p / 'tf.CCll l mesi fa, nell'<,gvstc dello scorso anno, itwiai ad Architrave lo scrillo Umanità ~li 1\lornndi che la r,ula:.iOne artistica di aftora non rilem1e pubblicabile. Ri1,(>duto e rim10voto in alcuni punti, sfuocatisi o cousolitlatesi, lo inviai li fine anno a P<1t..,. tu.glia dove oggi appare . .\1a il vecchio <1rlicolo, 11011 so come rimasto ad A,·- chitrave, è stato, dalla nuova reda:ione succeclufo dopo un iato di vari mesi all'altra, impaginate• e pubblicato sen::a che io ne sapessi alcunchè. Ora, date le mm1ificlre germinate sul ceppo origi,wrio rimasto quasi intalto del testo e perchè non sembri una ripetizione d'orticolo o un voler fare il verso, debbo prf'meltere questa nota sia in senso particolare c11l' in senso generale. Codesto mio scritto vuol essere <li contributo agli studi moramlirmi, o/meno nel/e i.11le11::ioni: e non mi si abbài c<mlro ..e. io devii fuori mano, dal giu- .o;to cammino dell 1interpretaz.io11e altrui. 1 ·orrei melteré in rilievo, insomma, le possibililtì di una ricerCtl umana, co11dolta sino in fondo, per iolemlere meglio il frdtore pittorico, I'aspello artislicr;, propriamente figurnlfoo di ;\fo. ram/i. I.a vita e le figure di .l{orwuli prest>nlmw w1 aspeu,, di opparen=a crepuscolare; .mo se ne sotlrnggo110 per l'w1elito, ,linamico ,,,,indi e non statico, a uscire dalla loro condi:ione di riserbo e di modestia. Era inevitabile fJerciò, rappresentare l'uomo sotto forma di oggetto umile, per mo.-.trare /'app<1re11:.a reale e, di là da questa', spirituale. ll tentativo pitlori,o e umano si fomle in uno solo e acconuma gli oggetti e gli uomini, t:li « oggetti -{ uomini.. appunto, in un'unica <msitl di libera::ione. · .Vou paia, quindi, i/ mio insistere sul i,alon· dell(> parole « luce » ed « ombra -.. un c1rbitr;o. E, cli fu:to ciò che 1,o detto, 11011 me ,w abbfri a male lui, Jforamli, cosi schit•0; non ne abbia a me che ho pl<,smalo un'immagine di lui quale mi è si.ala ;11 animo cli creare. E. accolga l1uesta che è una teslimoni<m:a di offe//o. E' forse un senso casto di silenzio, taciturna ve-glia sulle parole, H fasc.-ino ., <:repuscolare )t (1) di Gjorgio i\lorandi. Che è vissuta consape"olezzu di un'ansia umana e pittoriM, di un intimo pudore. Si è un po' romanzato su questo non romanzabile artista « paziente e mite uomo di casa »: quando lo conobbi non trovai il cane, cui pensavo nV'Vicinandomi nlJ'uscio, e inoltre il pittore stesso si è a ffrc-ltalo a dirmi di non essere maì stato in prigione 1 come ,,enne .scritto (2). E fu l'unjco ;,uo moto un po' vh ace; del resto, nemmeno d1 pittura s'è parlato. e il maggior uccenno è stato \1erso la critica superiore di Hobert.o Lon~hi. E di Longhi c'è. nelh\ saln d'ingresso, in cima ad altri volumi e vicino a pianti' grasse, un'opera. Offici11a ferrarese. La queta e lepida cas.:1 di \forandi guarda su un orto e su un'abitazione con lr1 scala di legno, e su un puesag• gio dw par di nebbia e eh~ egli ha ritrntto più volte; e il sacra1·io ch.•1l'nrtist~, i: n~lla :,uu camero, misterioso nìdo di tele, eH polvere, di cavalllettt. di. hottigic e còcomc-, di vnsi e bicchieri, di utensili r!a C"ucina.. Un mondo che hn il sapore di antiche cose, morte, !!>fiorite- o confusamente anelanti a una sopra,•vivenza. Il s1gniticnto della pittura moran~ diana è, a mio avviso, nella fl'aso (Pul<"in•l,il GIlO IffiGIlO MO IffiAINf ID) Il o. nnturc morie• e negli ug~elli dH· le compongono, sempre gli stessi, appunto pcrchC sempre gli stessi. I.a morlt• però va inl-esn come dolore delle ercaturc chl' attendono l'unticn lib1.:1·:1• zionc, come morte in senso cristiano. Lu luce intima. di memorie. di tempo, è la luce che tutti noì rech.iamo, entro l'u111mu, nel nostro dì\•enfre di uomini che sanno il dolore inamovibile e se ue soslanzianOj è la luce che riprenderemo. intatta, liberi dal voi urne· della materia. Gli. oggetti sono i medesimi. creature costrette al dolore; le