Cultu~reallnauovEauropa p Ull. constatando la necessità di sfuggire ai termini di una rigida dogmatica specie pc.r <1uant.o riguarda l'avvenire della cultura e dell'arte europea, ci sentiamo in dovc1·e di fare alcune osscrv11zioni su tale problema, problema dclicnto e diICiciJc come poch.i, poichè se un ordine poHtico economico o sociale può beneficiure di una risoluzione a priori sovente quasi matematica, un indirizzo culturale non può esistere come valido, se non in quanto reso vivo da un complesso di concrete manifestazioni nel momento stesso in cui il piano teorico è !ormulato. Jmpossibilc quindi pensare anche lontanamente a un sistema, a un dettato; impossibile poichè la nascita di positivi vulori culturali è indipendente in ogni caso da esso, ma subordionta sempre al fatto di poter trovare uomint cnpoci di svi1upporU, co11 senso artistico e storico. turale; e non mai, a onta di qualsiasi convinzione esc:lusivamcnte statalista un rapporto inverso. Se quindì noi di preciso, nella cultura della futura l'.;urop0., c1uale seguirà e si creerà, secondo Jc nostre speranze, dopo questo tormcninto periodo di transizione, non sappiamo alt'ro che c1uesto: che avrà la sua base nei più personali e più intimi atteggiamenti dell'animo umana, come unica base possibile per lo sviluppo di tale attività, tuttavia noJ possiamo faticare molto a riconoscere un nostro primato civile e morale appunto e soprattuto in questo settore della vita dei popoli; che è poi il settore di gran ·lunga più importante, fornendo le promesse indispensabili per il succedersi di tutte le altre espressioni dcH'intelligcnza. Del resto. i germi della prossima situazione del pensiero mondiale non sono discord.i. A rigore di esame, non esiste oggi nessun paese che possegga un patrimonio culturale solido, preciso e inquadrato. Epoca di transizione, certamente. Tendenze, molte tendenze, molle delle quali notevoli, più che promettenti. L'ultima cultura francese, la più significativa e certo la più dotata di potenza diffusiva fra quante illu~ minarono l'ultimo ottocento e il primo novecento, ha ormai assunto una posizione di validitù immobile di fronte a.Ila storia; è monumento insigne di un'età, ma quell'età deve tTamontare, pena l'invecchiamento del mondo. Ormai si sente il bisogno di qualcosa di nuovo; il pensiero umano sente la necessità di cogliere in pieno l'essenza del nuovo secolo, essenza faticosamente cercata e non mo.i scoperta. Chi finora è riuscito con maggiore coerenza n forgiarsi un'idea e un costume sono gli Americani; ma tale idea e tale costume non li possiamo accettare, perchè sono b·oppo !acili e troppo esteriori. Solamente noi italiani abbiamo intravisto, mu purtroppo molto spesso e solo a frammenti, un commino invero rispondente ad alcune delle nostre esigenze più profonde; e in uno rivalutazione originalissima della parte migliore dell'intimo sentimento umano, abbiamo ravvisato la strada da battere, in una successione continua di superamenti, poi• chè è virtù magniUca del nostro spirito non essere mai soddisfatti di una p0sizione conquistata. MIONECO: CACCIA TORI DI LUCERTOLE (I V Pr. Bergamo) sogna dirlo, non abbiamo rilevalo, come forse dentro di noi ci attcndc\'amo, solamente la convenzionalità che in gucrra è la sostanza di queste manifestazioni ufficiali, mn abbinmo viste messe a fuoco con particolare chiarezza, in ispecie per merito dei rappresentanti italiani, posizioni per l'innanzi non sempre precisate da una parte e dall'altra. Il dibattito è stato vivace e acuto soprattutto in tema cli arte e dj indirizzo culturale; se, per ovvie ragioni, non si è potuto