte le persone che mi sltlvano a/torno. Altorn lutto il mondo è- ridot.to ti /r"mmenli. A ;rammenti. Sai COSCI 1>uotdire " frammenti, C<1rlim,? Unn ciocca castana su di un pezzo bianco di cuscino, due occhi pa:zi nell'ombra, una goccia di mare, 1111 filo ,li sole, il /rwnmento di un granello di sabbia.. Prnmmenti. Vn.unmenti, cose. Un uomo riclotto a frnmmenlo. Motivo di se stesso. Cosi il Vecchio - lo voglio dire che io fui sempre come un sacco, una ceste,, una tavola, une, pietra, u,w lastra di lava... E questo per generazioni e genera:ioni. Potrebbero parlare migliaia di creature umane. ,t) i Hgli - Si, sacchi pietre - ~ i morti - Pietre grezze calcinose. Nè vale il ritorno di unh frase: È sempre u,i1onima però <:he t>ive, è s@mpre un'anima. Una lotta di annientamento dell'umano. Tale l'assunto delle Epoche - ntti e cose - Annientamento che non trova la sua fine. Eterno sarti il ritorno delJ't1tomo al complesso in una sof• fere.nza sensibile dell'universo. Sarebbe vano da Joppolo attenderci una parola, una spcranzn di J>ucc, cli riposo. . ** ]n questo Joppolo è ·assoJu• tamentc un primitivo, che rin~ nega unu civiltà di forme ed e- .spressioni per gettarsi nel tempo alla ricerca di un paesaggio, un istinto, una brutalit."l a rudico lontanissima dcll'un:rnno. Come un pedc)le monotono e grave quella dw ci ritC'nht è sempre una prospt•Uiva di intlifesi:1 desolazione - Tullo l'unic,erso è per me ww inlérminllbile serie dì pillz.:e rossllslre. I.a tecnica <li Joppolo si vale di una uUesa sostenuta nel contrappunto lirico di ogni bnttuUi., di una sostensione di atmosfere nelle quali le parole si esiliano in , ibruzioni armoniche oltre il loro termine di pronuncia. di un e(1uilibrio spontaneo, <l'una progressione tonale da un suono particolnrc ad un suono infinito. E nel colore, in questa csploli mondo per Joppolo: unn rnaceriu colorata. Fondazione Ruffilli - Forlì . Lu pr~pnrazione a c1m1lchc cosa di inwnano che inevitabilmente 'do\'rà uc~nclere si presen1a· come una necessitù logica. Dnlp inizio alla fine, di una prosa, di un Teatro di Joppolo. Sino all'u.ltima parola l'attesa è in attò. La sillaba - Quanta luce sulla neve! - nel Cammino e lo stridore acuto di un vagone su!Je 1·otaie ne « L'ultima stazione » cade infallibile, nel vuoto. ::'\el metafisico, nell'astratto, nella disperazione ossessionata, nel ragionamento geometrico, nella brutalit.'1 di Joppolo. si ascolta sempre un basso conti• nuo di umanit<\ che .scioglie ogni enigma, ogni figura. Espressioni, segni, tragedia - il tutlo - si compie con assoluta coerenza in quello parola, in quell'urto. Potremmo dire che l'espressione, il segno, la. so!ferenzn «è» per <1uell'ultima parola. per quc1l'ultimo disperato suono. L'opera di Joppolo ci appare così, com<" fo traccia di un cerchio che corr'n a saldarsi in se stesso. Un senso antico di pietà per .sè e per l'avvilito, negli uomini. La « piet:i » di Pirandello. f; un nome che ci soccorre spesso in un discorso su unn intimitì1 pOética di Jop1>olo. . ** Questi, ultim.i moti,,i per i qual i Joppolo, fuori <l'ogni poi e• mica. segna il termine di una nostra aspirazione umuna, «vocci. che non potrà restare inascoltatu. GIORGIO S'rRI::IILf:R DALLI AL CINEMA! 6ìt E nei primi momenti dei- ~ l'attuale conflitto, carntteriz,,uti da sereni etlforici i- ~1inti, non si è subjto proceduto da porte di vari signori, anche insigniti di incarichi quasi urficiali, ud affermare le precise competenze della cultura n1:. ad istradare su prescritti binari sia l'arte che In letteratura o la critica, non c'è eccessivamente da stupirsi nè da ritenere una \'olla tnnto su.Ili cientement.e educata certa stampa cattedratica armntn cli distinti occhiali nonchè abusiva• mente del solito manganello; chè quest.a stampa con occhiail i e nrnnganello dì velluto a scopo dirensivo dopo il primo batter cli tamburi a poco n poco ha rallentalo le cadenze, e qua.n1 do si è accoi·ta che Ja guena è rutta di vittorie ma anche eh .sconfitte, di gioie ma anche di dolori, non solo hn cercato. cli precisare cluclle competenze, ma ha anche voluto precisare 1.