NELLA genesi, lenta sofferta dura, sviluppantesi in angusti limiti spesso di ottusa incomprensione e quindi non confortata dalla generosa adesione di un numeroso nucleo di interessati. nella genesi di un nuovo teatro italiano, di un teatro che si allinei con Je più ardite esperienze americaQe e francesi attuali. di un teatro che veda Pirandello e i J11.ino1-ielci primo Ì\ove• cento in una condizione ormai assolutamente .-classica», un nome è da farsi: Dc~JA'l1:-.o Joi>POLO. Fra le 11:trovote» conseguenti il futurismo o aJt..re forme cli bizzarrin scenica, fra certi atteggiamenti pur inlelJigcnti, ma nordichcggianti e Ibseniani, fra fantasie senza costrutto, Ira favole senza poesia, Ira atmosfere di e:sana terra italiana» che di «:sano• non ave• vano che la modestia dell'invenzione e Ja scarsil"li del testo letterario, fra queste e infinite altre deticienze crea- « L' arie del Tealro è pco-eslellcn anxichè t!Mlellca per la 11emplice ragione che In frn!!lf(trumzhtn(", che in fin dei conti é l' essenxa di tolta l'arte teatrale, è 11iù prhnllh1a e pii1 faclle a raggiungersi della tòrumzlone, chr. è l' cssouxa delle nrli estetiche. H sono convinto eh,: nella Rlorla delle origini della cultura umana la tontralitù servi como uun specie di 11re-art.e, usando le parole nei sensi unl\lersalmente acccltnli •· NICOLAJBllRBINOP da II Il lealro nella vita• tlve e soprattutto rra questi e inliniti aJb"i compromessi, si è trascinata in questi altimi anni una necessario evoluzione del nostro teatro. Un esagerato amore della tradizione, intesa come insegnamento 1 come documento da consultare, come fatto educn• tivo e non come rcalt,l eterna, come forza indiret1.a .originnria, come piano di Javoro senza tempo nè spazio su cui Je «idee,., vecchie e nuove, si allineano quotidianamente, un troppo sentito e banale amore alla tradizione, dicemmo, ha portato vecchi e giovani dell'ultima fase ad orientare la propria produzione secondo dogmi prestabiliti e pre• stati eia prccedcntj intuizion!, ben più elevate. ma senza-mc,i la scintilla della «visione:.t immediata e senza mai Ja preoccupazione di uno 11:stile letterario•, necessario a un argomento <lrammatico e che si integra con esso in pedeLto equilibrio. Su questo binomio tentro- letteratura volge la ricerca di una parolu nuova nel teaL10 italiano contemporaneo, giacchè, se si è sentita assolutamente la urgente 1\ecessit.à di un'importanza della frase al di fuori del « fatto,. teatro.le, non di meno il nodo drnmmatico (sia esso formato da un'azione materiale o scaturisca obliquamente eia un contrnsto di passioni '.statiche, in una catarsi astratta) deve conservare la sua vitalità al fine di non ridurre la drammatica n una formula senza via d'uscita e di sviluppo, a una «chiave di risoluzione,. che inaridisca a lungo andare la fertilità imeniiva. Molti nomi si sono impcgnnU in un'ardua riccrcn in tal senso, tutti o quasi (come già si disse) senza positivi ~risultati, mentre uno a nostro parere nella pur difficile operazione dì indagine, è riuscito ad equilibrare testo letterario e argomento drammatico, in ragione di una e:realtà poetica)!, di rara, ,1italità. Jo1)polo naturalmente per conseguire questo arduo giuoco di contrappunto, ha eliminato tutta l'impalcatura usuale del teatro anche pur intelligente e hn puntato su J'nstrattismo. Ora si potrà os• servare come, dopo cliecine di anni, in tempo cli altri « ismi» imperanti, in tempo di neo-romanticismo, di ermetia proposito di un teatro moderno smo, ammesso poi che tutta l'arte debba chiudersi in scuole, un ritorno a certe forme espressive