Pattuglia - anno II - n. 5-6 - mar.-apr. 1943

CJll\lDORE EPEl\ISOSITll' L '1.\'TE:HESSE di clu si accinge a scrh·erc di Alario ~ovaro rjmanc, ine, itahilmente, d_h·iso in due diverse direzioni: la Icggendu di una rivistn . - la « Bivierrt ligure» - e Ju vOCE; cli un poctn-Ulosofo. Della rivista ci rimnne un ricordo tra nneddoti<'o ed eroico. Anedcbotico, tra l'altro, per la spassosa creazione del ~ignor Geribò, lo scampo della redazione nelle questiolU diUicili e delicate (t1ucl Ceribò che compar,e in « Plausi e botte » d1 Gfo,,anni Boinc in occasione di un ameno concorso per ,:iccett.are o no uno proposta dj co!Jal>onnionc. e all'esistenza del (luule 1>re• i;;lerù lede Dino Campann); eroico per- <'hC scµna un'tturea stagione delle nostre lcuc1·c. un quasi festoso accorrere di J>Octi e di scriU.ori, parecchi dei <1uali fecero le loro prime prove sulle pagine della rivista Jigure. li poeta è tutto Ìn «. .Mur.muri e~ echi • <l1 c.-ui llicciardi e:i ha dato rC<'c.::ntcmcnte la Va edi;,,;ione a trenta ,anni dalla la. Del mancato interesse del Serra a quest'opero scrisise il Jloine: te ... qui in l. .i~uria .ci stH rra gli altri anc.he ,\Jariu '\ovaro di cui ollorn Serra a .. \CHI il do,,erc d1 dire. Perchè Ja cronaca hu pur pnrJato di <1uestì « ~lurmuri ed echi ,- .i quali non hanno certo i1 nome, la borghese. diffusione. delle no,clle di Zoccoli, ma è mia opiniono the sopravviveranno d'un pezzo a c1uet-tu roba... .. ( •· Plausi e botte~ pag. 169 . l~d. Guancia). Che il Ooine non nvessc torto, p<'r lo meno non dct tutto, - il nome d1 ~ovaro è affidato H poche nrn freschissime liriche - è oroHt1o duJt'aUcnzione che J>C'r queslo poeta ebbero i ~ritil•i più moderni (ud e:-.cmpio Carlo Bo in • Otto studi ,. - 1:d. Vnllecchi) e dal rmorc con cui è ~tota m r-olta la rccenl<' ristrunpll elci '-UO ,oh11nc di poesie. 1 I.o stat..u d'animo da cui nasce \.,. poesia del '\o,•aro è una pensosa tr.tstczza, · un candido stupore per le hl'llczzc ed i prodJgi della n(1tura, un 1-tenso quasi d1 sgomento dinanzi nl mistero che governa le cose del mondo. Questo senso, intimo e raccolto, que:;t'inquietudinc si d(ondono nel pacsnggio della sua Liguria, nella natura ril'ca d1 simboli e di voci per uno ~pirilo ansioso e contemplativo. Tali: euralleri denunciano, nella loro evj<lenzu, l'umore scont.uto per due poeti: Leopardi e Pascoli. L'influsso del primq sj sente in certe se(lucnzc d'inlerrogati\'i. ehe si esalnno senza eco nell'immensitù clcll'unj'"erso, ma soprattutto nel dialogo « Notte i. in cui è man.ifcstnto il suggerimento delle • Operette mor~U ,. . l.'attegg.imnento affettuoso e accog.hen!e per la voce de, secondo, si unnuncin già nel titolo: i • murmuri ,. e gli • :echi ~ di una natura immersa in una. arcana solitudine, lurono gh\ i temi ~ gli inviti all sensibilità poscolinna, Non che la lirica del Novaro manch, di uno fisonomia personale o risulti da un'ispirazione un po libresca. L·cs·pe• ricnzo di lettore - e abbiamo dett..o, per il nOs·tro, su <1uali tcsU si ~ esercitata - non esaurisce 1a propria validità nell'educazione del gusto, ma ha un'efUcacia decisiva per un'at• tenta ricerca che conduca ad un'intima, e sicura scoperta d,1 sè. Perciò le coincidenze di motivi incLlcano, nel Novaro, quasi soltonto Je_ afrinit..à elctLi\'c con poeti maggiori, un'adesione intern e spontanea al loro mondo poctko~ Molta di c1ucst:a poesia nasce dallu estetica del F'anciullino: quel candore, quell'entusiasmo che lascia sulla pagjnn la sola traccia d1 unn sospensione esclamatfra, come uno sguardo smemo~ rato e lontano, ne sono i segn,1 più certi, \la vi sono liriche che ,·ivono fuori di tali limiti e si propongono non solo come esito eh un impegno, di una ricerca di stiJe, ma soprattl1tto come risuhato di un'attenzione ripiegala su di sè, un modo ))articolare di ascoltare la ,·oce del proprio animo, cogJien~ done le reaziom alla suggestivit..) di esterni richiami. « Sospfro »: S,0 mpn• un sospiro nuovo mi rt 0~terù nel cuore poi <'l,e--,m:i l'alba fo uidi <tll'orìeute /fa 'luna che i11 ·m<tre t,mdl'vo louguida lrwm, ,li 1111 ~ogno dì m<1ggio. gli n<:cél/1 trn le rame dei pini uncc,ro muti aspeltovm10 il giorno Jn quet quadro cosi disegnato, eppure djscreto neUa sua evjdenz.o, si sente la gioia per una riéuperata innocenza, un dolce nbbnndono ad un~ immagine C\"OCUtiva. l\la quel piacere è tcmpèi·ato da un lieve sospiro - du~ a~:~: nusc;h:1 c~l;~~is:~st~!