~lgnific1t0 Qec!ineemu1ro~eo X Mostra d'arte cinematograIice, terza Mostra di ri:r~a L;~~~tt~:li<l:b~:t :~~ spone di mezzi adeguati all'importanza del compito che si è assunto, ha sulla testa, nei sjngoJi paesi, uomini animati da generali giustific,,ti propositi cli giungere ad una totalitarja aficrmazione commerciale' nell'run. bito non soltanto europeo ma mondiale. Questo il dato positivo scaturente della Mostra veneziano del 1942. La si può considerare, questa industria, come un blocco già sutiicientcrnentc compatto, del quale ognuno dei componenti vo1ge il pensiero e l'attività alla meta comune. Sopratutto questa comunanza di sforzi, incerta ancora ed in taluni settori manchevole nel 1940, via via concretatasi nell'anno seguente, è da sottolineare ,e, consegucnmente, (per logica plausibile deduzione) da sostenere e da incrementare. La centrale innervatura dell'organismo cinematografico dell'Europa è costituita - come ognuno vede - dalla produzjone !italiana e tedesca, ma si devono • qui voluta.re in tutto il loro peso (di parti singole convergenti o ra.Uorzanti Porgnnjsmo complessivo) le produzioni minori che si staniio aUiancando, con tenace sforzo continuato, alle due basilari, fornendo un apporto vitale e di necessità indispensabile. Dalle cinenrntogra.lie minori possi{lJl]o ricavare Pesatta percezione Jelln portata dello sforzo tot.aie, del le fondamenta salde dn cui esso ha preso il suo slancio; Ungheria, Svezia, Spagna, Svizzera, Danimarca, Finlandia, Portogallo di queHe sono gli esponenti principali. Nulla sappiamo quest'anno della produzione boema. Quanto alla produzione !rancese, alla sua J>resumibile posizione ncll';1mbito generale, non disponiamo di alcun elemento per valutare. Nondimeno - come già si è detto - la visione totale dell'industria cinematograUca in ~u:~ii~nen°di F:~c1:ruf!,~~~~. ~! saldezza sempre più forte. Giusta e do,·erosissimo. la cost.atuzione. Da essa non si poteva prescindere nel nostro tentativo di trarre conclusioni comprensi"e suUa situazione del cinema continentale ol voglio della terza Mostra di guerra. Mostm che hu per insegna - come (;utte le precedenti - l'arte cinematografico. Giudizi estensivi, in c1ucsto compo specifico, non si possono darci tutt'al più ad essi si può ncccnnnrc in vin di astrazione. Sì parlerà cli livello arlist.ico ragg:unto, astraendo da ogni opera un significato cli convenzione che, con un arbitrio estetico dell'esterno giustificabile, si ritoccia al concetto di sintesi. E questo significoto, in se considerato come momento e 1>rospetticnmente inserito nella storia deJ cinema è negativo. Il cinema europeo, quale esso appare nelle sue espressioni migliori (esprcssion.i e non più prodotti, come s'aveva a dire prendendo in esame l'industria) è in una posizione di st.asi, se non "propriamente di regresso. Nessun passo innanzi è stato latt.o (tolte pochissime eccezioni che, nella valutazione ciel complesso, non hanno alcun potere inrirmante); piuttosto un passo indietro, e non soltanto unq. Tutta\'ia precisiamQ subito che, se l'arte europea del cinema (si continua ad us(rnrre, naluralmenle) - presa nell'insieme - non ha cornpiulo progressi, diversa è la situazione in alcune distinte nazioni, assunte nel giudi.-.io partitamente ed alla foce di un rntcrno flusso evolutivo. 'on si può negare un progresso, bene e"idente, nel cinema italiano (a questo son dovute C:l/'IEMA t LAXMOSTRA DIART~NEBMATOGRAFICA questo film Chiarini precisa una sua continua ricerca di stile, qui ormai nettamente valida e che in germe già comparve in « Vin delle cinque lune»; stile che si adegua ad UI\ mondo dj verismo pienamente inteso, olla base del quale stanno fremiti di terrene passioni, sfiorate e, in un certo senso, indirettamente espresse, pur nella evidenza delln loro realtà artistica. Molti sono nella • Bella addonnentata:. gli clementi di Iorte signHicazione: ,ùcun.i tocchi descrittivi di runbiente a giusto tono con lo svolgimento narrativo, <1uelJ1acqua che a ,poco a poco cessa di uscire dal rubinetto, ht fuga. della protagonista (in cui pare che la stessa natura, le stesse case la schiaccino e silenziosamente lo condannino), il corteo nuziale (che risente l' influsSQ clairiano, ma che vanta d'altTa parte un originn.Je