SERVIZIO Pubb11clìfamo la seguent• lettera pervenuta al nostro redattore Giuseppe Zoboll: Ho letto il tuo articolo • Di una nostra esigenza religiosa • sull'ultimo rumero di «PATTUGLIA» (luglio-agosto }, che tratta del problema dei rapporti tra sentimento religioso e sentimento politico nell'uomo del tempo nuovo. Tale articolo (a parte alcune premesse o considerazioni non esatte) si ripromette - come tu affermi esplicitamente - di contribuire in qualche modo a smussare certe angolosità che spesso - n servizio di gente in mala fede - creano dissensi e contrasti ::N~:tr~n~ ~:no~d~ieusri~c: ~:i~zi~:~ scienza umana e patriottica, çhe ne fnooia un degno assertore e co'htinuatore delle nostre tradizioni civili e imperiali. E ciò è necessario anche mentre stiamo vincerido Ja ~erra, perchè per J'uomo fascista l azione non può essere disgiunta dai motivi che la determinano o comunque la coinvol• gono, .soprattutto per evitare (in quan• ~ è possibile} che dopo il conllitto armato ci si trovi bruscamente di fron• te ru fatto di dover coITere ai ripari per certe questioni non ancora risolte (o peggio ignorate) e certi deviamenti che potrebbero ritardare i.I. compimento della nostra opera di ricostruzione. E ti raccomandi . che - specialmente noi giovani, ai quali la particolare sensibilità• per questi problemi che ci riguardano più dn vicino e più nell'intimo dà un'impulsività spesso eccessiva e non deJ tutto cootrollatn - si tronchi una buona volta quelP orientamento .tanto teorico e avulso daJla realtà che qualsiasi risultato pratico vien meno». Giustissimo, benché sia utile anche la formulazione teorica, come è utile che il pensiero preocda e accompagni l'azione, affinché abbiamo l'esatta coscienza dei nostro • agire di uomini liberi. Giustissimo quanto hai detto, ripeto, perché sono troppi, quelli che parlano e scrivono in stile inconsideratamente profondo (meglio: seppellito o inarrivabile) o astrusamente enfatico e roboante, come bussoli vuoti. Ù Fascismo ·ha siçuramente - per fortuna _.:.. più collaboratori che teorizzatori ( e per collaborazione non intendo certo la mera prestazione di un,attività. seoza fede e senza intelligenZa), e anche la teoria deve subire il vaglio di una coscienziosa disamina prima di essere accettata, e spesso vuoJe e$8Cre provata dai fatti, per diventare strwneoto di azione e di costruzione per l'uomo politico. Sarebbe a questo proposito molto interessante e salutare ottenere un po' più di s-enso pratico e di buona volontà da tanti che si dicono tormentati (anzi macerati) dalla elaborazione di tortuose definizioni e • speculazioni per l'impostazione dei loro piani cervellotici o cartacei che pretenderebbero di spaceiare per sistemi beU'e pronti da tradurre in realtà. A ognuno che si p.erde in oert.e manifestazioni di inconcludente verbosità dovremmo chiedere un po, meno superbia e più sincerità, meno parole e più fatti. - Pensi bene e ti preoccupi di far vivere Ja tua idea agli altri? Praticala tu, e se sarà meritevoie di realizzazione puoi allora sperare di essere seguito nelle tua via. - E sempre il vecchio, saggio detto: « La paro1a convince, l'esempio trascina». POSTALE come ci è dato conoscerlo dalle Tavole di Mosè alla luce dcll,esperien.za cristiana? Che forse •la religiosità in senso proprio• esclude «la coscienza polilicn•? La tua auspicata «posizione d'equilibrio • cosi come è formulata, fa pensare più a un empirico metodo di compromesao tra le ragioni fonda• ment.alì ed eterne della vita e le sue esigenze 06teriori che - ripeto - non possono essere nl di fuori o contro la sua concezione totale ed universale che è Ja soJa vera religiosità, intesa o non in senso stretto. Ecco dove è necessario intenderci meglio, per non rischiare di farci giudicare