Pattuglia - anno I - n. 7 - maggio 1942

.-----------li-- N EL numero cli gennaio di Civiltà Fascista Pcllizzi h~ iniziato una rubrica, • E't3pcricnze », che promette di prcGcguire sul tono del J>rimo pezzo: una 13ana, costruttiva critica della quale ha ncccasih\ il Fascismo per s,·iluppare la ,.;ua opera rivoluzionaria. Ci piace riportare per intero lo ,3crilto di Pcllizzi, che può dimostrare, a propooito di un non ben precisato per qui:mto ir-'3istcntemcnte posto problema dei giovani, qualche volta impootato su una reazione dei giovani di fronte a una incliHercnza cor.e3ervatricc degli anziani, come il dato anagraFico deWctà in uomini di proron<la 13ensibilità~ politica, non impedir3c.11la sofferenza più viva dei più urgenti problemi rivoluzionarL Esperienze. - L'amico 'I', volevt1 ch'io ve,lessi un poco la campagna. In quella /Jrovincìa mericlionale io non ero mai staio, e la campagna presentava veramente aspetti vagl:i e impensati, con la sua lerr<t rossa grumos<l, i m<lnclorleti esili, le vigtw per l'uva da tavola, a pergolal.i sottili e bassi, come ili certi affreschi del nostro bel Quattrocento. A un trntto, nel rulilanle crepuscolo, cominciarono a spuntare dai campi, qua e là, delle curiose costru=ioni rustiche, delle <111ali non dirò di piri in questa nota, tiolendo che rinumga incognito il luogo delle nostre successive esp~- rien=c: e questo voglio per ragion di giustizia, perclu} non si tratta di esperien=a che solo in quel luogo e in quel momento potesse essere vissuta. Dunque scemlemmo dalla vettura, ed er<wtmw quallro lutl.i rivestili dell'uniforme fascista, insigniti cli gradi diversi. Girammo attorno ol piccolo edificio per trovarne l'ingresso, curiosi cli veclere com'era sistemato all'inlerno: Prima di arrivare all'uscio trot1ammo un maialello che correva, due belli.(jsime pecore della rci==a « merino •, e finalmenle il villico padron di casa circomfoto tfo clue o Ire jiglioli: (lc,eva la faccia buona e furba <li lutti i conl.lldini di ra==a e, la 11os/ra presenza lo costerna1Ja in mo,/o evidente. Inutilmente cercava di spiegargli uno 1/i noi, nel suo carJ/anle dialetlo, che eravamo sollaiito dei passeggeri curiosi, dei viaggiatori in cerca cli una uovilà. Il pio colono non osava dire di 110 1 ma non era nemmeno contento di dire di sì. Di fronte alle insisten:e del noslro amico fini per aprire le braccia esclamando: - « Fai.e quello che i,olete; voi siete i padro11i di tutto il mondo; e scusatemi se parlo male ... ». Ma qua11~ ilo fummo per mellere pie,le nella casetta ordinò alla sua figlia maggiore, clie slava sul limitare: « Spegni il lume!•. · 1 Il focolare, del resto, faceva luccabbasltmui, una tenera luce da presepiOi e l'amico indigeno potè illustrarci le vllrie parlicoforità di quel nitido e piacevolissimo interno. Il pt,dron di casa ci ave.va seguiti e asco/favo. Fi,wlmenle capì, si rassicurò. Allora accese la lampada, e ci offrì tuUo quello che aveva: olive in salamoia, mandorle secche, pane (un eccellente pane raffermo) ciambelline di farina cotta con un po' d'olio, e fitJalmenle comparr.,e con una bottiglia cli vino e due bicchieri; e dovemmo bere lutti alla sua salute e dei suoi sette o undici figli (non ricordo). Uno glien'ero morto lontano, soldato in aviazione, pochi mesi prima. E ci parlò di sè, dell'allra guerrn, che aveva fatta; ci domtmdò anche il nostro appoggio per cerio sua « prcrJica •• co,wiufo ora della nostra infallibilità nel fllrgli del bene come lo era stato, prima, del contrario. Così lo lasciammo al silenzio della sua sera tranquilla, tra i figli e il focolare, nella piccola casa, tutta verniciala cli calce viva, e coslruila come qui e alfrove si coslruivan le Cllse alcimi millenni fa. Ora, deducicmro e generali:ziamo (è ·•-----------; Non credo dre vi fosse mai venuto w1 fascista, e dico massimamente WJ gèrarca fascista, nella uniforme che lo onora e e/re lo distingue. Avevo solo questo eia dire. Qualcimo forse mi leggerci, e troverri che quest.a mia esperieuz.c, meri/a alcuni ttltimi di meditazione. Ci auguriamo che qucota primo .: 3 :r~~:~ienza"' di Pellizzi non rima!1go ben lecito): quel conJadino, forse era in fallo; forse u11 poco troppo tli• grano, o cli olio, stm.