Pattuglia - anno I - n. 9-10 - lug.-ago. 1942

Sperimentali i Provincia A chi si interesso di teatro e di quello csruninu oltre che lo slnto prutico onchc c1uello teorico che si S\·olge sulle colonne dei vori giorn(lli non può sruggirc il gronde intl'rcssc che oggi \ a riacquistando questo forma cli spettacolo nonostante il terribile ed irruente arlcrmursi del cinema, Credo che moi come oggi il teatro abbia inlcressuto gli scrittori,. i giornalisti cd i lcuori (.' credo clcf resto che mai come oggi nbbiano avuto lo costanza e lu fortuna <li resistere cosi a lungo 01>c1·c teatrali cli un così grande ccl imprcssiononlc ..,uotismo. U pubblico e l'auto1·c sono gli accusuti, il critico e 1'appussionaio i giudici e tremende diutribc inchiostrali , onno macchiando ed aumentando le cartcMc dçl processo. Fino o ieri e forse anche fino nel oggi il risultnto non è stato pflri all'interesse forse anche pcrchè molti tentntivi cli fur rivh-cre il teatro sono rnlliti sulle placide onde dei mestiere do,·e nndo\'nno cullandosi gli uomini della più placida ed incortopccoritn borghesia. li dente d'arresto per chi procecle\n sul tacile piano inclinato dovette essere e fu costil\lito dai i.:;io\on.i che, bC rii' certe volte con l'cs11gerazionc C RENATOBASSOLI• Scena per la riduzione teatrale di "/ tre alberi Avvenire,, di Jon"as Lit S1;:~~mr:r~r:n;U h~~ t~j s~:~:~ OSO!:~:~:= re pCr poter rogg·iungcrc una non facile tna pcrultro noto rnetu prcfissatn. E sorsero in difesa del teatro gli Sperimentali con In duplice, funzione di edu- ~are e trascinare il pubblico ai gusti più intimi o profondi e di formare le competenze pCJ• i quadri di un domoni più prospero. J I primo debole grido ebbe i suoi echi cd i giovani tutti anche i più lontani 1·occolscro il progetto ormai definito. cosi anche quelli della provincit1 do\ e più che nclJe metropoli e nei centri scmbrovn essersi nmalgarnota in uno spirito solo la retorica con l'arlc, la banalità con il gusto. A c1ucsto modo ormai ogni GUF hn il suo Spcrimcnlnle pili o meno attivo, , italc, intelligente, degno di successo ma sempre con degli scopi cd intenti ben precisi e tlefinit i. t Il, sul terreno 1>rutico, sui polcosecnici degli Sperimentali delle metropoli e delfa pro\ incin si ammucchiano le pezze d'uppog~io nllc idee che noi gio\·ani ci .sforziamo di divulgare su questi nostri fogli di battaglia. Fine si S!;unglicronno con unn certa \'Clociti.\ se proprio non umano crtettivumentc il teatro. (E questo ovvienc ben di rado). e cosi che la tede e l'entusiasmo si spengono spesso sotto la doccia de-;Jc dirFicolt6 insupe,robili e sono pochi i Teatri Gur che prosperano. Pcrchè dunque la Scgretcriu Ccn• troie dei Guf cd il Ministero insieme non !')Otrcbbcro sclC"zionure i migliori Sperimentali ed oUidare ad essi qualche attore che senza essere Mario Mc• lato o - turttomeno - Roberto Villa potesse portare all'intero comp\csso una esperienza non giù cli interpretazione sun mn piuttosto di fucile e precisu esecuzione delle dirèU..i\ e del registn? A flUCSto modo lo Spcrimcntulc di, erTebbe Scuola, gli allori si nUinercbbcro, il regista si troverebbe di fronte n delle precise responsabilità potendo interpretare ,,eramente il testo secondo lo sua scnsibilit.