Pattuglia di punta - anno I - n. 1 - novembre 1941

UNIVERSITARI ALLE ARMI BONIFICA UMANA !:'D anche per questo sia benedet- disciplina, dalla energia cli appli- .,L La la terribile guerra. Guerra carsi ad uno sforzo metodico. che raffina Je corde dell'anima Ad esempio ancora, i] mito che in note di sovrumana limpidezza, vorrei dire del rf' record ,,. La mania guerra che è strumento risolutore sensazionalistica, anche in politica, di conflitti incancreniti e arma di di' rinvenire in nostre usanze i prinliberazione dai gioghi convenzio- cipi di usi e istituzio11i altrui. Panali per le coscienze giovani. ~1a è ghi di quello sportivo primatoi non anche - e sopratutto - occasione si credeva più utile controllare la e ragione di verità. effeLLiva emcienza delJ' istituto e la La verità, gli uomioi la amano sua rispondenza alle mutevoli situa• e la odiano. Con Jo stesso ardore zioni. Vogliamo continuare e ricOr• si donano alla ascesi che la disco• dare, sempre esemplificando, il con• pre e aJla selvaggia bramosia di cetto venutoci dalla turistica fami• occultarla, alla serpigna abilità di liarità con gli strani.eri che l'hai i a ucciderla. 1'{a resta sempre la pie• fosse al centro senz'altro delJ' alten• tra di paragone, resta la pietra d'an• zione mondiale e non fosse purtrop• golo per ogni costruzione che vo• p,) considerata altro che un vico• glia restare. La guerra, come i gran• letto romantico e non una gra1lde di cataclismi, giunge per rievocarla, strada della vita internazionale? Na. per risuscitarla alla mente dei po• turale quindi che non ci si desse da poli che la avessero perduta di vi. fare per farci conoscere e per altuare sta, elle avessero piuttosto seguito il un opportuno dispositivo cli pFopa• magistero delle illusioni, deUe vani• ganda (che, al caso, avrebbe potuto là, delle facili accontentature. servire benissimo anche per Ja guer• lnntiJo perderci in parole. Non ra; e invece siamo stati anche c1ui faremo che perpetuare un vecchio presi alla sprovvista). uso contro il quale già sentimmo I'aciloneria, voglia di iJludersi ; blaterare senza risultato. QDesta strana beatitudine di un popolo che guerra è stata un sanatore bisturi col suo bel sole, i campi pingui, il per La nostra coscienza, un magni- vino robusto ha, si vede, la vita fico reagente per Jo spirito nazio• troppo facile, anche se non naviga nale cbc, dopo tante lotte e altret• nell'oro! tante vittorie, credendosi giunto in i\'l_:i ci furono anche i vizi indiporto, s' iUucleva di poter evitare di viduali. DaJ pensiero che 1' insieme misurarsi giorno per giorno con la andasse neJ migliore dei modi, si fredda verità, interna e iuternazionale venne alla persuasione che anche i Si crauo creati dei miti; altrj particoJari fossero perfeui: dalla che si trascinavano da secoli, come constatazione che avevamo l'uomo vizi della nostra mentalità, si erano pitì colossaJe ed umano della poljrinvigoriti. Aci esempio quello clcJ- tica moderna, e-i dedusse cbc tutti l'italiano intelligente per definizio• gJi altri uo,uiui fossero perfetti. ne, il popolo più inteWgcnte deJla Si tentò cli uccidere non la terra. Dove, per inteUigeoza si scam• critica, ma Ja razionalità, i mezbia il semplice e pur divino dono zi delJa ragione individuale accu• naturaJe delJa scintil1a creatrice, del• sandoJi d) scarsa fede quando l'autocritica e ci si dimentica che invece non eraoo assetati aJtro l'intelligenza deve essere completa- che di luce. E, in altro campo, ta dal senso del dovere, da.Ila ca• non si pensò forse risolto in pacità alla rinunzia, dallo>pirito di ltalia quel problema morale che è Fondazione Ruffilli - Forlì la hasc t.lell' attuale tragedia mon• dialc, per la sola conclusione dei patti lateranensi? E così la pratica cieli' educazione giovanile vide una gran disattenzione per gli impera• tivi interiori a vuntaggio di una preparazione spellacolare e muscolare. ron ci si accorse 4.,;hesi impo• veri vano con ciò - come si sono impoverite - le possibHità deJla massa della generazione giovane, quindi della generazione rivoJuzio• naria per anni e per posizione sto• rica. Non ci si accorse che si favoriva iJ distaccarsi di gruppetti mar• .