do di vivere e di agire conformemente. Non si è con ~roppa chiarezza inteso che tutte le scoperte divergenze fra le generazioni non sono altro che divergenze fra uomini, fra modi di intendere la vita, Posto così il problema, i termini possono sembrare equivalenti. Divergenze fra uomini, abbiamo scritto: ed in "uomo,. abbiamo riassunto il concetto di una incoercibile volontà, di una intransigente moralità, :doti che noi non riconosciamo nei giovani in quanto tali, ma perché naturalmente e fatalmente inclinati - ora più che mai - ad un tipo ideale a cui essi, vergini e lontani da ogni precedente contaNon basta che pubblicali at• tacchi e proposte vengano seguiti con occltio vigile di registrazione, e quindi, per così dire, allibrati. Bisogna che su ogni articolo o gruppo di articoli interessanti speciali proble,ni, s' i,nbastisca - non senibri esagerato - una pratica regolare, la qriale li accolga appena venuti alla luce, li indirizzi attraverso gli uffi• ci competenti e soprattutto, esiga per essi le risposte auto· rizzate. (Marcello Palumbo in cPunio della Rivoluzione•• edizioni di Roma Fascista). minazione nel .tempo e da ogni interesse illecito, possono più facilmente pervenire epossono più facilmente intendere. E questo che abbiamo, per comodità dialettica, chiamato "tipo ideale,., non essendo -certa~ente un fantasma creato nella n~sha mente, si identifica coi migliori delle altre ,generazioni, tanto da venire a costituire, 'Uomini di diverse generazioni anagrafiche, una unica generazione spiritualmente unita in cui è logico pensare che i giovani abbiano ~I sopravvento prima di tutto numerico,• la qenerazione giovane. Fratture anagrafiche .quindi non ne esistono: ed è inutile ricercarle -ed inintelligente ed antitaliano insistervi. Non sono valide distinzioni fra le generazioni dei ventenni o dei trentenni o dei quarantenni o degli anzianissimi. Se fratture esistono, sono fra categorie di mentalità, di idee, di concezioni: perfino fra modi diversi .di attuazione delle stesse idee primitivamente identiche. Generazioni ideali, dello spirito, se di spirito è il caso di parlare nei confronti di coloro che hanno inteso l'Idea solamente come un materialistico facchinaggio. W. R. mo I • •. 9-10LUGLIO-AGOSIO 1942- ll PATTUGLIA POLITICA. ARTI - LETTERE FORLl' - S.de LUtorla - Tel. 6011 Direttore, 1.ENATO 10 SSl Con~irettore I Ll V1 O FlATT1 WALTEl 1.ONCHI - redatt. capo reaponubile UN NUMERO L. 1,50 Questo numero doppio L. 3 . - Un numero arretrato; il doppio 1880111.: Ordinari I. 15• fmiatiU,im1itari I. IO Dbtrlb. D. J. E. S. • P.sa S. Paotaleo 3 • ROMA PUIILICJTA' 1 UUlclo Pubbllclti • Propa• ganda - Via Roma, 6 • IOLOGN A. ANONIMA AB.TI GRAFICHE • BOLOGNA VIA CONSOt.ARE • Sez. Edit, G. U. F. · forll PAOLO SJLIMBA.NI, Segretuio del C. U. F, . PRESIDENTE Armando Ravaglioli • Bruno Matolti Livio Fratti • Renato Roni P-ondazione·Ruffilli FrancoTosivitaseria Franco Tosi. sottotenente dt!lla Divisiorie Alpina Julia ventenne su,dente universiwrio veronese, è caduto !Ul mare il 27 marzo 1942. ff ENTRE la guerra continua, dentro e foori di noi, ci convinciamo semp1,e più d.i una realtà che tcmevruno. La lotta è essenzialmente solitudine. Dopo le lettere di Cesare Bolognesi, anche le lettere di Franco Tosi hanno cominciato a non arrivare più. La guerra sta strappando molte [rasche dal nostro spfrito e molti amici dal nostro [ianco. Non siamo più dei sognatori; la guerra ci apre nuovi ama· ri e profondi orizzonti di umt,nità. I noslTi giovani amici se ne vanno e non tornano più. Ma il significato della loro vita e della loro morte è molto più intenso di quello che una sbiadita commemorazione a base di gn• gliardetti chinati potTchbe far credere. Giovani pensosi, inquieti - P inquietudine è' la nostra ricchezza - ora 1 con la morte diventiamo per noi un simbolo: essi non furono pallidi idea• listi, acquietati nella supinità dell'« ipse dixit »: i nostri runici non si arresero alla vita comoda di una verità ri\•elata; non si sgomentarono davanti ali'« hic sunt leones »; vollero varcare i confini per rendersi conto di una verità che poi affermarono nel sangue. Non li dimenticheremo. La Patria