a nostra volta per eccessivi o inconcludenti. Cordialmente LUCIANO NUTI Il camerata Nuii risolve la questione in senso unilateral~, affermando non potersi parlare di una nuova religiosità, ora che la Chiesa Cattolica impera piU che mai• valida. Ma ci sembra che si sia equivocato sul termine: infatti noi non abbiamo mai parlalo di uno nuova religione, Dio ce ne guardi; ma solo di una nuova religiosità, il che significa, per noi, un modo di percepire il senso della divinità e di applicarlo come lineamento morale olle azioni grandi e piccole di ogni giorno. Che poi questa religiosild debba coincider• naturalmente, nella maggior parte dei casi, con la professione di Cattolice- ~imo, è un altro conio. In sostanza noi, che in tutti </uesti problemi torniamo a bagnarci con lo spirito nella purezza dell'Idea nostra quando per la prima volta fu formulata, non abbiamo aggiunto molto a quello che afferma in materia la dottrina del Fascismo; solo abbiamo voluto dimostrare come la $ituazione morale che ~ colà prospettata si appliclii ora con straordinaria aderenza olla realtà delle nostre giovani coscienze. Riguardo poi alla domanda che ci viene posta, di stabilire e chiarire quale debba essere il «punto di fusione• tra •religiositd in senso proprio» (religione) e «coscienza politica», il discorso diventerebbe molto pid lungo. Ci basta richiamarci a quel passo del nostro scritto ove a/fermavamo che il problema è già in teoria risolto, e manca purtroppo, per negligenza, agnosticismo o malafede, di applicazione pratica. Perch, il camerata Nuti assume un tono cosi perplesso, come se noi avessimo a/fermato che religione e co~ scienza politica si escludono a vicenda ?1 Sappiamo benissimo che la teoria ci impone di negare tale esclusione; ma d'altra parte l'esperienza ci insegna che in gran parte degli italiani si mani/e• sta addirittura u.n conflitto interiore Ira l'essenza dell'animo e opportunista esterioritd. Se poi a queste individuali situazioni si aggiunga una frequente malafede, il panorama non i certo consolante. Potremmo fare molti esempi, per non incorrere nel rischio d'essere accusati di 1.1lvere e ragionare nelle nuvole; ma crediamo che ognuno, indagando nella-cerchia delle sb.e conoscenze, possa chiaramente rendersi conto di cid. Non i! quindi, quello che noi auspichiamo, un •compromesso tra le ragioni fondamentali ed eterne della vita e le sue esigenze esteriori»; ma appunto un ritorno alla più esasperata ed intima sinceritd di pensiero e di costume. In quanto alla preoccupazione del nostro interlocutore, di ricercare se noi pratichiamo o meno le nostre idee, ci stimiamo, in tutta modestia, abbastanza coerenti per sentirci nell'obbligo morale di esprimere su queste colonne, r,olta per volta, niente più di quello che veramente sentiamo e facciamo. G. Z. COSE DI..CASA NOSTRA Riguardo poi all'obiettività con cui dovrebbe giudicarsi nella polemica della nuova relìgiositd e non religiosità o an .. tirel,igiosità, non credo che si possa semplicemente affermare che la virtù sta nel mezzo, prestandosi l'affermazione - in questo caso - a poss.ibili errate interpretazioni. Quale dev'essere il punto di fusione tra la religiosità in senso proprio e la coscienza politica per il superamento di una supposta La casa del nostro Direttore, Dott, incompleta o storta personalità dei Renato Rossi, è 3tata aJlietata dalla «cresciuti alla scuola dei circoli par- nascita delJa secondogenita RaifaelJa. rocchiali» e degli «anticlericali sfe- La felicità del nostro Direttore, che gatati»? Cominciamo ad essere pro- sta conqujstandosi una ecee-llente potici, per non cadere nei 1difetti riprovati: sizione fra le belle famiglie italiane si può o priori aHermare decisamente (aspettate ancora qualche anno e poi l'esigenza di una nuova religiositd, vedrete!), è 1a nostro e di tutta la citquando sappiamo che la nostra Re1i- to.dinanza forlivese che ha in Rossi un gione Cattolica non desidera altro che Podestà particolarmente sensibile e cola fonnazione completa dell'uomo e la raggioso. t sua adesione totale al programma di- Al caro camcratR ed amico, a1la vino della Creazione, che si può ria&- sua gentile signora ed alla piccola RafBwnere in definitiva nel Decalogo, cosi faella i nostri più fraterni auguri. Fo, tdai6iona Jil..aHii!i m,1ff.01 ILza .