Pattuglia - anno I - n. 11-12 - set.-ott. 1942

r/Je'l una ù111Ullll·açJine di Gio•·gione DI Giorgione una immagine defini- definitiva d~I quadro, quale a noi apt.iva, una immagine non più tentata punto rimane, ha permesso di stabilire - e <1uindi arrischiata - sull'ingrata l'evoluzione, in senso assolutamente pitcondizioni cli mutevoli • testi » ma ri- torico, operatasi, tanto da far dire al solta e dc,cisa proprio suUa sicura vali- Fiocco: « Pare che qui, più che aJtrodità di provate scoperte, forse, in as- ve, Giorgione abbia voluto darci il pasoluto, non sarà mai possibile, a meno radigma della sua arte: sempre più di ridurla, striqgerla al nucleo ormai elevata sul particolare, sul caduco, per riconosciuto di opere, sul quale deve divenire aJ massimo pensiero fatto pit- .certo in ogni caso erigersi, cosa che pc- tura». rò equiYarrcbbe a privarla di quella Ed eccoci inavvertitamente introdot• zona che maggiormente ci interessa CO· ti nella vera e immagine » di Giorgio• me indispensabile a determinare la cpe- ne, nella sua dolce regione: allora su• riferia» del maestro di Castelfranco, bito s'impongono i nomi dei due pit• non solo per quanto ri~arda le jn- tori alla luce dei quali inizia a muoIluenze sugli altri, ma ariche e più le versi: GiambelUno e Antonello, inneinfluenze sub:itv! e i propri interni mu- stati in un vicendevole scambio che tomenti. non tarda a diventare fusione, incontro: E ciò s1ha certo da rimproverare al primo collegkeremo la e Natività » in gran parte alla critica, preoccupata AllanclaJe-Kress, al secondo la e; Giuora d'essere frettolosamente prodiga nei ditta », dove il parallelo che Fiocco suoi riguardi) ora d'essere, all'opposto egregiamente risolve con il e S. Sebasavara e drastica) per cui si saluta co- stiano » di Dresda, ci sembra Ielicis• mc una attenta e, speriamo, fortunata simo, anche se una condizione di ripresa di studi il volume, testè pub- « istinti» sempre più ollont.ona per noi blicnto, di fiocco (G. Fiocco: cGior- questi due capolavori 1 l'uno pausato gionc » - Jstituto italiano <l'arti gra- collo. misura perfetta della colonna, l'alfiehe - Bergamo), il quale, appoggiando tro sciolto nel libero e trepido modulo il criterio storico alle e Notizie d'o- dell'aria. pere del disegno», dell'anonimo morel- Sarà infine nella e ì\fadonna di Caliano, ora iclentHicato in Marcantonio stelfranco • J che i nomi dei due rnac- .Michiel, cerca e spesso riesce a iHim- st.ri si incontreranno, e l'jncontro non pidire la ligurn di Zorzi, da tutto quel poteva essere davvero più alto, se già mito nebbioso, da quel e rève », a cui in esso vive tutto il grande Gior- )a crit-ica precedente, qualora si tolgano gione, teso a jiberare e a sconfinare il alcune onorevoli eccezioni, s'era ab- suo primo, vero, e paesaggio ». bandonata e quasi addormentata. Non cosi fcHce ci sembra invece 1a Ci fu addirittura la favola, il "-ro- definizione che il Fiocco distribuisce manzo», di Giorgione: e la nascita ru- a Sebastiano del Piombo di e fedele stica a Veclelago; la disperazione per della maturità •: ben altro e di ben la perdiita dell'amante sottratta dalla più profondo e nativo c'è sotto al Luperfidia del discepolo Morto da Fel- ciani, perchè lo si possa confezionare tre; la morte per contagio d'amore »; in silfatto modo, nè credo sia il caso tentate da questo e personaggio », le di dilungarci altro a dimostrarlo. notizie che àttorno a lui si stendono Perduti in gran parte gli affreschi li.no a tutto il settecento, soggiacciono del fondaco dei Tedeschi, il djscorso aJla sua leggenda, diventano orma.i la deve necessariamente dfrigersi alla cronaca pungente di un clima d'amo- e Venere •: ed è proprio qui che si rosi segni, sprigionato in definitiva, innesta il nome -di Tiziano, ed è propili dalle opere che dalla vita stessa prio il calmo e infinito sonno dell~ del Giorgione. Ianciulla posa sul drappo lucente di e: Nato di umilissima stjrpe; molto Tiziano, se la rupe umida e dolce, apre dilettoso delle cose d'amore; cantante e un paesaggio per il quale prospettesonatore bravissimo »: dice il Vasari. remmo una coUaborazione fra i due E lui pure cosi freddo davanti all'ar• veneziani, e, se deve essere tutto e solista, piega qui la sua voce alla ma- lamcnte del Vceel.lio, un VeceUio anliosa cadenza della tavola, lui che pure com avvolto e abbandonato nel sogno poco dopo con.Cesserò a proposito del del Maestro. fondaco dei Tedeschi di non riuscire , leggerne gli aflresehi (•Non pensò se non a farvi figure di sua fantasia, per mostrar l'arte; chè nel vero non si ritrova storie che abbino ordine, o che rappresentino i fatti di nessuna persona segnalata o antica o