à. Alcune Co01pognie minime cli proso che ultimamente si sono presentate a Roma con discreto successo e con repcr• torio piuttosto misto potrebbero pi:1ssnrc <1uasi in blocco ugli Sperimentali così do scn•irc errcuivamente alla cousn ciel <lei teatro. Gli Sperimentali stabili che sorgerebbero in molle pro,;ncic dopo le opportune selezioni più che dei Teatri Gur dei registi, guidati dal direttore del CZ/aiare di I nostTi Sperimentoli, è bene che se lo fissino in mente certe fomiglic che occorrono a ,·edere il loro Pincopullino che «lo,·ora», sono ben lontani dall'essere delle filodrammatiche facili al clidilett.nnt.ismo; sono piuttosto dei piccoli cnposn)di non ancora pcrrcttomcnte sul piede di guerra cho i prodi tecnici deJla prosa teatrale mestieranti e Jottutori polemici insigni quando si trotti di far udire In proprio voce sul cancan dei gusti e delle mode non sono riusciti ad ·nggirore nè - tonto meno - o conquistore. Meritano quindi - i nostri. Sperimentali - una giusta ed attivo IL termine teatro si riferisce ol condifosa non solo dn parte di coloro che tenuto e non al contenente: non .omano e sentono il tcntro contro quelli ol teatro Donizetti, per quonto ampio che di esso mostrano l'esteriore senza e di bclPospctto, ma al « Teatro delle un minimo di inlimo e di sentito mo 1ovità», cioè o quella serie di rappre- .onchc degli orgoni competenti che li sentozioni liriche che, precedendo di seguono e li indirizzano. L'aiuto del tre anni (1937) il pt·c1nio di pitturo, Ministero dclln Cultura Popolare e dei. ho rotto con le sue tre o quattro opere Guf potrebbe voler-e n superare la più nuovissime per ogni settembre, In risograve difricoltl\ di questi tcntri Speri- nonza cittadino per darne o Dergamo mentali, specie di quelli di provindo unn nazionale e <1uolchc volto forestiera. cbc, come abbiamo già sopra esposto 'ln quanto a quello che è, e de,•'essere, hanno una funzione uncora più prc- il suo volore 1 il discorso si rilarà cisamcntc cUicncc ed educativa degli all'indietro, allo maniera delle vecchie .stessi Sperimentali dei Centri maggiori, narrazioni. dilficoltà che è quella degli attori. Lo lJ musicista come professionista li- ~elta di questi avviene necessariamente bero conta duecento anni di vita. Beesu pochi: o vecchi filodrammatici cdu- thoven ru il \>rimo n vivere In nuovo enti nell'oratorio o giovaJ!i non ancora condizione vo ontoriamcnte, di propoper nulla avvinti alla recìtazione che, sito; Mozart, all'eterno ricerca di un spesso e volentieri, al primo applauso posto fisso, di uno sistemazione stabile, corrono per lu scia di quel mattadori- il primo n patirhti fino o lui incluso, smo filodrammatico che nasce dallo co- il musicista era un impiegato e, creascienza più o meno falsa di n,•erc un livamente, un artigiano. Fra le molte ,·olore. Di questi ultimi clementi in conseguenze possibili di questo. condiprovincia poi se ne trovano pochissimi zionc, la certa ~ l'idea pratica, ·antic per un certo ritegno (im·cro nettu- astratta della musica che il composimente provinciale) di ce1·tc famiglie torc veniva n trovarsi naturalmente frn per l'ruubicntc teatrale e forse anche le mani rin dall'inizio della sua orte. per un po' di sriducia nel giovanissimo Idea ovvia quando il lavoro nascevo registo che non può, almeno in opparen- per l'immcdiala esecuzione e fatta da so, sapere dirigere seriamente e bene quegli esecutori e con quegli struun complesso drammatico. Per cui in menti, spesso tanti e non più. un Teatro Guf pro\•inciole si iscri\'C• Idea particolarmente importante rirnnn_o. circa t~c gioH1ni completan:aente guardo all'opera: genere d'arte pratico vergini su cui o,·e lavorare proFu.!un- per eccèllenza dove inrotti l'antico coJ1~cntc dei quoli dopo le prime pro,·e stumc si ollungn pr~fondom'cnte ne11'800, P'Offtfatibtf~ 1i crffnW'~· F5'ftìimpresari in luogo dei monarchi Teatro Gur