Pattuglia - anno I - n. 3 - gennaio 1942

--·--- . --··· .. ·····-·····• ................... ,_ .. _ ................ - * Uiviltà Teatro Il tema di un interessante con• lualc - per divulgare qucst.a cui• vcgno di teatro, cbc n1cntre. vie• tur., e <ju,·sta eivilt.à. ne stampato questo fascicolo si Oltre chè frutto cli civiltà e st.a svolgendo a Genova e cli cui di cultura il Tc>atro è nclt.amcnte daremo un'ampia relazione nel inrtw.. nzHto da un terzo clcment..o, prossimo numero, si propone di nettamente connesso ai due prestabilire la prcsunt.a influenza ciel cedenti: il costume. teatro sulla nuova cultura. Si po· Le , itali opere cli Nicolò Ma· trebbc, per puro spirito polc· chia\'elli (La mandragola, fa Cli• mico, negare i L<.'rminisu cui è :i<,) sono opere tipiche di un'epostato post.o il problema cd ad• ca, di una cultura, di un genere cliritturu invertirli. Questo, s'in• letterario (Vedi: Ruberti, Storia tende, si potrebbe fare in lincu del Teatro contemporaneo. Pag. di massimo; perchè - e lo ve- 17). E tutte quante le altre opere clrcmo in seguito - il teatro può, dei vari autori cli teatro di ogni se posto cd attuato in clcterini- secolo, sono frutto ciel tempo. nate condizioni, influire sulle Espressione ciel tempo, significalo masse e sulla cultu"a cli esse. del tempo che costituisce la vita Premesso indiscutibile è quc- stessa ciel teatro, sia esso cspres• sta: il teatro è eminentemente so con la più differente tecnica. frutto cli civiltà. Basti conoscere, Quale miglior documento del anche superficialmente, la storia '500 delle commedie dell'Aretino cli questa arte per convincersi di (&, cortigiana, Il marescalco, e un !atto che non teme smentite l'Orazia stessa, tragedia notevo• e che ormai costituisce una CO· lissima, tema classico ripreso dal• gnizionc acquisità dell'umanità. l'Aretino) e dei dialoghi famosi Vogliamo precisare che per tea- dello stesso, molti elci quali sono tro noi intendiamo quello valido ricchi di una vivacità prett.amentc ad una umana giust.Hieazione, teatrale? non quello fatto cli inutile e no- Ed il Teatro cli Corneille, cli iosa rettorica, teatro accademico Calderon, cli Racine, cli Marlow, e privo cli qualsiasi significazione cli Molicrc, di Goldoni, fino a morale e passionale, privo in• Bersczio, Di Giacono, Verga ed somma di una sua int.imn umo• ai migliori contemporanei -· se nità. migliori nel senso stretto dello A questa deficienza cli con• parola ne esistono - non è un tenuto - lungi eia noi il clcsi- esatto documento del «tempo• in derio cli sollevare nuovamente la cui le loro opere vennero create, polemica fro « forma > e « conte· e, più preciso1nente, un docu• nuto • - si riallacciano molti dei mento esatto clell'«uomo• e delle tragediografi ciel cinquecento co- aspirazioni cli esso? mc il Trissino, il Girateli, il Ru• E in fondo anche se non tutti celiai fino ad una folta schiera i commcdiogra fi non si prefiggono cli autori teatrali dell'otto-nove• esclusivamente lo studio e l'os· cento, fra i quali potremmo in• servazione della vita a scopo mo• eludere certo magniloquente Be• raie (Cfr. Lanson: Storia della nelli. letteratura francese), come pos• t appunto questa deficienza di siamo capire si proponesse il concretezza, che prostituisce il grande Molièrc, essa vita, in un teatro ad un inutile scambio cli modo e nell'altro, affiora nel teabattute che nel nostro tempo so· tro cli ogni tempo, specchio !cno giustificate col discutibilissi• dele del costume, della cultura, mo marchio di un dominante ccl della civiltà. imperversante umorismo, e che in Vita in superficie, se ci è lefondo vengono a negare il valore cito chiamarla così, quella ciel puro ciel teatro divenuto fatto cli secolo XVIII: poeta è il Meta• cultura dopo che in primo tempo, stasio, che con le sue tragedie all'origine cioè, ero, come fatto, eia abate elegante e colto, rapprc· una questione di classe o una senta significativamente il suo polemica od una espressione di ambiente e la mentalità elci suo classe (vedi quanto afferma Fab· tempo. bri nel primo numero di • Spct- Molière come Met.astasio, Pi• tacolo • ). randello come Torcili, Bcrsezio li Teatro viene inteso allora come Rosso hanno subito, sarebbe come un mcz1:o con cui la classe sciocco negarlo, l'influenza di una dominante per il suo grado cli cultura, di un modo cli vivere, di civiltò cerca di dare al popolo pensare proprio del tempo in ·cui tutto quel bagaglio di cognizioni sono vissuti: cd essi stessi sono sull'uo1no e ~ul mondo in cui vive la più tipica espressione di esso, l'uomo, che si riassume nella cui• sia che ad esso abbiano reagito lurn tonsegucntc in modo diretto tentando di combatterlo con idee ulln < i viltà. e concezioni nuove, sia che l'ab• Quindi il teatro, frutto cli ci• biano subito passivamente per , iltii e cli cultura, è un mezzo convenienza o sentitamente. occorrerti poi clctcl'minarc cli ,-\d ogni modo il tempo, nega· Focnoaz10ne R'Gtii1ii"~· F~vri'rnte o positivnmentc - e Unltnra col tempo