c stupendo uso ciel sonoro), la sequen~a finale di un colmo e pacato rito che, attraverso un "alore cli contrasto, esprime un senso cli desolazione profonda. Ottima la interpretazione misuratissima della Ferida e d.i Valenti, come di quasi tutti gli attori minori; un 1>0' ridondanti Nazzari e Teresa Franchini. - si badi - clue delle quattro eccezioni deUa Mostra): Ja com• plessiva consistenza d'arte del del nostro cinema attualmente indubbiamente più accentuata che negli anni precedenti. OtliIQ.o segno e promettentissimo. Su una linea aJquanto arretrata è l'arte germanica, inferiore al passato, onche recente (nlla stessa Mostra del >1941); CSSfl si è orientata verso un I ivello medio di {i.lrn sostenuto da una preparazione meticolosis• sima, talvolta grandiosa ma fondamentalmente errala nella suu .impostazione estetìca. t un cinema che si stacca sempre di più d..t.Jla valida proprietà del lin• guaggio espressivo a causa, SO• prntutto, della palmare inesperienza e della scarsa sensibilità filmica di alcuni registi delle ultime leve. Statica a un dipresso la situazione delP Ungheria (pur esser.do 1a terza eccezione, magiara), ·della S"ezia, della Svizzera e della Spagnn (per quest'ultima forse è riscontrabile un lievissimo offinamento, non climcnticando quanto in esso fosse in precedenzo.). Riguardo alla F'inlandia, alla Danjmarca (sua è la <1uarta eccezione), alla llomania ed aJ Portogallo (che par- (.ecipa per In prima \'Olla) è impossibile svolgere considerazioni di carritt.erc generale sulla loro produzione, dato il suo valore per il momento limitato. Della Croazia, della Bulgaria e della ì\orvegia non tiene conto, <1uest'anno, di parlare. Uno spiraglio di luce (e, per mc.rito cleW ltalia, uno spiraglio non piccolo) che squarcia lu posizione di stasi generale del• l'arte rii.mica (stasi di mediocrità) pro,i.!ne dai documentari. Fervorosa fucinH dj cinema signi0ficantc, di cinema essenziale. Se qualcuno temesse del.In sorte ( utura di questa bizzarra noslra arte, settima rra le antiche compagne, <1uegli tro,,erà nei documéntari un motivo Ionclatissimo di speranza. V'è decadenza nel cinema? Se non bastano i suoi non ancora pieni cinquanta anni a far ritenere assurda la timorosa domanda, sarebbero i documentar( a smentirla, completamente. I documentari, espressione quasi di una 1igenerazio11e vitale. . ** Ho stimato utile appro[ondire l'esame del quadro totale e vagliare con calma le conclusioni che discendono dalla X Mostra, ora che questo era possibile Iure. Ciò permetterà di snellire in modo notc"olissimo la trattazione delle singole opere (si J>ensi a Còsa avrebbe portato il giudizio, sia pure sintetico, cli 31 film a soggetto e d.i oltre 50 documentari) e di ridurre l'esegesi critica al minimo indispensabile delle opere, a queU'} di maggiore significato, bastando per le altre un semplice accenno. ll valore singolo di ognuna si inquadrerà - almeno )o spero - nella visione generale. I rihnibli1n1 Al/<1 Tau e La bella <1ddormentata: i due rnigUori lilm che ha presentato l'Italia, due fra i qul1ttro film veramente sign.i{i- ~at.ivi cli tutta la MostTa, Francesco De Robertis, il regista di • Uomini sul Iondo »-' e il super\'isorc della « Nave bian• ca», è un sostenitore fervente del • cinema senia att.ori », già teorizzato cd applicato da Pu• dO\'Chin. r\on intendo ora cliscutcrc intorno a questa teoria, e Jni limito n constatare che essa può valere non in quanto cosi si raggiunga una perfetta aderenza con il •reale• (ogni personaggio è se stesso sia nel fj}m che nella vita propria), cosa esteticamente assurda, ma in <1uanto l'attore diventa nelle mani del regista materiale vergine e malicabilissimo, acquistando un valore di puro • materiale pia• stico •, come ogni oJtro. Dc Ho'".)ertis dimostra cU possedere, attri:1vcrso l'estrinsecoz.ione di questa teoria, la stoffa genuina del creatore cinematografico. [I valore di • Alfa Tau• è ancor superiore u 'quello di «Uo• mini sul fondo». Risalgono entrambi ad U6n schietta espressività t1tdocumentaria» che ha acquistato valore di rarissima potenza evocativa, ed emotiva insieme; cAIIo Tau» possiede un tessuto più compatto e coerente. Non vi è l8vvertibile contrasto tra la drammaticità deUe scc1uenze di guerra "èd i vari motivi, accortamente intrecciati del brevissimo permesso degli uomini del sommergibile. Il fronte interno ed il !ronte di battaglja vibrano nel fjlm all'unisono; conquista sorprendente 1 alla quale nessun altro lilm di guerra aveva ancora attinto. Non mancano purtroppo le ingenuità (lngenuHà stridenti per- .zhè artificiose) nè alcuni luoghi comuni, che il regista non è rjuscito ad c,•itarc, immerso com'era in <1uesta sua materia incnnclescent.e. Nuoce anche, in più punti, una gratuita fonzfonalità dei movimcntj di macchina, danneggianti non poco In pienezza espressivo di certi valori di mon• taggio. Ma t-u(to questo non può ritorcersi a detrimento del complesso dell'opera, la cui altezza di ispirazione è indubbia. e,; La bella addormentata:., all'opposto, è condotta con una attenzione sor,·egliatissima dei mezzi espressivi. Attenzione che alcuni h8.nno stimato unjcrunentc SC()last·c{l 1 formale cd accademica, deducendone un giudizio negativo per que.lla presunta generale rrcdclezza che dovrebbe irrigidire ognì dr,ruzione di vitaliti\ d'urte. Se è innegabile che alC'un'-' volte un va~uo fornrnl.ismo prende la mano a Luigi Chiarini, a me sembra che (lUesto av,,enga assai di rado e che l'ispirazione ,·era abbia, nel totale del valore cinematografico, un sopravvento acc.cntuat.issimo. Chiarini non cade nell'eccesso cli Dc Hobertis, nella pregnanza male intesa dell' espressione turgida 1>er eccesso di vigore, e non vi cade per un !>iù ncuto senso di nutocritic111 e 1e gli fa lucidamente vedere tulle le possibilità ed i loro limiti, oltre i quali quelle possibilitli si annullano in se stesse disperdendosi. In Se cli formalismo ho parlato, per negarlò nel complesso a propos·to nel film di Chiarini, nuova. mente lo si deve trarre in campo per i.I primo film del giovane llcnato Castellani •Un colpo di pistofo:. nel quale si vedono i segni d.i una cultura non peregrina e non dispersa, ma che per ora rimangono tali, nella loro schematica accezione di termini. preestetici. Questo è il tono fondamentale del lilm; con il che non si intende ttffermare che manchino assÒlutamcntc momenti di eUet..t..ivo e diretto rilievo, non derivanti soltunto, per riflesso, dalla assimilazione di principi sintattici (come, per addurre un esempio, la corsa disperala di Muscia nella notte, e nella prima luce ciel giorno bru• moso). Da Castellani, perciò, attendiamo che sia ora messa a pro"a la sua sensibilitù. Fra gli altri registi italiani Camerini, Cenina, Alessandrini e Mastrocinque erano presenti ognuno con un film. Camerini con •Una storia d'amore» tentativo sostanzialmente non riuscito sulla via di un nuovo stile che il mondo proprio penetra in modo diverso, pur essendo quel mondo sempre lo stesso. Di lrontc nd esso è mutata la 1>0s.i• zione ciel Nostro, posizione adesso 11 tendenza crudamente introspettiva, senza che nulla più ritnnngo della innata sottile ironia cameriniana (che ci ha cinto alcune opere dense di significato). Il tilm è stranamente cliscont.inuo, con la sua netta scissione interna tra una prima parte generalmente valida ed una seconda SO\'l'accnrica, retorica, incrticace. llit.ornano in questa 1>erfino motivi di imitazionq, ciùchi a volte pedissequi del film americano •Angeli della vita» di Jnmes Flug deJ 1932. Comun- <1ue,dato positivo da segnalare è la buona interpretazione dell'e• sordiente Piero Lulli, che possiede una misura ccl una sensi- ~ bilità invidiabili; Assia Noris è all'altezza delle sue fatiche precedenti, confcrmundo le sue notevoli <Juuli!à. UNA STORIA D'AMORE di MARIO CAMERINI «Be11gwsi» si rifù, nel suJStrato di sentimento e di atmosfc• ra, a « L'assedio dell'Alzacar•, e non soliant.o non riesce n superarlo ma gli rimane assai ul disotto. Gcnina è corretto e pa• drone indiscusso elci mezzi espressivi, mo qui non sa andur oltre, dimostrando palesemente che quest{1 sua particolare vena del film corale di guerra si è disseccata. • Bengasi» è un dlgnitosiijsimo [il\n, per I' impegnativa sc.rietà dei suoi intendimenti, ma non raggiunge un livello originalo di sicuro valore. Genina ci rivela in compenso due non comuni temperamenti di attrici: quello d1 Vivi Gioi FiG>ndazioneRuffilli Forlì
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