andare fino in fondo, tuttavia le idee italiane e germaniche in materia si sono profilate con assoluta net• tezza. Parliamo di italiani e germanici, in quanto è sullo base di questi due Stati che poggjerà l'ordine più vicino a noi; i giapponesi hanno problemi più lontani e cuH-uralmente forse meno complessi, sicchè le loro tendenze hanno per noi importanza quasi esclusivamente in Formativo. Crediamo che la nuova cultura non poss,a scaturire se non do una rivalutazione integrale dell'uomo, come rornito di spirito. L'uomo materialista non deve più esistere, per la vita del genere. E, intendiamoci bene, non è una fiducia derivata dal nostro passato glorioso quella che ci conferma in tale precisione; bene piuttosto la coscienza esatta di una vero necess.ità, di un vero e proprio compito storico e sociale, fallito il quale noi avremo fallito la più gran parte delle nostre intenzioni. Crediamo di essere nel vero profes,sando un nostro predominio politico, un nostro raJforzamento territoriale, un nostro miglioramento economico principaJmente in runzione di un nostro primato cuit la responsabilità forse più gronde, questo, tra quante via via ne abbia assunte Pltolia di fronte a1la storia. Tali pensieri che già dn tempo tene• vamo ben fermi nella nostra mente ci si sono riconformati, con un'evidenza più che mai consolante, durante le discussioni che abbiamo udite al recente convegno itnlo-tcdcsco-nipponico. Do"e, biCompito supremo della nostrn Rivoluzione: aiutare l'uomo a ritro,,are in sè l'amore per le . cose belle e per le cose grandi, per il sacrificio e il disinteresse. Abolire tutta la !orma <lete, riore del secolo, che soUoca l'uomo insieme con la somma ingente dei pregiudizi. fare della vita cli c1uesto popolo italiano che crede e spera un modello di fronte al quale gli stranieri debbano inchinarsi ammirati. Creare un modo di concepire la vita. C. Z i( f '- d ,. ~ . .. cli ,,, DaJl'cdttoriole di « Clviltà FascJsta• «, • ~ I <Alea 'l!Q; guerru, ma hn b,so~no ~ UD. o~ !le, d1 agosto: ■ ,.fj .. a rJIJI "' ,.fi staren1;0 per. dire d,1 un autod1sc:plma • No, non abbiamo paura della guer- 1 j V f1 / ; / rfrl/ f. ,. V tra gh Stati; ma d al\ra parte I uo,:no ra. abbiamo paura della pace. No, nuovo. non _sarà bols_cev1c~, non sarà m- ' I 1· cl . . • . , , ternaz1onalasto, mo runarra attaccato Iorsopprnmo già, qui in ta rn, 1e quc- massa che la pace giunga al p1u pre- generale p~r cm_ la volonta dell uomo temente alle idee fondamentali della sta guerra In vinceremoj ma sulla pa- sto. ~n sostanza, c'è una d?mando che prc_tcnde. d1 .dommare ~n elc_mento che sua Patria e della suo Nozione, per ce non abbiamo altrettole chiarezza. urge m questo momento, e d1 fronte alla ma.1 è r1usc1to a soggiogare. la forza il salvamento della civilti\ universale. Nelle grandi guerre del nostro secolo qu~le n_on pochi. rima~ronno imb~raz- di~grcgatTfoe . dell'o_<l.io tra i popoli. Di conseguenza, egli si troverà a dover si costruiscono le fondamenta e si get- zatt, noi compresi: « Smmo maturi per U1sogno convmcers1 _un~ volta pe~ sell!-- contemperare nel suo interno due eletano i piani delle poci avvenire: que- lo pace? • . pre che tale forza e più che mai peri- menti uno economico che gli farà sen• sto non capirono i fabbricatori della Crediamo che l'~sigenza ptù torte colosa ore, n~l secolo XX: se un ~":'J><? tire iÌ bisogno di esprimersi al di fuori « p"ace • del 1919, ed è successo quel ~be de"'.e Pt:n_e~rar~ m questo momento )~ molte gent.1 no!1 ave~a.no 1~ pOSSJb~ta dei limiti sovente stretti dalla sua terra 'Che è successo. Anche perciò sono guer- 1 • nostri sp1r~t1, sia sopratt~tto c:iuella d.