Passato e Presente - anno III - n. 18 - nov.-dic. 1960

2428 Livio Maitan Anche questo è un punto assai importante da chiarire e da chiarire nella sostanza. Non si tratta, in.fatti, tanto ,di sapere se la classe operaia sia o no « uscita dalla Resistenza come classe •diri1gente, cioè co~sapevole ·della sua fungione egemonica» (Battaglia), che è un altro aspetto del problema, oppu•re se i ·partiti operai abbiano avuto una funzione di avanguar,dia nella resistenza a·rmata - il che è fuori -discussione -, ma di precisare quale fosse la forza prevalente di quel sistema •di forze d·i cui 1a lotta partigiana e clan,destina era una delle componenti, in funzione ,di quali interessi fosse •determinata la linea d'azione generale e last but not least, qua·le fosse, in ultima analisi, la ·pratica risultante 44 • 11 .dato ,di fatto che già all'indomani della insurrezione, sul piano statale e governativo, i .partiti operai si venissero a ,trovare in funzione subordinata ·dovrebbe far 1iflettere sul1 la reale portata dell'azione durante la Resistenza, cioè ,dovrebbe in,durre a porre in termini ben piu precisi e meno vaghi la questione della funzione •dirigente ·della classe operaia in quel periodo. d) La stessa prospettiva strategica che i partiti 01 perai delinea- .vano - con maggiore chiarezza e continuità il Pa·rtito comunista - e che si sintetizzava nella formula della democrazia progressiva, deve essere stu-diata criticamente sulla •base anche ,degli svilup·pi successivi. Si ,di,rà che ten.diamo a porre il famoso problema del « che cosa sarebbe avvenuto se... ». Ma questo problema, che non è cosf ozioso come certi vorrebbero far c,redere, si pone in termi:ni diversi in sede storica e in sede politica. In sede ·politica sta·bilire quello che eventualmente si sarebbe potuto fare e non si è fatto, è importante ag1i effetti ,di un migliore orientamento nel futuro. In sede stor-ica interessa piu stabilire qu·ali fattor_i a1 bbiano coo.perato perché si giu·ngesse a un certo risultato. Ma anche sul piano storico ci si può chiedere se certi obiettivi avessero ·una giustificazione oggettiva - cioè se si imponessero effettivamente in una determinata fase -, se i mezzi siano stati adeguati, se il corso sia stato •determinato o influenzato da-\l'interferenza -di interessi estranei a quelli ,di un certo schieramento politico-sociale. Un breve chiari1:11ento. Un obiettivo giusto può non essere realiz~ato ·perché i rapporti di fo,rza contin•genti non lo consentono. Per conseguenza sareib1beerroneo credere che la mancata realizzazione implichi di per sé con-danna. In concreto, la prospettiva della democrazia progressiva non p·uò essere valutata negativamente per il solo fatto 44 Cfr. la discussione tra Claudio Pavone e Roberto Battaglia nei numer_i 7 e 11-12, 1959 di « Passato e Presente ». La risposta di Pavone a Battaglia - ·che tra l'altro, è passato sopra .ad alcuni criteri di differenziazione fondamentali per gli storici m.arxisti - ·mi pare, in linea generale, corretta e pertinente. BibliotecaGino Bianco ...

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