Pattuglia - anno I - n. 11-12 - set.-ott. 1942

QUARTO- (entra,ulo) I fascicoli traverso le µreale, giunge éhiadci dueoonlocinquanta del lreno ra la luce della mattina. Mor-ell sono già in registrazione. ~ce, in abito da mattina. Gi, Uo~co - ( avviclnanoosf) Allora pure in abito da mattina gira io posso 3ndare? un pò per casa. Poi st meli e a PR1Mo - 'Avete già passato le do- sedere sul divono. Una cameriemande. ro avrà fatto pulizia). (Si leUo~•o - Si, tulle. Non ho vissuto va il velario trasparente. Gi ·t mollo, però ne ho combinate sul divalll) e legge. Sul fondo parecchie. ipassa Ade/ che regge il vecchio PR1MO- Era malato il corpo. G<!n- bendato. Ade/ poi ritorna. Siete come quella uon doveva aver de vicino a Gi). figli. Ao'EL - !Niente, signora. Niente di (Terw e ,Quarto ·esoono) _ grave. Dov'è Ja stanza? Uo&co - Forse meglio che io sia G1 - 1Dovrei andare giù, giovedì, morto presto. ma adesso ... Pn1Mo - Questo non si può mai AC(EL- A me pare che sopralutsapere. È stato, cosi, semplice- lo di una, moglie, dovrei sopmenle. portare l'affetto. UOMO- [13,ene. Io vado. Addio. G1 - Domattina .. Pn1110 - Addio. AvEL - (si al:a) Domattina, si- (S11//e ultime battute si è riac- gnora, verso le dieci? cesa la luce, sollo, sempre in (Ade/ esce). 'disrolvenza. Tutti sulle poltro- (Sul fondo ancora passalll) Adel one e ;9,_11/ diva1w. Gi e Ade/ sono e Lughi). mollo vicini). Gr - No, basta. MonELL'- Così. Pareva dovesse es- ADEL - ( Tornando dopo auer acsere lei. compagna/o Lughi nella sianDIANNA- E lill\·ece niente. za) Questa mattina, signora. ADm. - R'inrn1te Il fall-0 teorico. G, - V(erso le dieci-. Ma sono già DIANNA- Comunque inleressanle passale le dieci. (Suona il camMonELL - No. rroorie, no. Un lavo- panello della porla). Ecco, forro inutile dcli' intelligenza. Ve- se sei 1lu.che vieni. dete, l'uomo comune: per lui CAMF.R1EnE- (entrando) il dotogni cameriera che ruba è quel- lore Ade!, signora. la tal cameriera, che ha cono- G, e (al:andosi) Avanli, avanti. sciuto, che ha. rubalo. Ogui cosa (li cameriere Introduce quello cli un oerlo genere è soltanto che per lui è Adel ma per lll)i quella cosa, di quel genere, che è nulla). lui conosce. Rimane all'esempio AoEL - :(resta· un a/limo fermo e, al ricordo. 'on riesce a salire. dopo. sciolto) Buongiorno siPer l'uomo jntelligenle il ca- gnora. Come sta? so diventa generale, estratto. G1 - Non so. L'infermiere dice che Rientra in quel quadro e si al- ha riposato discretamente. lontana dalla realtà. Insomma si Aou - Scusale (si avuia e Gi lo scioglie la materia per rilrovarvi seuue fin sulla porla, poi lordentro, uu nucleo, l'essenza.. Chi na. Ade/ pure torna). sa forse è più allo. Capitemi, è Aom. - iSlo visitandolo, sai. anche pili lontano e mi pare Gr - l,o so. È gra,·e? Lui ci ha che sovratulto noi 'dovremo ocr- fallo incontrare. care di pensare le cose come .