e novatrici del primissi.mo no,·ecento sia inopportuno. Certamenle 1 si osserva, quando rimanga piatta derivazione, ma allorchè invece J'astratto diventa una base di sviluppo pet· il surreale, il tutto coperto eia un nuovo linguaggio, da un linguaggio •nostro» che ci appartenga per forma e per umanità, aJlora una fusione in sede moderna delle cspe• rienze astratte e di uno spirito aderente al tempo, di perFctta a[finità temporale, è quanto mai attn ad essere in piano di la,·oro per un tenuo\'O» teatro. L'asirattismo elude ed esclude naturalmente la cosideUa •trama• intesa nel senso meschino ciel ,·ocabolo e preferisce ad essa un'nlmosfera, nella quale, in sottordine, possa essere ambientata una trama. Teatro di atmosfera, che raccoglio passioni umane, personaggi, dati di vita, o artificialmente ,creati o inten• ramcnte sofferti; fissando i1 tutto staticamente nello spazio, sciogliendo in essi ogni riferimento materiale, rigidamente contemporaneo. TeatTo P,i atmosfera dunque, ma nnche di una determinata atmosfera, che è, si può dire. quel mondo determinato in cui l'azione nasce, si sviluppa e muore, sempre in uno sfondo assolato, sempre in un panorama di compJeta allucinazione, ocr cui le persone si muovono come· mosse da una forza primigenia, indiretta, e qui è la bellezza della costruzione pe, cui viene a mancare la dichiarazione superficiale, impudica, in funzione invece di un « fatto» che è conseguente del tono del lavoro. Una dichiarazione può anche cssen 1i, anzi \'i è talvolta, come troviamo in Pirandello, talvolta, in \Vilder anche, ma mentre in essi si tratta di una enunciazione volutamente banale, artificialmente spontanea, in Joppolo im•ece, unisce il carattere enunciativo a uno descrit1:ivo, e, di più, se si può dire, lirico. La lirica di Joppolo, se presa veramente nel suo stretto consistente significato, non esiste come cosa «pura,. ; la lirica in. fondo è anch'essa u.n com~ promesso tra narrazione e poesia ed è soprattutto un compromesso, un incrocio innatu.ralc in un teatro che adotta 1n geometria co'tne architettura, non funzionale .delle sue passioni. Si cUsse non fun:ionole poichè non è con arido spirito simmetrico e con• senguenziaJe ch'c, i valori umani o <lram~ mat-ici vengono man mano a formare il teatTo di Joppolo, ma come e:formc assolute• o meglio come «colori assoJuti:- in un grande quadro di pure intuizioni. :\'on si tratta cli questioni cli gusto, nè di mode occasionali; nè tantomcno di rirerimenti foJcloristici o illustrati.vi: è ben ampio e diverso il respiro del «colore» di Joppolo. Il suo dialogo è cromatico, la sua natura ci apparC in quelle tinte categoriche fissate dalla scienzu, senza le crepuscolari sfumature, per cui il colore ad un dato momento di\'enta forma, spazio, canto, espressione «classica» incontrovertibile. Nel teatro di Joppolo (e ormai «L'ul· tima stazione» è stata pubblicata già <lue ,·olte, oltrechè rnppresent:Ata, «:n cammino• è stato edito scenicamente a Milano) questa atmosfera surre0le in apparenza forse creata, in realtà profondissima, mediterranea, è un !atto di civiltà a cui noi crediamo molti guarderanno, senza imitare, ma 11:sentendone» la validità superiore. Queste atmosfera è libera: essa è pericolosa, perchè per essere mantenuta ha bisogno di polso saldissimo e di Iorte padronanza del linguaggio: però, una volta possedut.n appieno, tutto permette e concede, in quanto prfra di c1uei particolari angusti, di quei «limiti.