ATsuE' No, non è possibile. GIUDICE- f; così, Morell. MORELL - lo? ATsuE' - Sl, Morell. Tu. Ma, forse non ne hai colpa. INQUISITORE- Questo, scusate, tocle tocca a ,noi cli stabilire. G1uo1cE - Luci basse, azzurre. Per la notte. (Si abbassano le luci: è noi/e). GIUDICE- 'Ecco. Via lutti. A'ltcr e Atsuè che esce dalla casa. Prego, ma, ricordai.e, Alt.er: non è successo nulla. Morell non ha, fallo nulla. Via lutti gli ,altri. (Tutti escono. ,1l/ler si me/le a sedere sali<, panca. At;i,uè entra in .casa e .poco dopo quando la scena è deserta, salvo Alter, esce). ATSUE' - E allora? ALTER - Melliti a sedere. Non so. ATSUE' - Ma, perchè? Ma veramente non mi vuoi più bene? ALTER - iNon lo so: ora ATSUE' - Ma oorne puoi, Aller, non sapere·! ALTEI\ - Sì, Atsuè, ho deciso di non andare via. ATsuE' - [)a,-vero? Oh, Alter. Sono felioe sai? Almeno .,ederli, capisci. Chi sa ... ALTER - Ma, capisci, anch'io senza più niente dentro. No. Non sono felioe. Chi sa, una piccola cosa, .io stesso voglio, insomma ritornare,. tutto oorne prima. ATsuE' - 0"11; Alter che cosa magnifica,. A1.TER- :E allora rimango, Alsuè, forse rimango per sempre. ATSUE' - !Per sempre? Aller, bada a qu<:llo che d.ici; per sempre è mollo. Per mc capisci, ora qui dentro. Non so, Alter sono felice. ALTEH - Anch'io Atsuè, anch'io lo sono. •Vedi e sci tu. Sbagliavo pensando di andai· via. ATsUIE"-'. [\'la ora non lo pens.i più. ALTER - E come avrei sofferto, e come avrei follo soffrire te. Invece ora, no, più niente. Vieni più vicino· ecco certe volle si vorrebbe stai-e sempre · cosi come io e le sollo questo albero. 11 vento d'autunno porta via le foglie. Oh, guarda se ne è posala una sulla spalla; riceverai una lcltcra. bi clù? ATSUE' - Scrivimi Lu una lettera. ALTEn:- jE) poi l'inverno. La neve, vedi, non si riesoe a limmaginarla focdda. Chi sa, per idea dei caminetti, delle pellicce. Immagini l'inverno; gli alberi sotto !Ifa neve, la pianura 11utta bianca e liil lago immobile col suo brutto colore sporco; eppnre non senti il freddo. ,La neve cade e ,anzi pare ti dia un calore qui alle guance. Tutto intorno a noi. Come fosse Natale. Poi i \canti della primavera, i1 sole dell'estate e noi qui, sempre qui; Atsuè saremo qui, capisci. Magari là in .casa. ATSuE' - La bullt'ranno giù. ALTER - Cosa ,importa? Andremo da un'altra parie ma saremo sempre qui. ATs1.11~- •Aller. È un grande amore il nostro. (firrivano da destra Gi e More/( a braccetto) G1 - Olà, voi due. ATSUE' - Oh, Gi. AL·rEn - Voi due piullosto; insiemc, eh? G1 - Già. Ci siamo incontrati sulstrada. ALTER - Una serata incantevole. MoRELL - Bene, sono contento. ATSUE' - Di che? l\loRELL - Che Alter trovi incantevole questa sera. Vuol dire che lutto va bene. ALTER - Già lutto va bene. G1 - Davvero: Alsuè? ATSUE' - Proprio: lutto va bene. G1 - Sono felice. Oh, Alt.er non potevi capirlo qualche giorno fa 'I L'hai falla piangere, ·sai'' ALTER\- :Lo so. Ma cre(levo di essere sincero e scm plioemcnlc sbagliavo. l\lonELL - Bene, Alter. Allora rima,1i anche tu finchè Lughi ci liene. · ALTER - Naturale. MonELL - Così, bisogna rru-e. Poi andremo luJli da un' allJ•a parte e quando Luglù costruirà la nuova casa ancora lutti qui. ALTER - D'accordo. MonELL - Qua la mano, Gi. Ti