FRONTE CIRENAICO - UN REPARTO DI NOSTRI CARRI ARMATI SI PORTA A CONTATTO COL NEMICO Mazzini NonosLante le sue molteplici, varie, pure dichiarazioni di prcrerenza per le questioni politiche, per le quali nutriva un programma preciso e circostanziato, Giuseppe Mazzini dedicò la mente ed il cuore all'elemento sociale della vita. Avendo compreso dalla legge suprema cldla Storia che le rivolu1.ioni sarebbero cessate di essere mere estrinsecazioni della politica per divenire coessen- ,:ialmente politiche e soc:ali, l'Apostolo genovese arrivò a dire persino che la politica propriamente detta non gli interessava. « Guardo all'idea, Egli asseeri, .all'idea sociale... Se11to u11 dispetto per tutte le questioni puramente politiche». Ed alla luce di codesto basilare principio sociale, Egli criticò, condannandola, tutLa la politica contemporanea, anche - non si dimentichi - quella liberale; ed al politicantismo settario dei partiti oppose decisamente la necessità cli una fede e di un'azione sociali. Si spiega pertanto perchè il Mazzini avesse riconosciuto subito che il socialismo era « sintomo di una crisi tremenda che covava in tutti i paesi d'Europa, e alla quale bisognava apportare rimedio se non si voleva che la società andasse sommersa nelle guerre fraterne e nell'anarchia •. Si spiega così perchè alle classi so.ddisfatte Egli dicesse: « Questi che oggi chiamate voi barbari, rappresentano, sviata, guasta, sformata, per colpa vostrll, in gran parte, una idea: il salire inevitabile, provvidenziale degli uomini del lavoro». La riabilitazione e la genera- . lizzazione del lavoro, secondo il Mazzini, erano in forido a tutte le questioni di ordinamento sociale, economico, politico, morale, sia contemporanee a lui sia fu- t~Ò~O~ZiOnlffb#ffff e il~Comunismo desse che il capitale e la proprietà dovessero essere distrutti: il capitale invece avrebbe dovuto essere limitato e regolato; la proprietà frutto del lavoro, favorita e diffusa. Nella nuova società avrebbe dovuto esserci lavoro per tutti, ricompense proporzionate per, tutti, ozio e fame per nessuno. In linea cli principio adunque il grande Genovese non fu avverso alle finalità del Socielismo, tant'è• vero che è stato persino eletto che « tutLa la parte delle dottrine cli Mazzini è figliata dagli scritti di Owen e di SaintSimon ». Tuttavia occorre intenderci bene su questo punto. Finchè invero in Europa prevalse Wl socialismo temporaneo, mirante ad un realistico accorcio rra le classi per la soluzione dei problcm.i sociali, in maniera che le classi meno abbienti si migliQrassero sia per opera dello Stato sia per quella delle classi su-. periori, Mazzini non disdegnò di ritenere il Socialismo come uno dei propulsori e fattori della nuova epoca « organica » ( termine preso al sansimonismo). Ma, senza ambagi, con ferrea coerenza, ripudiò il carattere materialistico e utilitario delle varie scuole soc.ialiste, fino a giungere a combatterle indistintamente quando, intorno al 1850, assunsero un carattere rivoluzionario sulla base della lotta di classe. Del resto, sin dal 1844, allorché il romanzo filosofico ciel Cabet faceva proseliti, descrivendo un paese immaginario dove regnavano la libertà, meglio, l'arbitrio e la pace nel Comunismo, Mazzini dichiarò che « quel pensiero era assurdo, irrealizzabile: distruggerebbe qualunque stimolo alla attività dell'umanità, sostituirebbe l'idea cli un certo be- ~oHi materiale a qualunque idea di progresso morale, pietrificherebbe la società e la ridurrebbe ad essere simile alle api e ai castori ». Ma la più schiacciante, la p1u vibrante requisitoria contro il Comunismo l'Aposto!o la espresse in quella serie di articoli che formano lo scritto dal titolo « [ Sistemi e la Democrazia •. « Il Comunismo _- Egli dichiarò - nega società e individuo a un tempo: e li nega nei loro elementi vitali; libertà, progresso, sviluppo morale della creatura. Tentennando fra il Sansimonismo e il Fourierismo, il Comunismo rapisce al primo le sue tendenze tiranniche e Ja sua