Pattuglia - anno I - n. 11-12 - set.-ott. 1942

comparso il sopra). Terw di quelli di PRIMO- iEcco. SECONQO- (Da co7i). TF.nzo - Da{a di oggi? fasciP1UMO- !Oggi. (Si rifci luce. sotto, lentamente; Gi è anoora sul divano: legge. Dopo poco una lunga scampanellala. Gi leva il capo. Il cameriere passa rapido sul fondo. Di qui, poi, giungono Ade/ e un aulisla che reggono Lughi, affranto, bendalo). CA~lEIUERE- !Signora! . , G, - (Dfo, mio, cos'è successo. Zio. Lughi cosa c'è? AllEL - Niente, signora, niente di grave. Dov'è la stanza? CMtERIERE- Di qua-, prego lasciate a me. AnEL - Non ha importanza G, - ;\,la cos'è stato• AUTISTA- Un i ncidenle signora. G11- Voi telefonate subito al dottore; c'è l'indirizzo sulla guida. CAMEIUER-E Kmenlre gli allri portano Lughi nella sua stanza viene al telefono, forma il numero risponde parla senza che se ne senta la voce). ADEL- Venile via, ora ~asciale che riposi. Gli abbiamo dato un calmante. G1 - Dio •mio è terribile. Ha dello che viene? ( al cameriere). CAMERIERE- Non c'è, ora. Ll> avvertiranno appena torna. G1 - l5isogna chiamarne. un'allro. , AocL - Signora, scusa.le sono medico anch'io, vi assicuro ... G1 - Medico? Scusale ,ma davvero? ... ADE!. - Non è il caso, vi dico. (Paga l'autista che saluta e se ne va). G, - Ma come? ADEL.- ,Una hiciclella. E una brulla caduta. )o ero lì; l'ho a.iulato, poi da un farmacista gli ho fallo la medicazione e una puntura cahnanle. Sapete, più che allro lo spavento. Se credete. posso aspcllare che venga il vostro dollore ma proprio ... G, - 'O'h, è rerribiJe. Non so; non· vorrei, capile, per voi. ADEL - tP~ me? Niente, vi dico. ~e cr~dele. Mi chiamo Adel. G1 - Scusale, ma capitemi. Prego. ;\DEL - Vi pare. Non dovete, preoccupan<i però. Ecco, ora aspelUamo, lra qualche po' è sveglio e lo visito meglio. Poi viene il vostro medico. G1 - V,ado di là; a vedene se dorme. ADEL - Dorme; il calmante era forte. ( Gi esce e /orna d1 lì a poco. mentre Ade/ è solo, il Primo come rivolgendoglisi). PRtMO- ffu: fin da adesso. {ÌJ - :Midispiace. Uovrele far qualcosa. ADllL,- \Vùassicuro, nienle- P~r solito sto · in casa la domenica, non si sa- mai dove andare. G, - Mi dispiace tenervi qui; ma capile. ADE½- Niente vi assicuro. G1 - Almeno fiuchè si sveglia. Davvero non è cosa grave• ADEL - jVi dico di no. Non credo ci sia qualcosa dentro. Sapete lo spavento e poi la bolla. G, - Una fortuna che voi siate medico. ADi;;IJ- Già e pensale che ero lì perchè mi aveva fermalo uno che credeva di conoscermi. Sarei stato distante altrimenti. E poi che per solito la domenica non esco. Effellivamenle è caduto male. G, - ,(al cameriere che avrà chiamato) Provale ;i telefonare se !rodate il signore. Mi.o marito. Se potesse venire qui. ADEii - •Non pensate a me. G1 - ·credete si polrù tenei-lo in casa? · ADEL - Ma, si. Solo non pensalec~ µiù tanto. È vostro padre?. Ah, no: lo zio. G,· - Giù mio zio. (un pò di silenzio) Sono una pessima padrona di casa. CAMERIERE- /NO il signore 11011 si trova. G1 - Sarà andato alle corse. Speriamo torni presto. Prendete un. tè? ADEL - Mollo genlile. G'1 - li lè. AoEI.: - (accennando a una fotografia) li vostro bambino? G, - Sì, ora è al mare. Dovrei andare giù giovedi, ma