moderna: cd io per me non l'ho mai intesa, nè anche per d.irnanda che si sia fatta, ho tro• vato chi l'intenda »). Del resto non era solo il Vasari a dichiararci apertamente la sua e incapacità» in proposito - si ve• dono Je e Notizie • del Michjel, contemporaneo e forse amico di Giorgione, e ad esempio, circa la celebre tela dc e: I tre filosofi •: « La te]a a og1io cle1li 3 phylosophi nel paese, due ritti e (t) uno sentado che contempla gli raggi (solari) cum quel saxo finto cusl mirabilmente » -, ma fu proprio il Vasari che cominciò a farne una questione di JP"l.bCiore o minore grandezza, insistendo l. tutitd i costi sul Catto, sul soggetto, e insomma sul cracconto », cose tutte di cui era, e lo sappiamo, tremendamente avido. Là dove iJ Micbiel sollecitava i1 « soggetto », solo per un impegno di « catalogo », altri hanno irretito ]a scrittura in una ricerca meschina e pedante di e significato»: nè qui la conto di citare fa serie delle ipotesi avanzate a proposito dei « Filosofi », o <lella e Tempesta •i piuttosto interessa ricordare come il Fiocco ci offra un'altra e ormai inconfutabile prova di quanto poco interessasse a Giorgione il « soggetto», preoccupato com'era di risolvere tutto in pittura, e in pittura pura. DI GEORGES EIRAQUE - In arte come nelle idee non si deve mai ooneluclerc. Concludere vuol dire· togliere l'aria aUe idee, impedir loro di svilupparsi e dt aver vita. - i:: ncccssarjo che le idee ci fac- ·ciano riflcltcrc. - Per chi è nella sua giusta dispos1z1onc le circostanze sono sempre Ia,·orcvoli . - .È sopraltutto un insieme di riflessi manuali che regola il ritmo di un'opera e rivela, anche uno dei lati della personalità dell'artista. - Non si può riuscire all'astrazione pm·lendo dall'astraiione. L'opera sarebbe allora come "' non avvenuta ». Per giungere all'astrazio11e è nccccsar.io partire dalla natura e partire dalla natura significa trovare un soggcllo. Se si perde il oontatto oon la natura si [iniscc ratalmcntc nella decorazione. - Chi, d'altra parte, per prima oosa prepara delle nature morte e poi cerca di dipingerle, non fa eh.! imitare i propri prcpar:tli\·1. La pittura diventa per lui un atto Poi verrà la e: Tempesta »: il capolavoro; e più tardi il e Concerto campestre »: a mezzo il e Ritratto » di Berlino, la testa del « Cristo portacroce » di S. Rocco, il « Cavaliere di Malta», e il «Concerto» degli Ut• lizi. Ringraziamo vivamente il fiocco per le belle pagine dedicate al « Concerto» del Louvrc, per aver definitiva• mente dato al Giorgione questa telo « del.l'estremo momento del fuggitivo maestro •. Qui davvero la poesia è dentro ogni cosa: musica, colore, cielo e luce. Si respira l'autunno; lo sentiamo piovere in noi, neUa vita. compiuto , dopo•, d'una sensazione. l'imitazione -L'impregnazione è ciò che entra iri noi inconsciamente, che s1 sviluppa e si oonserva per mezzo dell'ossessione e che un giorno l'allucinazione creatrice libera. L'allucinazione è la clefiniliva realizzazione di un lungo concedimento di cui gli i1ùz1 risalirebbero ali a nostra giovinezza. L'etil dell'.iJnpregnazionc è appunto quella dell'infanzia. fo m·accorgo di dipingere oggi le più a1101ùme aspirazioni dei .miei prLI111an1ù, ciò che allora m'aveva colpilo senza che io me ne rendessi conto " che misteriosamente m'ha insegnato sino alla finale realizzazione. - Si sa come certe materie possiedano un potere magico potcrc cl'c,·ocazionc e come attraverso la loro superficie lascino indovina,·e delle forme quasi umane: cosi la murra che oopriva i jnuri del mio studio a ~fonlmartrc, era per me di una singolare e1•oca7,ione. - lo scopro il mio quadro sulla tela come l'indovina vede l'avvenire nella traccb ciel fondo di Caffè, T,ad. ili ,ll"rio 1h ,lficlu!li Certo e he fatiche come questa del Fiocco, sono da ritenersi essenz.iaJj, forse così, soltanto con un lavoro di lunghi anni - e presto vedremo nei e Valori Plastici » di Hoepli, il saggio del Morassi - ci si incontrerà almeno su altri pochi punti, due o tre tele da far rientrare nel breve numero ormai certo. L'c immagine» di Giorgione allora si avvicinerà sempre più a quella risoluzione, a quella « definitivo purezza •, a cui alludevamo iniziando il nostro scritto: alla sua dolce regione. GIANNI TESTO/li L'aiuto della radiogralia, <\uesta volta netto e decisivo, ha dato modo di poter osservare lo spartito iniziale del• Ja tela, che, con buona probabilità, doveva rappresentàre • I tre Magi che speculano intorno all'apparizione della cometa », il confronto poi con la resa CARLO CARRÀ • Molo a Camogli (I• Mostra del Cavallino) Fondazione Ruffilli - Forlì 13

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