Pattuglia - anno II - n. 5-6 - mar.-apr. 1943

L A::,e,:ii~!:\·~~:aè d~•;l1c~:.!~1t\e~a d~!f mmimcnto che di:-.tingue 1a· nostra ,Ha e ne muo,c gli intcrcss;, Di tempo in tempo, degJi spiriti, per un certo incontrarsi di ispirazioni, inseguono le medesime esperienze. Soltanto, non , i sono esempi che que8t1 con(Tasti più o meno intimi abbiano mai soprcn issuto a,j primi entusiasmi. Suhito, nell'uomo ril'l'O d'istinti, si sveglia il desiderio di s,ìluppal'! ìl ::.uo spirito, di tro,arc la ::,ì.13 fo1·za o d1 giungere al suo proprio scioglimento. .\ Uraque come a Picasso tu imposbibilf.' limitare le Joro facoltà creutrici alle prime conqu istc del cubismo. Per ::.entirsi veramente vivi lu loro intelligenza <love, a isolarsi, ritornare su se iitCb::,a1 pcrconcre J'artc in tulti i i,ensi. Gli clementi ai «1u~li essi sono stati ll'gati quasi acc:idcntalml"'ntc si sono in seguito bViluppati con tutta la mobilità cJclle cose dello spirito. Questo M ilup1>0 ha a, uto luogo, checchè se ne di(.-a, bU un piano etnico che li diffo- ~n;,Ja scnzu posa. Ciò che 11 distingue, innanzi tutto, è il sentimento dcll'av\'entura. Per Picusso non ct.istono felici limiti pittori<-i. Egli assorbe e mu$nificu. \Ulto nelle sue stcsia.e emozfo01, egli effonde su tutto jJ colore del suo splril1l, diffida della fonnu ristretta che :-.i oppone all'ideale. Sin d'allora tulle fo .Jv,·l"'nhirc gli sono consentite. Si crederebbe ch'egh si proponga di realiz- :1are <1uèlo che vi è d'inespresso e possibile nell'arte spagnola, fermata, si può dire, clall'in, asionc dcJ nord e dall'invasione moresca, prima che aVC!,,SC potuto esprimersi l'Omplutamentc. 1-:rreui, amc-r.te, per quanto lontnno si f,:Uardi ndl'urk spagnola. non si t1·0vano 1.:hc opere che sono come una <.rea..:ione !,,C11zn maturitù. llisogna che un giorno o l'altro quest'arte trovi In MHI piena tealizzazione. Braqul·, invece, si domnndn: a dHt vale il nwgl io? Tro, are un :.litro senso. ~coprire un nuovo ritmo per la pittura, o in~ell;uirc• le cii,·ersc rorme di compinu~nlo' ~ino n oltrepassare la po(enz,, ili tratformnziom· delle cose? E mal, 1,:rudo l'ineidiC'sit~, di cerli consigli, egli. dnunt:ia a delle corone che non ~em1,rano l",~n~li destinate. . In Pkasso le fughe nel mondo della indu..:ione non s011<1 :iltatt.> do,,utc, come si ,uol fai· credere, a un senso di disin• \'oltura ma ad unu ncccss-itù come t<'si..uta nella trmna elci suo spirito. E egualmente una necessita dello ,-.pirito che spinge Urnqut! 3 diffidare dell'estrema ,wventurn. t anche più di una neccssitù dello spirito, è ,urn neces- "'ità di rnzzn creata d:J una Junga tractizionc, dall'insieme clelle opere d'arte delle gcnt'razioni precedenti, di cui i pensieri e i sensi sono stati emozionati in modo particolnre dn determinate 1:ondizioni etniche. Sono queste emozioni che le generazioni si tramandano e <.-h~ Jetern1inano la costante sp1rituolc e sentimentnie di una razzo. Quale altra spiegazione dare a <1ue• ato eterno allontanamento di Picasso dalla forma ch'egli c-onquista, che Vinfluenza dell'ideaJismo spugnolo nato dal perpetuo contrasto <'On la vita esteriore e Ja ,·ila mistica, quasi ideale? Vi è, nel pensiero di Picasso, spnLiantè \'erso l'ideale, tutta Ja tristezza deJlo spfrito che si avVentura lungi. dal presente. ~on vi è una delle sue tele che sia pri\'a <li <1uesto dolore radicato all'umanità daJl'injzio dei secoli, e che: non fa che acuire i1 susseguirsi delte età. Sentimento che rjempie l'uomo di tristezza, ma che, altrcsì, è il segreto della sua grande fortuna. Braque sembra indenne do questa rn~:s:q':~tu~!:e :i 11 i~tr%~~zz~t!j Jt benso e d'intelligenza. Egli sembra tro- ,are la fine dj ogni cosa nelPapparenza materiale degli esseri e degJi oggetti, nel mo,,imento continuo che li attraversa e nel sentimenti che essi suscitano in noi. E: particoJal'ità dello spirito rrancese di non accedere mai od una vita superiore se non fotercssan• dosi a tutto ciò che ci circonda, di profondamente cswninarsi e di scegliere io sè ciò che vi ha di più .forte e di costante. Anche Braque si emancipa dot riserbo che fa nascere la perplessibi costante delle concezioni solitarie, men~ tre Picasso, che nutre da( lato dell'ideale le energie le più cli.