LONTANO ~UL lD)ON iomBa il ca11uao111iJ XXX ottobre LA mattinata è un po' <l.iaccia; un vento sottile e freddo mi sferzo. il volto arrossato e piccole calde lacrime calano giù dagli occhi che cercano di sfuggire a.I barbagl.i? ~el so~e già al~ :c~~~~~ot~~~ r::~~~ 0do~lrov~:lopj:~ (iciente, tanta ricchezza e tanto sciupio. Poterlo mandare a casa, potessimo almeno utilizzarlo noi. Gli scavi continuano e sembrano più fortunati: compaiono ritrose e pudich·e alcune grosse patato e sotto quelle delle altre ed altre ancora; è il pozzo delle patate, è la cava delle patate 1 è la m.ini,,cra delle patate. La voce si sparge in un tam.po. In uil lampo tutti i miei artiglieri sono nel piccolo orto a sondardarlo, a sbudellarlo. Zappe e vanghe e bad.i,li e gravfoe che si alzano e si aUondano in una sdntil.lantc cqngcstione. Come li han trovati tutti c1uegli arnesi? Per far le piazzuole, ricordo, lavoravano uno olla volta, perchè c'era un piccone soltanto. Per fare j rifugi antischeggie ci son voluti due giorni sempre perché mancavano gli attrezzi. Strano, ora tutti zappano, tutti scavano. Strano davvero. La miniera ha fruttato circn otto quintali di patate poi si è esaurita; un'altra piccola buca ha !ruttato trenta uova ed un vaso pieno cli burro; lo squarcio di un artigl.iere più insi• stente e più cocciuto degli altri mette a nudo una cassa e dalla cassa escono come per un gioco di prestigio, una pelliccia, un paio d.i scarpe ed indumenti vari da uomo e da donna. E tutti intorno a vedere, a toccare avidi. E' tuttb è buon.o, è ottimo, è magnifico. e Questo in Italia ... » e non finiscono lasciando capire con un sorriso d' intesa che <1uella roba li in Italia sarebbe un valore i.nunenso, costerebbe un occhio delJa testa. Brutto vizio abbiamo noi. Come se in Italia si fosse morti di fame e mancasse tutto o quel poco che c'è fosse scadente e spregevole. Da sotto le travi di una stamberga COLONNE MOTORIZZATE IN MARCIA VERSO LA VITTORIA cola casa forzandone i vetri non sempre intatti che rabbrividivano e gemevano sotto la carezza gelida. Il primo assaggio dell'inverno. li dorso della mano sale ad asciugare una goccia che si è pOl'fatu indiscreta vicino alJ'oJ'CCChioe gli .In il solletico. La mano è nuda ancora e bianca e delicata, fragile quasi nel suo pallore. Per quanto tempo ancora? Tra non molto bisogneril aprire la cassetta degli indumenti invermùi e la Jl)ano bianca e !ragile scomparirà coperta e deformato dai grossi guanti cli lana, lana dc!J' Italia. Lana grigia, lana marrone, lana bia~ca: che importa? è lana, lana del m10 paese che mi proteggerà dal freddo, il freddo della Russia. Ed anch'io rabbrividisco. ME\ non è il ventoJ non è il freddo, forse soltanto il pensiero; il sole mi accarezza e pare che una piccola, tenue, lasciva tiammella mi stiori lentamente il corpo. Mi stiro voluttuosamente le membra rannicchiandomi per poi t(mde·re il corpo, il volto, le br11ccia nude ed abbronzate ul sole, felice. Ln vita è be.lln. li sole splende, La vita è bella· il cielo è azzurro, limpido, sincero 'come in Italia, la vita è bella. La vita è bcUa mo·rmoro, la vita è bella dico, la vita è bella cauto. Mi sentono i soldati intenti a scavare nell'orto vicioo e m.:i salutano e mi dicono « 13uon giorno signor tenente ». Ouon giorno, così, sempliccme~te, come si dice in ItaHa, da borghesi. 13uon giorno, buona notte, buon appetito: stra.ne parole che producono un curioso effetto ~otite e lusate qui in Russia neUa terra dei Co.sacchi, qui dove non si vedono che case abbandonate, campi abbandonati; e scassinamento e distruzione e ~compiglio, in un disordine selvnggio e rabbioso: selvaggio !!ome ~'ord~ sovietica che è passata prima d1 noi, rabbioso come l'orda sovietica che, in- ,-------------------------------,;i 1,eguit'a du noi, l'ha dovuta abbandonare. ~ I soldati continuano a frugare, a scavare nell'orto calpestato e rapinato. Lo so, cercano patate, le grosse e bianche patate della Russia che completano ed arricchiscono il frugale rnn- "'1REDEVAMO di essere stati abba- A meno che, per riooluzione e sicio: queUè patate che poi fanno cuocere '-.I stanza chiari, nell'ultimo numero di stema:ione avvenire non si voglia intenin bidoni, in secchi, in diatte, .inf reci- « Pattuglia :.