adesso ... A0EL - Per lui? Giovedì potrete andare benissimo. PRIMO- Dovete cominciare. Come fosse nulla. Div~1terà poi qualcosa. (Si spengono in dissoluen:a tulle le luci e subi/,;J si riaccens dono). G1 - f'<,i lo zio decise di bollare giù la casa ,e dj costruirne un'altra. Ma ~ andata molto per le lunghe la faccenda. Ci siamo sposa-li io e ;\forell, abbiamo a.vulo un bambino e la casa ancora, non è pronta. Hanno trovalo dell'acqua, sollo. Ma fra un paio di mesi sarà finita. (si/enzic) ADEL - iE allora sapete, ho pensalo di .non essere adatto a metlere famiglia. Capila a molli: ho -avuto troppo affetto dai miet genitori non ,mi riesce, in un certo senso di rioeverne da altri? E a, me pare che soprattut-' Lo di una moglie dovrei sopportare l'affetto. (silenzio) G1 - :Lui cominci.i) quel giorno a volermi bene. ADEL - Strano gli sia slalo ,.difficile prima. G1 - Non si ptl'ò mai sapere. (silenzio) ADEL - Delle ,-o+te è un niente. Dal di dentro o dal di fuori. Solo bisogna accorgersene in tempo. (Suona il C(lfnpanello della parta. Il cameriere ua ad aprire). G1 - lo credo ci se n'accorga. ADEL - Delle •volle. 1 on sempre. (Entra Morel/. Gi si alza e gli va inoonlro. Ade/ si alza e viene presentato mçntre le luci s1 spengono complelamente). PRIMO - Faticano un poco. Adel ha. già capito qualcosa. Lei non crede. SECONDO- (entrando) È arrirnlo l'ordine di morte per •Lughi. PR1MO- Non doveva, partire? SECONDO- Annullato. Qlfesla notte si aggrava. Aclel deve tornare. Non tornerebbe aJlrimeoti. PRIMO - Bene. Avele trasmesso? SECONDO- Trasmesso. Di ~lorell nulla. (Si riaccendono le luci sollo. Prime ore della sera. Morell e Gi altehdono che Ade/ e il Do/- Fif,mdazioneRuffilli- Forlì /ore vengano dopo aver visitalo Lughi). G1 - .Speriamo non sia cosa grave. MOREL4- Jl idoUor<>Ade! fallo restare a cena. l':. stato mollo gentile. G, - Ora glielo dico, ma forse non può. Pnrno - Può. G1 - Sp<'riamo che giovedì io possa· ·anelare· ..dal bambino. ~1oRELL-' Jn ogni modo puoi anelare. (Entrano Ade/ e il dottore). ;\J ORELI. - Allora? DoTTORF.- Effdtivamenle la cosa non è semplice. Il dollore Ade! aveva ,visi.o giusto. G1 - Ma avevate detto .. DOTTORE- Già, a voi. Comunque speriamo si risolva. l\loRELL - L'età, vero? ADElL- Giù, l'elà. (llfore/1 e il dottore verranno sul davanti mentre Gi e Ade/ J:esteranno sul /omio) MoRELL- Bisog11crà portarlo via? DOTTORE- No, assolutamente, per ora non bisogna muoverlo. MoRELL - Domani tornale? DOTTORE- Senz'aJLro, ma ... ~0RELL"- No, aveva dello che reslava solo per cortesia; sa che siete voi il nostro medico. DOTTORE - Bene. Se per caro nella nolle delirasse, chiamatemi. Del resto forse è mcglio che faccia venire un infermiere. l'olrà servire una punlw-a. Sapete basta un niente ... ~IORé:LL-' Mollo bene. Ci pensale voi? DOTTORE- Si, io. Mando un infermiere verso Je dicci. Arrivederci. MoRELll - Arrivederci dollore. È speriamo. DOTTORE- Buona sera signora. G, - ,A ,·oi non chiedo nemmeno se restale a pranzo. DOTTORE- Alla sera, sapete. Buonasera. A0EL - (va al telefono) DOTTORE- Buona sera dottore. Mollo piacere. ADEL - \Buonasera. (Cameriere entra e acoompagna il doltore. Suona il campanello) O~ - .Dc,?essere Dianna. Digli, per