intendiamo l'elemento rapprescntalh·o di esso: la civiltà falla di cultura e cli coslumc, mo· raie e religioso - il tempo dun• quc ha influito su cli loro. E vediamo nelle «rarse• cli Molière la reazione all'epoca ccl in cm• brione le nuove idee che rivolu• zioneranno il n,ondo, nelle com· medie cli Pirandello il desiderio di una più inlimu e morbosa introspezione cli noi stessi, ricol• legantesi ·per molti aspetti alle teorie freudiane, in quelle cli Bersczio il supino assoggettarsi cli una mediocre intelligenza ad un gusto e ad un costume imperante. in quelle di Betti - per riferirci ad un autore allo moda - il dcsi• dcrio di una poetica evasione dalle grettezze quotidiane, un fuggire che in fondo è un incarce· rarsi nel campo, sia pure vastissimo, ma poco tangibile, elci no· stri sogni: uno evasione che è uno limitazione. Ma riferiamoci ad altri esempi pratici: a Goldoni, per escm1>io, ed a Gozzi: l'uno e l'altro espressione cli due forme di vita predominanti nel loro secolo. [clii• lico e romanzesco, preromantico Gozzi; aderente alla vita, esprcs• sionc di quella nuova civiltà e di quel costume che prenderà il sopravvento su un sistema di vivere frivolo, patetico, Goldoni, il nalura/ista Goldoni. on è esatto quanto afferma Silvio d'Amico: «Goldoni è giunto alla vit.a dal teatro•. Goldoni non ha fatto che trasportare sulla scena, poeti· c,uncntc sùblimandolc, le sue esperienze di vita: cd il suo tea• tro è pieno cli questa vita, di que· sto contatto con la «natura• .urna· namente vissuta. Per questo Gol· doni, anche nella commedia d'in• trcccio (li ventaglio), è cli una poetica umanità, di una naturale umanità. Goldoni è un realista, di un realismo ideale. E i romantici? Gli italiani romantici: CarnlloW, Marenco, Gia• cosa, di un romanticismo italiano, derivato eia una passione politica. Oltre che una posizione artistica, il romanticismo in Italia è una pos1z10nc politica. Frutto della nuova società, anche questo 1 e· sprcssionc dei nuovi desideri, delle nuove aspirazioni. Cli esempi potrebbero continuare: tutta la storia ciel teatro è un po' la storia della cultura, del costume, della civiltà, in una parola. Almeno fino a qucsli ultimi lempi. Perchè non possiamo dir.e che gli autori del giorno d'oggi sap• piano esprimere il tempo. Forse parliamo eia un presupposto sba· glinto: è il tempo, che per la sua nascosta gracilità, non riesce ad imprimere negli autori la propria pcrsonalitù, perchè ne è privo in in fondo. Ma così non è: lo sap· piamo bene. Torelli è il fotografo ciel suo tempo borghese, ma non possiamo pensare sarebbe troppo doloroso - che Cantini, Ghcrardi, Viola, siano i fotografi del nostro tempo, visto che non ne sono i poeti. Il teatro langue ed ogni sera cli più deperisce, in Italia. Tutto finito a Pirandello' E poi il caos? Non dovrà cRser così. In America, tipica espressione- cli una poetica umanità, vi• vono e lavorano, tra gli altri, O' i\'cil e \\'ilclcr. Là il teatro è tuttora frutto cli cultura e di civiltà, di quella particolare ci• viltà, che qui non è il caso cli dire se accettiamo o no. Ma, se da noi esiste una polente ror· ma cli civiltà, pcrchè essa non ha saputo influire sull'uomo? Guardiamo Viola, quello de • La nostra età•. Solo questo lo autore ha dsto nei gio\"àni di oggi: una esteriorità mediocre, una umanità falla cli gesti, di parole grosse, priva di un'anima, cli una intelligenza, port.ata solo alle passioni più o meno spettacolari, ma non sofferte, non vissute intimamente. on siamo noi quei giovani: lo sappiamo bene. I giovani di questa nostra vita, quelli che contano almeno, sof• frono compiutamente il loro dramma, si sentono ricchi di una loro innegabile personalità, si preoccupano dei loro « casi •: hanno una coscienza, una mat.u· rità, questi giovani che forme· ranno la nuova società. Le com• medie del giorno d'oggi sembrano non conoscere il desiderio dei giovani: quello di essere coscien• ziosamente «sociali», di essere «loro•, al di fuori di tutte le etichette che si vogliono ad essi imporre. Come può questo teatro, an• che se fosse porl.ato a conoscenza di tutto una vasta schiera cli persone, influire sulla cultura? f: poesia il groviglio meccanico - non è nemmeno teatro, chè il teatro non è tccn ica, mo arte e poesia - delle commedie cl.i Tieri e compagni che potrà iniluire sulla nuova cultura, ammesso che si possa esattamente clefin're cosa ,si intende per questa nuova cultura? Imitazione e non invenzione: a questo si riducono quasi lutti i più rappresentativi commcdio• grafi dell'epoca nostra. 0 i giovani? Ritornano e moclclli antichi: Verga ccl il suo verismo paesano, per esempio. Di originale nulla, o quasi. Sfidiamo chiunque a provorci il contrario. • •• Il Teatro è l'espressione drammatica dei vari aspetti della civiltà. Il Teatro è dunque, come volevamo dimostrare, frutto di civiltà, di cultura e cli coslu• mc cioè. E potrò influire sulla « nuovo cultura» - 1l1u, definita 13

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