___ ( 1/'IEMA ___ -----; ~ FBEMEF~~LEITrnDHELFILM/ Per una franca inquadratura dei problema - relazioni tra politica e film - ~ indispensabile precisare il valore del termine politica. (E si intende che il problema si inserisce nell'altro, delle relazioni tra politica • arte). Politica, che è vocabolo squiaitamente ellenico, vale orientamento spirituale degli organi direttivi della Cosa Pubblica. Ma quest.o orientamento non ba una .genesi a880luta, autonoma, arbitraria. t un fatto di interpretazione delle esigenze morali ed economiche della collettività. Per questo, senso di una politica è senso della vita di una collettività in un determinato momento storico. L'art.e, e quindi il film, non può, materialmente non può, sganciarsi da una adesione alla politica. Vogliamo dire che non c'è arte fuori degli uomini, e non ci sono uomini fuori della storia. Quando sorge in noi un intere&se di Qrdine individuale, &iamo non in antitesi ma in sin• crono sintesi con un interesse di ordine collettivo. Gon espressione mazziniana, ç)iremo che un'arte fuori di una socialità è f'att.o inconcepibile. Personalmen• te, prderiamo il termine poli- • tica: Propaganda, però, è un brutto termine, '<la commesso viaggiatore. Bisogna parlare di educa. zione. E un film umano, in cui vita e poesia si agitano con schiettezza, educa il popolo ita• liano al buono e al bello. ll buono significa, amare la vita, e l'Italia; conoscere la vita1 e l'Italia i intendere • la vita 1 e l'Italia. E siamo al secondo aspetto del problema. Le relazioni etniche dell'opera d'arte con l'ani• biente in cui essa nasce, ovvero il nazionalismo dell'arte. t meglio dirlo subito: neppure qui sono possibili imposi• zioni. Canoni di etica 1 che son oonsiderazioni rispettabilissime, teleologie e protezionismo cuiturale, sono in arte un fa1limeoto certo. Isolamenti artistici sono banali provincialismi che danneggiano solo chi si isola. J. gnorare ciò che si opera, poeticrunente, all'estero è solo una manifestazione di analfabetismo. Per nazionalismo dell'arte, noi intendiamo manifestazione della originalità della stirpe da cui l'artista è germinato. In questi limiti, diventiamo scio- \'in.isti, e sogniamo perfino di togliare la testa agli interna• zionalieri. Quando andiamo al cinema, stringiamo gli oC<::hi e spalanchiamo le narici per avvertire, come un profumo luminoso, l'italianità del film. Gli spregiatori d'ltaUa - autori di Film budapestini o amer-icanioti - sono dei bèceri che non riusciranno moi ad intendere non dico l'Italia ma H loro borgo. (E naturalmente, grazie a Dio, so• DO i peggiori inconsapevoli ditfamatori delle disgraziate l'la• zioni da eui ammi.rat.e). Un italiano non può avere atteggiamenti o reazioni che non aiano da italiano. Còlto quanto Pico e scettico quanto Voltaire - avrà letto e sogghignato da italiano. L'attività razionale non può vantare neppure un fantasma di indipendenza dail'attività biologica, perchè è e6sa pure attività biologica. fuori del suo ambiente geo-storico, un individuo non è mai esistito. Dunque, l'artista - come in• dividuo, ba il dovere di accentuare tutti i motivi del suo essere. Il suo -cielo, il suo mare. la .sua terra, i suoi uomini - l'artista ba il dovere intimo di conoscere, approfondire, amare. Sono parte di sè, ed egli è parte di loro. Può dimenticarli, e dimenticherà sè stesso, si rinnegherà. Può irriderli, ed ir• riderà sè stesso. Dove c'~ negazione 4 ed irrisione non nasce poesia. Siamo, quindi, ferocemente nazionalisti in arte, quasi dia• lettiati, anzi. Ricordiamo tre ele .. menti sicurissimi: il film francese