- che determinano qualsiasi azione normale. JJ teatro di Joppolo non sente le tavole cosi elette, ]e quinte, le necessità, Ja tecnica del teatro vero e pro• prio, ma si disancora e ambienta i suoi argomenti su un più grande pnlcoscenico, che non ubbidisce alle leggi materiali, ma si -sublima in qualcosa di più alt.o e di più libero. Teatro, non teatro per un verso, e teot·ro appieno, appunto per questo. Nella sua inusitata condizione sta Ja sua forza e la sua vitalità è stata sperimentata dn noi e collaudata con felici risuJtati. Non faremo qui ancora, come un tempo, in altra sede. paragoni tra la materia di Joppolo e nitri nomi di tremenda importanza: nè in un senso nè in un altro vogliamo aUinare Joppolo ad altri classici o contemporanei. Non vogliamo scoprire nè alcune sue origini nè molte da lui illustri derivazioni anche in campo narrativo. Se chi ha visto in lui un filone dn .seguire intcJligentemcntc, ciò nvvalo1·a quello che prima dicemmo sulla «civiltà» latn e assoluta dellu sua opera. Quindi abbiamo detto di Joppolo solamente in rapporto a quanto di lui e r,a soll'tapposlzlone dcli' al-toro al 11ersm1uggio, ù proprio q11ellr1 che crea spesso alcune rame immortali della scena. La rolla adora. l'alloro, e, q11ooto 1,iù ritrova lui, tanto più ù roltce. St reca a teatro por veder l'attore, non per vedere Amleto. E il commedlnnte, se vuol farsi apploudlre, deve sroggiar. se stesso ; non ha Interesse, come il Poela ambirebbe, cli nnscondorsi nel personaggio fluo a. sparire•· A. G. BRAGAGLIAda « La lluc•ara Mahlla., è stato conosciuto pubblicamente, tralnsciando dai dramnii « Ritorno di soli• tudine» e soprattutto «Le Epocfle• che nell'assunto e nello sviluppo e nella parola stessa segnano una possente conquista dell'autore. Per quel pudore istintivo che trattiene ogni individuo ben nato dal defi• nire leggermente otgenio» un contemporaneo di talento, non classiricheremo l'opera di Beniamino Joppolo nella storia del Teatro, anche perchè essa è ancora molto sconosciuta, persino a piccoli pubblici raffinati: diremo soltanto che in Arte non ammettiamo - da un punto di vista strettamente critico - compromessi o concessioni e che consideriamo il teatro di Joppolo sulla via maestra de.I Teatro. Quello con la T maiuscola, lÙtimo esempio in linea di tempo, anche dopo tutti gli americani, cli un'Arte che ha avuto Shakespeare, ,\llolière, Lopc Dc \'ega, Pirandello. La forma corale, il linguaggio puro, il clima mediterraneo, clima che rirlcttc il senso atavico, barbaro e classico al tempo stesso, di to:natura:- di sole di luce, di ampiezza che c'è aegli italiani di lurgo petto, negli italiani che sentono il bruciore interno, insoppri.mjbilc, di un o:sanguc)I, più ,·olle millenario, tut• to questo, concorrente alPatmosfera e a1 fulcro del suo Teatro, ra di Beniamino JoppoJo non solo un drammat11rgo, ma, secondo l'antico e allora pio desiderio degli «scapigliati» di un tempo e secondo una più forle urgento neccssitù di oggi, un aspetto di civHtà temporale cui prima o J>Oi non potremo sfuggire. ì\ lcgl io se, con generosa adesione e con senso del momento cui siamo arrivati nell'evoluzione dell'arte, trafosciando ogni particolare di scuola o di accademia, accetteremo e subiremo anche questa prepotente solare manifestazione della nostra validità intellettuale. Si usa il plurale 11:nostra» poichè, già si è ribattuto, il teatro di Joppolo, anzichè costituire un'espressione isolata privata, costituisce un avvenimento che l"Utti ci investe, ponendoci precise responsabilità, cui risponderemo, in sede morale, solo col nostro lavoro. TECNICA A TEATRO Foto Ravafl{a PAOLO GRASSI Fondazione Ruffilli - Forlì 7
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