~!~~z.i~lel!t~ unn gfoia soltanto rinnovntA. e ritroniu\ nclJn memoria. Del resto riesce uss1.1i dìfficile, per non dire impossibile, isolare, tra le rnr1e espressioni cli c1ue sta· pocsfa, i momenti di umt Ielieit..i intcrmnentc goduta. Le forme e I<-' immagini del paesaggio lit,~re - l'incanto deJ .suo mare, J'armonin dei colorì tra il brivido degli ulivi al sole, il ciclo che si colora di mirora salvano il poeta da uno smarrimento pcn<Jso, lo allontanano dalle occasioni! del suo tormento meditaW"o. Il quale, però, ha unn stessa or1g1ne: quel candido aprire gli occhi sulle cose del mondo. Perciò i limiti - da cui risulta definito il c1uadro esterno di questi\, p1.1csin - entro i <1uali avviene l'alternarsi deglJ stati d'animo, rimangono in\'ariati. lf trapasso dipende solo clatlo spostarsi det poeta nel suo angolo visuale per una d1\tersa d.isposizione interna. Ma poichè l'oggetto dnl quale gli provengono Je sollecitaz1oni al suo discorso poetico è sempre quello, con In duplice presenza <11opposti richiami; ecco pcrchè la consolazione dei suoj rapimenti quasi sempre si spel'de i11 un'ansia senza scampo, ora appena nrt1colatn e sommE>$Sn. ora insistita, fin <1uasi all'esasperazione, sul ritmo dl uno sfogo meditat1vo. L'abbandono a questi momenti, però, non sempre consegue ad una non abbastanza valida resistenza: anzi d sembra che ne1 Sovnro vi sìa una condiscendenza aperta e compinc.iut.a ad obbedire a tali inviti. Ma quando riesce a supct"arc ogni ambizione riflcssiva 1 il ~ovnro ci orfre le pagine migliori del suo diario intimo e poetj<'o: Stretta proda d'crbr, pende sut mare con scabri ulivi /rontlodo,-gento Pascolano l'orÌ<I prirrwverill• magre far/alfe nell'o,lor di timo. Qui la sintassi, specie nella secon-· da strofa, è più sciolla, più libera da modi convenzionali: il suo mo, imento e (u sua qualitù s1 detcrmin:rno in una dirczfone tutta moderno. Un ttltro segno dell'attualità di <1uest..olinguaggio, ma forse fuori di un'intenzione dichiarata, sta nella polivalemr.a di certe parole: \ Fondazione Ruffilli - Forlì (Oeorgc, Braque, 1926) in cui la .:vjtu» non è solo uno part.o del corpo, ma a.oche la condizione d'esistere. E quell'andare ~abbracciate alla. vita,. di .:due ragazzette» rappresenta in un ordine aJJusivo, la forza di un legame all 1csis'tenza, la gioia di vivere di una goduta e spensierata giovi• nezza. • Ma uno dei momenti più lelici dell'espressione poeticA del ~ovaro rcstu, forse, questo inizio: l 'cce/lin chP 11011U vedo, doi:e <'cmlì cosi /ielo? ruvido f'arfo, nudi i rami, ,mcora è inverno, e tu già r<mli?. Quell'aria .:ru"icln» riscatta 1 sin pure in p.nrte, molt..i degli inclugj ra1 ~ionativi delle sue ambizionj filoso~ l'ichc e certe SJ>.ietalc e stucchevoli in~ sistem;e onomatopeiche o esclamative del pe~gior gusto pascoliano (si veci~,. ad esempio, 1n continuazione di .,.A Cellino » ). Il dono di quella pa~ rola, fermata nel rnpido e vario [lujre dei sug~crimenti del linguaggio, ha il , alorc <li una scoperta: una verg.in.itù ritro,atn e restituita nlla parola. Questn attenzione al valore delln lingun e del linf!_uaggio l\ forse più visibile nei seguenti costrutti: f; l'alba: incantato <1pp"r;zio11e del mondo! ••• e- ,•ergine l'olba /remò fii irraggiungibili doni. \ "è in quell'impazienza di un av"i<\ felice, anestnto all'orlo di una stu_. pita sospensione, ma continuato nena: sua intensitù d_j segrete allusion.i, unn consape\'olezza per il cvalore del Linguaggio poetico, per la suggestività delle pnusc - e <1u1 entra in gioco unu lettura attenta a COJZlicre la cont.inuitù, della «voce,. oltre una grafico sospen• sione - che richiamano le µoetiche di Ungaretti e <11 Montale. E per <1uesto grado di civiltà e d~ c-oscienza artistica, e per Je più felici espressioni del suo canto, noi ricorderemo .