Ciani Stuparich e il ro,ncuizo ~I eravamo abituati n uno Stuparich scrittore di U ricordi autobiogratici, di prose. cl' una casta lindura, d'una pacatezza armoniosa e lo scoprirlo improvvisamente romanziere (Ritorneranno, Garzanti, Milano, lire 2.f>} ~i ha fnUo a tutta prima stupire. Non vi cravnmo preparati. invero e la vista - lo c·onfcssiamo -- di Ritorneranno ncHe puntate de l,ll ,mova A11tologit1 1 per iJ. fatto stesso delle puntute, letture da mollare e da riprendere, non ci aveva in- \itati. Così avevamo trascurato un'opera che nppena oggi, offertaci In possibilità di una lettura inintcrrolta, siamo in grado di apprezzare nel suo g.iu• sto. valore. Ginni Stuparich appartiene come formazione allu Voce e della Voce ha conservato l'accento e il tono. E ci conforta nella nostTa ~sserzionc l'assenso del Gargiulo in un capitoletto della sua Letteratura. Jfo. liana del Novecento. Circola nel romanzo un se~so di « schìetLa, profonda,. totale umanitù », il risultato di una ricerca interiore assidua, di uno spietato guar• dare entro la pl'Opria anima e in <1uella dei propri conterranei. E a chi sja riuscito a penetrore nel l'uni1110 d~1 ;>::h.hi uomini cli Cede e di dedizione, i] ro:nanzv dello Stuparich sarà stato indubbiamente un ,•iatic:o, la consolazione. Ma procedere. di questo passo sarebbe dare nel sentimento il che è fuori delle nostre intenzioni. L1 esame del romanzo, e non staremo n rifarne la trama, ci porta n delle intC"ressaoti constatazioni che potremo riassumere nC"icapi segu(>nti: lo Stuparich che pareva volto decisamente al diario è riuscito invee<' a rappresentare obiettivumentc tipi e caratLeri, rivestendoli <li c1uella plastica che il Pancrazi in un suo saggio gli negava; è uscito dall'autobiografia pc!.' stagliare le sue figure nel tempo, allontant}ndole, dopo un venticinquennio, dal suo stesso campo di vita; ha dato alla letteratura italiana quel romanzo che i giuliani avevano promesso e che si attendeva; lm sviluppato c1uclle che potevano dirsi le premesse con Racconti, Donne nella vita cli Stefano Premuda, Dict· rio del '15. A tutta prima gli uomini potranno sembrare i protagonisti del romanzo, Marco 1 Sandro, Alberto, essi che, disertata l'Austria vanno a combattere nell'esercito italiano, ma la loro figura per quanto ben delineata è subordinata strettamente a quella delle donne, in particolare a quella della madre, su cuj tut.ta l'economia del romanzo posa e dalla quale dipende. Già ilei volume cui più sopra si è accennato lo Stuparich aveva climostràto di essere un mirabile descrittore dell'animo femminile, in Ritorneramw più che mai: quelle ligure clolci e severe, c1uel loro modo di pensare casto e onesto, quel loro spirito di sacrificio sono ritratti con tanta forza e poetica verità che restano indimenticabili. Caratteristica fondamentole di tutti, uomini e donne, è la solitudine. Agiscono sotto l'impulso del dovere e del sentimento, ma si sentono perennemente soli senza che cosn alcuna riesca nel loro fondo a rasserenarli e la speranza di un aldilà migliore che balena nella chiusa ciel romanzo non riesce a persuaderci del contrario. Abbiamo precisato la solitudine come principale caratteristica dei personaggi, ma meglio .sarebbe stato dire il loro fondo m,orale che di tale solitudine è la ·causa. Una moralità sano, totale che ad altro non può portare che al1n delusione, qualunque sin il [ine che i personaggi ,·ogliono raggiungere. Lo si intravvede da]. le arFermazioni che qua e là balenano, è . evidente nel sacrificio cli Marco e di Alberto, nel corruccio disdegnoso di Sandro, nel disinteresse della madre, nella delusione animosa cli Angela, nella vita animale della servetta Berta. l?are quasi, che, mancati gli ideali sognati per i quali tutti si sacrificano volentieri, non resti speranza di miglioramento. Tutti restano sconsolatamente soli, così anche la giovane AHegra che pur avrebbe potuto tentare, lo si intuisce di indirizzare diversamente le propria vita legandola a c1uella di Sandro: un ansia comune martirizza tutti in ogni momento della loro vita. E anche in questo è da riconoscersi la impronta che In Voce ha dato allo Stuparich. Fondazione Ruffilli - Forlì letterario Molte le pagine stupende del romanzo, ma le de• sc1·izini di battaglie sono le migliori, di esso non solo ma cl i tutta la nostra letteratura di guerra. "Noa•Noa,, di Paul Gaugu.in · Non aggiunge lustro nè lo sottrae, alla fama del pittore la raccolta di scritti di Gnuguin