(Abbiamo intenzionalmen\e so· stituito nel titolo con un in quello abusato di che viene ormai adoperato in ~enso benevolmente lin1itativo e riassuntivo di quanto nelle grandi città si pensi della nostra stampa provinciale; ed .in fondo perchè il problema non è quello di una stampa particolare, diversa da quella di uso corrente, di una stampa di provincia inso1nma, ma interessa tutti coloro - e qui sarebbe inutile parlare delle capacità e della competenza dei giornalisti in (non cli) provincia in rapporto a quelli in (non di) città - che in ltalia si interessano e si occupano di giornalismo, inteso nei suoi molteplici aspetti). Ultimamente si è discusso in diversi giornali, giornali di città e di provincia, dei numerosi compiti che aspettano alla nostra stampa, specialmente dei compiti dei gior· nali che si pubblicano nelle nostre cittadine. Sono state !atte osser• vazioni giuste ed altre assolutamente inutili, specie da alcuni camerati della città, i quali soprattutto hanno dimostrato di non conoscere abbastanza la psicologia del pubblico provinciale. Non è stato fatto poi alcuna distinzione fra stampa quotidiana e stampa periodica e tutto si è ri- >nescolato nel gran calderone della « stampa di· provincia ». Si è parlato in primo luogo della funzione politica-propagandistica di detta stampa e si è - se non negato - assai limitato 1 il tono polemico che quasi tutti i giornali « minori :i. (almeno per tiratura e numero di lettori) han· no adottato nei confronti della politica estera cd interna, come se tale posizione non fosse conseguente ad uno scopo preciso e necessario. Il che è assoluta• mente inesatto: ci sembra jnvecc - e qtù parliamo dei quotidiani di provincia - che in essi, diffusi in quella massa di popolo che non legge e non segue il « Corriere •. o • La Stampa » o gli altri pochi massimi fogli per chiare cd evidenti questioni cli tempo, debbano essere tempestivamente segnalate e commentate polemicamente quelle notizie le quali incidono particolarmente nella storia degli avvenimenti di· politica estera e interna e che attualmente attraggono l'attenzione e l'interesse del pubblico. Bisognerebbe anzi rimediare alla deficienza di notizie particolareg· giate e di servizi puntuali, e-on ANNO I . N. 4. FEBBRAIO 1942-XX PATTUGLIA POLITICA. ARTI . LETTERE FORL1' · Sede Ltllorla · T•l- 6018 ' Direttor• : R. E N A T O R. O S S I Condirettore 1 LI V I O FRATTI WALTER. tONCHI · redattore c1po ARMANDO RAVAGLIOLI - re,poaubile UN NUMERO L. 1,50 1110111.: OrdinaIr.i IS. lmiiti Dninrsitori l. IO Dl•trlb. D. I. E. S. · P.u S, Pantaleo 3 · ROMA PUIILICITA': Ulllclo Pu.bbUcltà • Propaganda · Via Roma, 6 - BOLOGNA ANONIMA Atti ClAflCHE - BOLOGNA • STAMPA r·ROVINCIA • /; Il/; una maggiore incisività polemicH. I nostri quotidiani provinciali continuino pure a pole.i1lizzare con Churchill e con Roosevelt, con tutti gli uomini responsabili dei paesi nemici: la loro polemica otterrà, se sarà fatta con intelligenza e sensibilità 1 un ottimo ed un sicuro risultato. In questo modo• il giornale quotidiano pubblicato in provin• eia assolverà degnamente la sua funzione di propaganda e diventerà realmente per i suoi" lettori una « bandiera » ed una guida: in questo senso non sarà complementare al grande quotidiano, come si vorrebbe dai più, 1na sarà an~i essenziale per la sua delicata missione, quella che ora è identica per tutta là stampa italiana: la missione politico- educativa. funzione dunque ben precisa: funzione purtroppo che molti dei nosiTi giornali di provincia non assolvono degnamente appunto per una evidente mancanza di personalità· critica e direttiva. E ooloro ché hanno gridato contro la· stampa quo.tidiana pubblicata in prov-i.ncia si sono c.crtamentc ricordati solo di quegli squallidi fogli rappezzati in fretta con le « Stefani • di due giorni prima, riempiti alla meglio co!' gli articoli delle agenzie autorizzate e denotanti la mancanza di qual· cuno capace di inquadrare ed illustrare la storia di ogni giorno. Per noi il problema iniziale - quello della funzione e dell'indirizzo della stampa quotidiana provinciale - non è valido: piul· tosto che di funzione specifica - parliamo sempre di funzione politica - si impone un altro problema ben più .inlportantc e preciso: qucllio di un maggiore potenziamento dei quadri redazionali dei nostri quotidiani minori ed un energico richiamo alla responsabilità di detti quadri. Se le redazioni dei giornali non saranno affidate ai primi che capitano ma a gente cosciente e prepanata, la funzione politico polemica dei gioTnali di provincia non sarà certamente minore e meno importante di quella dei confratelli maggiori. Ma solo allora, quando cioè gli uomini responsabili sa· pranno esattamente cosa vogliono e perchè vogliot)o, potremo con· siderare risolta la questione di uno sbiadito giornalismo provinciale che non può esistere nel senso deteriore che si vuol dare alla parola - in una Italia nuova. Si può ottenere tale mrglioramento evitando che gli uo• mini della prov.incia si preoccupino tropp,o di andar<! in cerca di chissà quali fortune nelle grandi città dove non sono utili e si uniscono alla torma di coloro che si sforzano di respirare nel grande «ambiente• cittadino, clivenuto ormai ristretto per il con· tiirno aumentare di quello che si può chiamare l'urbanesimo culturale. Uomini che possono essere utili e necessari in provincia, si castrano per lo sfrenato deside· rio, ormai di moda, della corsa alla città, alla metropoli. 