posiz\c,ni, diverse nella loro apparente costretta staticiH1. sono i tentativi cli uscirne per conquistare la pace sereno del delo. Un umido claustrale crt.:>UscQ.la1·ismo che è la nostra umiltù <.11 ogr,etti 1 di [rontc al Tutto universo: mn cli oggetti pensanti (c-hc trasccnav., no, <1ujndi, .il crepuscolarismo stesso) appunto pc1· l'intima luce che li com1>cnetrn. Umanihi, dunque, etico, insita negli oggetti-uomini e pittoricamente realizzata: quinclil arte. f: stato notato il sentimento cli eu~rno nclln pittura di Morandi; .e notate anch(' In luce interiore di memoria. la umana solidarietà dcglj oggetii nel tempo di cui sono strumenti, la loro solitudine e il loro raccolto dolo1~ ( « Il i vedo l'az1.urro vetroso d'una bottiglia impoh-crota, un azzurro denso .. opaco come il foue; la presenzo del tempo filtrata in quegli oggetti, assidua e tuttavia di sè ormai dimcnticu; quel ,·eh-o che a,e,,1 assimiluto il tl'mpo e purcvu secretament.e patirlo; e c1uel\a p0Jve1·e che era come In russegnrizion<: e il peso d1 quei contenuto patire- ,.. scrive A. Beccaria), In stanchc-zza delle cose, forme nel tempo, che doloraHo della loro inerzia e della loro esistenza rnn accolgono la propria caducitù, Jo spostarsi dcglJ stessi oggetti come per trova1·e un assetto dcrinitì,o nell'unsin d1 attingere una l'elìcilù spnziale, il loro intimo raccolto p<ilire e np1lassire. la comunità de~h og~ctti usata dal tempo, cerchio d'un ultimo orizzonte. e il senso d1 morte. d1 trascolorare. E i colori, l'omhra mortiHcatricc .nel chiaroseuro, ,In (loh-ere, la penuria di luc{", l'ombra di limbo, i chiarori di fanta• sime, lo studio silenzioso in -mortiri. caz1onc da colori per raggiungere lo scopo: pittura intjprn (d'alfabeto di tazze s'è parlato), morale; co!orc e:hes1 fil tono, cioè sentimento, incH11hilc umana po, ertli, omogene1tii. tonale, coesione c·romatica che uniforma di ugual tepore, dove tutto s'accomunr,, o oggetti e aria si compènetrnno e continuano. La storia d1 Moro.ndi é nelfu sua pittura: silenziosa. E umana. [o ritengo che f\forandi <\ia giunto alle na• ture morfo attrave1•so il paesng~io, e . nltriwc-rso i 1'1ol'i che :-;on come uno studio inlcrmedio. Poi a poco :1 poc1, I,; decorazione floreale s'è come "', 1z:rìU cd è r1mastn lu natura «morh\1t nelln ~ua umiltù d1 fronte ali' Eterno. in un pacsagg1ù tutto sembra franare e passa come un , ento tru le rronde; in un altro In 1•etc mch1llic.1 par cluudc-rc a, riori costretti nei rnsi la vista dei colli; in un altro ancora par di lrO\'fll'SI in presenza di una bat• tuta costa nordieu, dunosa e sciabordante; un altro pa1· cretncco e un altre,. schematico e ventosamentc arido. ree,, due soli alberi, uno chiaro e uno scuro. Questi paesaggi (del pac~aggio fa. moso del 1911 hit mostrato it valore, dirù cosi stOt'ICO, il Bt·andi) e i. non, algosi, preludono, anche se non paia, alle nature morte. Le pl'lme nature mortc- non sono ancora ben definitl.:l. (il gcometr1smo di alcune è più un esperienza che nitro: ma dù come u1t senso d1 vuoto aperto negli og~ett1 per ri<.:c1·carne la nuda anima), sono ancora corpose e frullo <l'imitazione (vedi quella 1912 propr. Schc1willer, <1uclla 1914 propr. \ aldameri, quella 1916 propr. Fcrold1 e quella 1919 propr. Girardon); è nel 1!)20 che In « natura mo1·lu )' mornndirrn:1 s• ddinisce, nei suoi Contrasti di lucl' e d'ombra, di ,carne e eh spirito. ~eJln presenza della luce e dell'om· bra C il \·alorc pittorico e umano: nel d1ss1dio fra materia e spirito. Gli ogµctti ora paion .sommersi in una none d'upocalissc (\'ceh natura morta 192; propr. C'nrrù) ora rondersi insieme ora vincer la luce ora l'ombra. Tre oggetti, tutti scoperti e direi beanti. sono in fila e le lorr, ombre s\1llincano l'un3 dietro l'ultra; la traspnrc-nza di \ett·i lung-h.i e slanciati fuga la tenebra clc,;:l1 altri; un agglomerato di oggetti scur. chiusi par foccia chiudere- un panicr~ pc1·ehè tutto s'imbnrni e il chiaror.:: sottostiu loro e ne· sia quasi calpesl..1to. E la storia continua, in lenta dcenda di trn,,r1~lio. Per comporsi artisticamente e spiritualmente. Arlisticamentc in quanto Morancli ha sempre tesi) (riportiamo una frase di Cesare Brandi) alla « com1,os1zionc di due modit figurativi che sembrano op1>osti. l'uno ri,olto alla costruzione ,olumetric:a e architettonica, l'altro inteso a riassorbire nel colore e nella luce tut.te le relazioni spaziali -. ; spit·itualmente, in quanto esprime la dolorosa aspit-azione dell'umanità ,erso il Soprannaturale, , erso una liberazione infinita. J\la t.ah·olt.a gli og~etti sembrano a\l::tpaura del loro atteggiamento. «Talora, ncll'u.mide-z2.a ddl'ombra (scri,·c il Beccaria) l'oggelto è una le2ge1:a e fc1,na evanescenza, quasi un umido \tdo che sì e no pat·c. e sembra in bilico, :,u. Fondazione Ruffilli - Forlì un limite che divida la zona dello sfondo da quello della luce, sos1>eso se an,nzare acquistando presenzu, o ritrars1 e perdersi consumato dall'ombra-. .. Ma il Dcc-caria stesso dice che cerlc nature morte• sembrano « colte all'nlhu », e chf' gli og,::clti paion posarsi in una quieta apoteosi nel tempo. Morandi è stato paragonMo a un custode di catar()mbc, creduto un monsignore. cd l_lltrn ancora: s, è ~uardato alla sun lunga curv;:i e nera rigura. Il mondo dt \lornndi è in un (.erto senso crepuscolare (ma egli non. conosce quasi Cozznno, e <l'altra parte il crcpm-col.u·1smo si risolve alle appar<•n1,e e ai Fnttor1 eslc-rni): (liccoli uomini noi sii:11110. e gli umili oge:;cttt dcll,1 c:uc:ina - l.:i Sarfotll parh, d1 ~ chiusa e dokc mal inconi:1 domestica~ - e-i somigliano. In essi noi ass~- poriomo la \ ita, altendendo di scioglieri.: dall'ombra la luce ~ indh isihilmcnte cornpOr('1 ncllu perfezione . I lo parlato di unrnnitù cristiana d~ .\lorandi (ho dsto sull,\ t.wola, un giorno, un mensile relif1:inso: dc-Ila mamma o delln sorella. forse): umanità cristiana in senso lato per cui la morte è una seconda , ita. In un di1>int.o, nc01·do una candela e umi borsa dell'a<:- qua calda: l'umanihì, umilc.,..-chl" s'inchina al suo Dio. ;\lornndi vi\'C in una tepida e quela casa di 13oJogna, chc guarda su un orto e un'abitazione con la scula di Jegno e un paesaggio che par di nebbia. Dentro, s1 ha paur:t di turbaro quella pace sereno. e le 1>arole escono, dalle lnbbra, tenui, appcnu pcrccui. bili. f. forse queste mie, sulla carta, tul'bcranno quella pace e il silenzio di. (;iorgio \lorandi. U C/A.NO SEIIIU (I) l)i uo •;-n1inu•u10 rrt-l'u,.rol•rf', P•IPPDO. e d• un 4;-ntlnu:nlo ,l·■n"lilo ""JH'rlor;-. inl;-ruu • ..i,e In• ,olen1e ~; 1ro,••n& lo Clor@IO Mor■ndl »r1l~1■ r uomo o,i "emhr• oppor1uno n,.,.. . 1•■1, .. u.,lonP. 12} Dal 'i•;-nlini "" uo .,.,..,,ehiu numero di Pri• mal<>. I J.lfort>ntli di Aro■ldo Hect■rl• e di t:e•■re Huodl foODO rl~1•e-'1lun1en1e Pdi1i d• lloepll e da. IA= \lonllier. 5■N"hhe inl':'~U■l>lf' ..... bil.,lh>IIT■fot1. eo111- plct•., un"OJKr■, •·■ili■, ,.u( No,olro. amo~~:~1~.:~7~,.~~~=o;i, ~:I ~;;:~::;i·u d~1/•:~1~r~m:~: •h-uur ill;-e ~1111·•r~ome1110. * ~OC.)~C di ft,1,t:onio ~lèa.: l'rn8o Nuda è la terra, e l'anima urla all'orizzonte pallido come lupa famelica. Che cerchi. poeta, nell'occaso? t triste camminar, perchè nel cuore pesa il cammino. Ed è gelato il vento, viene la notte, e l'amarezza strugge della distanza .... Nel cammino bianco alcuni rigidi alberi nereggiano : sui lontani monti son oro e sangue ... Il sol morì... Che cerchi, poeta, nel!' occaso ? Gli alberi conservano verdi ancora le foglie ma illanguidite e meste nell'appassite fronde. E l'acqua dello fonte sovra la pietra rozza, e d' erbe ricoperta, scivola silenziosa. T rasdna il vento alcune gialle inutili foglie. 11vento della sera sopra la terra in ombra I (Tradu:z. di Luciano Serra) (CaferiH. XVft) (Ca!e·i.,,r, XXX)
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