>a ,wscosto io qualche recesso della casfoa preistorica. Porse. Ma per questo soltanto egli teme"a fo visita dei quattro uomini neri in uniforme? E da lJUtmdo in qua le, ispezioni armonarie nelle cttse sono state compiute da fascisti in uniforme fascista? Abbiamo letto con interCl3se mollo No. Il timore del contadino era pili grande, pur 13enza condividerne alcuni generico, phì profondo, piri antico. Era punti•marginali, un t1rticolo di Cil!aeppc il vecchio timore del villano verso l'au- IVlirabelli (Stampa Univen.1ilnria, ahitorità centrale, cittadina, lonta11a1 oemi- mè!) su IX maggio del 28 rchbrnio. ca; la cfiffiden:a del solitario, del_ -Vogliamo portare l'aUenzione dei ncntri l'isolato avvezzo a trarre colle proprie lettori - sempre che ci siano: il pcsmani dalla t.erra ;I pane proprio e dei simismo cli Mirnbclli riguardo alPatfigli, verso la potenza delle organizza- tenzione con cui ò Gcguitn la stampa zior,i collettive che sovrastano minaccio- unive1,3itaria non ci sembra infondato se e irresistibili, Era insomma un uomo - particolarmente ou un periodo dclclre durante venti mmi di buon Regime~ l'orticolo in qucotione: 1'ascista non aveva mai ricevuto, dc, al- Il l/utirlo dialogo Ira uno sfondo pùì tri uomini rivestiti della nosJrn u,1ifor- impo,iente: lo studio elegantemenle dime, un saluto, un conforto, un aiulo. smloruo di uu allo gerarca. «li torto Agenti del fisco, dell'annona, dell'au- che si è <l1.mto· è stato di lasciare troppo lorità militare, ,wcv<m0 forse. piiì volle fibertt la stlimpa universitoria! f>ct1s11 visirata la sua casa, in questi ,,enti on- che commenti faranno all'estero su ni: tutti ili uniforme, e lutti in qualche quelle stupidaggini incontro/late.'~ .,Be/r, modo portatori di non buone nove/le. ma c/ri vuoi e/re di<t loro peso: si vede Ma dietro quelle uniforme svariate, nel- benissimo che son ragazzi e cl,e ha11no la sua mente semplice, stavano altre un unico desiderio: quello di f,1r carrie• 1mi/ormi, nere e variamente adornale rtt . al più presto •. di fregio e aquile d'oro: in queste uni- Noi non crediamo che qurnto sia veformi risiedevo il nucleo vero, la ro: che dall'alto l'incomprcr.t3ionc più quinta essen:a ,lei potere in atto. Que- r.:3soluln ci osservi. Possiamo aUermasto potere gli twec,a insegnato e, fare il re anzi che eia molli gerarchi il I\CIJtro saluto romano e a non esprimere mai rermento C ,-.cguito ron rnteressc e ciim• dubbio a/cu,10 sui doveri verso la Pa- patia Gemprc vivi. tria. Gli m,evll insegm,Jo questo ma Però uttenzfonc: attenzione a colm·o non aliro; per il resto si era. fatto sen- che parlano come ci dice Mirabelli, lire, attraverso le mille b,-accia seco- e coloro che non ci comprl'ndono. r\,;si lari dello Staio nelle csc,:ioni ne/lc;. ,saranno l'ostacolo ìntralciatorc elci camimposizioni e neile gabelle. Al ;,,o ca- mino d'-:lla l~ivoluzione. Noi nbhi:uno solare solitario, nelle ore piri dure e fede: noi continueremo ad ?Her~nrc che pitì /risti, era oenuto forse qualche vol- quc13lo cammino della H1voluz1onc lo la il medico, forse piiì spesso w1 prete. faremo noi! ZOH QUESTA "INTRANSIGENZA" tolvolto 13acririeonc.iola, ma· questo suo sacrificio non ha l'impronta ideale cd eroica di chi combatte e muore, non per un'egoU3tica brama, ma per la cliJroa per il bene, per la maggior gloria della comuniUt cui appartiene. -..._TON è una parolo tral<!inatrice e ra- non saranno suUicienti le armi automa- ..1.