<'•lderini, 4 · rn 33-007 UGOGIORGIU111\lDlllO' Ua ■Uro del ao•trl • eroicamente caduto ~;~ 1 Òi=~~l~• À..!.-■1r::e ~~Hun~el~~t;~~!:i amtct e coll•boratort dalla nostra •eccbla ..via Consolare• ba tro•ato glorio•• morte •111Ironie dell' Egltlo, cbiudeDdo ntl modo più. puro • perJ•tto UD'eststen1:a dedicata a.Ila Patria e al •er•blo dell'Idea. Jn•l•m• • Montanari, Diraal, lologaesi, Andalò • •lato anunto nel cl•lo di coloro cbe Ispireranno sino alla Une la no•tr& aalone di lla\lanl • di gtoroalhtl. Il suo ncrlllclo • la IHtlmonle.n.ta lndlscu• llbile della ••lldlti e della umanlti di una ::::-a;:r.~r.;r:t:~s~~::~•d::o:;~::~!rc~ e con•er•atrlce del.le glorie Italiane. E' nella certe••• delle oecenarla no1tra luntlone cbt noi, 11•lla luce di coloro che m.lgllo'(l dl noi banno saputo dare tutto, contlnulamo con •oloatà ed ardore 11ella •la intrapresa. INDICE Ezio Colombo e Carlo Linoti pubblicano da Bompiani una antologia di racconti degli scapigliati (Racconti della Scapigliatura, a cura di Ezio Colombo e Carlo !.i nati, Dompiani, Milano). In qut!sto volume sono raccolte le migliori pagine e la scelta è stata fatta con gusto e sensibilità - atte a rappresentarci in modo preciso le quaHtà di quei singolarissimi artisti della Scapigliatura milanese della seconda metà dell'800. L'opera di ColomQo e Linati supera il limite di quella che può essere la curiosità letterarja e l'attualità e la moda di ciò che può essere !atto passare come una 3pecie di e scoperta• letteraria: scoperte e riscoperte a cui da anni ci hanno abituato i nostri letterati e che purtroppo non sempre valide; ma ripropone all'attenzione di ognuno un motivo dominante - un motivo intimamente umano - che forse ora ci interessa più dello stesso valore letterario e dello stessa onestà estetica delle opere degli Scapigliati. Motivo umano che, sia pure in • forma ed in spirito formalmente e pra-. ticamente diversi, non è dilficile riscontrare (ed ora non' è il tempo ed il luoga di dire se degno di approvazione o no in una situazione comune o nostra recente letteratura. Einaudi ha pubblicato in questi giorni altri quattro volumi della sua « Universale •. Ed anche nella scelta di questi nuovi volumi, che ci appaiono in veste editoriale più evidente e lontana dal gusto dei primi della collezione, possiamo ootare il desiderio dell'editore di dare al pubbUco italiano una roccolt.n che in un certo scni,o costituiscs un documento essenziaJe di civiltà. Le opere pubblicate sono ormai passate da tempo nel patrimonio della cultura universale. Sapore di novità hanno però avuto per noi le l..ettere indiane del f-iorentino Filippo Sa$setti. che può considerarsi uno dei primi giorna1isti viaggianti. Nelle sue lettere troviamo, arrangiati in un complesso unitario e ben e tagliato •, gli elementi che hanno dominato da padroni fino a ouesti ultimi anni nel nostro giornalismo va- ,zabondo: colore Jocnle. mostra dell'esotico, avvenimento interc~srmte. pizzico di storia. brivido enidcnnico. C'è però in queste lettere una ntmosfera più familinre e domestica: non l'ostentazione del viaggiare e del vedere, ma una curiosità istintiva ed un rimpianto deUa propria città e della propria casa, rimpianto cd amore che fanno