il disturbo insomma. M0REI.L - Ma si, certo. AnEL - (ha telefona/o) Ecco. MoRELL - Poi dottore mi farete sapere ... ADEL - Cosa? Ah, ma neanche per idea. Oggi è domenica; io 11011 lavoro. ~IOREI.L- No. Vi prego. DIANNA- (entrando) Ciao, cara. Ma è terribile, mi ha dello il dottore. Come sta? G, - Ciao, non si sa di preciso. Scusa il clollore Adel, la mia amica Dianna. D1ANKA- ~lollo piacere. Ciao More!!. ADEL - Mollo piarere. G1 - un ape.riUrn? ADl,L - Gr.az.ie. D1ANNA- E voi siete quello che ... ADEI, - Già, quello che. DIANNA- Allora lu giov.cdì non vai giù? Gl) - \Eh, non credo. MÒRELL- Ma, sì ci andrù. Vero dottor<> ADEL - Jn ogni modo polrà andare. •l (entra il can1eriere e si pone presso la tavola) G1 - Bene. Prego dollorc. (vanno a sedere e Gi assegna i posti) (,,/ cameriere esce e poi torna servendo. I quatlro parlano senza voce.) (Dopo po<xJ suona il campanello del telefono) . . D1ANNA ~ Dev'essere per 1ne. G1 - Tu finirai per sposarlo. DIANNA- Per caa-ilà (Va al telefono). Sì pronto. Ah, sì buonnasera clollore. No sono l)ianna1 Si dite· pure a mc. Ho capilo. Il cloltwc Adel. Ho capilo. Va bene. Va bene. Ho capito. Buonasera clollore. Grazie. Buonasera. DIANNA-. (tornando <1 lauola) Era il dottore. Dice che domani non può venire perchè deve pa,rlirc per una riunione, c'è un telegramma. Allora prega il dottor Adel di volere tornare I ui se può. DiC(' di scusare ma non può proprio. Alle undici poi viene l'infermiere. ADEI - Bene. :'donEu. - ,Allora se poleie, domattina, dottore. ADET. - Domattina. Bene. Verso le dieci. l\loRELL - Bisogncrù far mettere una branda per l'infermiere. O basta nella camera in rondo. AoEL - Megljo sia vicino, questa nolle. ( Riprendono a mangiare mentre si spengon0-le,,te luci. Traverso le arcale si uet:le il cielo delta noi/e. v·è movimento ora delle anime). Pm,\O - '(parlondo con tanima di una donna, sfoglia un fascicolo) No, :'Ilo, Non c'è nienle. i\li dispiace. Certo. Sarebbe stato bene. Non c'è proprio niente. DONNA- Vedete, ci si coniava. Anche per lei sarebbe l'unica soluzione. Pnrno - Proprio non c'è niente? DONNA- i\la staremo mollo, cosi? PRIMO- ,\h ! Ma pet·chè? DONNA- Scusate ,lo so: non si deve chiedere. ~la, cosa -dirò a mc stessa quando mi sveglierò Pnnro - ,Niente. Le anime possono non dir niente. Date speranza se vi sembra il meglio. Mentile, pure: non avrete colpa, poi. Ma. se appena vi sembra di poter sopporJa,re. allora la ,·e1·ilà. Da1,eclriaro a ,·oi slessn il senso di quello che è. DONNA- Fa,rò cosl. Scusale. Ora vado mi sto svegliando. SECONDO- ( avvicinandosi) Abbiamo fallo ~n tempo. Il dollore ba ricevuto il telegramma ed ha già telefonato. Ade! s'è già accorto. Pensava di non ritornare più. TERZO - Scusale, i fascicoli dei cluccenlocinquanla ciel treno. Pnrno - A che ora deYc deraglia-re? TERZO - Alle due e quarantacinque. Pnmo • Quindici morti, vero? E venlisette feriti. (Suona un c,1mpanello) TEnzo - Il': iarrJvalo un altro ordine. Uno dei feriti deve morire nella nolle. Sua figlia non deve s1>0sarc domani, l'uomo la renderebbe 'infelice. PRIMO- E il pianista? TEnzo - t stato deciso, sposerà un'infermiera. dell'ospedale.

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