1 settimanali poi ed i biscttì"> manali - ci rifcriarno agli organi di Federazione - si devono improntare ad una maggiore serietà c~lturale e devono costituire un foglio di commenti e di studi: fogli in cui deve mancare assolutamente la mania imperversante di scimiottare il quotidiano di in- ·for1nazione Questo è già stato capito da molti: infatti pochi so· no ora i settimanali di Federazione che, tradendo il loro compito, escono al lunedì per pubblicare quelle notizie di cronaca ampiamente riportate nel quotidiano per evidenti ragioni 111aggiormcntc infor1nato ed esauriente. E per _dedicare tanto spazio a delle notizie che non· ,),anno ragione di essere nel settimanale, o bisettimanale che sia, si ,dimentiça la precisa funzione della stampa periodica di provincia, funzione che ha molti punti di contatto con quella della terza pagina elci quotidiani minori. Prima fra tutte quella di dare modo ai migliori della città ,o della ,regione, ntigliori sia nèl campo politico o letterario od artistico o dello spettacolo od economico od ;ndustrialc od a· gricolo, di affermare e documen· tare le loro doti e le loro qua· lità. Quella inoltre di valorizzare culturalmente, industrialmente, cconomican1e.nte la propria pr,ovincia, alimentare ed incitare gli studi inerenti a quei problemi locali di tale importanza da inserirsi in quelli nazionali. È necessario costituire attorno alle terze pagine dei quotidiani cd al,torno ai periodici gruppi di specialisti dei più clisparati problemi interessanti in ogni settore lo sviluppo ~!ella provincia. I nostri fogli dovrebbero essere la viva voce di particolari e specializzati gruppi di studio per la risoluzione e l'impostazione decisiva e risolutiva dei problemi scientifici e delJe risorse economiche locali, do· vrebbero particolarmente interessarsi allo studio dei problemi ar· tistici e culturali, che, per varie ragioni, hanno vita predominante ed interessano soprattutto gli stu· cliosi di una determinata città. Ogni giornale nostro dovrebbe es· sere dunque, con le, sue colon· ne, l'organo s'pecializzato, come del . resto abbiamo cercato di spiegare precedentemente, di un determinato problema della vita locale, problema di tale imporFpndaziOneRuffilli- Forlì tanza da proiettarsi però direttamente in quella nazionale. Oltre a tutto questo la terza pagina, sia essa del quotidiano che del periodico, dovrebbe segnalare alle gerarchie competenti gli uomfni della provincia che manifestano una documentata preparazione nel più vasto campo delle arti e delle lettere. •.Una volta constatata questa preparazione sarà cura dei responsabili della vita culturale cd artistica italiana portare questi uomini in condizioni più favorevoli per svolgere la loro attività, passandoli a giornali di maggiore importanza e, quel che conta, di maggiore tiratura, affinchè possano essere seguiti da un più grande numero cli lettori. Di qui la ilccessità dj riorganizzare le redazioni delle pubblicazioni provi.nciali, 1·iorganizzarle con criteri nuovi: occorre cioè affidarle, clalJa politica e· stera al cinema, dalla letteratura alle rubriche del lavoro, a degli uomini competenti e coscienti dei loro compiti precisi. Queste redazioni dovt'ebbero essere scelte d'accordo con la Direzione della Stampa italiana, la cui prima preoccupazione sarà poi quella di seguire realJnepte attraverso i vari fogli l'attività dei singoli redattori ed avvicendarli nelle redazioni dei vari giornali. Coloro che avranno dimostrato sicure possibilità potranno arrivare al tanto sospirato quotidiano, o periodico, di grande tiratura, gradualmente, senza essere costretti all'avventura spesso disastrosa e nociva sia al singolo che •alla nazione, della «calata» nella grande città. Si darebbe inoltre in questo modo maggiore dignità a tutto il giornalismo, non diciamo di provincia, ma italiano, che tuttora si giova degli improvvisatori e dei grafomani. Abbiamo detto giornalismo _italiano perchè attualmente - e lo .sarà anche in seguito - si può dire che il nostTo giornalis1no sia provinciale per il novru1ta per cento, non dando però a quel «provinciale» la poco consolante e comune accezione. Quando i nostri quotidiani ccl i nostri periodici stampati jn provincia saranno in mano a gent.c sicura del fatto suo, un nuovo impulso verrà impresso alla vita di tutta quanta la na· zio ne: e oon si guarderà alla stampa in provincia come a qualcosa di meschino e cli gretto; essa ,stessa riacquisterà quella autorità che ora pochi - e non sempre ingiustamente - le riconoscono. Seguendo questa nuova stampa, specchio fedele della vita, ·ci si I>Otrà accorgere in breve tempo di quelle energie u•· tili alla Patria, che in caso contrario, per tanti motivi, stenterebbero ad ottenere una pronta valorizzazione. Concludiamo questo nostro articolo affermando che anche in questo settore sì tratta di svecchiare e di chiamare e di incoraggiare i giovani che abbiano d.inlostrato cli sapere Care qualcosa. Di questi giovani non ne mancano. WALTER' RONCIII
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==