violazione inevitabile della libertà individuale, al secondo la legge di soddisfacimento delle inclinazioni limitate invano ai bisogni, perchè ogni inclinazione fortemente sentita costituisce un bjsogno reale; supera l'uno e l'altro in assoluto disprezzo d'ogni passato, d'ogni storica manifestazione della vita anteriore dell'Umanità ... La tirannide vive nelle radici del Comu.nismo e ne invade tutte le formule. Come nella fredda, arida, imperfetta teorica degli Economisti, l'uomo non è, nel Comunismo, che una 1nacchina da produzione. » Ecco allora l'atto di accusa ciel Mazzini verso coloro che, nel nome di Carlo Marx, • uomo d'ingegno acuto ma dissolvente •, miravano a sovvertire l'ordine tnoralc, sociale, religioso dell' Europa: • Li accusò d'aver cancellato l'uomo a pro ciel settario, il libero intelletto a pro della formula, il concetto della vita a pro d'una sola manifestazione della vita ... Li accusò d'aver consacrato tutta la potenza dell'intelletto al guerreggiarsi, al divorarsi l'un l'ultro a distruggere nel core del popolo ogni fede in qualsivoglia autorità d'uomini o cose... Li accusò d'aver inaridito le sorgenti della fede, animalizzato l'uomo, sospinto l'operaio verso l'egoismo borghese, concentrando quasi esclusivamente l'attenzione generale sul problema dell'utile matcriule, ponendo intento al lavoro europeo, ciò che doveva non essere che mezze; scegliendo a principio il miglioramento fisico dell'ente, che noti può essere se non una conseguenza del suo miglioramento morale. Li accuso di aver ripetuto con Bentham e Volney - la vita è lo ricerca della felicità - invece di ripetere con tutti coloro i quali produssero grandi trasformazioni del mondo: lo vita è una~ missione, il compimento di 1111 dovere - ... Li accuso d'aver fatto credere che un popolo può rigenerarsi impinguando; d'aver sostituito il problema della cucina a quello della umanità; d'aver detto - a ciascu110 seco11do lo sua capacità, o ciascuno secondo i suoi bisogni - invece di bandire ad ogni ora: - a ciascuno secondo il suo amore,· a ciascuno secon'do i suoi sacrifici - •· Pur giudicando la società a lui contemporanea in.scnsa.ta- ed infame, pur addolorandosi sulle condizioni dell'operaio non libero contrattante ma schiavo, pur tristemente meditando sulle cause e gli effetti delle crisi economiche, sulle miserie della vecchiaia dei lavoratori, Mazzini parla e scrive, consiglia e ammonisce che « da/l'lllternazionale non può venir salute •. La verità è una: è eterna. La legge morale è una: è eterna. La Patria è una: è eterna. « Quando, rientrando la Storia - Egli scrisse agli operai italiani nella Roma del Popolo del luglio 1871 - trovate idee che, sorte ·col primo noto periodo cli vita dell'Umanità, hanno vissuto con essa d'Epoca in Epoca, trasformandosi sempre, ma rimanendo sempre e per ogni dove, nella loro essenza, inseparabili dalla società e più forti d'ogni rivolgimento clistruggitorc cl'altre idee appartenenti a un solo Popolo o a un'epoca sola e se, interrogando nei migliori momenti d'affetto, di santo dolore, di devozione al Bene, la vostra coscienza, sentite dentro un'eco a quelle idee che i secoli vi trasmettono, quelle idee son vere e ingenite nell'Umanità de.Ila quale devono seguire il progresso: voi potete e dovete modiJicarle, purificarle, migliorarne lo svolgimento e l'applicazione: 11011 abolirle. Dio, l'Immortalità della Vita, la Patria, il Dovere, la Legge Morale che sola è sovrana, la Famiglia, la Proprietà, la Libertà, l'Associazione sono tra quelle•. Oggi bisogna ascoltare Mazzini se non si vuoJ correre H rischio cli perdersi. Bisogna affermare l'uomo come valore, assegnargli una missione ed una responsabilità universali, non chiuderlo nel cerchfo egoist,ico elci proprio lo. E', in altre parole, la necessità della celebrazione concreta dello spirito che deve jmperare, spirito che dev'essere uno ed indivisibile nello svolgimento interiore e nella realtà operante. NEVIO MA1TEINI 3
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