-crse, non si emancipa mai. Poic:hè dlt 11uesto lato non vi è nè fine nè sfogo. Per <1uanto grandi e multiformi siano le sue. GEORGBERSAOUE ~ h/,dlaia j1,ance6e (Oeorges Braquc, I926) Fondazione Ruffilli - Forlì C.'l•1l<1ui.~tc 1 egli l'on:,hlcrcrù scmprl! lo -,fono iniziai<' (ome opera compiuta. '-e dcrh a du~ la matHin artisti<:u di Pi,·asso ~embru tal,olta inacccssibifo per un'c•strema labilità. \lu questo und~ggiamcnto indefinito del pensiero, crea, c<1me nelle opere d'Oriente, un potente mcz~o di suggestione delle idee c:he l'arte non può compiutamente e- :,priinere. Prendete invece un'opera di Oraque: la suggestione vi si trova ma nel. l'estrcmJ limite dei mezzi J>ittorici che egli si permett(' raramente d'oltrepassare. Vi si trova continuamente la misura del gusto, un elemento <li qualiti\ senza cluhhio, ma \Il\ elemenlo che gll impccliscc di raggiungere quello stato nel quale l'umanità, che sta µrendendo coscienza di se stessa, re.sta confusa con ln vita indeterminata che ella suppone. Lo svjluppo intenso, unico, del talento di Picasso. uno svHuppo indipendente e che non subisce inrtussi di sorta, testimonia unn meravigliosa. attività d.i spirito, capace d'ogni specie di acrobazie. t la provo d'un temperamento che deve .;estere qual'è scnzu concessioni di sorta al senso comune. L'amornlismò è la sua legge. Non può C!-isere altrimenti. Che la riabilitazione morale del mnrchese di Sn<le, pntrocinah,, qualche tempo addietro, dai nostri amici surrealisti, lo abbia <1\rnsi irritato, non c1 deve meravigliare. Se si segue il cammino della sua passione e del suo temperamento, non ci si preoccupa molto deJ suo risolversi morale. La coscienzu che s1 intuisce nelle ricerche minuziosissime di Draquc, precisa, at contrario, in lui 1a preoccupazione della rcsponsnbiHtà morale. Per Broque non è suHiciente prodigare i suoi doni, di essere soltanto morale. Bisogna inoltre tener conto in una certa misura del senso comune che non deve. essere contrariato violentemente e elci mezzi pittorici. Bisognerebbe concludere per Picas• so che n forza di muoversi nell'astro.t.to rimane al di Fuori dcJ concreto pittorico. Allontanandosi completamente dalla materia, Picasso ha il dono meraviglioso di poter\'Ì ritornare al momento giusto per trovare l'espressione ma-! teriale del suo ideale. Lo spirito che a,1e,·a oltrepassato l'ordine naturale si upplicn subito a cercare gli clementi. sensual.i di colore e d; forma per farne gli interpreti approssimativi del suo spirito. Per ansiose e astratte che siano. le sue ricerche, egli ha la fortuna di possedere questo senso acuto di di• "inazione, al punto di conoscere perfettamente Ja materia e di ricavarne delle indicazioni per il suo sogno. Edgardo Quinet scr1,ieva dj CristoCoro Co-· lombo, che «la sua scienza si ingannava sovente. ma che egli aveva un modo di stimare immediatamente i più pie• coli indizì delPapprossimarsi della terra dal passaggio d'un uccello o dal vagare d'un alga. Sembravn essere, più degli altri uomini, vicino alla natura». N0n v1 è dubbio che più ci si innalza: nell'ordine spirjtuaJe, maggiormente ci si avvicina alla natura. La più vasta conoscenza implica la conoscenza della, irealtà e il potere d1 -anticiparne Je manifestazioni. J Nondimeno l'ideale la vince nelle opero dj Picasso sulla materia. Personaggi e cose. non hanno io tondo un interesse molto materiale. Essi sembrano giunti per uno strano potere dagli estrcmt contini dei mondo della matcrfa. Essi assumono .importanza in quanto Pi• casao ha saputo immobilizzarli per un istante, metterli jn rilievo renderli in qualche modo jdeali. Risultato difficile e cbe ha }>isogno d1 tutte le risorse poetiche e allusive che Pjcasso impiega a tale scopo. Quello che importa a Braque non è la sua situazione in rapporto af mondo ideaJe, ma il soggetto, H suo cnrattere e gli S<t'!isiti stati d'animo eh& ne derivano. Egri si bea nelJ'attacarsi al soggett-0 1 a mondarlo, con un Jungo studio, di ciò che può rimanergli dt inutile e d.i triviale. Con Braque il soggetto è la poetica del quadro. Egli crea il r'itmo. Da ciò i suoi ritorn~ sullo stesso so~getto, le ricerche e le raUinatczze rmnovate senza poso, l'e,1uilibrio dei toni pazientemente ricercati e sovente abbandonati a( primo saggio. 19

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==