« Un libro come questo non si può riassumerlo. Prima di tutto quel ·sentimento fantastico, reso .fantasticamente sensi1 bile in ogni racconto: che questa guerra è stata voluta dal popolo stes-so. E che quell-i che oggi la combatto·no han·no ,dovuto farla perché il popolo lo voleva ». Cosf Louis Arago·n nella sua introduzione al :li 1 bro-1 • L' A., prete missionario f.rancese di Parigi, si è lasciato alle spal,le la F•rancia dei suoi compatrioti che credono che .il Fronte -di liberazione algerino sia solo la somma di poche bande armate, ridotte, all'interno del paese, alla guerriglia -dei co1 lpi ,di mano, e di un .gruppo di politicanti estremi,sti, all'esterno, mentre -la grande maggioranza ,della ·popolazione se ne stareb-be in disparte, indifferente ed ostile. Egli è andato in Tunisia e -in Marocco a raccogliervi le testimonianze vive di militanti e di rifugiati, ,di ·ban1bini, •di donne. ll ·quadro che g1i si è ·presentato è stato quello di tutto un popolo che combatte ,dietro i s·uoi partigiani, al punto che non c'è nessuna reale ·distinzione tra le ,due forme di lotta: stesso impegno, stesso pericolo, stessa consapevolezza delila irriducibilità della guerra in atto. Tutti vorreb·bero an.da•re sulle montagne - ed in effetti vi si trovano bam·bini di und.ici anni e donne con i figli perfino lattanti -, tutti preferirebbero -battersi << da uomini a uomini » anziché subire ·passivamente la violenza francese nei villaggi, e so.lo ila necessità -della ,distribuzione dei compiti, del rifornimentc·, o la o·pportunità, li trattengono. Cosf i Tifugiati oltre frontiera non vedono l'ora -di rientrare per riprendere la lotta. lLa disperazione .popolare ha !forzato la mano ai politici ed ai sindacalisti, imponendo nel 1954 la ,soluzione rivoluzionaria armata: « C'era gente che si organizzava, che comp,rava armi... gli uomini com·pravano -dell'esp1osivo con i soldi che avrebbero dovuto servire per le quote -delle tessere... E a proposito delle mani.festazioni... non so quante petizioni e roba del genere. Eh-bene, tutto questo non li interessava minimamente». (Dal racconto ,di un militante dell'Unione generale -dei lavoratori algerini, p. 45). La morte per mano del nemico non fa paura, ed è anzi preferita alla morte lenta del .passato: « ... I vecchi si fanno un vanto -davanti agli altri vec~hi del villaggio, q11an1 RoBERT DAvEZIEs, Gli Algerini, Editori Riuniti, Roma 1960, pp, 178. s·1bliotecaGino Bianco
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