Passato e Presente - anno III - n. 18 - nov.-dic. 1960

• Romita e Morandi 2429 che la stor:ia italiana -dell'ultimo quindicennio ci ha riservato non una democrazia p·rogressiva, ·ma una « democrazia » conservatrice. La vera questione è tuttavia la seguente: l'o:biettivo della democrazia ,progressiva era oggettivamente valido, storicamente giustificato? E' questo un p,unto, che nessuna sistemazione storica del perio,do postbellico potrà lasciar da parte. A nostro avviso, la concezione della democrazia progressiva e dei mezzi idonei a paralizzarla doveva inevita,b:ilmente porta·re ai risul- ,tati che_ si sono avuti. In sostanza, si evitava di porre i problemi nei termini di una alternativa ·di classe, nei ter1mini di un'alternativa di potere, .mentre solo in questo modo, a prescin,dere dal momento in cui si sarebbero avuti i conflitti -decisivi, si sarebbero create progressivamente le condizioni per la << frattura ,del sistema >>, per un vero salto qualitativo. ·Cos1 si accettava 1a .ricostruzione dello Stato borghese, che non avrebbe potuto avere che quelle conseguenze: sia per ·ragioni valide universalmente (le insopprimibili tendenze monopolistiche sempre piu accentuate connaturate alla società capitalistica contemporanea) sia ·per ragioni specifiche italiane (la Chiesa, il tipo particolare di s-truttura _statale ecc.). In altri termini, la prospettiva -di lotta doveva - e deve - essere socia.lista, _il problema era - ed è - di mutamento del regime sociale. Benché compiti democratici rimangono insoluti, in sostanza la rivoluzione italiana do·veva - e deve - essere sociali'sta e non democratica (o democratico-socialista). C'è appena ,bisogno ·di dire eh~ non si. dovevano - e non si -devono - ·esçlu-dere fasi preparatorie, impostazioni tattiche particolari, lotte per diritti e garanzie parziali ecc.: ma qui si tta questione. di direttrice strategica, di pros.pettiva generale 45 • e} Si pone, infine, un problema' ,di periodizzazione, importante non tanto in sé e per sé quanto .per le valutazioni che vi sono implicate. Una periodizzazione corrente - in sede piu politica che storica - sta:bilisce come termine I.a .primavera del '47, cioè il momento de1 Ha rottura ,della coalizione tripartitica. Essa implic~ la concezione secon·do cui un processo si sarebbe allora inter·rotto e si sarebbe verificata una · inversione di tendenza. 1 Una simile periodizzazione e una simile concezione non ci sembrano accettabili. Non è possi·bile eludere il pro 1bl~ma se le premesse dei processi sucèessivi non si fossero poste già prima della primavera · 45 Su questo punto chi s-crive diverge anche da Basso, che continua a parlare di un'alternativa democratica e in fondo, a parte le pur importanti differenziazioni di metodo e di impostazione tattica, accetta la concezione base della democrazia _progressista. -Biblioteca Gino Bianco

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