impegni per lo zio. Gt - Jo ~11i!impegno ma non credo. Sarà mollo diverso allora. Tu Morcll verrai qui con un'altra. MoRELL - No guarda sposo te;. cosi siamo sempre fra noi. Ai,TER - Sarebbe un'idea. G1 - lo vado. Vie1ù anche tu Atsuè. ATSuE' - Ora vengo. ALTER - A domatlina. Buonanotte Gi. ATsur,:' - A domattina. Ciao Mol'C!I MoRELL - Buonanolt.e ragazze. G1 - Buonai10tt.e signori. ('Escono). Morrnu - Sono contento davvero. ALTEn - Le voglio molto bene. Mi pareva che lutto fosse finito. MoREL.I. - l': difficile _capire. Bisogna un pò lasciarsi andare E allora .un certo momento ci si rende conio. A1.rn1~- Già. Lasciarsi andare. Ma non si sa mai, di preciso, per quale strada. ( Calano rapidamente le luci sino al buio completo. Po1 si riaccendono di colpo, vive, comt1 ali' inizio dell'allo. Son lui/i in scena). ATsuE' - Coslll: Così! Doveva essere così. MoREJ.L - Ma non ho colpa io. Non era ancora avvenuto nulla. Alter .ha parlato \in modo diverso ora. ATsuE' - Doveva essei-e così. GIUDICE- 'Signorina, vi prego. llfoRF.LIÌ- Che centro io? GIUDICE - Esisteva, la vostra volontà. INQUISITORE- 'Allcr l'aveva sentita. E non aveva dello nulla di quanto ora ha dello e avrebbe dovuto dire anche allora. MORELL - Ma. insomma le cose sono andate ;n altro modo. G1uo1cE - A])punto, Voi ora, arrirnndo non pensavate a Diarma. MonEu - Ora, no. G1vo1cE - Ecco. Per ciò Dianna non esisteva, .per voi. Non era dentro a idelerminarvi. Voi non pensavate di far partire Alter, e che Lughi non aùballcsse la casa. L'UGHI Con nn trucco! FondazioneRuffilli- Forlì MORE'LL- \Lt.rghi 1. 1 GIUDICE- Signor Lughi, vi prego. LUGHI- Un trucco, un trucco. GIUDICE - lnsommall! Tutto 1era fermo dentro, e proseguiva., fuori per le sue strade. Voi invece quando siete arrivato. Signorina, Gi, parlava di Dianna? G, - Quando, adesso o l'altra volta? G1uo1c0 - !Adesso. G1 - No, affallo. Anzi era molto gentile~ con me. INQUISITORE- Molto gentile, vero• G1 - GJ'à, quasi mi· pareva che ... Gwo1cF. - Appunto. MoREr.1. - Che cosa? Gi, renditi oonlo di quello che dici. G1 - Ma caro, è la verità. Ora sci stato molto ge1ìtilc. Mi hai persino si.retto due volte il braccio. Non 1'hai mai fallo. MoRELL - !Ifa che vuol dire? Gwu1ci,; - La realtà, caro signore Quello che doveva essere. MoRELL - Tutto ciò che è, doveva essere. GIUoICE - Fuori, ma, non qui. MoRELL Be' aneliamo avanti. TÒruiamo a loro due. Aller adesso ha dello a lei cli volerle ancora bene. lo non potevo impedire che lo dicesse anche allora. ATsuE' - Tu, Morc'll, tu. INQUISITORE- l11S10mmasignor Moroll è stato det.erminato da voi. Questo è chiaro. MORELL - Eh, no, per Dio. E in che modo, poi, se non sapevo niente, se non avevo ancora dello niente a loro. Nemmeno a Gi, avete senlilo. GIUDICE - Appunto t:M'r questo. Dianna non iesisleva. L'incontro della mattina, niente e perciò ogni oosa, proseguiva. Ma quella, volta, insomma dovete convenire Morell, quella volla, già dÒpo i1 colloquio con Dian- - na era tutto stabililo in voi e quindi anche fuori. Tullo in m,:,d,:, diverso. ~ Alter che avrebbe dovuto andarsene e lo sapeva. ALTER - No, scusale io non lo sapevo. GIUDICE - L'avevate deciso voi stesso. ALTER- ,Ma poi anche allora a,·evo mutato idea. GIUDICE- Infatti. Ma, qui, sapendo di dover restai-e avete trovato altre parole, altre frasi. 