\DEL - /Vorrei mollo che non tossono: daH' interno di esse, non se nulla. dall'esterno. G1 - Nulla che? (11//'ini:io dPl/a battuta di Mo- ADEL - Nulla anche questo. re//, Dianna si sarà al:a/a ed {:,1 - ;Hai ·capito anche tu. '(1./lonlaru,ta.Morell, pure par- ADEL - Di qui non me ne sono lp_noo come per cercare in sè ancora andato. Tcri sera, quei slgnifica/1 si sarà a//011/a11alo sia notte: sempre qui. ed a1Jrà le11tame11teabbassalo G, _ .Lo so. Non dovrebbe essere la ooce sino a lacere. Quando così. sarà silen:io Gi porgerà a Ade/ ADE,, _ Non si sa bene quello che le mani che que.!li prenderà). dovrebbe essere. Solo dopo. Gr - Aool è entrato oggi nella mia G I vita. E mì sembra debba ri- ,1 - Anche tu, queste cose. Davmanervi per molto. vero, è male? Actf.L _ 'Gi, tu nella mia per scm- ADEL - Vedi, dobbiamo già propre. Vorrei, per sempre. Anche varc il giudizio. Una cosa terse non fosse nulla.. ribilc. G,r - E accaduto qualcosa. Che do- G, - Non l'ho chiesto io. Non vcva accadere. può essere oolpa. E se non li AoEL - Verrò io, domattina. Ma mando via è perchè non 1><>ssarcbbc meglio 11011 venissi. An- so. Non può essere colpa. E se oora non so. Solo più tardi. ~fo rimani questo dev'essere. Non allora bisognerebbe poter tor- può essere oolpa. nare indietro. Ora non so che ADEL- Fors.e. Dobbiamo rimanere pensare a pomallina. al di quà di noi stessi. Dielro G-1- ,A domattina (in aflro tor,:i) di me io; e tu dietro di le. (Gi si alza e te11de ad Adel fa A questo modo solamente, forse. mano per !d{:1/ulare) Allora do- ADEL - Vedi, Gi, domani non tornerò più. Verr:) un altro. L'ho mattina dottore. Verso le dicci, già detto. vero? G, - Un altro, perché? AD'EL- l\'ierso le <licci. .\oEL - Un allro, qualsiasi. Io qui (Mentre tu/li si .mlut,1110cala il no. Qui ci siamo noi, io e te velario trasparente. 1\c/CIse ne <' non dobbiamo. va, acc,,mpagnercl Dianna . .llo- MORE1.1.- (entrando) Ciao, Gi. Il re/I e Gi van110 a letto. Pooo dollore è di là? tlopo arriva /'infermiere che il G, - &l è di là. C'è anche l'1nfercameriere conduce netta sta11:a miere. A 1111cfa impressione. di Lughi. Tutte [e luci vengo110, Fanno le 1i.1edicazioni. Forfff~zrè5h'§URuiffr'(lr~'FoMrELL - Vado a ,·edere. (esce) G1 - Ecco. ADEL-- Capisci, allora? O! - -Non si può, Ade!, non si può più ormai. ADE!. - li mondo è lutto fuori di noi. Denlro solo noi stessi. Allora. le cose non esistono, ce le dimentichiamo. lmprovvisamcnte. G1 - :ru, Ade.I, Lu sei denlro di me. (Ade/ è /vicino alla porla. Morrei enlrà lentamente e Ade[ ripre11de a camminare con lui). G, - •Allora? AoEL - ~~nora la cosa è un pò complicala. Poi c'è l'età, capile. MoRELL'- Speriamo. ADEL - Comunque io credo che t:lomattina in ogni modo sarà risolta. O ti'r1 un senso o nell'allro. G1 - Dio mio. AOEL ~ Signora dovete perdonarmi. Ma le cose preferisco ... G1 - 1A v.etc ragione. Ma cosi: non è possibile. AnF.1.- Non è possibile, eppure è Scusatemi. , Gr - lDi d,e cosa. Tornale nel pomeriggio? AoEL - Non è necessario. Domatli na, a quest'ora. G1 - Arrheclerci, dottore. (Morell si avvia come se accompagnasse il 'elettore. Adel rimane vicino a Gi). MoREU. - !(avviandosi lilla porla) Capile, per mia moglie. Insomma sono ,;cmpre stati assieme. Ne11·~1tra casa, in questa. (FfJ il gesto di far passare prima il dottore traverso la p:ula) Prego dottore. Comunque a un certo momento ... ADEL - lo rimango, qui con te, non bisogna, 11011 bisogna. G1 - Dio mio. E lui... Aor;r. - Anche per queslo. MonELL - (rientra e si spengono tutte le luci. Sopra o//raverso le arcate il cielo lentamente imbrunisce: viene la natie. Entra piano Lughi. non bendnto e si avvicina al tavolo del Primo). LUGHI - Scusale, e do1><>? -PnrMo - (No. Non potete. LuGHI - Capile, lo so ormai. Lo sento. Ma si è sempre attaccati. Solo pcrchè non si sa quello cbe ci sarà, poi qui. PRIMO- Lo saprete. ÙUGHI- ì\fa lì dentro, avete scritto ogni cosa, di me? PRIMO- Ogni cosa. E pri'ma. che In faceste. Appunto per questo l'avete fatta. Lur,HI - Jo, niente, allora, io non ho fatto niente. Tullo voi. PRL\10 - No, non questo. Qui solo le cose dclerminanli e voi, giù a,·cte riempilo gli spazi che vi abbiamo lasciali. Lumu - Cosi. Pnrno - \Qui, ,noi che prendeste il treno quella volta. LuGm - K.:oolnon seppi che Carla era venula :, dirmi che voleva stare oon me. PRIMO - Carla non do,·eva stare con YOi. LUGHI - E se non avessi preso quel treno• Pnrno - Qualcos'altro. llla Carla non clo,·eva Testare. LUGIII - ,E qna11do quel ragazzo ... Stavo per buttar l'altro dal ponte. Pnrno - /Voi fino a pensare e lentare d'ammazzarlo, poi passò il ragazzo. LuGHI - Si mise a urlare lerribilmente. E pcrchè niente di grande? Perchè non a mc e a un altro Il genio se lutto veniva da fOi. Pnrno - :Una cosa dfrersa, voi. Lucm - .!Ifa allora che merito l'ingegno, che lode? Pnu10 - Infatti, qui nessuno merito, 111è lodo. Da. voi soltanto. (Si acce11danole /nei, sollo. Moreti su una poltrona, alla luce di una lampada legge. Gi e Adel vicini). A0EL - jNoi, vedi, su di una strada e conlinuamenle il tempo la distrugge, dietro. Bisogna continuare. Come fosse sempre buio. Ci si tende una mano. Sei \u1 Di dove? Da quando mi cammini vicino? Sediamo a una panchina. Arriva il tempo, deve distruggere anche quella. Allora avanti, non si può pensare. Gr - Domattina tu verrai qui, ancora e poi sempre. ADE!. - 'Domattina io non verrò. Domattina io non verrò. Non dovrò più venire, qui a, vederli. Devi restare fuori, neJ mondo. · Non devi enlrare in me. (Cala il velario trasparente. Moreti si alro e, se ne va. Gi lo segue. Ade/ rimane un attimo salto seduto come se Gi fosse ancor llpresso di lui po( si alzerà ed uscirà. Il cameriere viene a spegnere la luce. Sopra, passano anime di vivi e di morii. Giungono 1ldel e Gi. Si i11co11lra110.Si abbracciano. Siedono presso un'arcata a guardare le sie/le. D'un /rallo Gi s_i leitz di scali<> e fugge 1Jia. Entra di sotto, di corsa, accendendo la luce, l'infermiere che va 'al telefono. Si leva il /velario I rasparente). INFERMIERE- (al telefono) Pronto? Dottor Ade!? Per cortesia chiamale il p.ollor Adel. (Ade/ si alza rapido ed esce). INFERMIERE- ,(quando Ade[ sarà uscilo) Pronto. dollor A<lcl? Qui l'infermiere. Casa More!!. liii pare che il cuore abbia ceduto. O qualcos'altro. Subito. Grazie. SI, rn bene. Si sì ho il materiale, faccio subilo. Arrivederci. G1 - (entra in veste da camera) Era in casa? INFERMIERE- Si viene subilo. 'Gr - :Dio mio, una cosa terribile. INFERMIERE- ((uscendo) Nienle signora, non spaventatevi. ADEL - i(ienlrando. Gi gli si butta fra le braccia) on li spa,·entare. Fra pochi minuti sono qui. Poclù minuli. Gr - !Non dovevi tornare. ADEL - 1Vetli? E cosi. Gr - MC'lli presto. Ho molla p:tura. Molta paura. ADEL - Fra pochi minuti sono qui. ( Gi lascia Ade/ e va da Lughi. Ade/ pure psce). PRmo - (si alza tlal tavolo) Ecco, ora lutto come dovcrn. Quc- ' sto, per loro, qui. Come do,-eva. essere. 27

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