trae da questi giovani nuovi motivi per essere amata. Due anni ra in quella prima\•era intensa che precedette il nostro intervento, 1:-ranco Tosi aveva raccolto l'an• nuncio dei papaveri rossi nei campi e quando la gueITa fu_, la sua domanda era giù al distretto. La decisione di Franco fu tutt'altro che una ragazzata; amava troppo lo. sua giovinezza per concepire il volontariato come evasione dai problemi o come avventura personale; nella piena accettazione di tutti i rischi, di fronte alla necessità della guerra, egli volle compiere il suo pri• mo atto d'uomo. E poichè desiderava esperienza, chiese l'esperienza durissima che solo la montagna e la guerra sulla montagna possono dare: fJ'anco Tosi fu Alpino. Lo avevo conosciuto ad una lezione di di.ritto privato nel gennaio del 1940. 'Il proCcssorc in cattedra parlava delle successioni, ma l'argomento non ci interessava; eravamo vicini, nello stesso banco; ci scambiammo qualche parola, ci dicemmo i nostri nomi. Quando uscinuno eravamo amici. franco non aveva ancora vent'anni: purità verginale di aUetti nati e cresciuti con lui; con la sua sensibilità delicata avvertiva la presenza di corpi opachi contrastanti con la sua chia• rità; ne riUettcva le sensazioni fiorendole in j.mprovvisi rossori: adolescente tw-bato. Non era nè un sanluigino nè un traviato i era un giovane, ed è stato detto che i giovani sono tutti poeti. Poeti.; cioè che creano e distruggono e poi tornano a creare. Franco voleva chiarirsi: si liberava dai dogmi e ritornava alle supreme conclusione dei dogmi; si scioglieva dalle premesse e ritornava al punto in cui s1 giustificano le premesse. Non rit:-Ornava sui suoi piedi, rifnce\'a il cammino solo per matul"l!lrsi; progredi\'a eliminando via \'Ìa dal suo spirito il <lccorativo 1 il superfluo. Si poneva i problemi per approfondirli; ne ricercava il nucleo; li vedeva sotto le prospettive più diverse. Oscillav8. tra la negazione e l'affermazione; non fu scetF o rl Ì tico. Voleva distinguere l'oro dalle dorature, il positivo dal negativo. Ton• deva a sepa:ra:re i due elementi a scioglierli dalle loro composizioni per ri• · conoscere l'uno e l'altro. Al vertice della sua preparazione alla vita, nel passaggio dalla fanciullezza alla vera giovinezza, è la sua domanda di volontario: significava che tutti i ~avagli. egli traduceva in, pro• blemi politici, cioè vissuti e· sofferti in funzione di un miglioramento personale, ma universale nella dedizione alla PatTia. Perciò la sua offerta fu progres• so: azione meglio che parola, combatti.mento meglio che rinuncia. Egli accettava il combattimento, non recideva i :problemi con la volontà pri• ma di. averli conosciuti con l'esperienza e la riOcssione; poichè amava la lotta, egli li accoglieva e li oftriva; e nella sanità del suo equilibrio trovava la forza di non stancarsi ma di su'pe~ rarsi, pronto sempre· a riaccettare nel suo spirito la violenza del combattimento. Un sorriso vago, quasi ironico, ve• iava il suo tormento interiore. Ripo• sto in pieghe recondite, pudiche del suo spirito, viveva il tesoro della sua pensosità; quasi celato da una appn• rcntc adesione alla contingenza. Noi amiamo la profondità nei gio• vani. Quando Franco giunse a Bassano, per frequentare nel settembre 1940 il Corso Allievi UHiciali degli Alpini, i suoi super1or1 lo soppesarono a prima vista e lo giudicarono « un poi bambino. La vita militare è larga distributrice di scapaccioni ai bambini ancora adagiati nella bambagia rosea dei pro• pri sogni o galoppanti sull'ippogrifo di idee generiche o di f.avolose illusioni. La rude conoscenza con uomini spo• gli di qualsiasi idealismo, il forzato accost.'nmento di diversissime nature cn• tro rigidi schemi di vita, sono espe· rienze provvidenziali e letali che la vita militare impone: ai più deboli toglie la volontà di agire, contamina la purezza, intorpidisce )a .coscienza. A Franco Tosi donò la conierma che ciò che è bello nella vita è iJ contrasto accettato, vissuto e superato. :Incontrai t~ranco il giorno del giur.amento degli allievi sulla cima del Grappa. Finita la ce1·ùnonia be\•emmo il vino freddo d'alJwninio nello stesso• gavettino; il pane che