e dai registi universitari potrebbero con opportuni e frequenti giri in provincia e luori ovvinrc o molti difetti del teatro ora ìn crisi. li potenziamento e Ja maggiore volga1·izzazione del nuovo teatro e del !attore regio. importantissimo nel fatto teotrolc, e la rormazione metodico e protica dei nuovi quadri per i.I domani credo siuno obictti\'i u cui tendere u costo di qualche lic\'e sacrificio finanziario che domoni ,·crrcbbe superalo dot naturale successo. Nuturalc pcrchè si fonderebbe ncll'rmimo dell'uomo che dovrà sentirsi nccessnriumente portato verso l'arte al di fuori dello modu e dello snob. Attuare la mio proposta proprio oro mentre combattiamo penso che c<\Ui\·arrebbc ad inguggiore una battag iu in dilcsa dei nostri ,,alori spirituali ed in senso totalitario. Le lince che mi sono sforzato tracciare vorrcbbc1·0 0"'· vhirc a moltissimi inconvcnfonti, eliminare dirticoltà creare i presupposti pratici per poter percorrere di corsa lo strada che ci separa do"I sorgel"e del ouo\'o teatro. IIo voluto tracciarle su questo numero del nostro « Pattuglia» do,c noi giovani parliamo del nostro Teatro e pubblichiumo il nostro Teatro, i1 vero Teot.ro voliclo, e mi auguro di J>oternc discutere prossimamente in unu sede più ovnnzata e conclusi,•a. ENTIICO CAMl'ORESI l1.fl leafra e dei gran signori committenti. onostonte tutta l'ispirazione a miccia, il nostro melodramma nocque, crebbe e fece fortuna in questa condizione nc\igiana da cui si è emancipato solo l'ultimo Verdi e, scc.ondo la proprietù dell'opero, do\"e tutto confluisce e appeno li tende ud uscire dall'equilibrio, a · traboccare fuori dai limiti con erttoreseenze tropicali di terra madida di succhi, i benefici e gli svantaggi vi galleggiarono rigonfi. L'esigenza di autonomia portata dal romanticismo, cho prende la musica nel1'800, .f1UOndo tocca tordivomentc, intorno olio metà del secolo, anche c1uesto terreno, vi di\'ento <1uindi più imperiosa, entusiasta, fncinorosn che altrove. Via via che, episodio per episodio, l'umore rivol_uzionorio cresce e si dif!onde, la tensione aumenta con strnttom scoper• tissimi. E c1unndo poi ~ol nuovo secolo anche l'opera si getta ncll'av,:entura solitoria ed eroica dell'arte moderna. si orriva nl parossismo rndicale degli anni limitabili, grosso modo, fru il J910 e il 1930. Lo vecchia forma scricchiola paurosamente tonto eia crcderln finita per sempre. Jl musicistn quando fa dell'opera pare e \'Uol prescindere dalla realtà pratica per imporre la sun ricreata a tavolino. tutto a forza d'immaginazione. Mo si trotta di fenomeno transitorio e pol_em_icopiù di quanto avvengo per c1uals111s1 nitro genere d'arte. Più che per lo stesso teatro \'Crbn.lc. Non c'è per l'opero la parziale esistenza letterario: una bontà o mezzo da npprez,;are tuori della scena. ~eppure eia pensarsi una creazione astratta, come le due bochiane •Arte della fuga• e «Ortcrt.a musicale• scritte sent.a alcun riferimento iimbrico. L'astruttezzu divcntu per l'opera inattuozione, risultato a \U0to, mentre l'esperienza sui fatti, il collaudo e l'esercizio continuo della re.iltò. costi· tuiscono il mezzo indispensabile nlla vi1a dell'opera, anche lu più innO\-atriee. Vita che ha a, uto H~romentc la sua mnggiorc minnccia dal FossMo bCa- ,·nto per p:uccchi unni recenti fra l'ope• risto e lo roppre:,entazionC'. ~\sscrendo dunque con una com iozionc da due-+- due = qunuro, questa necessità_ per l'opera di essere eseguita. considerare l'intercSSC' uFficiale oc- ~ordnto alln • nodt1h come il fatto pili 11nportunte del teatro rnusici1lc