~ scinatricc di Folle, che faccia av- tichc, i carri armali, gli aeroplani a vumpare facili ccl ardenti entusiasmi. frenare l'ira di un po"polo in rivoltà. non destinati però a lasci.are durnlura Soltanto il Gottilc veleno cli una protrae:cin ed impronta, anche se spin- pagando magi,3trolmente condotta, può gano 1:1daudacì imprese. ritardare l'inevitabile •3coppio delle polNon è neppure parola allettntricc veri; Golo In propaganda può tener cela• di masse, fomentatrice di torbidi e ta che la formuln 1ulottata ed attuata violenze, o,ca allo scatennrS"i di moti su cui nessun regime si può bast1re - irruenti ccl inconsulte passioni popo- è quella di Pildrc Zappatu « Fate quel lori, •3imile a quella di e uguaglìan1.a ~, che vi dico, ma non Fate c1ucllo che che impcr,·ersò dominando nell'ultimo facciO • . 13ccolo e mezzo, motivo e radice cli Da ciò la necc,3sitl1 dcll'organizza- •3Convolgimcnti e sommovimenti dcll'or- zionc e della perfezione della propaganclinnto vivere l'ivilc. da interna, <lrniderio e scopo delle lntrarJ3igenza sto a signiFicnre un grandi democrazie. inconrondìbile modo cli 03se1·e dell'uomo, L'inlrar,3igenza verso noi stessi è oltre che a rnppie,3entare volontà e la virtù colln quale si fondono, si tenacia - non testardaggine - detenni- accrrncono, si rcnrlono duraturi gli imnozione ccl onùjlà, non disgiunti però peri. clu un'intelligente, aperta comprer13ione. f; una inutile e vona finzione· che i lntrar,uigenza non solo verso gli al- govcrnanli puni1jcano più severamente tri, ma primo di tutto, ,sopratutto cd tutti ftli altri che non "3è stessi o coloro inflc13sibilmenlc verso noi stessi. che ,30110 loro vicini, illudendosi forse Poichè l'int.rar,3igenzu verso gli al- cc,3ì nella loro coscienza di poter comtri, t3e non l'abbiamo avuta e se non peosnre colla severità esorbitante verso ,3iamo capaci di averla continuamente gli altri ciò che sentono mancare " loro vcn,.;o noi stessi, è ipocdsia, è violenza, stessi, o sperando invece, spinti eia) terè tirannia; non e3iste motivo ideale rote e dalla bramc,sin ciel potere, di che pc,3sa fornire giustificazione davanti poter eofFocore sul nascere quei germi alla C03cienzn nè esiste motivo che pos- di rivolta e di dissoluzione che sentono 13a Frenare l'impeto ribelle del popolo ,:;erpeggiare e destinati a produrre roche ,3i renda conto dell'errore in cui vinu e Jutti. è stato \'olut1:1mentc tenuto, del gioco Un'altra '3ola parola può stare a che di lui ci 13i è fotto, che ci si è fianco di « intra':'13igenza » ed è « csemprcso - per sfruttare a proprio von- pio». taggio - delle idealità in cui gli è i:;Lato Sono inutili le gravi sanzioni, alin3egnato a credere. E nelle <1unli ha trettanlo inutili come le r3ecentesche credulo, per le quali ha combattuto e « grida • di manzoniana memoria, t3c Gorfcrto, perchè esse rappresentano un chi le commina, r3C chi è incaricato di binogno, un'ispirazione vivu nel cuore upplicnrlc non cerca nitro che di trovare della ma,3sa che in essn ricercu la il metodo od il cavillo che permelta a ragione ultima ideale che trai3ccnda il lui 130lo - mn non agli allri - di brc\'e Gigniricalo della propri-a v_itn tcr- eluderle. rena. t un ,sentimento innato nell'anjmo f: un senso di <lisciplina morale che di tutti: l'accorgemi che quello è stato deve poi-tare tutti ad interpretare ed soltanto uuo specchio per le allodole, il nttuarc lo •spirito e non soltanto la letrendemi conto dell'inganno di cui si è. tera della legge; è c1uel senso della i3tati vittima determina reazioni così socialitù per cui uno non si sente violente, che travolge ogni altro pen- più tS1ngolo md1viduo - lupo in mezzo 13iero p<'r dar soltanto libero sfogo m lupi --, ma membro di una comunitù all'ira. cui l'apparlcnerc, è, prima ancora e al ;\!on furono surficienti le baionette, di •3opra di essere un dovere cd un ono- ForfdaZÌO'n'et~'ùffHfì°':i;F Orlf" diritntollc,u"i"'l?Osizioni COll• 4 formrmsi, in quanto tali disposizioni mirino al raggiungimento di un fine etico, rapprmcnta l'ctrinsecazione piena cd integrit dello 13pirito umano. E la mancanza cl'intrar:r3igenzn vuol dire viltà e paura: la paura di tlentirsi rinfacciare ciò che non si i! e che invl'CC ,si dovrebbe essere, ci rende vili ~ e si ricorre n qualsiasi mezzo per !'a.