11 ,·ostro sentimento è ,uscito da voi come doveva essere per lutti. ATSUE' - ;Alter, mi hai ratto molto male quella volta. Tutta la notte ho pianto. G1UD1çr,-: E voi llforell l'avevate dclerminato. Ma per che cosa? MoRELLl- Ero innamoralo di Dianna, ve l'ho detto. GIUDICE- il\fa senza saper ,tieni.e. Quel che doveva essere, voi non lo sapevate. MonELL - No. Non lo sapevo. Sensate, come possibile? INQUISITORI-EE' allora perchè mutai-e ogni cosa 1 Vi siete bul!ato in mezro a loro, scomponendol~ mutando1i, e lutto per nie1"1le. MoREI.L - Niente• 11\faDianna per mc... GIUDICE- E gli altri? INQFISITORE- E sopralulto l'altro. LuGHI - .Ma s.i può sapere che è questo altro ? Continuate a parlarne. G1u~1cE - Lo saprèle a suo tempo. Dunqne Dianna per voi, in fine, non doveva essere niente. Voi cercate di costringerla. Aveva ·anche deciso di non venire ad abitare qui. Come doveva essere. D1ANNA- Questo è vero. !Ifa sens~ J>{'nsare a nulla. G1 - Ma, sensate, Dianna, senza pensare a nulla? Non è possibile. DIANNA - No, veramente. Per mP qui o là era, lo stesso. GIUDICE- Per lei, veramente oosì. DIANNA- Poi si sai-ebbe visto. MonELL - Così capile. lo non ho colpà insomma. INQUISITORE- Non c'è dubbio su questo. Ne a,·ctc. GWDICF.- Comunque ve ne dovete convincere. Ecco: ora, tutto qllello che non è stato. INQUISITORE- Che non è stato più, vero signor Giudice? G1uD1CE- Precisament.e. ( Buio improvviso e ,poi notte. Altter e Morell presso la panca. Gi e Atsuè vanno verso oosa). MoRELL - Buonanotte, ragazze. G, - Buonanotte signori. (Gi e Atsuè entrano in cas<1). MoRlll.t, - Sono oontenlo, davvero. ALTER- [,e·voglio mollo bene. Mi pareva che tutto fosse finito. MoRFJLL- i:: 'difficile capi:·e. Ilisosogna un pò lasciarsi andare. E allora, a un· certo momento ci si rende conto. ALTER - Già. 1qsciarsi andai-e. Mh non si sa mai di precisor per quale strada. MoRELL - Io ,trcdo oe ne sia una sola. ALTER - Comunque io ho preso questa, ormai. MORELL - Per te, quella, giusta. ALTER- !Bene. Addio Morell, arrivederci. (Entra in casa). MoRELL - (dopp ,.poco silenzio) E tu Dianna? Mi pareva dovessi essere qui, per sempre. (Dianna entra lentamente) MoRELL - Invece no. Qui, sollo questo a1bero; su questa panca con me. D 1ANN,\- ( con voce fredda) Era troppo presto. E po.i forse c'è de1l'allro, per mc, per te. MoRELL - Sicuramente. Pensavo che un g'iorno l,,u avresti visto, là ecco al secondo piano, da quella finestra aperta entrare la luna e battere sul tappeto. Rosso. e ma,rrone. E forse avremmo molalo posizione ai mobili. Invcoe niente. DIANNA- l(IC. s.) Nienle di questo. Chi sa, Morcll, quando tu muterai la tua casa ... MonEJ.L - M'era sembrato' di do- ,·crlo fare per t.e. Invece nicnle. D1ANN.·\- Addio, Morell. MonELL - Addio, Dianna. Domani ci rivedremo. Mi dispiace, sa ? Dovrò dirti che Alter non se ne va più. Ma già avevi dello che per te era 1o stesso. DIA 'NA - Addio, Morcll. (Se ne va) MoRELL - Ma, non può essere lo sLcsso. In un aUro modo. Nell'unioo altro modo. (Cala il velario trasparente. Morel/ entra in oosa. Pian piano il cielo schiarisce nell'alba. Da 23
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