• accennando ai punti es- dere l'imposi=ione di r,n sistema gid pienti di ogni specie e ogm orma, arrangiati chi lo .sa, come, chi lo sa dove senziali e alle ragioni decisive che ci preparato e finito in ogni suo ingrae chi lo sa quando. spingono " porre al centro della con- naggio ai vari complessi nazionali che Scavano: .mn il piccolo orto non può cezione fascista una visione na:iona- dovranno entrare per /orza di storia in offrire nulla più, saccheggiato com'è in d 1 · un'orbita imperiale. Ma non d da eretutti i 'Suoi angolini. Eppure continuano Ustica. Afo pare, secon o a cum no- h a scavare ed affondano la zappa giù nel str( camerati, che ci si debba limitare dersi piutlosto e e un sistema possa terreno leggermente sabbioso. « Ma che in proposito a un «sano e illuminato pa~ avere validità in alcuni solo dei suoi state cercundo, il tesoro degli Zar? )I triottismo », che è poi un termine molto fondamentali principi, soprattutto mo- « Eh, signor tenente, non si sa mai ». vago e molto gratuito, che non sorte rali, e che le caratteristiche margiEh mi solrrid_ono coni un'arMia. d' i~~sa altro effetto se non quello dì confondere nali e particolari debbano al contrario c e mi ascia perp esso. 1 nvvicmo subire un intelligente adattamento alle proprio ìn tempo per sentire il col~ maggiormente le idee. Dovremo allora po un po' soffocato della zappa che si ribadire e precisare la nostra posi- diverse esigenze di tempo di luogo e cli è fermata Il a metà e non vuole an- tradizione o altro, sl da non condurre, dare più giù. Un sasso, dico, ma so :ione al rigua rd o. come indubbiamente accadrebbe altrigià che non può essere. La buca allar• Abbiomo parlate> di nazionalismo per mentì, a uno smorzamento delle singata in un lampo rivela ngli occh.i ~oi, e di nazionalismo per le altre nacuriosi, avidi ed impazienti una gros- zioni dell'ordine nuovo; ni cònviene in- golarì capacità di iniziativa? E tale sa. cassa rettangolare, di legno, listata sistere sulla nostra convinzione profon- smorzamento non vorrebbe, di conset,rasversalmente da striscie di lamina da che la rivalutazione assoluta e di- guenza, una netta e deUneata reazione sottile che d.isegnano tanti piccoli rom- a scapito della generale armonia? bi: la cassa immancabile in ogni casa remmo esasperata delle caratteristiche t opportuno, prima di affermare che ~s::~~~!~sta«G~~~~I~ p:ri!"~;~ni:~: produtt/r.,e di ogni na:ione possa essere la tradizione, lo spirito, la cultura, la è un po' delusa. Infatti c'è del grano, l'unico perno intorno al quale far fun- razza, la mentalità d'una nazione costiè piena (ino all'orlo di grano, di un :ionare il sistema. Perchè se o rd ine tuiscono idee del passato, riflettere bel grano, del migliore, dicono i miei nuor.,o vuol dire giustizia, soprattutto molto attentamente su que.-;ti interrogaartiglieri che vengono daUa campagna distributiva, nessuno ci potrà negare tivi. E come · possiamo concepire una e se ne intendono. Ma sono più de- che -r dare ad oanuno il suo posto d t. ·t . d' lusi di me. Grano, sempre grano, dap- ,,., :i. potenza e una pro ut ivi a un paese pcrtutto grano. Fossimo in Italia, mo dovrà essere presa in considerazione la se non in funzione specifica di tutti qui, senza un mulino, senza niente... personalltà di tutti. E tutto questo, questi elementi? li fatto che poi ora Grano, robaccia! e si rinchiude il pe- checchd ci si dica, non i un attaccarsi tale potenza e tale produttività vensante coperchio, con !orza, i n d.ispettiti. al passato, ma è solo un rialfermare gana rivalutati maggiormente i,1 funzio- Grano, grano che noi disprezziamo, · che buttiamo via, grano a quintali nelle un'idea eterna e fondamentale di com- ne generale di un ideale corporativo e case, sotto terra, nei rifugi del- prensione mondiale che non d mai stata collaborativo pretlomente fascista, non le staUe. Grano da buttar via. E ri- realizzata, e che può raggiungersi solo deve far dimenticare la necessità insomango li a guardare pensoso la cassa trasportando una concezione squisita• stituibi/e delle anteriori premesse, ma che pare avvilita dalla noncuraoza sde- . d //'. d' . solo rendere sempre più evidente che gnosa dei soldati Mi piange il cuore: mente corporativa a interno , ogm a casa vivono con un etto e mezzo d.i singolo Stato alla più vasta applica- la formulo può chiudersi esclusivamente pane al giorno e qui dove il pane non zione internazionale. con l'integrazione dei due fattori. manca, chè la razione è più che su(- t..