Pattuglia di punta - anno I - n. 2 - dicembre 1941

11 vicolo delle Monachette è un po' come tutte le brevi, innumerevoli strade del paese. Camminando cosi, tra due file di case disuguali, ora alte, ora basse, su un selcia-to verdognolo, rovinato, con qualche filo d'erba che esce su, tra piccoli mucchi di immondizia, dimenticati negli angoli umidi, si ha un senso d'angoscia, una tristezza. Non so, viene il bisogno cli guardare in alto, oltre i tetti, come ccrLC volte, quando ci si attarda sul davanzale della Jincstra, e viene la sera. In fondo a sinistra, pochi passi ·prima di uscire fuori sulJn piazzuolu, e' è la caserma Biamino; un vecchio asilo pieno di finestre, con i muri giallognoli, consumati dal tempo. Ci Eono sempre dei ragazzi lì davanti, con i calzoncini tenuti su da un pezzetto di c::>rda, con i piedi scalzi, un po' sudici di polvere. Anche le bambine ci vengono spe,so a vedere i soldati; bambine di sci o sette anni, grassocce, che si tirano eia parte, come infre:1clolitc, appoggiandosi agli stipiti delle porte, o sedute sulle soglie. Quasi lutti questi figli hanno un secchio in mano; cd è curioso udire il tono della loro ,·oce, gra,·e, da gente pensosa, con il quale rispondono che aspettano il rifiuto del rancio. .-\ppena ritorna la truppa dalla marcia del nrnttino, comincia a nascere lì tra loro una specie di agitazione; un non so che di inquieto. Si urlano, strilluno. lntunto è arrh·ato anche il vecdtietto dal collo magro. È un omino leggero leggero, che immancabilmente viene a prendere un po' di minestra, poca, come per un cardellino, dice u chi gli rivolge lo sguardo. Sta fermo, piegato l~ggermentc in avanti, sotto un cappello largo, sbiadito; e sembra che non ci sia; proprio dà lJ sensazione del vuoto, come talvolta, certi silenzi. Però non Sempre ,·cngono accontentati tut.ti i ragazzi. Allora a mezzogiorno quando i soldati vanno a dormire, c'è lì fra loro come un'aria di neve. Si capisce troppo bene che nei loro occhi e' è un'umiliazione, una infelicità grande. Certo che non se lo meritano in fondo in fondo, cli vedersi chiudere la porta in faccia dagli uomini della guardia, dallo sguardo lontano, seri, con l'elmetto in testa, che non si curano delle loro parole, dei loro piccoli gesti; dagli uomini della guardia, che poi hanno bisogno proprio del loro aiuto, per fare qualche spesa, in [retta, giù dal fruttivendolo per comprare mezzo chilo di ciliege, o un po' di salato dal pim:icagnolo, magari. È doloroso vederli appoggiati al muro per due ore, con il secchio davanti alle gambe, con il viso spento, senza il coraggio di andarsene via, oltre il fiume, nei campi di sole, di grano alto. Chi sa; divengono silenziosi, ali' improvviso, come oHesi brutalmente. È un po' anche la porta· chiusa, grande sopra le loro teste, che li rende timidi; la porta che li separa da quella vita di caserma, da qu~ll' aria 1nisteriosa, piena di cose nuove, di parole che non si odono in altre parti, di voci strane incomprensibili, che mettono dentro il corpo un senso cli vivacità. Veramente sono pensierosi i ragazzi nelle ore che resta chiusa la porta della caserma Biamino; ma non ci si può far niente. Mentre stanno cosi, viene di là dal cortile un rumore di gavette smosse, di focili posati per terra, di passi. Forida~one Ruffilli- Forlì Il delle Itlonaehette Racconto di ìtiario Ortolani La sentinella che mont.n ora di servizio alla porta è il fonte Paoli dcli' 8• compagnia; è un richiamato. Guarda di qua, di là, presenta le armi agli ufficiali che entrano, ma non si sente sicuro; gli danno l'astidio persin•o i ragazzi che stanno lì chn·anti; gli sembra che una bambina. proprio quella più piccola con un vestitino di qualche anno fa, corto, a Iiori rossi e azzurri, lo stia guardando con insistenza, quasi con una curiosità cattiva, come se ci fosse qualche cosa di strano fra loro due. Cerca di distrarsi; volge lo sguardo in alto, ma si sente un'oppressione; ogni tanto gli vengono dei brividi, poi un sudore nel collo. Si sforza cli pensare ad altro, ma ogni poco gli vanno gli occhi sopra i capelli della bambina. Non riesce a capire perché; gli viene un ·bisogno di piangere. Ha quasi paura che da un momento ali' altro debba dire qualche cosa alla bambina, qualche cosa di orribile, da fare allibire tutti quelli che stanno li, intorno. È strano tutto questo; ma per il soldato Paoli è come una liberazione, uno sfogo; è sicuro che non ci sarà più pace dentro di lui, fino a che non avverrà questo, magari con qualche urlo, tra l'accorrere degli ufficiali. Già vede la sua faccia convulsa per terra, poi altre facce