Passato e Presente - anno III - n. 18 - nov.-dic. 1960

2362 Commenti Sembra corretto affermare che il PSI anziché proporre ai suoi aderenti, la speranza, la difficoltà, gli impegni di una nuova responsabilità nella costruzione di una prospettiva socialista a lungo periodo, ha praticamente tradotto la sua proposta agli elettori nei termini piu immediati e piu facili di una promessa di• un nuovo schieramento parlamentare, di un accesso, o meglio di una anticamera ad un potere disgiunto da una reale prospettiva socialista: in termini cioè puramente elettorali e parlamentari. Su questo terreno una parte dell'elettorato non ha confortato con i suoi suffragi il PSI, o meglio lo ha seguito traendone a modo suo le conseguenze pilt coerenti, sino a raffar.zare il partito socialdemocratico. A elezioni avvenute il PSI ( o meglio la sua attuale Direzione) non può cercare di giustificare il mancato s,uccesso, con le difficoltà inerenti ad una proposta nuova, e ali' impegno di una prospettiva socialista di fondo che è sostanzialmente mancata. E' giusto quindi affermare che quando un partito decide di af fi,dare la verifica della bontà della sua politica soprattutto al risultato quantitativo elettorale, non può a posteriori tentare di sostituire i termini stessi che si era scelto per la verifica. Ma in realtà l'errore del PSI è stato solo quello di esporre eccessivamente ad un solo tipo di verifica, quella elettorale, una sua nuova politica « socialista », o non è stato forse l'errore di scambiare una politica elettorale tout-court per una politica socialista? Certo non basta contare su una vecchia tradizione di polefY!,ica storica per tutelare un partito socialista contro quei sospetti che le politiche esclusivamente parlamentari-elettoralistiche giustificano nell'elettorato socialista; non basta tanto piu in quanto esiste una ricca esperienza dei rischi a cui si espone un partito socialista, se pensa di poter realizzare «l'autonomia>> della sua politica soprattutto concedendo, offrendo «garanzie» di. democraticità e di rispettabilità a chiunque le richieda ( anche a chi non ha il diritto di farne richiesta), anziché cercare di attingere i valori autentici dell'autonomia in modo egemone, e non subalterno, dall'interno del movimento socialista, da un richiamo alla partecipazione politica diretta · delle classi popolari. Una politica socialista la cui validità si propone esplicitamente in forma misurabile solo sul metro elettorale immediato, e sulle sue possibili conseguenze parlam·entari, contiene in sé una logica che porta facilmente a surrogare la mancata verifica elettorale con altri tipi di successo, configurabili al limite nella «autorizzazione», ottenuta da « altri » a dare il proprio consenso o la propria astensione ad una politica di 1« altri>>; è una logica che ha già fatto le sue prove, e a cui l'elettorato può anche consentire, ma votando, coerentemente, per il partito socialdemocratico. · BibliotecaGino Bianco

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