~------------------------------E FondazioneRuffilli - For vien tirata su un'altra cassa ed altre ne vengono scovate nelle case vicine: stivaloni di felLro, pastrani, fazzoletti, biancheria, una coperta imbottita e un'altra pelliccia. « Pelle d'orso > dice uno. Ma no, è pecora, soltanto pecora. Però ha un bel peso ed è morbida ed ha una carezza calda. « Questa roba qui, d'inverno ... ». I soldati pensano ,all'inverno e se ne preoccupano. I soldati sanno che per Natale non saremo a casa; quest'altr'anno, a primavera, forse. E provano lo pellicce ed i cappotti scom1>aren<lovi, e"Jormi e goffi be• stioni che destano il riso. L' inverno, l' inverno in Russia con Je sue nevi, con i suoi venti, coi suoi quaranta gradi sotto zero. Quattro me.si incappucciati, infagottati, rintanati. In Italia soltanto un po' di neve che serve agli appassionati per andare a sciare, a.i ragazzi per fare le pallate e ai frequentatori dei Bar del centro per godersi lo spettacolo di qualche ~ivolone non contemplato nel programma d.i un giretto sotto i portici, tanto per non perdere l'abitudine. « Ma questo rumore ... >. Tendo gli orecchi e mi accorgo che viene dal parcheggio. Mi av,,icino; il rumore si fa più distinto e meno sordo: sembra qualcosa come una ruota che :striscia e corrode, un rumore un po' cupo che procede con diHicoltA, improvvisamente tace, riprende più liberamente, monotono o lungo andare. In un cerchio di alberi stanno seduti i miei autisti. « Si~ gnor tenente, oggi vi faremo mangiare gnocchi di patate». « Si, bravo, e lo farina :. ? « Eccola signor tenente » I... In una gavetta c'è qualcosa di bianco, le loro tute blu sono chiazzate di bi.an• co e in terra anche sembra sia stato disteso u11 leggero strato di gesso. Farina! Gli autisti hanno trovato un macinino « scassato », gli hanno ridf1to vita con qualche... vite e qualche ruota ed eccoli girare a turno, con lena, pCJ· fare la farina. Il filtratore della nalta ancora nuovo fa da setaccio e la Iarina esce bianca ed impalpabile proprio come la... farina. Gnocchi di patate: il mio piatto preferito. Gnocch.i di patate per il mio onomastico, gnocchi di patate per il mio compleanno, gnocchi di patate per tutte le mie feste, gnocchi di patate per il mio ritorno a casa. E vorrei dire di no) i gnocchi li mangerò in Italia c1uando sarò tornato, so1tanto allora. i gnocchi che la mamma mi ha promess~, i gnocchi della mam• ma, la mamma che mi aspetta e prega e piange. Soltanto allora al mio ritorno, in Italia, a casa mia, devo mangiare i gnocchi, quelli che le sunt.e moni della mamma mi prepareranno tremando di gioia, poicl1è sarà la mia fest..1. allora, la più grande, la più bella. No, non preparate nulla, mi sembrerebbe di tradirlo la mamma, mi sembrerebbo di guastarle un 1>0 1 di quella gioia sovrumana, la gioia di preparare il piatto preferito al figlio che ritorna dalla guerra 1 dalla guerra ca1>itc ! No, niente, non ci riesco, devo dire ., si, va bene, sentiremo quello che sapete fa.re». L'offerta è troppo spontanee; c'è l'entusiasmo, c'è la gioia cli potei· offri.re aJ proprio uUiciale un piatto che da tempo anche Jui nòn ha potuto gustare. C'è la gioia di offrire nella voce, sulle labbra, negli occhi. Dire no è impossibile. Bisogna aCi!ontentarli questi cari ragazzi, non si può. E umiliarli con un rifiuto, non sì può. E domani tagliatelle. Benissimo, sentire~ mo anche quelle. E devo sorridere e ridere con loro. « Però, signor tenente, scusate, ci vorrebbe un po' di burro ». « Burro? Va bene, ve lo dò io •. e E non avreste per caso? ... » « Cosa?» « Scusate signor tenente, ma per fare le tagliatelle ci vogliono anche le uova:.. e Ah, ah, ora chiedete un po' troppo. Ma come! gente come voi non è capace di far a.altar fuori le uova?• « Va bene, signor tenente. Salteranno fuori. Stasera gnocchi e domani tagliatelle». Il macinino riprende il suo vorticoso lavoro ed io mi allontano sorridente e commosso. La vita è pur bella: il sole dardeggia l'ondulata distesa d.i campi inoo.lti, it cielo tino all'orizzonte è azzurro e sincero, il vento riposa stanco sulle foglie della piccola boscaglia accarezzando con un sommesso ge~ mito di piacere la miriade di passeri che vi ha cercato rifugio. I passeri. Strano. Anche in Russia vi sono i passeri? Quanto tempo ci mette un passero per arr.ivare in Italia? Chissà. Lontano sul Don romba cupo il cannone. ALBERTO SGRIGNOLI 5
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