Pattuglia - anno I - n. 3 - gennaio 1942

Si è svolto nella seconda qui11dicina di novembre, volonterosamente organizzato dal Guf Roma, il /0 convegno nazio11ale di Geopolitica. Vogliamo fare una piccola premessa di carattere generale, che ci è stata suggerita non solo da quello ronzano, ma dai diversi convegni ai quali abbiamo presenziato in questi · ultimi tempi. Infatti c'è u11a cosa che crediamo non sia perfettamente aderente allo spirito ed al significato di questi 11umerosi co11vegni: la classifica a premio. Cap:amo come olla fine di ogni convegno debbano essere segnalati il migliore ed il migliore, che 110ndovrebbero essere quelli che si sono tlisti11ti per la loro dialettica a volteaffascinante, mapriva di u11a propria compiuta essenza; pure ci sembra che il premio in de11aro faccia del convegno una specie di gran premio delle corse in cui i concorrentiadopera110 tutti i mezzi per vincere lo somma a volte cospicua, messa in palio. Abbiamo asco/lato vere fiumane dialettiche, gente conoscitrice di quella particolare tecnica dei convegni, senza la quale sembra non sia possibile presentarsi con 011ore UNA PARTENZA SU ALLARME davanti a qualsiasi commissione giudicatrice. La quale commissione, fatta di uomini e 11011 di esseri perfetti 01111iveggenti, si lascia spesso - unwnamente • convincere da una czrta veemenza verbale piuttosto che dalla concretezza delle idee poste sulla biI VALORI DELL'INTELLIGENZA NELLA NOSTRA ESPANSIONE lancia no11 sempre regolare, del A coronamento del convegno giudizio. di GcopoliLica, il V tema ha LratVa bene che per molti co11- LaLo dei « Valori dell'intelligenza vegni è obbligatoria la 1110110- della nostra espansione•: tema grafia, fo quale chiarisce se mai parlicolarmente delicato se si fossero confuse, le idee della pensa che il suo argomento è la commissione; ma è ben poco, in stessa forza operante di cui deve fondo. Solo i dialettici possono sost.anziarsi la nostra Rivolutrionfare ai convegni, si dice da zionc, se si pensa che il rapporto molte parti; forse questo non è tra cultura e politica, felicemenLc assolutamente esatto, ma quello innestato, è la premessa essenche è certo è che coloro che ziale per la garanzia di contihanno la parola facile ed una dia- nuità della nostra ascesa di Nalettica convincente riescono apre- zionc. Le rivoluzioni politiche valere sopra coloro che hanno senza le rivoluzioni dello spirito idee più concrete e maggiormente sono destinate a involversi o ,ad valide ad una conclusione defi- abortire; perciò noi sentiamo la nitiva. urgenza del problema di creare Noi proponiamo che tutti i un nuovo stile di vita, di rinnoconvegni, all'infuori dei Littoriali, vare il costume e, sopratutto, cli si svolgano senza classifica, per- ricostruire le coscienze. chè lutti coloro che vi partecipano li problema dcli' intelligenza debbono tener presente di non che guida l'espansione, che cliessere i con.correnti di un qual- venta fanale di rotta lungo la via siasi concorso ippico, ma che il dei popoli, è lo stesso che ne conloro intervento è necessario ed diziona anche la durevolezza e utile al fine di una più esatta la forza di costruzione. È, cioè, chiarificazione dei problemi di- quello stesso che, essendo proscussi. fonda esigenza storica, segna le La Commissione formala sem- decomposizioni e gli sfaldamenti, pre. da uomini competenti che qualora venga a mancare: cosi siano alla testa della vita no- come è stato dell'espansionismo zionale, osseruerà e noterd co- democratico, per cui si inguaina loro che si sono maggiormente la spada cli Foch e si sfodera il segnalati per poi, al momento op- carnascialesco pugnalctto corso di portano, chiamarli ed adoperarli Daladier; si scava la bara nel nell:interesse della Nazione. «maggior pino• l'eroe di TraQuesto a noi pare giusto, falgar e sorge sulla stessa pianmolto giusto e - ci si permetta eia la ridevole maschera cli \Vine/i aggiungere - molto più serio sLon Churchill, muore Orlando e ed onesto. sulla stessa scena abbandonata eia Le ragioni per cui stimiamo \Vashington compare il novello che però i Littoriali debbano an- conte di Culagna: F. D. Roosevelt. coro essere regolati dalle norme Come si vede, il V0 tema era preesistenti, sono, del resw, ovvie. parLicolarmente impegnativo. Un 10. r. mondo, che già da parecchi anni FondazioneRuffilli- Forlì accennava i sintomi dello stremamento, dello sfaldamento, oggi! crolla, per la sua incapacità a realizzare un primaòo ideale e civile, per la sua impotenza· a dettare una parola cli vita, alla quale tutti gli altri popoli possano chiedere la dignità, il senso e lo scopo della propria esistenza: cadono i vecchi scenari, come consunti di una troppo abusala farsa. Ma se sugli enormi scacchieri della guerra guerreggiata ci sono le frane e i crolli di impalcaLure assurde e insostenibili, è necessario, peraltro, che si facciano strada la costruttività e i principi dell'ordine nuovo, di un nuovo orienta111ento umano e ideale. È proprio questa luce di intelligeRza che apre. un varco luminoso i.n mezzo alla tempesta di armi e di idee: e attraverso quel varco passano le speranze dei popol'i. In genere, si può dire che al convegno cli geopolitica è stato vivamente «sentito» il problema dell'inLelligenza nella nostra espansione: alla ansietà di ricerca, alla passione di orientamento, alla vivezza ciel desiderio di trovare il punto del sole sull'orizzonte, non ha corrisposto un'equivalente giustezza di impostazione. Ansia di luce, sì (ed èi, ciel resto, quel che più conta in un convegno universitario, dal punto di vista della sensibilità politica dei giovani), ma non altrettanto viva messa a fuoco del problema. È stato precisato che « intelligenza » non deve intendersi nel senso razionale della parola, dato che la nostra dottrina cli vita è, essenzialmente mistica: non él, quindi, un mero loico, ma è anche mito, poesia, valore primordiale, che diventa financo istinto di razza e ricchezza cli sangue. E si è definito il rapporto di intelligenza a politica come rapporto cli causa a effetto: rapporto, la cui impostazione verrebbe, così, çsscnzialmente a coincidere col problema della classe dirigente, intesa come gerarchia cli valori. Ma solo eia pochi è stata intuita la necessità di un' espansione, in cui Ja « intelligenza » non abbia il semplice compito cli direttiva, quasi di segnale indicatore: ma diventi essa stessa espansione. La guerra attuale è - bisogna dirlo - una crisi cli umanità: ed è, per l'appunto, la crisi cli crescenza dello spirito, che si manifesta e si rivela in ogni speranza che scandisca il suo ritmo verso l'approdo, in ogni certezza che n1ctta radici più profonde, in ogni palpito che scavi la carne e l'anùna in cerca della verità, in ogni febbre cli idea che tenda la volontà nello spasimo dell'indagine e riarda la sete della luce. Perciò i popoli che con questa guerra affermano la loro espansione devono anzitutto portare il lume delle loro Idee, affinchè si possa accendere con esso la nuova lampada di vita; anzi dobbiamo affermare che con le armi si conquista la vecchia Europa. Ma la nuova Europa, quella dell'avvenire e dell'ordine nuovo, la si conquista, più che con le armi, con la intelligenza, cioè con le idee, con la cultura. È questa - soprattutto la espansione rivoluzionaria. 3

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