\ la rio ~ovuro. RODOLFO MACC/JIOJVI @0Pr!c'tfe mtflct1e n Woll~r Honrhi Si costringe la noia tra il rosario la lampada schermata e le memorie. Diseredo i colori. Dolce sangue dalle vetrate. labili traspare, una voce lontana contagiosa screpola l'ombra azzurra: • A f)njepro1 petrovsk ... • I la c.,fce insiste e il freddo riaffiora: non pioverà nel giorno delle esequie. CANTO DI MEMORIE /. CP . ~C/ rtt ,,..Lttctano. !2/f"'iia, ~ o~ !h~~!~ 1 ;~~~ st.~~!:~i Jet 5 ;;;:} po, meglio forse, della nuova sensi• biJitù moderna, e fac.ili sarebbero anche i richiami ai modi di questo o quel poeta contemporaneo; ma •a prima osservazione non inficio punto, o quasi, la sost.anzo poetica del nostro (ci sia permessa una tare distinzione di lorrnn e contenuto) e conseguentemente soltanto occasionali e superficiali risultaÌlo i richiami cui accennavamo. Vorrei cioè porre in rilievo come Ja poetica non risulti in Jui esoteri.cn. 1 mero fatto di cultura, ma permeati\ da un sentimento sin9ero, ne costituiscll alla fine- l'espressione migliore. La riprova se ne ha nef fatto che non si · produce mai quell'oscurità, a volte ambigua e mo.scheratrice dell'insutricienzo. poetica, e momenti oscuri in lui si possono dire soltanto quelli impoetici. Questa, chiamiamola così, l'esperien• za ermetica di Serra, che è solo un momento nel suo breve e pur denso s\'ofgimento poètico, quale ci è dato rilevare eia <1uesto suo prhno libretto: centrafe direi, in senso cronofogico e cruciafc anche, feconda fin d1ora. Ern partito dn una poesia di situo.- zioni di moti di cose, iJ contrario insomma di quella sintetizzatn On Mn{- farmé, fatta cU suggestioni, di cauti suggerimenti di oggetti: qui tutto et·a dichiarato, castamente, In poesio ~ra. tutta <JUindi nella delicatezza delPcspressionc, nella scelta C! nella colloc•azionc <.k•gfi (\~gc-tti nominati: « Il <Jr rei le, p"ce delle cottedr<,li dagli imme11$i sile11::i, il trC1Sparire estatico dei scmti _.mlfe duìfane c-etrote ... •. Questa semplicitu di situazioni ù H suo primo dono, lievitato da un tenut~ canto: scntiment.almcnte, già una aspirazione (vorrei fa pace ... ), che presuppone una sofferenza non tanto forte però da togriere il desiderio o, che è Io stesso, il rHugiarsi Della nostnlgia delle memorie: .: ~li bn1cia sempre il tuo ricordo, o Reggio ~, con quei' due bei versi concfusiv.i: « venioano dai prati anrnre voci, gritfo di don,ie al mio nome ,- così lontani nella memoria. Ma non sono i ricordi il nucleo fondamentale, come falsamente potrebbe suggerire il titolo del libretto, per~ chè la presenza della soUerenza ha il sopravvento sulle aspirazioni e sui. ricordi 1 prendendo n considerarsi ecl analizzarsi. Capita qui l'cspericnzu ermetica cui accennavamo in principio, :1ccompagnata appunto dn questo complicarsi del ~entimento: e forse sono tutt'uno. Una certu insincerità poetica che ne deriva è frutto cli un prepotente sentimento in cerca <li espressione, privo della nc-cessaria ispirazione: ma niente escuritì1 intenzionale dj cultura (così i ,·ersi: • L'ombra mi reca a spiagge dolorose, - grigie lacrime piango, ecc. ,,. sono puramente indicativi). . f: questo però i1 momento più fo. ('Ondo perchè la Uriw più liberatci. l'ultima, non si può pensare senza di esso: conquista di un linguaggio scm11lice, ma. più intenso: « Afuot•e <11/'e~ilio di mia uito ignote dolce:::e il cerchio tiella luna ... » ecco il ,·ero nucleo sentimentale: un'esilio doloroso 1 non in cercn di un letterario limbo, ma umanamente sofrerto. .. Il solitario fiume riconduce polvere di silenzio nel mio cuore e le gelide nubi alle. infinite obliose montagne errano stanche, memori forse delle hianche stelle che l'angoscia 11nsco11de ». Serra si compiaceva di chimnarfo il suo nuo,·o ranw,Jti<'ismo, ma forse fa poesia, quando è presente, è meglio non de!inirfn: basta a se stessa, da sola. STEL/O MA/11'/.VI 17

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