Passato e Presente - anno III - n. 18 - nov.-dic. 1960

2404 Lador Lederer alleanza economica anglo-germanica, un orientamento de·l tutto nuovo •della nostra politica commerciale». Diceva infatti l'articolo 8: << Le due organizzazioni riconoscono che in certi casi i vantaggi di accordi fra industrie di due nazioni o di un gruppo di nazioni possono essere annullati dalla concorrenza da parte dell'industri.a di .altra nazione che rifiuti di partecipare all'accordo. In tal caso può essere necessario che le organizzazioni siano aiutate dai rispettivi governi, e le due organizzazioni convengono di collaborare per ottenere tale a1uto >>. Era comunque evidente che si credeva, anche da pa·rte britannica, che gli accordi tra industrie fossero di per se stessi un successo, pori.ché nel marzo 1940 la Federazione deHe ind·ustrie britanniche firmò un accordo con il suo equivalente, la iConfédération générale du patronat français, accordo fondato larga·mente sui :princfpi di Diisseldorf. Tale accordo fu appoggiato anche dall' « Economist ». Benché ,il mondo occidentale, dopo la grande crisi, avesse cercato una via d'·uscita attraverso accordi commerciali fra gli Stati, e benché si sapesse che gli Stati Uniti erano molto favorevo1i a questi metodi, la Gran Bretagna restò - una volta messa fuori causa la p-iu grande potenza ca·rtellistica, q·uella tedesca, dalle vicende della guerra - la maggiore entità economica che guardasse con interesse à qualche specie di personalità o di istituzione economica internazionale. Nel dicembre 1942 fu pubblicato a New York, dalla Commissione per lo stud-io e l'organ·izzazione della pace, un boliettino che .conteneva un rapporto presentato dall'Istituto per le esportazioni di Lond·ra, ne'l quale si dichiarava fra l'altro che << l'autogoverno economico sotto controllo e guida statale potrà effettivamente contribui-re a ristabilire l'attività internazionale, se la cooperazione internaz,ionale sarà facilitata e sostenuta dalla creazione di un tribunale arbitrale obbligatorio per l'econo·mia ». Per tale istituto, che aveva presenti gli accord1i internazionali fra cartelli, « pareva chiaro che un sistema economico mondiale non avrebbe potuto reg·gersi senza un'organizzazione centrale capace di deter1ninare i fattori di equilibrio ». L'Istituto propose perciò, al fine di tradurre in pratica la Carta atlantica, di adottare la seguente deli-beraz-ione: · (art. 6) « I gruppi monopolistici, .agricoli, industri.ali o finanziari, saranno riorganizzati entro consigli organicamente rappresentativi, sottoposti all'autorità politica solo nella determinazione dei diritti generali delle comunità >>. Il rapporto riproduce inoltre una dichia·razione di Lord Harry Mc Gowan, capo dell'I.,C.I. britannico, nel _senso che << non si può Biblioteca Gino Bianco

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