sopra di lui, che cercano di farsi largo, atterrite, con un tremito; qualcuno fa per sollevarlo, gli dice delle parole, gli tocca la fronte; e lui che vorrebbe far capire che non è niente, che è una sciocchezza, non riesce a muovere le labbra. C'è un cattivo o-. dore caldo, di fiati, vicino al suo naso. Frattanto il cuore che gli batte forte sotto la gola, l'ha fatto riscuotere. È stato un minuto di smarrimento, un po' di stanchezza, nient' allro. Veramente come si fa presto a perdere il controllo; una bambina che non si conosce, che non sa nulla della sua vita, del suo paese, di quello che ha fatto. E poi come si potrebbe scoprire che proprio lui ha preso il denaro nel portafoglio. L'ha trovato ai piedi del pagliericcio, e non c'era nessuno. Ora ricorda che stava sognando una cosa mostruosa; adesso rivede la mano che stava per schiacciargli la testa, una mano lunghis• sima come se venisse da una montagna. Si era syeglialo di soprassalto, senza respiro. Poi mentre anelava calmandosi, guardando intorno, a\'eva visto il portafoglio. Un attimo. .-\ncora stordito era uscito fuori nel cortile, verso i lavatoi. Pochi soldi: quindici lire, e una l'otogral'ia di donna sotto una stella alpina, leggermente appassita, un po' insudiciata dal sudore. Alla sera, quando era montato di guardia ancora aveva il portafoglio in tasca. Ora premendo il fianco con il gomito del braccio destro, se lo sente dentro, da una parte; è un rettangolo cli cuoio sotto la stoffa grigioverde. Mentre passa così il tempo, il fante Paoli non si è accorto che la bambina dal vestito corto, a fiori, se n'è andata con le altre com• pagne. l ragazzi già un po' prima si sono allontanati. Davanti ai suoj occhi e' è solamente il muro, macchiato qua e là, con qualche scalcinatura in basso. D'un tratto a sinistra della piazzuola, giù dove finiscono le case, da dietro il mudcciolo dcli' orto, è salito un grido, ma un grido lungo, lacerante come un lamento, che si è afEicvo· lito a poco a poco. Per il fante Paoli è stato come se si dovesse oscurare qualche cosa; ha provato uno sfinimento; sarebbe caduto per terra se non fossero ,·cnuti a dargli il cambio proprio in quel momento. l .entamcnte come in un'acqua calma, infinitamente chiara, è affiorato nella sua mente il ,·iso della bambin" dal ,·cstito corto, un po' tremolante, opnco; un viso che dopo qualche attimo ha cominciato a sbiancarsi ad assumere un atteggiamento smorto, come oppresso da una gran pena. Mentre si siede per terra il fante Paoli pensa con lucidità impressionante che la bambina che ha gridato è proprio quella che lo guardava con insistenza, che stava lì davanti a lui con il ,·estitino corto, a fiori. 11 fante Paoli non resiste più. I capelli della bambina gli stanno davanti agli occhi, ,·icini a due passi; i capelli della bambina che a toccarli basterebbe allungare una mano. Con la stessa rapidità con cui ha pensato queste cose, gli viene il ricordo de'J suo paese, dove ci sono tante altre bambine, dove c'è anche la sua creatura, che, adesso, forse starà davanti alla porta di casa, un po' sola con le mani intrecciate di dietro come una giovinetta. Un senso di compassione gli viene ad un tratto per sua figlia; una compassione che poi non è che una piccola gelosia, perchè la sua bamb:na sla divenendo grande, e un giorno penserà certe cose, parlerà con qualcuno. li fante Paoli si porta le mani ai capelli. Sente una smania di muoversi. Mentre il cuore ha cominciato a battergli forte forte, dentro, la sua bambina ha voltato la testa, non vuole più guardarlo; si è messa a piangere. In un baleno il fante Paoli capisce che ha fatto tanto male_; prova un rimorso, una disperazione. Vorrebbe ecco, che avvenisse un miracolo, che lutto !oss<' come prima: la vita tranquilla. Un dolore alla gola gli stringe il respiro. Apre gli occhi, di più; ma la sua bambina ha il viso nascosto, singhiozza. Allora si mette a correre nel cortile verso la fureria, bagnato di sudore freddo. A sera, quando il capitano Jo accompagna giù per le scale, pensa con timore che, lì sulla porta della camerata, tra poco, dovrà fare un saluto, e non ci riuscirà; non sarà capace sicuramente di sollevare nemmeno una mano. Non Yorrcbbe che avvenisse questo, ora che tutto è finito. .-\desso stanno sulla S<lglia, tutt'e due cogli occhi bassi; il capitano si è messo intanto a sorridere; dice che si sta bene,. al fresco. Quando si separa dal fante Paoli, ha una grande gioia; vorrebbe confessarlo a qualcuno, ma nel buio cortile c'è solo il rumore dei suoi passL .lfA/l/0 OR1'0lANI 7

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