·on la sua ot·mai classica e squisita sensibilità i problemi della culturu e dell'arte sotto i (..1Jbitcli titoli spronanti a fare tutto per la guerra e mùla al di fuori deOa guerra Xell'esortare a lulto porre sui piano della guerra i pJacidj e senili polemisti han creduto d'essere nel giusto negando, oltre nll'oµern che da ogni put·te d'Italia segna il nascere vero c proprio di una nuovu cultura, anche la nostra modesta, quella di solerti commentatori del cinema o del tea-. lro o di tutte queste bazzecole. L'opera insomma di noi che c'interessiamo d'arte o di letteratura in questi giornali, e di tutti quelli che con lo stesso urdore. che chiamo giovnne ma dovrei piuttosto definire come cosciente di una rea(tà culturale cui "olgere sforzi validi, segll.Ono o il ci.ne~ o i 1 teatro u in genere l'a.rte e la letteratura. fvla non mi pare questo il luogo per !nre poJemichc chè. non vorrei al solito che si pigliassero le solite lucciole per le solite lanterne. Voglio solo per coloro che non scorgono quel che s~ vede molto bene precisare ancoru una volta la nostra posi- :i',ione riguardandola in riflesso alle loro smanie. La cultura non è quel che credono gli occhialuti signor~ che ,11 ttn olino tessono le ingnrhugliale matasse della propaganda più spicciola: quella chè •<'Ssi dicono diretta al popolo, non è quel quid che se.rve_ solo ad intisichire gli studiosi, non è iJ I ibro annotato diligenlcmcnlc e ~crupolosi1mentc dal pignolo, è invece processo movimento e\'oluzione di un senso unico etico che riempie di se il mondo, i popoli. Come tale non può ,·enire dimentici:1tu in tempo di gucrrn, imChe in quella sua parte che è il cinema, che è questo nuovo mezzo di esprimere il bello. Come del resto non può essere taciuto un contributo che In nostra stampa (e si capiSèe che non mi riferisco solamente ed esclusivamente a quelln universitaria) dli ed ha dato alla risoluzione di tanti problemi che oggi urgoD-O come <iuelli della guerra. Non è tempo il nostro del resto in cui s; possR imprimere un proprio marchio ed una propria supremazia ai popoli COQ le .sole armi. Il nostro st<"sso Risorgimento e tulto il pensiero: che da aUora ad oggi è fiorito, ci di.mostrano come anche il plù furbo tiranno possa vcnit·e schiacciato quando la Corza dc· gli spiriti glt è contro. Quel marchio e quella supremazia son frutto non solo della forza materiole dei popoli ma della loro potenza spirituale, del loro seniire, del loro intelHgente senso culturale. Xon farò l soliti esempi: non sta a me rivedere ancora una \'Ol.ta posizioni già considerate opportunamente e più ampinmenlc in altra sede n suo tempo con maggiore competenza dello mia. Ma il di• scorso s1 C sviato verso una strada in cui non vole,·o condurlo perchè non si dicesse ch'io foc('lo della politica e tempo perso. Ho parlato comunque di una eticità della nostra cultura che non si distingue affatto dai (ini bellici. anzi ne li aiuta e li completo in un senso meno cronistioo ma più ampio .,_. più storico. E mi par strano che a cfu·, questo dobbiamo essere propri.o noi, i famigerati giovani. quel Li che passano le loro giorn.ole ,U1•<'rlendosi al cinema ( eh~ scandalo J>er i propagandisti e i predicatori!), che proprio noi i conosciutissimi scupeat.:rau che se ne fregano di quello che succede intorno (son parole di quelli che se ne interessano compilando gli. articoli dai propaganda come quelli eh~ ho sopra.I citato) dobbiamo richinmare ad un senso culturale e innalzarlo nl suo giusto valore. M'entre in tutti i paesi ove si combatte tutte Je forze produttive della naz:ione sono pro· lese alla guerra. ivi comprese anche le forze della curturn con compiti ben precisi, in Italia, proprio in Italia, si deve tentare di soffocare un momento spiritun.le in atlo che ci farà \ ìucerc? Se questi signori che non nomino ma che purtroppo e• s1~tono pm·rcrnnno ancora o scriveranno e vcrrunno fasciati scrivere potremo dirci ancor fieri d'esser nuti s<>tto il soJe d'Italia? Penso che la risposta sia tanlo e"idcntc anche per i signori di cui sopra che nemmeno J,, riporto. EJ\'IIICO CA.1/POIU;S/ 25
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