d'atmosfera, il film americano di poesia (Capra, Vi• dor, Flaherty), il film tedesco di espressionismo. Nel loro commosso esasperare i ,notivi spirituali della propria gente e de) proprio tempo, quasi fino ad una imme·diatezza di argol, quelle tre correnti cinematografiche hanno af·lermato una loro validità universale, E il discorso di Verga e del di Giacomo. Chi si « naturalizza », · poli• ticamcnte è un uomo debole; artisticamente è uno sciocco che crede di cangiare con un atto notarile secolari addensamenti di esperienze e di passioni. ANTONIO GHIRELLI Confessata o rinnegata, ogni posizione artistica è· una posizione politica. Bisogna, però 1 purificare questo termine da ogiri incrostazione am.ministraHva. Non è politica, io senso assoluto, una qualsiasi posizione pseudospiritua.le, quintessenziata di proCessionalismo. (Convegni, colloqui, discorsi, programmi). Da queste contingenze, l'arte senz'altro ripugna. Chiarire un altro punto. t una illusione pensare di im• porre all'artista una qualsiasi sensibilitd politica. Non si tratta di libertà o qualcosa di sùnile. O meglio, non -si tratta di libertà che il governo abbia il potere di concedere o di sospendere. Si tratta, anzi, di ne• cessità. Il poeta e la legge esteriore sono energie a reazione antitetica. (La legge, diciamo, non l'ordine che sale in ritmo). Un Film fascista, per esempio, solo un artista fascista potrà girarlo. Non un artista pagato per fare il fascista. Fare il fascista è espressione assurda: Attualità di un dibattito Quando il cinema tentava un suo « ubi consistam > estetico, si determinò un grosso scisma: da una parto i ~ e i purij che si lo.cevano assertori del montaggio quaJc unico mezzo che si offra al cneima. per trasfigura.re il dato empirico del1' immagine fotografica; dall'altra erano gli ospiti di Cinelandia che giungevano col bagaglio di alt.Te esperienze artistiche e si autonom.inarono sostenitori dell' inqùadratura. Mi riiaccio a questo dihat• tito ,perchè i termini del con• trasto rivivono se non in sede polemica ,nelle ·antitetiche caratteristiche strutturali di nostri film. (O Ja deliziosa conciliativa Connuletta della commedia si è, o non si è fascisti. cinematografica: molto, molto C'è una pericolosa tendenza, movimento p~r dare agio at rein giro, quella di credere che gista di tteare ritmi vertiginosi un buon film politico sia H film :ob~~arzd!~or!nt~nicrr a1t:~~ di propaganda. Errore. Giara- quadratura). bub è un buon film, e come film 11 Soldati con « Piccolo mondi propaganda è completamente do antico » e il Chiarini con fallito. Un pilola ritorna è un « Via delle c.inque lune> si so· no trovati ai lati opposti della buonissimo film proprio per• barricata; occorre dire che ho.nchè non è '<li propaganda, non no sostenuto le rispettive posifa la propaganda. (Nè si venga zioni, se non sempre con valia dirci che non importa che il :!~te d~:r~=: c:-C~:~;~, dice:~ film sin bello, importa che sia postazione che talora si esaspera di propago.mJa: oltre a costi- pera~o m partito preso. tuire una ingiuria agH italiani, In « Via » è l'impalcatura di questa tesi ignora che i film un b1;1on r_ilm: la vicenda· è si brul-ti danno fastidio e basto.). C?nchm~a ~n "':'na serr~la suc~es- . . s1one d1 r1tm1, ma Pmtono.z1one E: nel Film umano, che e conte- non sa definirsi, ma il dram- ~~ nld à~lioen eop~a~ffi fft:o Foo rii'°do immesso in una atmosfera umanamente e pienamente sentita, ba uno svi• luppo monotono e monocromo, il suo crescendo è talora furiosa sforza tura. In « Piccolo • è il materiale d1 un buon film. Qui un sottile e sotterraneo lavorio