che l'editore Bompiani ha accuratamente stampato con numerose illustrazioni, una biogralia di Duilio Morosini e una bibliografia dovuta a Giovanni Scheiwiller. Le lettere a Daniel de Monbrei<l ci rappresentano un Gauguin calcolatore, che piatisce di continuo per questioni di denaro, mentre ciò che contribuisce a comprcn· clere Ja visuale allucinata, favolosa del mondo di Gauguin è costituito dal breve manosèriHo Noa-Noa, mentre l'insieme di scritti autobiografici, materia che il pittore aveva acr,.umulato per una sorta di roma~zo rivela interesse di documento: si rjcordi la descrizione della pazzia di Van Gogh e l'episodio famoso del tng!io dell'orecchio (a chi non riporta a mente llimbaucl e Verlaine?) i cenni critici a Dcgas, Cabancl, PU\1is de Chavanncs, la illuminazione sulli:, genesi di alcune opere del pittore. Inconveniente lamentato a proposito anche de Il teatro spagnuolo nella collezione Pantheon dello stesso editore, la mancanza di titoli e cli numerazione delle tavole per cui il lettore deve affannarsi sull'indice in fondo al volume. Malinconie degU arrivati « Agggiungi che i tempi e le mode si sono fatti pigri, facili e, in arte 1 comodi e molli ... » Ugo Ojetti - « Corriere della Sera» del 30-1-1942 Ev,,iva dunque De Carolis, Sarloris, Benelli e Berririi! Il bravo· 1'eobaldo Teobaldo Pellizzari, parlando su Le, Festa del • Dizionario storico-critico della letteratura itaUana » n cura di Umberto Renda ( Paravia 11942) nel mentre Si lagna che un Bargellini, un Casina, un Allodoli 1 un Flora, non vi mostrino la faccia sembra scanda• lizzato cli avervi letto il nome di Montale. O gli man-~ ca il senso delle proporzioni o ha troppo sviluppato quello del comparizio. Parole straniere I Sindacati Nazionali, aderenti alla Confederaiionc fascista dei Professio'nisti ed Aristi, hanno raccolto in un estratto di Bibliografie, fascista delle proposte cli sostituzione degli esotismi con parole italiane. Lodevole iniziativa (che ne diranno Migliorini e Monelli?), ottima per alcune proposte, ma, aimè, come possiamo tradurre flou con tt è l'eUetto per cui la immagine appare un pò velata, ovvero coi contorni indecisi, ammorbiditi » e plap-bach con « il procecl imento per cui una scena durante la quale un attore suona o canta viene prima registrata sulla colonna sono~a soltanto. La colonna sonora viene proiettata e, quindi, ascoltata in teatro di posa durante la ripreso dello scena stessa: l'autore può cosi adeguare il proprio movimento al suono del pley-back »? Don Chi•cioue o Chicote ? Fra molte cose spassose Eugenio Luraghi propone in un ~rticolo ( « La più brutta pagina del don Chi- ~c.iottc • - Architr.ave N. 2) di tradurre l'originale Quijote in Chicole anzichè Chisciotte, ma poi si dimcnt'.c~ di c1uanto ha detto e lascia sul titolo un bel Chis..-::iot.le alto qualche paio di millimetri. lni;:iiativa da appoggiare · Da ·~egnalare e aì:,poggiare l'iniziativa di « Lettere d'oggi» (direttore G. B. Vicari) che annuncia una colleiione di giovani narratori italiani. Sono in corso di stampa, nell'ordine,: Cesare Pavese:' La spiaggia; Libero Bigiaretti: Esterina; Enrico Emanue]li: Un'educazione sbagliata; Libero de Libero: Pateco; Manlio Cancogni: Estate tragica; Enrico Morovich: L'abilt> oè~de; Renato Giani: Berlhe in riva al fiume; Giuseppe Mcsirc.:a: Preludio ed una vita. GARIBALDO MARUSSl (Nino Perizi) e/4 60 cd· /owtananze ~ade io so di lontananze superale, pareva sogno il tempo : eppure scorre non me n'accorgo e passa piano così che pare il batter della tempia Ira i tuoi capelli soffici, bambino. nari c'era un prato accanto nè fiori nè l'azzurro - terra straniera e ignota do.ve a parlare non s'è intesi mai - laggiù sei nato e t' ò racçolto al cuore, pazza di le che ricordavi lui. ancòra un nastro Ira i capelli, ancòra. e quelle vesti corte con il vento che si diverte e gioca, e il mare che adagio culla le sue onde e freme. ancòra lo respiro e nelle vene acuto mi ricanta il desiderio distendermi ai tuoi piedi ed implorare alla mia sete le tue labbra e le tue mani agili sui seni. io so di lontananze superale : . a me corrono i maschi come a preda che non si prende mai e che per ,empre stretta d' accanto si vorrebbe avere. ma io ricerco le : per le conosco e male e bene chè vorrei trovarli senza sapere che mai più verrai. con me la fors' anche per le nolli incomplete. tua creatura : quella è sogno, vergini, MILÈNA MILAN/ 9
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