assurgere la città del Nostro a misura del mondo visitato. Il volume esce a cura di Arrigo Benedetti. Gli altri tre vofumi della « Universale• Einaudi conntengono: Novalis: Cristaoità o Europa, a cura di Mario Manacorda; Schumann: La musica romantica, a cura di Luigi Ronga i Alessanàro Pusllin: La figlia del capitano. Momladori ha iniziato la pubblicazione di una nuovo collezione: « La guerra per l'Europa •· Ai migliori corrispondenti di guerra italiani è stato 8Uidato l'incarico di dare un esatto ed obbiettivo panorama di quegli avvenimenti ai quali essi hanno preso viva parte. Il primo quaderno uscito è di Indro Montanelli (Indro Montanelli: Guerra nel fiordo, Monda.dori, Milano), di quel MontaneJli che coi suoi servizi ho saputo imporsi all'ammirazione di un pubblico vastissimo e che con Malaparte e Lilli si è decisamente aifermato come uno dei più preparati corrispon<lenti. Il libro del Montanelli meriterebbe un discorso più lungo, discorso che lo spazio per ora non ci consente di fare, che ci porterebbe ad una conclusione totalmente favorevole all'autore. Sempre da Mondadori, che oonost.'\nte questi eccezionali tempi non ha limitato la sua attività editoriale - e come lui del resto hanno fatto quasi tutti gli editori italiani per nostra consolazione -, è uscito un romanzo di Anna Messina: li filtro magico. Abbiamo parlato qui ed altrove di un risveglio editoriale in provincia. Ed abbiamo parlato di quei due coraggiosi editori provinciali che sono Guanda di Modena e Ticci di Siena. Editori di rara intelligenza ed onestà. Ai quali dobbiamo alcuni dei più interessanti volumi di questi ultimi anni. Ecco ora il Dante di T. S. Eliot, curato con la solito competenza e la documentata sensibilità eia Luigi Oerti per il Guanda; ed il terzo volume della collezione « Problemi di estetica » di Ticci di Siena: Nicola A1oscardelli ha riunito in Punti cardinali alcuni suoi puntualissimi scritti. Volumi questi che vengo~ no a sostenere. le nostre oUermazìoni circa la cultura intelligente ed il gusto raffinato che purtroppo non sono facili da trovare in provincia, ma che pure esistono e splendono nelle pieghe di una medioocrità bilssamente provinciale che bisogna vincere e ba!)-dirc. :F; questo il primo assalto aJla sonnOl lenza provinciale abituata olla improvvisazione ed all'imperversare della carta sciupata, è questo il primo tent.otivo di mettere in linea anche culturalmente quclln provincia che in fatto cl'artc e di letteratura sembra essersi ancorata disperatamente e stupidamente all'ultimo peggiore ottocento Gli umoristi della Casa Editrice Rizzoli continuano a lavorare forte e la Joro produzione risente forse troppo d1 questa smania. Ad ognj modo « Il diario di Gino Cornnbò • ci dà un CnmpaniJe in gamba anche se non all'altezza dei primi romanzi e « Il selciato di Roma •. ci presenta u.n Metz facile f\Clle notazioni intime e nell' inqundMre ileo .. rotteri nonchè nel fissare certi tipi e certe situazioni (qualche volta c1ueste e quelli non eccessiva.mente originali). L' UUicio St.ampa della • Germania Fit.m » ha curato un elegante volume su « fl Cinema tedesco», specie di nlmanacco in cui chi si interessa di cinema o anche solamente di divismo può trovare risposta a vari quesiti di ordine storico-organizzativo-biograUco sulla ci~ nematografia tedesca. E.milio Ciancioto ha curato una elegante -edizione di un • Manuale della produzione cinematografica • che toc• ca tutti j ,punti vitoli del nostro cinema in 650 pagine piene. Si tratta di un volume di vasto ed incondizionatd interesse non solo per la eosidctta produzione quanto anche per la massa che comunque segue le sorti del cinema nostro. IL SEGNALATORE WALTER RONCHI • r,sponsabile
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