- tacere voci che Gcmbt·ano l'eco de1la propria coscienza. Se con l'intransigente rettitudine dei ,3uoi cittadini Roma sorse e pt'ospcrò, è l'r13senzn di questo sentimento che oggi conduce alla rovino le democrazie plutocratiche. Intrnroigenza verso noi stessi sopratutto di rronte al clenaro ed all'ambizione cli potere e di comando. Lu categoria 130ciale da cui provenga può rendere più acuto in alcunj il drnjderio della ricchezza, dell''agio, delle comodità - che lo ,;tesso forse ha invicl iato o maledetto non pc-.3seden<lole - e facile tentazione è oFferta dalla pc,.1izione politica raggiunta, dati ; Jegnmi e la corrcluzione intercorrenti tra politica ed economia, indipendentemente dal Fatto che 13ia attuata od affcrmnt..a In '3uperioritù cli qualsivoglia delle due •3ull'altra. lnlermsarsi dell'ondamenio economico è necCt3sario ed indispensabile per chi ricopra cariche politiche, l'o3sere queGti intercssnt.o direttamente all'andamento economico è perniciet3.0 e deleterio quant'altro mai per la nazione. L' intrar,3igenza deve sorreggere chi è tent.nio di cedere alle tentazioni cui può 03sere più foci.lmente portato dalle :~~:cr~~,~~:lier!~~zi1~;~ a~r)!!~:ti d~;~ ue:~ mi,3sione al sen•izio cU un' idea, perciò deve casere aliena dalle ricchezze tencne, pena il completo inevitabile fallimento e la grave colpa delle torbide cor,1eguenze che ne derivano. Ma non diversamente - e forse maggiormente - è colpc\'olc colui che, pur ct3tracndo da ricchezze, pfeso in un ,3ogno di megalomania vuole poter comandare. Ed a quc,3ta sua smodata bramoeia tutto sacrifica: interessi, amore, onore, per essa rischia In vita Quct3li mentre non rnpprl'scnln agi i occhi della mr,3sa colui che deve e può comandare, perchè migliore, è ugualmente nocivo 13iu nei conFronti clc11'idea di cui r3i serve e che srrutla per uno t3Copo del tutto personale, sia nei confronti di coloro che gli ,3iano superiori ' perchè mentre l' inganna 13ulla veritt'1, si oforzo di blandirli coi-tigianescamente adulandoli. Hicordate nei liheri comuni medioevnli lo 13piriio che anima.va i cittadini, anche t3C talvolta faziosi? Il continuo prevalere di una ar113tocrazia, che non era più vcraml'nte tall' non più partecipe, tutrice e tutclatrice degli interCl3si comuni e comunali, ma ,3oltanio dei suoi propri particolari, ne Gegnò la decadenza e la fine. Pertanto non nd un'aristocrnzia del eangue, non ad una aristocrazia del denm·o nu,spichiamo, ma nel unn gerarchia di valori morali, opirituali ccl intellettuali, in cui cit'3cuno di essi abbia degno riconoscimento di adeguata utilzzazione, su cui si bosi e da cui trnggn ragione di vita una ari,3tocrazia conti• nuamente rinnovantesi ccl apertn n chiunque ,:,i mostri degno di appnrlenervi. Il 13apcrsì raccogliere in noi stessi al di fuori e al di,3opru del fragore delle armi o dei lauri guerrc,schi che potremo çonquit3tare, sarù gill un segno della net3tra mnturitù, della nostra capacità, della acquit3izione di <1uei valori che ci faranno degnj e meritevoli di portare la no3tra opera alla missione che dobbiamo compiere. . Non indulgendo a noi stessi, supernndo il nc,3tro aspetto superficiale, <1uali che 13iano i suoi valori, potremo ra~giungcre qucll'intran,:,igenza auspicata: parola che deve t3uonnre monito e eliana per l'avvenire, cha deve rnppre13entare un programma, alla gioventù dell'ltnliu \'Ìtt..oric,30 in urmi, non diversamente eia quello che suonò In parola « audacia • dalle fatidiche colonne del Popolo d'Italia alla gioventù non imbelle di un'Italia ancora dubbiosa e neutrale. f'AIJIIIZ/0 YITAU:'rl'I

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