GIUSEPPE MARTIN I • SANTA CECILIA, - Premio Savoia-Brabante 1938 (cera) VisitaalloscultoMreartini Per entrare nel suo studio ci si toglie il cappello. Pcrchè la porta è bassa. f.: una porticina. E finestre non se ne vedono. Pure c'è luce. Una luce bianca 1 ma misteriosa e pure di stare in un globo di ,,et.ro smerigliato. ~~eco i gessi: lambiti dal tempo che ronza, hanno liberato una forina· che ovunque s'apprende. l\li siedo sopra una cassetta da sapone che sotto di mc minaccia di appiattirsi a soflietto; se crolle1·ò, tutto scomparirà in una nube bianca. Lo srultore m'è cli fronte, in unii posizione non meno precaria della mia, ma egli ci sta bene. L'ho incontrato poco fa lungo questa stTada cli Homo, Via de' Calboli, dove \ive e lavora. E siamo entrati. ~on avevo inlenzione di scrivere un articolo, entrando. Adesso Pho scritto. .\bbiamo parlato cli cose generali. Poi ho preso in mano, come un sasso per giocnre, un «pezzo•. E infatti ci ho giocato, parlando. Quando si discorre pacntnmente, le mani fanno sempre qualcosa. Cosi le mie palpt\\ano un naso, un mento, uno zigomo ... I-lo tro,·ato: l'ope1·a d'arte de\'e essere un ruoco racchiuso in uno crostn di ghiaccio. F.: bello; non ti par bello? - Stava un poco a sorridere, come ::11 co• spetto della immagine, ma all'impro, "iso gli occhi suoi con- "ergcvano sulle mie mani esprimendo di nuovo quella preoccupazione, che. a ripensarla, mi sembra la parte più visibile del suo carattere. Allora, dedicando finalmente un'attenzione più diretta al •sasso• che maneggiavo, compresi che Martini parlava d'arte in generale e in teoria. pensando_ tuttavia alla sua arte. alle sue opere, anzi all'opera che io avevo nelle mani1 di cui ancora non avevamo parlato. Era una testina di adolescente femmina, in gesso. La paragonoi subito, mentalmente. a c1ue1la d'un caprioletto, con le frogiolinc che vibrano e gli occhi che guizzano a (ior di testu. Ma, in veritù, lo sguardo della ...-\dolcsccnte» contiene un'ombra, una dolce ombra ch'è un presentimento e si vede lontano un miglio che si tratta di un presentimento dell'artista. Dico che è lì il centro dell'opera, dico che la ispirazione è partita dnll'osser- , azione sul vero d'una tale dolcezzn ermetica ed cnigmalica di frutto immaturo. Lo commozio• ne è c1uella: è il fuoco. Mo attorno c'è il ghiaccio, il bel freddo dell'arte. Queste cose io non ho saputo partecipare all'autore, il quale, consapevole, vuole trovare chi gli canti la sua storia; Je\'O lo sguardo verso di lui e lo trovo quasi ansimante che mi aveva seguito. con l'amor del padre. durante il bre,·c esame. Riesco a dire, quasi a caL'arte è la cosa più dirricile ! diceva Martini; e parlava agg,·ottando le sopracciglia ed esprimendo coi suoi occhi melanconici una sentita preoccupazione come se sul momento si"' sforzasse di risolvere il problemu dell'arte. Le frasi banali sono le più profonde e le più commoventi, a \'Olte. Pareva che.,avesse tro\'ato: - Ecco! - e la sua (ronte si spianava Ecco! bisogna distaccarsi; bisogna che l'opera alla (inc possa vivere come sospesa tra il cielo e la terra. - Si Iermava un J>Oco, a riascoltare, snccio: C'è c1ualcosa di Fami• quasi estatico, dentro di sè le liare... t bella! - parole dette. È Gloria. In mia _figlio1a. Aspelta! - riprendeva - ~Ja non trovi anche? ... Fondazione Ruffilli - Forlì Sì. è bella. (:'\on so pcrchè io non riesca mai a dar :,o:.ldisfozione in simili casi). \'celiamo c1ualchc altra cosa. - Dico per togliermi dal mio incongruo imhurnzzo. Forse il bello p, o 'uce uno stordimento. I: pro, a, o, nonostante la [rase detta, uno sLrano desiderio di non , ecle1• più nienLe. Ciò che ho visto mi ha a1>pagato. 'fon gliel'ho detto e non glielo dico, a \Jortini, ma quella testinu m'è sembrato il massimo che l'arte sua può dare. C'è in esso la sua natul'a sentimentale, felicemente espressa in un linµuaggio d'arte, in equilibrio sospeso, privo di legami concreti e passionali con l'origine del sentimento: la casa, la famiglia, la Lorte domestica. C'è del pascoliano in queste sculture. Perchè ~fortini (mi spiego, uno dei cinque ~ fortini scultori che non hanno tra loro alcuna parentela - ì) più silenzioso) è l'uomo della famiglia. E la sua Famiglia è compostu di donne, dolcissima Famiglia; ulmcno per chi ne prova le dolcezze con c1uella clelicntn sensibilihì. L'arte nasce in quell'orlo chiuso. La migliore. L'altra è voria, eclettica; rib•lHlrda un po' tutto e tulti, perfino l'ultimo papa morto. Bei bozzelli, belle invenzioni, ma, se non temessi di urtare la suscettibilità del mio ospite, gli direi 1 discretamente, che quasi non riguardano la sua arte; come i Poemi conDivfoli si discostano e potrebbero essere ignorati dall'altro poesia tipicamente pascoliana. ~la egli ama anche queste opere; il suo sguardo guida il mio a