di contrappunto dona alla pausa uno spossante lirismo, qui l'indugio descrittivo non si- fa remora allo sviluppo ritmico, che anzi offre uno. superio.re giustilicnzione al· l'affanno dei personaggi, qui il drammatico non ha secchezza di lDlpiantb o di condotta, ma liberandosi mano mano dal clima idillico, in iscorci trasognati, trova in se stesso squisita ricchezza di modulazioni. Il rovescio della medaglia? Pochissime sono Je sequenze appieno « ri• solte ». Ora concedo che delineando tale oonfronto per antitesi io debba tener conto della diversità di temperamento ne.i due artisti; questo fattore però gioca piut• t.osto nei momenti miglior;, laddove un pre-giudizio stilistico ha innuenza più d.iretta sugli aspetti deteriori dell'opera. E concesso ancora che un errore dovuto ad eccessivo rigorismo stilistico sia in modo notevole"" signilicativo, mi sembra evidente che mentre il Chiarini disdegna quelle che per lui sono Je verbali squisitezze dell' inquadratura, tanto do. mortificare i suoi ambienti - pur scenograficamente interessantissimi - in una inverosimile luce giallognola e sente ali' incontro l' ine• briante Jorza motoria impre8&8 dal montaggio, il Soldati prefe• risce alla troppo dichiarata dranunaticità del movimento, la contenuta energia che da una inquadratura composita, in of• ferta aensibilità di luci ed omINDICE Nel prossimo numero di « Pattuglia » troverete il bando di un premio di poesia. Infatti il babbo del nostro indimenticabre, può impensatamente rompere. La questione se dovessimo restare di giudizio empirico, non si potrebbe Facilmente dirimere, tutt'al più mi prenderei licenza di decidere d'attendere i due artisti ad una prova più esauriente, se non più impegnativa. D'altra parte rifacendomi a certo estetismo offuscato da fu. e• bile Saturno Montanari ha mes• 80 a nosti-a ,disposizione la &0m· ma di L. 1000 (mille) da asaefÌi:~~ ~ :nig~~r:eri:=to p:i: m06e astrattezze niente m' mlpedirebbe di attribuire indifferentemen'te e all'uno e all'altro gli epiteti di conteDUtista o di formalista. . ** Vsevolod Pudovchin, Il cui immenso intuito artistico com• pensa talvolta momentanei sbandamenti di teorizzatore, afferma si che « il met.odo della concentrazione de.i tempo, e conseguentemente dell'azione, annullando movimenti di pnssaggio 1 è sondamento di tutta la cinematografia • - posizione questa di »bella ortodossa sterilità - ma quando si tratta di esemplificare ti tira luori dal film « ta .Co• razzata Potienchin» (Eiaenstein) la sequenza del bombardamento di oacssa, dove la sintesi non è dovuta solamente al montaggio, ma ripete la sua singola· rissima pienezza lirica del pre-- gnante simbolismo dell'inquadratura. L'accento dunque non cade e&cltts1vamente su un tennine, bensi su un rapporto. Perché il ritmo cinematogro.• fico che è determinato dall'attesa del particolare caratteristico non si esaurisca in un meccanicistico procedimento, occorre che fra esso ritmo e l'atteggiamento dell' inquadratura esista un costante e sottile contrappunto. L'immagine ·anche se concepita con statica sensibilità pitt.oric~ è indice di per se stessa di un trattamento emotivo della materia, trattamento su cui il ritmo può e -deve lavorare, nel• l' intento superiore della trasfigurazione del fatto. Solo cosl il movimento può conoscere l'estenuante dolcezza della pausa, senza svigorirsi, la ètrammacità soggiacere ad una intonazione lirica o idillica, senza disperdersi in raUinatezzc formali, la comicità venarsi di wnorismo, la minuta anaHsi descrittiva tradursi in elemento di• . namico ,lo scorcio permettere il canto