-,·inali di orit:ntamenti equivoci e <lai c1uali le residue forze dell' intel• Jigenza dovevano per Jo meno sentire la tentazione di Jasciarsi attrarre. La guerra è arrivata a dire chia• ro, senza sforzature cli voce, con Ja categoricità di chi è infiDitamente più forte, fin dove si era statj nel giusto e a fare risaJtare non tanto i piccoli errori, quanto le inesatte valutazioni, i vizi costituzionali del sistema. Noi abbiamo iJ coraggio di guar• dare alla verità e di procJaniarla. E diciamo che molte cose, molti spa• gnoJismi, moJti ricami del nostro costume vanno mutati ~ ma pro<·la. m·iarno che la verità fatta risplen• dere daJla guerra è quanto mai a favore del nostro sistema di vita e di idee, è quanto mai per l' infu. turarsi dell'idea fascista. )la occorrouo uomin,i di principi idèaJi. di una moralità esemplare e virile, cli una religiosità non vuga, ma obbiettiva eome voJeva Arnaldo, di uno scrupolo estremo neJle Joro azioni e cli una vera capacità tecnica e non parolaia. Tutti i giovani sono di questa idea. Occorre trovare un programma di risanamento indjviduale e coUet• tivo e occorre trovare il virile coraggio cli altuarlo. AllMANDO llA VAGLIOLI CONCEZIONI POLITIC E □ ECONOMICHE □ I NICOL'OM'ACHIA~E • A meravigliosa fioritura spirittwle ._ iLaJiana, che ha i suoi nobiJi e primi esponenti in Dante,Petrar• ca e Boccaccio, diventa con proces• so logico e sviluppo spontaneo ri• Oessione profonda di vi.ta in Nicolò Machiavelli. .11 Segretario fiorentino vive in quel tormentato Cinquecento, che mentre assicura alla Patria nostra il primato intellettuale ed artistico nel mondo, .la presenta <l'aJtra par• te come un organismo malato poli• ticameute e facile preùa alle domi• nazioni slrtmi.ere. Machiavelli è, se si può per• mettere l' affernrnzionc, un genio romano, con quel tanto cli imperiofola incisività e cli sublime forza splendenti negli uomini migliori cl' azione e di pensiero deJI' epoca imperiale romana. Con ~1achiavelli si prepara la futura rivoluzione ciel pensiero eu• ropeo. Il Principe è Ja traduz.ione pre• cisa, tagliente, incisiva di questo profondo anelito rinnovatore. OJt1·e il rigore logico e Ja fre<l• da obhieuività, che sembrano ap• plicati volutamente durante tuuo lo svolgimento deJI' opera~ il cerchio di questa imposizione rifle.s@a è rot• to talvolta da un bisogno prepotenLe che sembra rispecchiare la fiam• ma viva dell' autore, cbe ba sempre presente nella mente la speranza anticipatrice del!' unità e della po• lenza della Nazione itaJiana. La politica è per Lui sostan• ziaJmente J' arte di governare gli uomini, di orientarne gli sforzi, di promuoverne le auivitA, di aimoniz. zarne gli interessi e tale arte ba indubbiamente il suo fondamento primo nell'uomo stesso. Essa ri• chiede infatti la somma virtù degli uomini, che sono destinati ad altuar1a, ma sotto questo aspetto il pensiero di .MachiaveUi nella con• siderazione cli sfavorevoli contingen• ze assume rilievi di doloroso pessi• m_ismo. LO STATO IDEALE L'incarnazione ideaJe dello Sta• to in MachiaveUi si svolge sopra due fondamenti : saJdezza e bontd cleJI' ordine giuridico e potenza del1' ordine miJitare. Questi due termini nel pensiero dcli' aut.ore del Principe appaiono coJJegati <la un principio di inter• dipendenza, perchè in uno Stato potentemente organizzalo neJla sua attrezzatura bellica e retto da una severa disciplina gerarchica oeces• sariamente si deve avere u11 com• plf'sso legisJativo efficiente, armonico, perfettamente rispondente ulJa po• Litica del Paese, nel quale Lrova applicazione. E sotto il r:i.pporto inverso una solida, reuilinea costruzione giuridica dà vita ad ordinamenti statali potenti. In questo binomio, ove si fonde la morale con la politica, lo spirito con Ja materia, viene sintetizzata la funzione dello Stato ideale, per• chè appunto tuie tendenza a 6s1mre tipi ideali si rileva in ogni p.:1gina 3

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