degli ultimi tre o quattro anni \ iene da sè. Attr(ncrso il sistemti delle SO\\Cnzioni e dei premi ministeriali, l'ercdilli dcg:l'imprcsari pussa u occhi chiusi agli en!i ~ea~r~li organiz✓.atori. Ciò che per noi s1gn1ftca. non soltanto intendere questo fatto come detcrminonte ~icuro dell'attunle ritorno al teatro lirico del compositore italiano, ma, coi relnthri pedczionamcnti (che dovronno essere molti), prcs~nte di certo, e con purecchiu influenza. in una ritrovata fortuna dell'opera. Ec1 eccoci al punto di riparlore di Bergamo e del suo \'alore d'oggi e di domani. Di seo,·orlo ruori, questo \"alorc. di definirlo, isolandolo da ogni altro. chiarendo in che modo per noi la sua esistenza sin non solo importtinte, ma necessnrissima oggi e domani alla '"ita musicale nostrnnu. Che le 1·apprcsentuzio111 stiano vi~ cine e anche s'alternino con quelle del repertorio tradizionale non è coso da preoccupare: condizione sine qua non a tutt'oggi per poter , i\"cre In realtll dei due pubblici che è ,enuta a dett"rminaro lo rende neppure pericoloso, ma anzi forse di cu>uolche vantaggio. invogliondo, per viu del , icinato, o uscire dalla darsena del repertorio o questo na\ iga,iono in mure uperto. C.osi pure non prcoccupunte è l'eclettismo estetico 1·appresentato dal le opere prescelte chè, tratlondosi d'inizinti,·n unica nel suo genere in un tempo che di eclettismo ne mostra in ubbondonza, non si può chiedere tutto il fu,orc o unu corrente piuttosto che a un'altra. L'unica, In londumentule questione C quella dellu novità. Qui il tema, la leva di llerf(amo. Poriiti coll'idea prezioso di curarsi e preoccuparsi del compositore. di toglierlo allu tostieru muta della sola fantasia, di dargli il mezzo di pro, arsi colla realtà, il diritto alla prova deve essere duramente limitato: o il compositore ha da essere nuo,·o alla scena, il che, con l'obbligo di un tanto di qualità sostanziale, i·iduce In severità, o è l'opera o dover essere nuovu. Nuo\"O di .mezzi e d'intenti, di forma e di spirito. Occorre insomma .sypernrc del tutto il senso empirico dell'insegna con una bella sottolinentura del carattere spcrimenlole messo al servizio proprio di due dei casi dove è più necessaria l'esp_crienza, Puscire doll'ostrotto e pro- ,•ars, colla realtà; il giovane all'inizio, l'inno\"ozione autentica. Che uno dei lavori rappresentati sin a ogni stogione scelto fuori della responsabilità dei dirigenti bergomaschi non fa ostacolo: vorrà semmai a mettere in maggiore risalto il criterio locale finendo, chissà, u lungo andare per modificare anche l'altro. o per fargli «perdere la lama•. ~ra il bando di o,ni ,•ecchiezza o osti nota mediocrità dev essere inflessibile. D' nllronclc, considerando la realtà di questi cinque anni di vita e i nomi degli. uutori prescelti. sapendo qualche cosa dei la\'ori da roppresentorsi nello stagione imminente. di quello di M.olipiero junior o di Hoto, si vede come sia solo un piccolo giro di vite che occorre per l'inse,·erimcnto e con il coraggio lucido e appassfonato di cui i dii-i,:ccnti hnn dato prova, superando il diHicilc periodo iniziale del tentati\'o senzo pie,i:Ore le ginocchia, cosa nbbostanzn [acile. Tutto e vero vnntuggio per lo munifestazione bergamasca che se ne gornnt.irà insostituibile anche quando ,,enisse il tempo in cui le attuali, pu.r sempre prudenti e dosate, iniezioni di opere nuo\'e negli altri teatri dh-entasscro ,ere e proprie trosFusioni di sangue. « Teatro per la novità • necessa.rissimo. EMILIA ZANETTI 19

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