~ C?nosccrs1, d1 avv1cmars1,_ e qu1~~ d'origine, uno politico, e aggiungeremo re lunghe, perchè nel corso di esse da prepararsi con profondità di eo- di eh combattere, ora la spmto rnp1- sentimentale che )o terrà sempre più ci sono troppe cose da fare, non solo scienz:a al so~ravve~.irc d~lla fase rico: dissima del p~ogresso, la diUusione d_cl- legato, pen~ la morte spiritualt;, alle in ordine allo guerra, ma più ancora s~t~vo, studiandosi particolarmente d1 la cult~ra, 1) decrescere progressivo sue tradizioni e alla suo idea Nazionale. forse in ordjne ed in funzione della def1rnrc l'essenza e le soprast!uttu': delle d_1s~nze hanno fatto si . c~e tutte Ora: darà origine, questa sorta di susseguente pace. L'Europa ormai, que- del nostro programmo. Perchè 1 casa, l~ naz1om posson~ gu~rdars1 m fac- conflitto interiore e personale, a una sta Europa in cui noi viviamo, è ma- è ovvio, sono due:. o la ~ace .s3:à_ un c10, scrutarsi !1e~l1_?c_ch1, pro_nte a S-0· serie di conflitti tra i popoli, deter• turo per uno studio diretto e sereno, compromesso con I proprJ pnnc1p1, e spettare delle 10.u:ruc1z1ee a riconoscere minati dall'insufficienza nel saper ragsobrio e senza • miti • (e senza po- vedrà l'instaur~zione di un ordine che d~gli interessi neJle _zone pi~ impensa~ giungere un equilibrio? . }emiche e chiassi e considerazioni), chiameremo .urulnteral~, e allor~ notu- b~lmente lontane d~J propri centri cli Certamente, qualora non si . tenga ciel suo immediato domani. Non tanto ralmente prima o poi le vecchie que- vita. Per converso, 1uomo moderno, che conto nell'ordinamento futuro, eh c1uev'è urgenza di vincere la guerra, quanto stion.i ritorneranno a galla producendo ancoro non è. riuscilo. ·in pra~ica, quasi stc due basilari. Noi italiani siamo. fidi chiarire le idee e definire le forze nuove sciagure, oppure si terrà conto di dovunquo, n !Msolvere 11 suo più urgente denti, fidenti soprattutto nella va~t~tà costruttive per la pace che seguirà •. tutto e di tutti, si riuscirà a discri- problema, quello del suo rapporto con di risoluzioni che il nostro sp1rtto Paura della pace. E uno specie di minare il bene dal male e il giusto lo Sta~, ~a io~jviduato ~n~ dell_e ~e latino saprà indubbiarnent~ !ormulare_; assurdo al quale aolo la tormentata dall'ingiusto, e allora solo c1è speranza caratter1shche più essenzrnh e più v1- fidenti perchè siamo convmh che noi, essenza cli questo nostro secolo po- che un lungo per.iodo di benessere si ve, determinato dal diritto e dal dovere come sap~mmo trovare vent'anni fa la tevo portare. Paura della pace: che è apra per la vecchia Europa, per il di produrre. qualcos.t. . parola nuova per le nuove genti, ancora oramai sentimento spontaneo di chiun- mondo. E ben chiaro allora che questa aspi- una volta avremo chiara nella mente que riesca a Iigurarsj e a penstn·e una Non. è _qu~sto, intend~am.oci_, un razior:ie nobilissima . dell'uomo ~oder- )a Legge. . sistemazione politica universale, pau- preventivo p1et1smo verso i vmt1, che ~10 1 eh p~od~rre per 11 bene: ~ltr~1 ~ per Ma gli a:ltr1? ra che nasce da una riflessione pro- dovranno in ogni modo scontare la loro il proprio tn tutte le ram1I1caz1om del Paura della pace, come teme lo fonda e maturtaa, al contrario del su- insufficienza di fronte al cammino della lavoro e della cultura, non può conci- scrittore di Civiltà Fascista. periiciale ed intenso desiderio della storia; ma è la coscienza di un'esigenza liarsi con la spinto distruttrice della. ZOIJ. Fonaaz1one l"'\.Ulllll-l ror11 3
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