liberato. . ** Se penso al «Don Chisciotte» di Pabst o alla «Kermesse eroica» cli Feyder dov<: ..diverse esperienze pittoriche sono c.ine• matogra'ficamente riV,ssute più grande si fa il mio Tammarico per la cattiva prova di due autentici artisti quali il Chiarini e il Soldati. Insuccesso, quèsto, che se non è dovuto proprio a iirTigidimento concettuale di una posizione, vista dei due 1a note• volissima preparazione culturale, almeno deriva dall'orientarsi, forse non controllato, della sim· patio verso il predominio cli un mezzo espressivo nello. disposizione della materia e nella risoluzione dei nuclei drnmmntici. 'faJchè mi è sembrato opportuno,. considerando gli estremi eptgonj di due superale Fazioni estetiche, fare i ...nomi su ci' ati - per il Soldati poi mi Fanno ,sicurtà il suo stile e, ancor più, la ,sua maniera di prosatore. FRANCO CRIS1'OFORO l'anno 1942. Il premio verrà aa- _.,ato il 21 febbraio 1943, anniversario della eroica morte di: Nino. Ringraziamo nuovamente ili babbo di Nino anche a nome di tutti i nostri amici, per la fiducia posta nel nostro foglio. ♦ "(Architrave • mensile del Guf di Bologna scrive in prima pagina (agosto 1942) che il front.e interno, nonostante l'intelUgente propaganda di Appelius, non si sfalderà e rimarrà com• patto: proteso alla Vittoria. U fronte interno, aggiungiamo noi, rimarrà saldo anche dopo i cin~ que minuti radiofonici d~ Signor X, che si è messo a dare man forte al succitato Appclius e che dimostro.. di superarlo in tutto quello che è incomprensio• :ne e incoscienza dell'intelligenza degli italiani d'oggi. Ma quanti sono coloro che pensano tuttora che gli italiani siano qua• rantacinque milioni di ignoranti pronti a prendere per buoni tutti i rifiuti? · ♦ Un risvegHo edit:oriale in provincia? Dopo Guo.nda di Mo• dena ~ecco un altro coraggioso editore provinciale: Ticci di Sie- !:iut: ~àu~:C!!n!n~udi p:= ti.ca che fin d'ora si preannuncia scelto. con un gusto ed una in• telligenza particolari: S. A. Luciani « Il cinema e le arti > e Giulio Cogni « Le forze segrete della musica ». ♦ Da Rizzoli gli umoristi del « Bertoldo » continuano a sfornare volumi e volwni. Ora è lai volta di Guareschi che, dopo la • Conquista di Milano 11, ci dà un nuovo romanzo « il de,. stino si chiama Clotilde». ♦ Sempre per Rizzoli Cappellini, uno dei nost'ri migliori corrispondenti di guerra, ha curato una antologia, interessantissima per molti aspetti, di « Storie di guerra » scritte da venti noti • inviati » italiani. Se non altro questa antologia ci sarà utile per vedere dove letteratura e giornalismo si incontrano, si completano o si eliminano. • • Paravia, oontinuf'.ndo la sua o• nesto. tradizione editoriale, pub· blica la seconda edizione di un bei volume di Piero Operti: « Convito della speranza », ed una raccolta di racconti di Quadrone, illustrati da Quagfino, « Salpato le aiiooi:-e». · • Dopo Signum un altro giornale è venuto ad accrescere Ja •Ai,aua schi~ra dei veri' giornaV universitari: Posizione del GuC di Novara si segnala per il gusto antirettorico e veramente nostro con cui è redatto. • Einaudi pubblica un altro volume della sua magnHica Biblio- . teca di Cultura storica: "(Demostenc » di VVerne1· J aeger. Einaudi si è decisamente inca.mmino.to per raggiungere lo. meta ambita: quella del più intelligente editore italiano. • Ceschina pubblica un roman~ zo di Franco Rusconi, « Il ca• lice d'oro ». • Nella suo. nuova e bella collezione « La zattera.., Dompiani ha pubblicato di Indro Montatonelli « Gente qualunque•· n SF:GNALATORt:
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