fargli scoprire, fra bozzetti, cnlchi e forme cave e misteriose, sempre nuove visioni. Il bozzetto d'un monumento «al finanziere» secondo classi ficnto nel concorso, le fotograric d'un bel monumcnto ai caduti di Osimo (il \lartini eseguì vari monumenti ai ca ~uti quando aveva appe• na ,ent'anni). Varie statue ce- !ebrat i, e comnwmorative, perFino (ed è naturale) decora1 h e; t acce d'accademia, nonchè ,ti bisogno. Ma Firialmentc mi rica.pito di vedere, in una bacheca, <1ualcosa di fine, di prezioso, sembra una reliquia con- ~c··, ata nel silenzio: la testa tli Santa Cecilia in cera. Qui il sentimento, il fuoco {come diceva l'nutore) è tutto uffi~'.ato ad una superiore genli'er,zu e lucic!ità di tocco. Non ~i può evitare. osservando una o. e ·a simile, di supporre i mo· , i menti amorevoli del poll\(!e, 1·i_petuti cento volte (ino al distacco rinale ch1è stato come un bado d'addio soFliato sulla punta delle dita. i\1la anche in questa testa si ritrova un tepore. una intimità, eia cui non ~i può discosturc il sospetlo d'un.:, luce disca·cta, illuminante piccole donne raccolte in una fami 1inre, morbidamente illuminatri, attesa quotidiana. Quando la visita è rinita, sulla strada, domando a Mar• tini: Nessuna mostra personale?... So che C una domanda convenzionale ma I' ho falla egualmente, per chiudere. \J'lrn risposto con un gesto vago, come a volermi [are comprendere che ha altre cose da pensare, motivi più assillanti. Poi si è cacciato una mano in tasca e ne ha cavato qual- <:osu da mrrngiare: Vuoi unn castagna secca? ... Anche questo frutto e quel gcsLo d'ofrrire sanno cli ramiglia, di casa, forse denotano in lui ancoru un ricordo d'info.nzia, cli quando rubncchia\'a nelle ceste, accanto al focolare delIn casa di Osimo. l!:IJOARDO ROSSI La sera si ueste di porpora; riflessi sbiancati su le uelrate del/e finestre inghirlandate d; stucchi e Jestuni d'un barocco piemontese un po' borghese. Balconi vasti nudi senza uerde. In alto, un abbaino annerito dalle intemperie e dilavalo dalla pioggia. Fresco scorcio d'apri le Ira due oecchi palazzi ottocenteschi di ca/Uoo gusto. Le strade, d'un bel nero d'a,falto dilaoalo. Sera di primo aprile. li cielo è come una promessa, un desiderio di Primaoera. TACCUln Cos'è clre li jn eslremamente lontcma in lJuesta fredda gior• llldr'i di ,licembre? Porse la nebbia che il tuo sorriso non riesce a sciogliere o la colomba che ha stupito i tuoi occhi? O forsè il poDero chiarore di cui si riga l'orizzonte, oro che scende le, sera? ~ CmJsiglio <1 • .\leridiano d; lloma .., dato che la disponibiJilà della carte, è ridotla, di non sdupare colonne e ,·o/onne lld (•1wtlere la corrispomlcn:a cli centinnia di poeti mancati. Non josse altro per coeren:u e serie/cl! Sembr"no orm"i spenle le /ame,Jte/e sorle a proposito del 3° Premio Bergamo; e mi auguro che nemmeno più riprendano. Non occorre un /u11go discorso .per C'Onoscerne l'origine; basta ossen·a e da che pulpito viene la predica, e ce n'l fin troppo. Softcmto vorrei far sc,pere a certi critici e scrittori, i quali si sono 11isli anteporre lo sconosciulo o 911asi, .llarcucci, a una file, ,li noti e notissimi amici, che - meriti maggiori o minori a parie - la Jurberfo - e a tale pc,rola sono loro e, costringermi - pone un limite aricl1e alla sfacciataggine e aW ostenta:ione. Può bc,stare. * Dn che capo si dipa11u la mata-.sa dei recenti scritti di Ardengo Solfici, è faci 1e comprenderlo, ai visilolori del/" sua recente mostra milanes,: no, non C''era bisogno di questa provi,, ca.-o Ardengo, per noi, ma per tanti ultri era necessorio; ed è ,,enuta. Con lui.lo il t'O!)frO gridare « Trndi:ione », con tutto il vostro « ritorno » alla rera a,.te e all'• umanità•, stiamo per cadere nelle Dignette dei cafendnri-onrnggio che i parrucchieri clistribuiscono alla fine dell'armo, co11gli auguri per il prossimo: in pnrecc/1i dei vo,,;tri recenti <1uadri,manca solo il profumo per cle/inirli tc,Ji (quell'«Oleandro in fio e», e certi tramonti, da struggere di delizia le signore: -./la e pro• prio vero! rome l'ho visto io 1111/tra sera, quel cielo.'• .. .). E poi perchè mai vi ostinc,te " esporre i resillui ,lei rostro futurismo, ora che con lui nou at·ete pi1ì niente da spnrtire? \Tostalgia, o non piuttosto, amore cli qualche cosa?! i( Come si avvicina la prospellfra delle campagne, le case, il cielo perfino, quando /'autunno lw spogliato i rami e le ,iepi, immiseriti i prati: sembrn quasi che le dislan:e ~i sfono nuorciate, le allez:e abbassale; in: e e come tutto si allunga e distende, alle imprOt'" Pise jolate di vento primat·erUe, come si gonfia il verde delle piante, e il cielo, come si innal- :a il cielo, da far quasi accecare a guardar/o ... FEoi·n,co PA1.RUCCO CIAlo/Nl TESTO/li 9
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