mangiammo sapeva di sudore nostro. Cantammo: « Sul ponte di Bassano bandiera nera; l'è il lutto degli Alpini che va a la Guerra ». Ci abbandonammo nella dolcezza di questa triste canzone che parla dei vecchi Alpini dell'altra guerra e di una fanciulla che saluta e manda baci all'amor suo che parte. Si av\•icinava l'inverno 1940·41; i nuovi Alpini avevano ricominciato a morire, come i padri. sul fronte occidentale essi si erano aggrappati alle mitragliatrici del nemico perchè non sparassero. In Grecia la Julia si preparava. Cantammo ancora: e L'è il lutlo degli Alpini che va alla guerra la meglio gioveulù che va sottoterra; Ci sentimmo faticosamente giovani. Quando, finito l'inverno 1941, Franco uscì di;i.lln scuola di Bassano con il grado raggiunto dj sottotenente degli AJpini, già in lui si delineava qualche fisonomia d'uomo. Il fanciullo nderi• va tuttavia al greto della sua personalità, trasparendo attraverso la gen• tilczzo del carattere. 11 processo di formazione continua,a pianamente, senza truculenze, senza [issare delle zone d'ombra nel sùo spirito. Egli si preparava operando in silenzio; meditando e conquistando brano a brano la sua superiorità nella vita. Non ru uomo pubblico. Ricerca, a Ja sua e.$pressionc, voleva dare il proprio nome a « qualche cosa· di prestntabilc e di leggibile dall'umanità». Ne aveva la capacità. Avc\'a intTavvisto al di là deUa guerra e della slcssn vittoria la pos• sibilità di giungere a una superiore spaziosità di orizzonti ideologici, che è alleggerimento; fluidità e gioiosit:ì di vita. Tutto ll\'Cvu subordinato all'adcm• pimento di un generoso dovere. Quando lo spirito è educato a considerare il diagramma tra la vita e la morte come nodo fisico, Iragilissimo e trascurabile di fronte aliti vastità di eterni problemi, il sacrificio non coglie impreparati. Franco Tosi è morto sul mare, mentre tornando dalla Grecia si accingeva a raggiungere la PatTia per poi proseguire per oltTo CrOnte. A franco Tosi non daranno medaglia; la interiorità della sua vita non fornirà spunto per retoriche com· rnemorazioni. Carbonari dello spirito, questi nostri caduti giungono puri alla meta, non luttavia involuti nel nimbo dell'jnnoccnzu: la loro grandezza è nel segreto della propria coscienza. Siamo solitudine - è vero - ma attorno a noi · vi sono solitudini nobilissime che si concludono con la morte e si schiu• dono nella luminosità del sacrificio. L'insegnamento dei giovani caduti non appesantisce la nostra giovinezza: il loro linguaggio noi lo conosciamo; essi sono il nostro trav8glio che trascende il turbamento e diventa nel sangue ra• gionc della nostra esistenza e giusti• ficazione alla nostra guerra. GIGI GHIROTTI • È con un certo acorameoto che a •olle ooU•mo come troppo giuste pa.role cadaoo, dopo Il fuoco delle dlscuHioal, nel •uoto della rettorica • della dlmeatlcaou. SI • dlscuHo Wtlmameote ID molti fogli dell'economia cartacea. del mJ. gllonmeato del togli federalt e della 1lampa pro•lncla1• tutta quanta : la dlscuHlone ha a•• sorbito molta della nostra passione. Ma, spe.oto l"lalereaH destato la uo primo tempo dalla po· lemlca, tutto • rimasto come prima. SI coatl• ouaoo a pubbUcare tutU I più laullll fogll cbe ooo a•rebbero n dlrltto di eal■tere. molti aet• Umanall IODO fatll COD le forbici. l"Eate Stampa cooUnua ad aiutare l'lacurJa di molti direttori. Ogni giorno di più notiamo come l gtornaU del• la pro•l•cla ..-adano spenoaalluaadoal, uaUor• maodoll ad u.n tipo unico, fatturato coa I bene• flcl artlcoU del prolUlco Ente. Il quale Eate ba certamente sorpassato l llmltl tmpo'slt dalla steHa originarla fuoiloae per cui fu creato. Questo noo sarebbe ancora niente. Ouaado poi, mentre al trtbola ogni glorao per cercare quel minimo di carta per fare u1clrt regolarmente li giornale, capltaao sul tavolo gloroaletll come un tlorentlno •Lu.mini da o.olle., fatto dl piccola posta e di stupldagglnl ln•uo■imiU, più 1tupl· do del più stupidi bollet1lnl parroccbieU. al • costretti a peas.&re che, per partito preso, la carta sla falla scarseggiare solo per quel glor• aatt che sl sforsano di e11ere utlU alla cauH
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